L'approccio semiotico che fin dalle prime battute risulterà evidente costituisce
l'ossatura portante di tutto il ragionamento. Tale approccio ci ricorda che ciò con
cui abbiamo a che fare costantemente è una questione di significati: noi agiamo,
e siamo definiti da, un sistema di significati. Anche quando ragioniamo
sull'impresa e sul suo sviluppo bisogna essere consci che stiamo ragionando su e
con significati. Siamo quindi partiti dal tentativo di comprendere cosa sia questa
straordinaria attività di confronto quotidiano con i significati, per poi giungere a
considerare l'eventuale valore strategico del pensarsi significati negli ambiti di
applicazione di questo lavoro.
Vedremo dunque che cosa è il sistema e che cosa il significato. Parleremo inoltre,
e direi inevitabilmente, di ideologia, non tanto nella sua connotazione politica,
quanto piuttosto semiotica, intendendola come esplorazione parziale dello spazio
semantico.
Sullo sfondo di una sistemica individuata come risorsa strategica nell’economia e
dell’etica dell’impresa, il lavoro di tesi segue questa sequenza di
implementazioni "concettuali":
1. analisi della sistemica come progettazione strategica;
2. la comunicazione come costruzione per step successivi. In questa direzione la
sistemica ritorna utile con la sua riflessione sull’importanza di essere l’altro e
sulle potenzialità di sviluppare pensiero creativo. In questa direzione si
parlerà di costruzione collaborativa della conoscenza;
3. il mondo Internet. Nel punto precedente, specificatamente trattato nel capitolo
2. Il sistema e in particolare nei paragrafi La progettazione e La costruzione
collaborativa della conoscenza, la comunicazione a cui si riferisce è
essenzialmente quella “tradizionale” face to face. Che cosa accade invece nel
mondo Internet? La sistemica ritorna utile per: 1) l’implementazione di un
applicativo software appositamente studiato per gestire la costruzione
collaborativa della conoscenza fra reti (virtuali) di persone; 2) il
miglioramento del portale AIPAI assunto come esempio di lavoro reticolare
via modem.
Nella prima parte si disserterà di democrazia e il lavoro verrà chiuso con lo
stesso concetto. Anche se apparentemente ciò potrebbe apparire fuorviante per il
nostro discorso sull'impresa e sul portale, riteniamo invece che ci sia una precisa
connessione per due motivi: primo, perché si rivela un bell'esempio di cosa
vogliamo intendere per ragionare sistemico anche nell'articolare una tesi di
laurea; secondo, perché se crediamo veramente all'importanza fondamentale delle
risorse umane nello sviluppo economico, possiamo senza peccare di troppa
presunzione affermare che il vero motore dell'impresa e dello sviluppo
economico è la mente: mutatis mutandis, la democrazia non è un diritto
plebiscitario a parlare, ma la formazione collettiva di una più raffinata capacità di
pensare.
0.2 Debiti teorici
La sistemica é una strategia generale di approccio ai problemi. Essa enfatizza la
necessità di una visione globale degli eventi, rifuggendo dagli approcci tendenti a
sovrastimare metodologicamente la parte sul tutto. La sistemica è piena d'insidie
perché fa nascere problemi, insinuare dubbi dove si credeva di aver raggiunto
incrollabili certezze. Essa è prima di tutto una rivoluzione mentale: non esiste più
la parte da un lato e il tutto dall'altro, ma il tutto è la parte e la parte è il tutto.
Nella sistemica c'è un po’ di psicologia della Gestalt e di costruttivismo
sociologico, ma c'è soprattutto la volontà di presentarsi come un contenuto
culturale trasversale alle discipline, applicabile a qualsiasi disciplina e a qualsiasi
interesse
1
.
Come rivoluzione mentale la sistemica non si presta ad essere ridotta ad un
linguaggio nato per gestire la finalità e non il sistema, né di conseguenza ad
essere compresa agevolmente. Si chiede pertanto venia agli autori qui citati per
l'inevitabile sintetizzazione del loro pensiero.
