Introduzione
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gestione operativa del sopralluogo.
Il tirocinio, quindi, mi ha permesso di affrontare le problematiche
strategiche ed operative connesse alla gestione di una campagna di rilievo
della qualità ambientale di un edificio.
Al termine del periodo di stage, si è posto il problema dello sviluppo di una
tesi di laurea che prendesse lo spunto e si basasse su tale esperienza,
rimanendo, tuttavia, nell’ambito delle tematiche di ricerca sviluppate dal
Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell’Ambiente Costruito (BEST). In
particolare all’interno del gruppo di lavoro Building Envelope Group, che si
occupa delle tematiche legate alla progettazione dell’ambiente costruito,
alle tecniche di valutazione e controllo della qualità degli edifici. A questo
scopo ho ritenuto opportuno consolidare le mie conoscenze attraverso lo
studio di:
le politiche internazionale che motivano e sostengono i progetti di
ricerca confrontabili con quello cui ho preso parte;
le esperienze di rilievo e di valutazione della qualità ambientale (intesa
come rispondenza alle esigenze degli utenti), svolte in diversi ambiti più
specificatamente tecnici.
Ho condotto questo approfondimento cercando di fornire un contributo
personale, orientato non tanto alla definizione di nuovi saperi, quanto
all’organizzazione del know how disponibile per rendere più efficace ed
efficiente il processo di valutazione. Il mio studio si consolida nella proposta
di un sistema informativo di supporto alle attività di valutazione, che possa
interessare i diversi operatori coinvolti nel processo valutativo anche ai
livelli inferiori. L’intento è quello di diffondere le pratiche di valutazione
attraverso la loro organizzazione sistemica; anche in considerazione
dell’importanza che la stima della qualità deve ricoprire nelle procedure di
valutazione economica, e nelle conseguenti transazioni immobiliari.
La tesi si compone di quattro parti. La prima è dedicata alla definizione del-
le principali problematiche coinvolte, la loro natura e l’evoluzione
dell’approccio alla loro soluzione, a partire dalle possibili strategie di con-
trollo e metodi di valutazione. La trattazione si concentra sui temi di salubri-
tà e confortevolezza degli ambienti confinati, da un lato e sulle strategie di
contenimento del fabbisogno energetico degli edifici, dall’altro; queste pro-
blematiche, infatti, sono alla base della ricerca condotta con il progetto
HOPE. La prima parte si chiude con l’approfondimento dello scenario politi-
co internazionale, in materia di tutela della salute e gestione del fabbisogno
energetico nel settore delle costruzioni.
La seconda parte prende spunto dall’esperienza maturata nel progetto di
ricerca HOPE: si espongono le fasi operative dello studio e si svolge una
lettura critica della metodologia e degli strumenti di riferimento per
Introduzione
Politecnico di Milano - BEST 11
l’indagine, basandosi sull’esperienza diretta di rilievo. La trattazione, avva-
lendosi delle osservazioni maturate con l’applicazione del protocollo di ri-
cerca, intende evidenziare le principali problematiche connesse all’attività
di rilievo, e valutare l’adeguatezza delle procedure adottate.
La terza parte analizza alcuni dei sistemi di valutazione e di certificazione
della qualità del progetto e del costruito più recenti. In questa sezione ven-
gono presentate diverse esperienze consolidate differenti per scopi e con-
testi di riferimento. Questo approfondimento mette in luce la varietà di stra-
tegie implementabili per il rilievo della qualità ambientale e si pone come
riferimento per le conclusioni propositive sviluppate nell’ultima parte.
La tesi si conclude con la definizione di un metodo di rilievo dei dati funzio-
nali alla valutazione della qualità di un edificio. Il metodo proposto prevede
l’organizzazione del processo di valutazione in termini di problematiche e-
lementari, per ciascuna delle quali s’identifica un insieme di azioni di con-
trollo da attivare durante il sopralluogo e le altre tipologie d’indagine. Tale
metodo trova la sua naturale implementazione all’interno di un sistema in-
formativo dedicato alla raccolta ed alla gestione sia delle conoscenze di
base che di quelle derivanti dall’esperienza pratica (lezioni apprese): un si-
stema di conoscenze utile alla pianificazione ed alla gestione delle attività
ispettive sviluppabili su di un edificio o una sua parte.