1
Minati Gianfranco, Sistemica. Etica, virtualità, didattica, economia, Milano, Apogeo, 1998
La teoria di questa tesi di Laurea è la risultante di una integrazione di 13 unità
concettuali scelte fra i lavori di quattro autori di cui sarà immediatamente qui
successiva la specificazione del debito teorico.
Il presente lavoro ambisce ad un carattere di originalità:
a) nel combinare le 13 unità concettuali individuate;
b) nell'applicare la risultante teoria al sistema–impresa e all'implementazione del
portale AIPAI.
COSTRUIRE REALTA'. COMUNICARE, PENSARE E CONVIVERE COME
SISTEMI.
2
Distinzione operativa. Passeggiando per la nostra casa noi possiamo
potenzialmente soffermarci su una pluralità di centri di interesse, e realmente lo
facciamo: le riviste sul tavolo, la televisione, i genitori o la moglie, una sedia
fuoriposto, i nostri "pensieri" sulle rate da pagare o la suocera da accogliere.
Poiché noi non possiamo pensare a tutte queste perturbazioni ambientali
contemporaneamente, ogni qualvolta ne privilegiamo una a seguito di
un'esigenza pragmatica (la sedia è in mezzo al corridoio e devo passare)
effettuiamo una distinzione operativa che fa nascere il sistema dato per esempio
da: me + la sedia, oppure da me + le rate da pagare. Nella distinzione il primo
termine (me) viene chiamato operatore, il secondo operato. Neresini e Vidali
precisano subito che non è l'operatore a compiere la distinzione, ma è la
distinzione ad accadere costruendo operatore ed operato.
Costruzione. L'approccio è chiaramente costruttivista, in due sensi: 1) non esiste
una realtà "là fuori", ontologicamente significativa e in attesa di essere scoperta
dall'osservatore, ma la realtà esiste e si costruisce solo nel momento in cui la si
pensa nel proprio sfondo cognitivo; 2) noi stessi non esistiamo come soggetti
ontologicamente significativi ma ci costruiamo come relazioni: non esiste l'uomo
da una parte e dall'altra la natura e gli oggetti, ma esiste un unicum ecologico.
2
Neresini Federico, Vidali Paolo, Costruire Realtà. Comunicare, pensare e convivere come sistemi,
Urbino, Edizioni Quattro Venti, 1998.
La distinzione operativa quindi costruisce il sistema, ma anche la realtà. Il tutto
viene riassunto nello schema:
sfondo cognitivo
sottosistema sottosistema
operatore realtà operato
ambiente
Fonte: Neresini Federico, Vidali Paolo, Costruire Realtà. Comunicare, pensare e convivere come
sistemi, Urbino, Edizioni Quattro Venti, 1998, (pag. 81).
Località. Nell'istante in cui avverto la suoneria del telefono di casa smetto di
essere il sistema precedente e mi distinguo in un nuovo sistema: io + suoneria.
Siano di fronte a mondi che "nascono e scompaiono come scintille"
3
in cui ciò
che esiste è solo il sistema in cui siamo in quel momento e in quello spazio
costruiti, e fuori da questo non esiste per noi nulla fino alla comparsa di altre
esigenze pragmatiche che facciano accadere altre distinzioni. Ogni sistema è
quindi necessariamente hic et nunc.
Comunicazione. Se i sistemi fanno nascere realtà locali, ci rendiamo conto che
la comunicazione e la convivenza diventano perlomeno difficili fra sistemi
localmente costruiti. Quando comunichiamo, non c'è un passaggio
informazionale fra un'emittente (E) e un destinatario (D) ma un E che costruisce
localmente il proprio D e un D che costruisce localmente il proprio E. L' E,
quindi, non sta parlando ad un D che è là fuori, ma ad un D che lui costruisce nel
suo sistema cognitivo attribuendogli una capacità comunicativa, o meglio, una
capacità distintiva di riconoscere l' E come tale. Che l'altro ci ascolti e capisca è
quindi sempre una nostra presunzione mentale. Lo schema è questo:
3
Neresini Federico, Vidali Paolo, op. cit.
Sy
Sx Y X
Fonte: Neresini Federico, Paolo Vidali, Costruire Realtà. Comunicare, pensare e
convivere come sistemi, Urbino, Edizioni Quattro Venti, 1998, (pag. 72).