12
1 LA SALUBRITÀ DEGLI AMBIENTI CONFINATI. 13
1.1 la Sick Building Syndrome. 14
1.1.1 I fattori personali. 15
1.1.2 I fattori lavorativi. 16
1.1.3 I fattori ambientali. 17
1.2 Le Building Related Illness. 20
1.3 La sensibilizzazione chimica multipla. 21
1.4 La qualità dell’aria: gli inquinanti, le fonti e gli effetti sull’uomo.22
1.4.1 Composti inorganici. 22
1.4.2 Composti organici. 24
1.4.3 Inquinanti fisici. 25
1.4.4 Agenti biologici. 29
1.5 Le strategie di controllo. 31
1.5.1 Il controllo delle fonti. 31
1.5.2 I percorsi di diffusione. 58
1.5.3 La ventilazione. 60
1.6 Il progetto edile in ottica di salubrità. 72
1.6.1 Valutazione del contesto. 73
1.6.2 Gli aspetti distributivi. 74
1.6.3 L’involucro edilizio. 75
1.7 I metodi di valutazione della salubrità degli ambienti confinati. 78
1.7.1 I criteri di valutazione della prestazione. 79
1.7.2 La metodologia d’indagine. 82
prima parte: le problematiche
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 13
1 LA SALUBRITÀ DEGLI AMBIENTI CONFINATI.
Nel mondo industrializzato le persone trascorrono il 90% della propria vita
in ambienti confinati, come le abitazioni, gli uffici, i mezzi di trasporto. Que-
sti ambienti, tradizionalmente ritenuti sicuri, possono ospitare agenti di ri-
schio consistente per la salute: in alcuni casi è stata riscontrata una con-
centrazione di composti inquinanti maggiore di quella esterna, quindi la
maggior parte della popolazione, che non è esposta alle alte concentrazioni
tipiche degli ambienti industriali, riceve negli ambienti di vita e di lavoro una
porzione consistente della dose di inquinanti cui sarà esposta nel corso del-
la vita.
A partire dai primi anni Settanta, si sono manifestati numerosi episodi in cui
gli occupanti di comuni edifici lamentavano uno stato di malessere genera-
le, che sembrava riconducibile alle caratteristiche degli ambienti di lavoro. Il
fenomeno si è diffuso negli ambienti ad uso ufficio, caratterizzati dalla pre-
senza di miscele complesse di numerosi inquinanti presenti ognuno in dosi
molto contenute. Lo studio di queste manifestazioni, ha permesso di distin-
guere tre categorie principali di reazioni alle sollecitazioni ambientali:
la prima è caratterizzata dal definirsi di una situazione clinica coerente,
riferibile ad uno stato patologico specifico per il quale siano identificabili
le cause principali;
la seconda comprende le situazioni caratterizzate da un quadro sinto-
matico complesso, non direttamente ascrivibile ad una patologia speci-
fica e , soprattutto, rilevabile solo durante la permanenza sul luogo di
lavoro;
la terza comprende le sensazioni di discomfort non associate ad eventi
patologici: il soggetto è sottoposto a stimoli ambientali spiacevoli e li
manifesta come lamentele sulle caratteristiche ambientali interne (di-
scomfort termico, aria stantia o secca, presenza di odori, ecc.).
La prima categoria viene definita con l’espressione Building Related Illness
(BRI), la seconda con il termine Sick Building Syndrome (SBS); la terza
non è che una semplice manifestazione di una condizione di discomfort
verso le sollecitazioni ambientali
1
.
1
[[MARONI1995] Marco Maroni, Bernd Seifert, Thomas Lindvall (a cura di); Indoor Air Quality - A comprehensi-
ve reference book; Elsevier, Amsterdam, 1995
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 14
1.1 LA SICK BUILDING SYNDROME.
La SBS, o Sindrome da Edificio Malato, è una situazione in cui la maggio-
ranza degli occupanti
2
manifesta uno stato generale di malessere caratte-
rizzato da un quadro clinico confuso, i cui sintomi si alleviano o scompaiono
del tutto durante il periodo di astensione dal lavoro. Si possono individuare
cinque aree sintomatiche principali:
Manifestazioni respiratorie:
sensazione di irritazione e secchezza delle mucose nasali e faringee,
reazioni asmatiche anche in soggetti non asmatici;
Manifestazioni oftalmiche:
secchezza e irritazione delle mucose degli occhi;
Manifestazioni cutanee:
arrossamento della pelle, secchezza, in alcuni casi eritemi e dermatiti;
Sensazioni olfattive e gustative sgradevoli;
Manifestazioni neuropsichiche:
torpore, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, diminuzione della
memoria, mal di testa, nausea e vertigini
3
4
.