Sx, l'E (o il D), si distingue in un sistema in cui l'operato a sua volta è un altro
sistema in cui Y, il D (o l' E), è in grado di riconoscere X, l' E (o il D) come
soggetto che gli sta parlando (o che sta ascoltando).
Progettazione. Quando la distinzione operativa accade, il sistema si costruisce
ad un livello operativo che non permette di avere consapevolezza delle
distinzioni che siamo. Quando sto leggendo un libro non sono costantemente
impegnato a pensare che sono un sistema: io + libro. Leggo e basta. Quando
arrivo all'ultima pagina accorgendomi che la stessa è strappata ecco che accade
qualcosa: sono trascinato via dalle vicende eroiche del protagonista del romanzo,
smetto di essere sistema con loro e d'improvviso il nuovo sistema io + pagina
strappata mi permette (ma se lo faccio, ridivento un altro sistema ancora) di ri–
pensare al sistema che poco prima mi distingueva. Il livello operativo iniziale N
(io + libro) passa ad un livello N+1 (io che ripenso al sistema "io + libro) Lo
schema è questo:
Livello N
X Y
Livello N+1
Sy
Sx X Y
X = IO
Y = LIBRO/ VICENDE EROICHE
Sx = IO CHE MI RIPENSO
Fonte: Neresini Federico, Paolo Vidali, Costruire Realtà. Comunicare, pensare e convivere come
sistemi, Urbino, Edizioni Quattro Venti, 1998, (p. 80).
Il livello N+1 è il livello in cui ci troviamo quando ripensiamo ad un incontro di
lavoro appena concluso, oppure durante l'incontro stesso quando ripensiamo ad
una frase inopportuna detta poco prima. Ma è anche il livello della progettazione
in cui ripensiamo alla nostra vita o ai nostri comportamenti che generalmente
accadono senza coscienza (il livello N, appunto) e progettiamo di cambiarli
individuando altre soluzioni, ossia altre distinzioni operative.
VERSO UN'ECOLOGIA DELLA MENTE
4
.
Sistema. Anche per Bateson il sistema è un accadere di relazioni. Un esempio
per tutti: quando un uomo abbatte un albero, generalmente si individuiamo 3
elementi: l'uomo, l'azione di abbattere e l'albero, tutti reciprocamente
indipendenti. Per Bateson esiste un solo sistema dato da: uomo + azione
dell'abbattere + albero, e reciproche retroazioni. Ovvero, l'uomo abbatte
l'albero, ma quest'ultimo "abbatte" l'uomo considerando entrambi parti di un
sistema eco-mentale più ampio. Per Bateson bisogna superare il "problema
grammaticale": non esiste più il soggetto e l'oggetto ma solo il sistema, fuori dal
cui accadere non esiste nulla. Questo significa:
1) Sensibilità. La vecchia concezione grammaticale porta l'uomo ad un agire
finalistico: io e la mia azione finalizzata ad agire su un qualcosa
ontologicamente significativo (l'albero, per es.). La rivoluzione grammaticale
porta l'uomo ad un agire sistemico: il sistema che non possiamo smettere di
essere (l'albero siamo noi).
Se questa rivoluzione mentale non è ancora a portata di tutti, perlomeno
qualcuno se ne è già impossessato. Per Bateson questi sono i poeti, gli artisti,
ovvero tutti coloro che grazie ad un pensare sensibile, in cui è ridimensionata
la razionalità cosciente, riescono a vedere relazioni laddove generalmente i
più vedono cose distinte.
2) Fiducia. Se fuori dal sistema non esiste nulla, Bateson, anche se non usa
questi termini, presenta il sistema come un accadere locale. Se la realtà viene
a costruirsi nel locale, la verità è una questione di fiducia nella costruzione di
quel sistema. Se qualcosa è giusto o sbagliato questo lo è in relazione non ad
una verità oggettiva, in attesa di essere scoperta, ma ad un verità localmente
costruita.
4
Bateson Gregory, Verso un'ecologia della mente, Milano, Adelphi Edizioni, 1976.