Tutti questi sintomi possono avere, ovviamente, delle cause indipendenti
dalle caratteristiche ambientali. L’aspetto fondamentale è la ricorrenza dei
sintomi; la SBS migliora nei giorni di assenza dall’edificio e si ripresenta al
ritorno sul luogo di lavoro; i sintomi possono manifestarsi entro 15-20 minuti
di esposizione o possono essere ritardati di qualche ora. Ogni sintomo che
si presenta normalmente e migliora o si risolve durante il tempo passato
lontano da un edificio, è ascrivibile ad una sindrome da edificio malato. Non
esiste un evidenza sintomatica rilevabile attraverso una visita medica: la
diagnosi della malattia può essere condotta solo con un questionario, che
includa domande sull’ambiente fisico di lavoro, ma anche sulle condizioni
psico-sociali del soggetto che possono influenzare la manifestazione dei
sintomi.
2
Ognuno si relaziona in modo diverso all’ambiente circostante, ne deriva che anche in edifici considerabili sani
ci può essere una minoranza di utenti che lamentano situazioni di malessere. Per parlare di SBS è necessario
che una percentuale consistente degli occupanti riporti sintomi riferibili alle caratteristiche dell’edificio.
3
[BAGLIONI1990] Adriana Baglioni, Silvia Piardi; Costruzioni e salute - Criteri, norme e tecniche contro l'inqui-
namento interno; Franco Angeli, Milano, 1990.
4
[LI1997] Baizhan Li; Priority factors influencing sick building syndrome symptoms in offices; in: Proceedings of
Healthy Buildings 1997: Global Issues and Regional Solutions, Washington DC, USA, 1997.
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 15
Lo studio della SBS presenta notevoli difficoltà, perché il fenomeno non si
riferisce direttamente alle caratteristiche oggettive dell’ambiente fisico, ma
allo stato di benessere degli occupanti. Il problema, quindi, risiede nella
presenza di numerosi fattori, di diversa natura, che provocano un’azione
sinergica. I fattori coinvolti sono di tipo:
personale,
ambientale,
lavorativo,
cui bisogna aggiungere la possibilità di uno stato patologico preesistente,
riferibile esclusivamente alle vicende personali dell’utente.
Sesso. Differente sensibilità e comportamento tra uomini e don-
ne.
Stile di vita. Stile di vita competitivo, stressato, affannato.
F
a
t
t
o
r
i
p
e
r
s
o
n
a
l
i
Caratteristiche psicologiche Attitudine caratteriale generale, tendenza alla somatizza-
zione.
Soddisfazione lavorativa. Stress e insoddisfazione legati agli aspetti strettamente
lavorativi.
F
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-
v
o
r
a
t
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v
i
Utilizzo di videoterminali.
Qualità dell’aria. Presenza di inquinanti, mancanza di adeguati ricambi,
odori sgradevoli.
Comfort termico. Temperatura e umidità troppo basse/alte, discomfort a-
simmetrico.
Comfort visivo. Ombre sulla postazione di lavoro, luce naturale eccessiva
o insufficiente, riflessi, vista esterna
Comfort uditivo. Livello sonoro eccessivo, disturbo da suoni o conversa-
zioni, eccessivo tempo di riverberazione.
F
a
t
t
o
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a
m
b
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e
n
t
a
l
i
Comfort spaziale. Mancanza di privacy, organizzazione spaziale poco fun-
zionale, eccessivo affollamento.
Tabella 1.1Fattori personali, lavorativi e ambientali che incidono sulla SBS.
1.1.1 I FATTORI PERSONALI.
I fattori personali si riferiscono alle caratteristiche dell’utente che possono
incidere sullo stato di benessere e sulla percezione dell’ambiente. E’ evi-
dente che l’abitudine ad una vita frenetica incide sullo stato di benessere,
tuttavia diversi studi hanno individuato nel sesso il fattore personale pre-
dominante: le donne lamentano disturbi in maniera quasi doppia rispetto ai
colleghi maschi, ed orientano la loro preferenza verso valori differenti dei
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 16
parametri microclimatici (ad esempio: in inverno temperatura più alta, in e-
state velocità dell’aria superiore)
5
6
. Bisogna considerare che la segnalazio-
ne di un sintomo è l‘evento finale di un procedimento complesso, che inclu-
de la registrazione di uno stato fisiologico (oggettivo o percepito) e la sua
rielaborazione attraverso processi cognitivi (attenzione, selezione e rela-
zione). La rielaborazione è influenzata dalle caratteristiche psicologiche in-
dividuali, tra cui la disposizione caratteriale generale e la tendenza alla so-
matizzazione. Queste osservazioni impongono grande cautela
nell’interpretazione di dati raccolti attraverso questionari agli occupanti, in
particolare è necessario distinguere tra la percezione dell’ambiente, “cau-
sata” dalle caratteristiche fisiche ambientali, e i sintomi fisiologici, che “si
suppongono” essere in relazione con tali proprietà
7
.
1.1.2 I FATTORI LAVORATIVI.
I fattori lavorativi comprendono tutti gli aspetti legati direttamente al conte-
sto professionale. L’utilizzo di video terminali comporta dei rischi per il be-
nessere dell’operatore, relativi alle capacità visive dell’operatore e a pato-
logie connesse alla colonna vertebrale; si tratta comunque di criticità risol-
vibili con uno studio ergonomico delle postazioni. L’ambito lavorativo, inol-
tre, può indurre uno stato di pressione psicologica sui lavoratori, che può
essere somatizzato nei sintomi di malessere comuni alla SBS. Si deve
considerare, poi, che un ambiente lavorativo stressante o poco gratificante
induce negli occupanti un atteggiamento eccessivamente critico verso
l’ambiente di lavoro. E’ accertata l’esistenza di un legame tra la posizione
gerarchica nell’ufficio e l’attitudine a segnalare situazioni di malessere, per
cui i soggetti ai livelli inferiori dell’organigramma lamentano più sintomi dei
dirigenti
8
.
5
[BAGLIONI1990] Op. cit.
6
[SKYBERG2002] K. Skyberg et al; Individual and environmental variables in relation to indoor
air symptoms among office employees; in: Proceedings of Indoor Air 2002 Vol.4 9th Inter-
national Conference on Indoor Air and Climate, pagg. 418 - 423, Indoor Air, Monterey,
California, 2002.
7
[GUNNARSSON2002] A. Gidlof Gunnarsson, B. Berglund; Psychological factors influencing SBS symptom
reporting; in: Proceedings of Indoor Air 2002, Vol.4: 9th International Conference on Indoor Air and Climate,
Monterey, California, 2002.
8
[HESLOP2002] K.Heslop; Personal and enviromental characteristics, occupational factors and psychosocial
correlates of sick building syndrome; in: Proceedings of Indoor Air 2002 Vol.4 9th International Conference on
Indoor Air and Climate, Monterey, California, 2002.
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 17
1.1.3 I FATTORI AMBIENTALI.
Gli aspetti analizzati fin qui sono certamente influenti sul problema della
SBS, tuttavia i fattori di maggiore rilievo sono le caratteristiche ambientali,
tra cui emerge la qualità dell’aria
9
.
La ventilazione
Un aspetto di grande rilievo è la necessità di adeguata ventilazione, il pro-
blema è strettamente legato all’origine stessa della SBS. La crisi petrolifera
generata dalla guerra del Kippur nel 1973 ha imposto il risparmio energeti-
co come necessità ineludibile; nel settore delle costruzioni l’esigenza di
contenere i consumi ha spinto verso la sigillatura degli edifici, con l’obiettivo
di ridurre i disperdimenti legati alle infiltrazioni incontrollate e di diminuire il
volume d’aria da trattare per la climatizzazione. Questa strategia, però, si è
dimostrata fallimentare per il benessere degli occupanti, ed è ritenuta
all’origine del fenomeno della SBS, tanto che si è parlato anche di Tight
Building Syndrome, con riferimento all’impermeabilità all’aria di questi edifi-
ci
10
. Questa situazione sembra suggerire un legame tra le misure di rispar-
mio energetico implementate nell’edificio e la diffusione di patologie tra gli
occupanti. L’argomento è oggetto di studio: appare evidente che non esiste
correlazione diretta tra l’energia consumata da un edificio e lo stato di be-
nessere degli utenti, ma occorre considerare in dettaglio le misure di effi-
cienza energetica adottate. La teoria che sta guadagnando sempre mag-
giore credito è che le tecniche di contenimento dei consumi non costitui-
scano in generale un rischio per la salute, ma che l’introduzione acritica di
misure di risparmio in edifici esistenti, basati su una concezione edilizia tra-
dizionale possa segnare un aumento nella diffusione di sintomi di SBS
11
.