TRATTATO DI SEMIOTICA GENERALE
5
.
Unità culturale. Anche per il semiologo bolognese, la realtà in quanto
costruzione è una questione di fiducia. Noi possiamo vedere ciò che ci circonda
solamente dopo che la relativa unità culturale è stata costruita. L'unità culturale è
un qualcosa che in una determinata cultura è tale rispetto a qualcos'altro, e
dunque può essere una persona, una cosa, un paese, un sentimento
6
, ecc.
Differenti culture per differenti esigenze, ritagliano il mondo in differenti modi:
"l'esempio ormai classico è quello della nostra |neve| che nella cultura eschimese
viene risolta in ben quattro unità corrispondenti a quattro diversi stati fisici"
7
Non
esiste nulla "là fuori" senza un relativo significato che noi gli attribuiamo. Ma
l'acqua non ghiaccia ovunque a zero gradi in modo naturale? Certo, ma senza la
relativa unità |acqua|, |ghiaccio| e |ghiacciare|, per quanto ci riguarda potevamo
vedere in questa dinamica fisica altri significati, come non percepire alcuna
differenza in quanto l'unità |acqua| non è stata sufficientemente distinta, ossia
vediamo acqua anche quando altre culture vedono ghiaccio. E non è così
strampalato: è il caso di un osservatore disattento che dinanzi ad un quadro non
coglie i diversi rossi che invece sono sensibilmente colti da un pittore esperto.
Semiosi illimitata. Ma che cosa spiega una unità culturale? Se affermo che
l'unità |cane| è un |animale a quattro zampe|, sto chiamando in causa altre unità, e
mi serviranno poi altre unità per spiegare cosa sia un |animale| e cosa le |zampe|,
e così via. Poiché è solo l'unità culturale ciò che può spiegare l'unità culturale, il
nostro comprendere sarà sempre e inevitabilmente un'attività ricorsiva di
avvicinamento alla "realtà". I tratti semiotici (ad es. dell'unità |cane| sono, fra i
tanti, |zampe|, |coda|, |pelo|, |fedeltà|, |sicurezza|) dunque sono altre unità
culturali che si collegano ad altre unità in un meccanismo potenzialmente infinito
5
Eco Umberto, Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani, 1975.
6
Nel caso di una persona, lo |zio| come unità culturale è un qualcosa che non è il |padre|, la |madre|, il
|fratello|; nel caso di un sentimento, l' |amore| come unità culturale è un qualcosa che non è l' |odio|, l'
|affetto|, il |disprezzo|, e così via.
7
Eco Umberto, op. cit.
di ricorso semiotico che manifesta la complessità del concepirsi sistemi. La
semiosi (attività di esplorazione dei significati) è così illimitata.
Ideologia. Le unità culturali sono organizzate in uno spazio semantico
squisitamente mentale: ciò che abbiamo in testa per pensare il mondo là fuori.
Questo sistema mentale è un articolarsi vorticoso di relazioni ricorsive (la
semiosi illimitata, appunto) che possono essere organizzate in modo peculiare,
come pure essere omesse. L'ideologia si configura come una esplorazione
parziale dello spazio semantico in cui determinati percorsi di relazioni vengono
omessi. In un bell’esempio, Eco afferma che un discorso nel quale si afferma che
mantenere al massimo il riscaldamento casalingo oltre che apportare un aumento
di produttività per il Paese garantisce un indubbio comfort dato dal tepore, ma
che ignora totalmente di riportare i rischi ambientali e quelli fisici derivanti dal
pericoloso aumento della pressione nella caldaia casalinga, non può che essere un
discorso ideologico
8
.
I FONDAMENTI DELLA TEORIA DEL LINGUAGGIO
9
.
Sistema di dipendenze. Hjelmslev, uno dei più grandi linguisti di questo secolo,
partendo dalle intuizioni di Saussure, ragiona sul sistema–lingua risolvendo il
significato in puro valore posizionale. Il pensiero è articolato come una griglia in
cui ogni tassello è un significato che dipende da ciò che non è, ossia da ciò che lo
circonda e pertanto definisce. L'unità |cane| è innanzitutto ciò che non è: non è
|gatto|, non è |uccello|, non è |uomo|, non è |oggetto|, e così via.