La prima necessità riguarda sicuramente la quantità d’aria fresca introdotta
in ambiente, che non deve essere inferiore ai 35 m
3
/h persona
12
nei locali
ad uso ufficio, indice da triplicare in presenza di sorgenti altamente inqui-
nanti, come soggetti fumatori, fotocopiatrici o simili. Una ventilazione ina-
deguata, però, può essere causata anche da un’errata concezione dei si-
stemi di distribuzione che non permette la necessaria diluizione delle so-
stanze inquinanti pur in presenza del necessario indice di ricambio.
9
[LI1997] Op.cit.
10
[EPA1991] United States Environmental Protection Agency; Indoor Air Facts No.4 - Sick Building Syndrome
(SBS); EPA, Washington, 1991.
11
[ENGVALL2002] K. Engvall, C.Norrby, D.Norbäck; Sick building syndrome in relation to energy conservation,
and reconstruction in older multi-family houses in Stockholm, Sweden; in: Proceedings of Indoor Air 2002
Vol.3 9th International Conference on Indoor Air Quality and Climate, pagg. 455 - 460, Indoor Air, Monterey,
California, 2002.
12
[ASHRAE2001] Ashrae Standard 62.2001 “Ventilation for Acceptable Indoor Air Quality”.
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 18
I parametri igrotermici.
Il malessere ambientale è fortemente influenzato dal comfort termico, e
quindi dai valori di temperatura e umidità relativa. Esiste una relazione sta-
tisticamente rilevante tra la temperatura elevata e la comparsa di sintomi di
SBS. Nella tabella seguente vengono individuate tre fasce per la tempera-
tura dell’aria negli ambienti ad occupazione costante (uffici e abitazioni):
Il livello “preferibile” si riferisce ad una condizione ambientale in cui non
si rileva un incidenza statisticamente rilevante dei sintomi di SBS, la
percentuale di soddisfatti supera l’80%.
Il livello “accettabile” è una situazione intermedia, in cui si evidenzia un
aumento rilevante degli insoddisfatti e dell’incidenza dei sintomi di SBS.
Il livello “tollerabile” si riferisce alla massima variabilità ammessa,
l’esposizione continua a valori al di fuori di questa scala può indurre sta-
ti patologici immediati di grave entità.
Preferibile Accettabile Tollerabile
Inverno
21 – 22 20 – 24 18 – 26
Estate
21 - 28 20 – 30 18 - 32
Tabella 1.2 Classificazione della temperatura dell’aria negli ambienti ad occupazione costante, in re-
lazione all’insorgere di sintomi di SBS. Fonte: [BAGLIONI1990]; [Dati in °C].
Anche l’umidità relativa incide in misura determinante sul benessere degli
occupanti: valori troppo bassi inducono secchezza delle mucose, infiam-
mazioni delle vie respiratorie e disturbi agli occhi; mentre valori troppo ele-
vati, soprattutto in estate, compromettono il comfort termico degli occupan-
ti.
Inverno
30 – 50%
Estate
50 – 70%
Tabella 1.3 Valori limite di tollerabilità dell’umidità relativa negli ambienti a costante occupazione. Fon-
te: [BAGLIONI1990].
Il controllo accoppiato di temperatura e umidità relativa, comunque, non è
legato esclusivamente alla soddisfazione del comfort termico, bensì affligge
la percezione della qualità dell’aria. L’aria, a parità di qualità oggettiva, vie-
ne percepita come fresca ed accettabile se tendenzialmente fredda e sec-
ca, mentre risulta stantia se più calda ed umida. L’alta temperatura, asso-
ciata ad un elevato contenuto relativo di vapor d’acqua, controbilancia gli
effetti di una buona ventilazione, degradando la percezione qualitativa, pur
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 19
in condizioni di comfort termico
13
. Per ottenere una maggiore qualità
dell’aria percepita, quindi, è necessario mantenere la temperatura e
l’umidità relativa il più basse possibili, sempre nei limiti di benessere termi-
co.
L’azione sinergica di alta temperatura ed elevata umidità relativa incide an-
che sulla sfera neuropsichica, provocando una sensibile diminuzione della
capacità di concentrazione. E’ stato rilevato un aumento di sintomi quali
mal di testa, affaticamento e difficoltà di concentrazione nei soggetti esposti
a queste condizioni microclimatiche durante lo svolgimento di normale atti-
vità d’ufficio
14
.
Infine è necessario controllare che l’umidità relativa non raggiunga valori
elevati per contrastare la formazione di muffe, che possono introdurre dei
contaminanti biologici pericolosi per la salute.
L’illuminazione.