Segni, espressione, contenuto. Per Hjelmslev, l'unità |cane|, non è solo un
significato, ma innanzitutto un segno. Un segno è dato da due elementi:
l'espressione e il contenuto. La prima individua, per esempio, il suono emesso
per produrre la parola cane o lo schizzo su un foglio per riprodurre un cane; il
contenuto è squisitamente un qualcosa di mentale ed è ciò che mi permette
8
Eco Umberto, op. cit.
9
Hjelmslev Louis, I fondamenti della teoria del linguaggio, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1968.
cognitivamente di riconoscere quel suono o quello schizzo come significante del
concetto cane. Lo schema è questo:
E
= SEGNO
C
INTEGRAZIONE
Per quanto riguarda gli apporti di Neresini e Vidali crediamo che si possano
sviluppare ulteriormente in tre direzioni:
1) Il concetto di sistema di Bateson è fin dall'inizio più forte nel presentarsi
come una pluralità di relazioni: in Bateson, il sottosistema Y di Neresini–
Vidali, è notevolmente complesso, un intero sistema sociale spesso, e non
solo costituito, come nell'esempio citato, da un libro o da una suoneria.
2) Ci piace pensare che il progettare sistemico sia un'arte, un portato di una
sensibilità che non tutti possiedono in egual misura, ma che tutti devono
ricercare con egual sforzo.
3) Se il sottosistema Y pullula di interazioni è legittimo pensare ad una
ricorsività illimitata dello spazio semantico che solo l'accadere locale di un
sistema può chiudere. Ogni esclusione è ideologica, ma dinanzi
all'illimitatezza della semiosi è necessaria. Ogni sistema è pertanto
necessariamente ideologico (à la Eco
10
parlando), e solo la progettazione può
creare differenti aggregazioni sistemiche.
10
Eco Umberto, Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani, 1975.
LA NOSTRA PROPOSTA TEORICA E LA SUA APPLICAZIONE ALL'IMPRESA
Noi accadiamo solo come sistemi in una località che chiude ideologicamente un
processo di semiosi illimitata. Ogni costruzione sistemica va assunta con fiducia
ma, consci del suo inevitabile carattere ideologico, sarà nostro dovere impegnarci
in una attività di progettazione sensibile che costantemente problematizzi il
sistema di dipendenze che siamo, lontani dal credere possibile qualsiasi naturalità
del reale.
Ogni aggregazione non sarà né giusta né sbagliata ma se abbiamo proceduto in
modo artistico
11
, sarà sensibile, e perciò sicuramente migliore di ogni azione
puramente finalistica.
Noi non possiamo smettere di essere sistemi, ma la cosa più grave è che
nonostante questo, noi non ci pensiamo sistemi e continuiamo ad agire come se
nulla fosse, o meglio, come se tutto fosse "là fuori", in attesa della nostra azione
che nessuna ripercussione potrà causare.
Il pensarsi sistemi nel progettare, nel comunicare e nel convivere possiede quindi
un valore strategico, qualsiasi sia il campo applicativo della teoria. Noi ci
abbiamo provato con l'impresa e il suo sviluppo storico nella Parte prima: la
rete, con la museologia industriale nella Parte seconda: il museo come
comunicazione, e con il portale AIPAI nella Parte terza: il portale AIPAI come
rete di reti.
Con la nostra proposta, l'impresa smette di essere per comodità una ragione
sociale e un unità produttiva localizzata, divenendo invece un aggregato di unità
culturali. Ed ecco che l'impresa, ragionandosi sistema, può produrre marketing
mix più efficaci, perché le menti progettanti lavorano con sensibilità sistemica;
può inoltre gestire al meglio la comunicazione con altre unità che in realtà sono
parti di essa; ed inoltre crediamo possa gestire al meglio il passaggio
generazionale. Il sistema è tridimensionale e la variabile storica ha un ruolo
decisivo per comprendere ciò che siamo.
E' una proposta forte, ma coraggiosa: sotto questo profilo, la vera sfida delle
imprese oggi non è fare comunicazione ma essere comunicazione. Investire sulla
comunicazione non basta, bisogna investire sul concepirsi comunicazione.
Avvertenza:
• le unità culturali verranno segnalati graficamente attraverso una doppia barratura ||:
es. |bontà| ; |socialità|, eccetera;
• la terminologia tecnica e le parole straniere verranno indicate con il carattere
corsivo: es. sistema, unità culturale, eccetera.
• le figure verranno numerate con ordinamento progressivo all'interno del paragrafo in
cui sono contenute.
11
La progettazione sistemica verrà più avanti specificata anche come capacità artistica.
1
IL SIGNIFICATO
1.1 Il concetto di unità culturale
Per produzione di senso si deve intendere l’attività pragmatica di sistemizzazione
semiotica, ben definita anche dal concetto di organizzazione sociale del
significato. Primo assunto: nulla di ciò che ci circonda è privo di significato
(culturale)
12
. La pagina che stiamo leggendo, gli individui che incontriamo per
casa e che definiamo come famigliari, il contesto fisico che ci circonda quando
passeggiamo per la nostra città sono innanzitutto riconosciuti come espressioni
relazionate ad un contenuto organizzato in un sistema di dipendenze ed
opposizioni. “Ciò che sta là fuori” diviene significativo e quindi percepibile
solamente dopo che la relativa unità culturale è stata creata e immagazzinata
nella nostra mente in un sistema cognitivo nel quale tale unità ha un suo valore
semantico proprio perché si oppone ad altre unità culturali. Come dire che la
percezione di |un gatto con un occhio solo| (percezione che tanto naturale
sembra) è permessa dal riconoscimento di una proprietà semantica, e non fisica,
che proviene da qualche sistema organizzato di opposizioni culturali, e non
naturali (per e. “monocolo vs. binocolo”)
13
. Le espressioni sono relazionate ai
contenuti da un codice, definibile dunque come un sistema di significazione che
accoppia entità presenti (le espressioni, il mondo là fuori) ad entità assenti (i
contenuti, il mondo mentale delle unità culturali). Questa risoluzione del
significato in puro valore posizionale viene assai ben definita dal classico
esempio di Hjelmslev
14
(1943):
12
Berger Peter, Luckmann Thomas, The social construction of reality, New York, Doubleday, 1963.
13
Eco Umberto, op. cit.
14
Hjelmslev Louis, op. cit.
Fonte: Hjelmslev Louis, I fondamenti della teoria del linguaggio, Torino, Giulio Einaudi Editore,
1968.
il quale mostra “come la parola francese |arbre| copra la stessa area di significato
della parola tedesca |Baum| mentre la parola |bois| viene usata in francese sia per
significare ciò che in tedesco è portato da |Holz| sia una porzione di ciò che i
tedeschi chiamano |Wald|; parimenti i francesi distinguono tra un piccolo gruppo
di alberi |bois| e uno più grande |forêt|, mentre i tedeschi hanno un solo
significante per ciò che, al momento, non sappiamo se sostituisca uno o più
significanti.”
15
. L’esempio dovrebbe rendere ora chiaro che cosa si intenda per
valore posizionale del significato: l’unità culturale |bois| deve il proprio
significato alle unità |arbre e |forêt| che vi si oppongono e che la circoscrivono.
Hjelmslev ipotizza che l’organizzazione posizionale del significato avviene
partendo da una materia del contenuto che equivale alla massa amorfa del
pensabile non ancora pensato, la quale viene ritagliata da una forma del
contenuto, equivalente ai confini che si creano fra le unità culturali, attribuendo
alle unità stesse una sostanza del contenuto.
Non è importante come si ritaglia il pensabile, ma è sufficiente l’atto stesso del
ritagliare. La psicologia sociale direbbe indispensabile. L’approccio psicologico
farebbe infatti affondare questa organizzazione sociale del mondo, riscontrabile
in qualsiasi cultura umana, nel bisogno primario, ossia genetico, alla
sopravvivenza: gli individui percepirebbero come minaccioso vivere in un
træ Baum arbre
Holz bois
skov
Wald
forêt