Lo stress visivo è un fattore che contribuisce al manifestarsi di sintomi da
SBS soprattutto negli uffici. Nelle professioni di tipo sedentario l’utente pas-
sa gran parte della sua giornata alla medesima postazione di lavoro, quindi
è sottoposto a lungo alle medesime condizioni visive. La posizione della
scrivania in relazione alle finestre ed alle fonti luminose artificiali, quindi, in-
cide in modo consistente sulle condizioni di lavoro dell’operatore. Le om-
bre, i contrasti di luminanza e l’intensità luminosa sono fattori critici perché
potenzialmente responsabili di una condizione di affaticamento visivo, che
concorre alla definizione della condizione generale di salute.
Il rumore.
Al pari del benessere visivo, anche la sfera uditiva incide sul benessere
generale. Difficilmente nei luoghi di vita e di lavoro si raggiungono livelli so-
nori dannosi per l’apparato uditivo, tuttavia è possibile che l’esposizione
prolungata a fonti di disturbo uditivo induca uno stato di affaticamento ge-
nerale, associato a manifestazioni come emicranie o difficoltà nella concen-
trazione. Lo stress uditivo può essere imputabile sia alle fonti esterne, co-
me il traffico veicolare, sia alle fonti interne, come le attrezzature d’ufficio o
le conversazioni dei colleghi.
L’organizzazione spaziale.
Alcuni aspetti della concezione spaziale degli ambienti incidono direttamen-
te sulla soddisfazione degli occupanti e, di conseguenza, sulla qualità am-
bientale percepita. Negli spazi lavorativi l’insufficiente spazio personale o la
mancanza di privacy, generata da una errata disposizione, possono essere
13
[FANG2002] L.Fang, D.P. Wyon, G. Clausen and P.O. Fanger; Sick building syndrome symptoms and per-
formance in a field laboratory study at different levels of temperature and humidity; in: Proceedings of Indoor
Air 2002 Air Quality and Climate, Monterey, California, 2002.
14
[FANG2002] Op.cit.
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 20
causare uno stato di stress generale, contraddistinto da manifestazioni sin-
tomatiche di disordine neuro-psichico. Fattori di disturbo possono essere le
conversazioni tra colleghi delle postazioni vicine, ma anche la rumorosità di
apparecchiature connesse con attività incompatibili, la mancanza di
privacy, o ancora l’eccessivo affollamento.
1.2 LE BUILDING RELATED ILLNESS.
Con il termine Building Related Illness (BRI) si fa riferimento agli stati pato-
logici generati dall’esposizione alle condizioni ambientali di un edificio, nei
casi in cui siano riscontrabili i sintomi di una malattia specifica e sia possibi-
le identificare gli agenti scatenanti. Nello scatenarsi delle BRI sono coinvolti
diversi fattori: agenti di sensibilizzazione immunologica, agenti infettivi,
specifici contaminanti dell’aria e le condizioni microclimatiche, come tempe-
ratura ed umidità
15
. Di seguito si discute di alcune manifestazioni patologi-
che legate ai contaminanti presenti negli ambienti confinati, l’intento non è
la rappresentazione di un quadro completo, ma l’indicazione di alcune noti-
zie generali sulle possibili patologie imputabili alle condizioni ambientali in-
terne.
Tra le infezioni correlate agli edifici occorre citare la Legionellosi: l’episodio
più noto risale al luglio 1976, durante il raduno annuale dei membri
dell’American Legion, da cui il nome Legionaire Disease. L’episodio si pre-
sentò sotto forma di una manifestazione febbrile polmonare, con effetti leta-
li, non associati all’età dei partecipanti. Dopo accurati accertamenti si arrivò
alla conclusione che all’origine dell’epidemia vi era un battere (la Legionel-
la appunto) che, insediatosi nell’impianto di condizionamento, era stato
immesso nell’aria di ventilazione dei locali, provocando l’infezione per via
aerea dei soggetti
16
.
Un altra malattia d’origine batterica riscontrata in edifici dotati di impianti di
climatizzazione è la febbre da umidificatore. L’agente patogeno si moltiplica
negli impianti di umidificazione dell’aria e si moltiplica durante la fermata
degli impianti nei fine settimana e, al lunedì, con l’avvio degli impianti, in-
quina l’aria e contagia gli occupanti dell’edificio (da qui la definizione di
“malattia del lunedì”). I sintomi sono tosse, affezioni respiratorie e stati feb-
brili.
Tra gli effetti tossici degli inquinanti biologici si ricorda l’azione di alcune
muffe che producono microtossine, responsabili di danni all’organismo an-
che sotto forma d’immunodeficienza. A modeste concentrazioni alcune mi-
15
G. Muzi, L. Molhave, B. Berglund; Health Effects of Indoor Air Pollution; in:[MARONI1995] Op.cit.
16
[MARONI1991] Marco Maroni et al.; Habitat costruito inquinamento e salute; Franco Angeli, Milano, 1991.
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 21
crotossine producono lesioni gastrointestinali, ed agiscono sul sistema ner-
voso centrale provocando nausea, astenia e anoressia.
A queste forme patologiche bisogna aggiungere gli effetti specifici degli in-
quinanti dispersi nell’aria interna, che verranno affrontati nelle sezioni se-
guenti.
1.3 LA SENSIBILIZZAZIONE CHIMICA MULTIPLA.
La sensibilizzazione chimica multipla (Multiple Chemical Sensitivity) è un
disordine cronico che affligge il sistema nervoso centrale ed almeno uno tra
gli altri sistemi. La condizione è permanente, i sintomi si ripresentano ad
ogni esposizione ad alcuni agenti chimici scatenanti, anche in dosaggio in-
feriore ai livelli di normale tolleranza, e migliorano o scompaiono alla rimo-
zione delle sostanze eccitanti. Normalmente la reazione non è correlata ad
una singola sostanza, quanto piuttosto ad una miscela di agenti chimici
quali: solventi organici, pesticidi, contaminanti dell’aria interna
17
.
Comunemente la sindrome non prevede un episodio scatenante, ma è piut-
tosto il risultato di un’esposizione continua a miscele di sostanze inquinanti
anche a livelli molto inferiori alle soglie d’allarme. I sintomi si sviluppano
gradualmente e aumentano in frequenza ed intensità fino ad interferire, nei
casi più gravi, con lo svolgimento delle più comuni attività. I sintomi sono
vari e generici: alterazione del comportamento, affaticamento, depressione,
disordine psichico, irritazione alle mucose. Normalmente non vi sono alte-
razioni fisiche riscontrabili con una visita medica. I soggetti interessati lavo-
rano per lo più in ambienti ad uso ufficio, esenti dalle elevate concentrazio-
ni di sostanze chimiche che possono interessare gli ambienti industriali
18
;
queste considerazioni hanno sollevato delle perplessità sul ruolo delle so-
stanze chimiche nella manifestazione della sindrome, tanto che alcuni auto-
ri non riconoscono la sindrome come stato patologico, riconducendola ad
una manifestazione psicosomatica derivante da un evento traumatico.
L’espressione Sensibilizzazione Chimica Multipla implica la reattività agli
agenti chimici, ma questa è solo un’assunzione: gli studi eseguiti finora non
sono stati in grado di chiarire il ruolo di particolari sostanze piuttosto che di
altre caratteristiche ambientali per la manifestazione dei sintomi.
17
[MARONI1995] Op.cit.
18
[FOX2002] Roy A. Fox; The environment and multiple chemical sensitivity; in: Proceedings of Indoor Air 2002
Vol.4 9th International Conference on Indoor Air Quality and Climate, Monterey, California, 2002.
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 22
1.4 LA QUALITÀ DELL’ARIA: GLI INQUINANTI, LE FONTI E
GLI EFFETTI SULL’UOMO.
Di seguito si propone una rassegna dei principali inquinanti rilevabili
nell’aria interna, evidenziandone la natura, le possibili fonti e gli effetti sani-
tari sull’uomo, così come rilevati da studi epidemiologici o occupazionali
specifici
19
. L’intento non è la completezza medica della trattazione, bensì la
definizione di un quadro di riferimento per meglio comprendere e gestire i
diversi aspetti della qualità ambientale interna.
1.4.1 COMPOSTI INORGANICI.
Biossido di Carbonio: CO
2
.
Il biossido di carbonio, o anidride carbonica, è un gas asfissiante. Le princi-
pali fonti di CO
2
negli ambienti interni sono: l’uomo, che lo emette conti-
nuamente attraverso la respirazione, ed i processi di combustione, neces-
sari per il riscaldamento, la produzione di acqua calda e la preparazione dei
cibi. Le attrezzature che utilizzano la combustione di gas, cherosene o le-
gna sono da considerare le maggiori responsabili dell’immissione di anidri-
de carbonica nell’ambiente interno, quindi occorre verificare l’efficienza del
meccanismo di smaltimento dei prodotti di combustione.
L’esposizione a concentrazioni troppo elevate provoca effetti sull’apparato
respiratorio che variano dall’accelerazione del ritmo respiratorio ( concen-
trazioni tra l’1,5 ed il 3%), a cefalea, nausea e vertigini (3-6%), fino ad arri-
vare alla morte per concentrazioni superiori all’8%.
Monossido di carbonio: CO.
Il monossido di carbonio è prodotto dall’incompleta combustione di sostan-
ze carboniose. E’ frequentemente rilevabile in presenza di attrezzature per
la combustione che non ricevono un adeguato apporto di ossigeno come
comburente; perciò occorre valutare l’apporto d’aria delle apparecchiature
per il riscaldamento o la cottura, verificando la presenza di prese di ventila-
zione. Anche il fumo di tabacco è da considerare tra le fonti principali.
Il CO, come l’ossigeno, è in grado di combinarsi con l’emoglobina, ma la
sua pericolosità risiede nella maggiore propensione rispetto all’ossigeno di
riuscire nella combinazione (circa 200 volte): in presenza contemporanea di
O
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e CO, difficilmente ci potrà essere disponibilità d’emoglobina. La capaci-
tà di rifornire i tessuti d’ossigeno, in queste condizioni, può essere ridotta in
modo sostanziale. La severità degli effetti sulla salute è proporzionata alla
percentuale di COHb (il prodotto della combinazione con l’emoglobina) nel
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Questa sezione si basa principalmente su:
H. Knoppel, C. Schlitt et al, Nature, Sources and Toxicity of Pollutants of Indoor Air, in: [MARONI1995].
La salubrità degli ambienti confinati.
Politecnico di Milano - BEST 23
sangue, e quindi è correlata alla concentrazione di CO nell’aria, alla durata
dell’esposizione e all’attività fisica dei soggetti esposti.
Gli effetti dell’esposizione affliggono i polmoni, il cuore ed il sistema nervo-
so, e possono risolversi nella morte del soggetto.
Biossido d’azoto: NO
2
.
Esistono diversi ossidi d’azoto (NO
X
), tra i quali il biossido d’azoto è il più
pericoloso per l’inquinamento degli ambienti confinati. L’NO
2
viene prodotto
durante i processi di combustione, attraverso la combinazione dell’azoto
con l’ossigeno presente in atmosfera; anche in questo caso, quindi, occorre
verificare i processi di combustione presenti in ambiente, quali le attrezza-
ture per il riscaldamento e la cottura dei cibi.
Il biossido d’azoto agisce come irritante dei polmoni, alterandone la funzio-
nalità e la sensibilità alle infezioni batteriche.
Biossido di zolfo: SO
2
.
Dal punto di vista sanitario occorre considerare sia il biossido di zolfo, sia
l’acido solforico (H
2
SO
4
), che può essere prodotto dalla sua ossidazione in
atmosfera.
Il biossido di zolfo viene prodotto con l’utilizzo di combustibili fossili, come
gas o cherosene; normalmente, però, la concentrazione negli ambienti in-
terni è inferiore a quella presente in atmosfera, grazie alla reattività con le
superfici interne.
L’inalazione dell’SO
2
provoca l’irritazione delle prime vie respiratorie;
l’esposizione per lunghi periodi può indurre bronchiti croniche ed alterazioni
delle funzioni polmonari.
Ozono: O
3
.
L’ozono è un agente fortemente ossidante che si produce spontaneamente
in natura negli strati esterni dell’atmosfera, con l’azione dei raggi solari
20
sul
biossido d’azoto. La presenza di composti organici volatili in atmosfera in-
duce uno spostamento dell’equilibrio verso una più elevata concentrazione
d’ozono.
Le sorgenti presenti negli ambienti confinati sono le lampade UV, le mac-
chine fotocopiatrici e le stampanti laser; inoltre bisogna considerare
l’atmosfera esterna come sorgente significativa.
Essendo un forte ossidante, l’ozono può reagire con un grande varietà di
sostanze organiche, in particolare agisce sulle proteine e gli acidi grassi;
poiché ogni membrana è composta sia di proteine che di lipidi, sono dei po-
tenziali obiettivi per l’ozono. Gli effetti evidenziati negli studi epidemiologici
riguardano l’irritazione degli occhi e delle prime vie respiratorie, alterazione
delle funzioni polmonari e cefalee.
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I raggi di lunghezza d’onda inferiore ai 240nm agiscono sull’NO
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producendo ozono, mentre quelli di lunghez-
za d’onda compresa tra 240 e 300nm decompongono l’ozono in ossigeno.