Introduzione
Per anni, soprattutto gli ultimi, i massmediologi di tutto il mondo hanno più volte
sottolineato come l’avvento di Internet e la sua rapida espansione potessero portare alla
fine della televisione e di buona parte dei mezzi di comunicazione di massa “classici”.
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Previsione fin troppo facile oggi, nell’era della fibra ottica, della banda larga e della
democrazia digitale e che ad oggi, nel 2009, si è in buona parte manifestata in tutta la sua
giustificata aspettativa. A ben guardare, infatti, i canoni e le abitudini che pervadono il
mondo della televisione, della radio e dei media in generale hanno subito negli ultimi
anni delle considerevoli alterazioni; quasi una vera metamorfosi.
Allo stato attuale delle cose possiamo dividere i media in due grandi e diversi
insiemi: quelli che appartengono al mondo dell’off-line e quelli che sono propri del più
recente ambiente digitale dell’on-line.
Il primo gruppo fa riferimento ai media e ai mezzi di comunicazione di massa
tradizionali e più datati, quali i giornali, la televisione, la radio. Sono per lo più strumenti
“materiali”, nel senso che si possono vedere e toccare (come i giornali), ma trasmettono
informazioni anche tramite dei canali immateriali (l’etere, nel caso di televisione e radio).
Il mondo, nuovo ma più che mai attuale, dell’on-line nasce invece con i computer, o
meglio, con la diffusione per questi del Web; i singoli media sono così inglobati e “fatti
propri” da quest’ultimo. Accade così che i giornali, la televisione, la radio ed altre
tecnologie moderne e non, possono essere consultate ed utilizzate solo grazie al singolo
utilizzo di un computer. L’offline e l’online diventano perciò due mondi sempre più
vicini ed anche intercambiabili l’un l’altro.
Nella Parte I di questo mio lavoro proporrò inizialmente una panoramica
sull’attuale stato di diffusione della rete Internet nel nostro paese. I dati riscontrati non
sono però molto conformati: l’Italia è una nazione che non naviga molto e con
frequenza, anche e soprattutto perché le infrastrutture necessarie per queste pratiche non
sono diffuse con unitarietà (molte zone risultano ancora non raggiunte da una linea
ADSL, altre addirittura non dispongono nemmeno di una connessione minima da 56k).
Di seguito presenterò quella che è la base che ha portato al passaggio dei media
dall’offline all’online: lo streaming media. Questa tecnica permette di fruire di contenuti
audio e video nel Web in tempo reale (live): le informazioni, infatti, vengono inviate in un
1
Fonte: Pietro Favari, Televisione, Zanichelli, 2004, Milano.
5
flusso continuo (chiamato stream, appunto) e vengono elaborate non appena arrivano
all’utente finale. Quest’ultimo necessita, infine, di un software apposito che decomprime
le informazioni e inoltra il video e l’audio al monitor del computer ed alla scheda audio di
questo. Il funzionamento dettagliato di questa tecnologia e le sue maggiori tipologie
d’uso sono alcune delle caratteristiche che metterò in luce nel corso del lungo capitolo
dedicato a questa tecnica.
Nella Parte II mi soffermerò sull’analisi delle singole applicazioni tecnologiche
che negli ultimi anni hanno permesso al computer di poter “sostituire” - inglobandoli in
sé - buona parte dei mezzi di comunicazione di massa da tutti abitualmente utilizzati ai
giorni nostri. Si parlerà quindi della possibilità di fruizione di televisione, cinema,
telefono, comunicazione digitale istantanea, radio - quelli che al giorno d’oggi tutti
conosciamo col nome di media - tutti con lo stesso ed unico mezzo: il computer.
L’avvento ed il rapido sviluppo del Web e delle sue innumerevoli applicazioni in qualsiasi
ambito ormai, hanno prodotto e stanno ancora dando origine continua a cambiamenti
della fruizione dei sempre diffusi mezzi di comunicazione di massa.
Al giorno d’oggi è sufficiente possedere un computer, che sia portatile o fisso non fa
alcuna differenza, e una buona connessione Internet per poter avere accesso a
qualsivoglia contenuto che i media mondiali propongono. Se fino a poco tempo fa per
poter usufruire dei servizi di un mezzo bisognava possederlo fisicamente, oggi non è più
così. Non si deve per forza possedere un televisore per guardarne le trasmissioni o una
radio per poterla sentire a casa, in ufficio o in qualunque altro luogo.
2
Sono oggigiorno numerosi i siti internet e i programmi da scaricare (ed installare sul
proprio computer) che consentono agli utenti della Rete di poter vedere le trasmissioni
tv direttamente online.
3
È possibile fare uso di questo tipo di servizio in una duplice
modalità: streaming video direttamente online sulle pagine di un sito oppure tramite
player multimediali appositi per questi tipi di operazioni. Lo streaming video (ed anche
quello audio, naturalmente) può essere altresì suddiviso in due diverse modalità di
ricezione/fruizione: live (dal vivo, in diretta) o on demand (su richiesta dell’utente e a
pagamento).
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Ben inteso che, come si ricordava poco fa, si debba però disporre anche di una connessione alla Rete.
3
Ad esempio si vedano gli indirizzi: http://www.guidatv.it o http://www.viziato.it/software/tv-internet-
gratis/internet-tv-gratis.html.
4
Maggiori informazioni su questa tecnologia saranno fornite nella parte relativa allo streaming video, che
analizzerò nella Parte I di questo mio lavoro.
6
Direttamente congiunto alla televisione è il mondo del cinema; e quindi i film e le serie.
Da alcuni anni le varie emittenti ed i network televisivi italiani propongono dei canali
tematici (a pagamento) dedicati a specifici generi cinematografici o ai maggiori telefilm in
voga in determinati periodi dell’anno. Ed anche in questo ambito è intervenuta
nuovamente la tecnologia del web. Lo streaming video delle IpTv, la visione della
televisione direttamente tramite Internet, è una tecnica multimediale che si sta
diffondendo con buoni risultati in questi ultimi anni. La possibilità di sfruttare il
computer per poter avere accesso a degli eventi in diretta video (ad esempio, gli eventi
sportivi di tutto il mondo o le ultime uscite cinematografiche) è stata colta al volo dagli
utenti che sempre più spesso lo utilizzano per soddisfare i propri interessi.
Si possono anche effettuare delle telefonate tramite la Rete. Skype è il software più
diffuso per questo tipo di attività. Questo programma permette agli utenti che ne fanno
uso non solo di poter effettuare delle chiamate VoIP a bassissimi costi fissi ed,
ovviamente, in qualsiasi punto del globo senza distinzioni, ma permette anche di poter
“dialogare” istantaneamente, in real-time, con i contatti connessi (proprio come con
l’instant messaging).
La messaggistica istantanea, appunto, è un’altra tecnologia che recentemente sta
prendendo sempre più piede, soprattutto tra i giovani. Il programma più usato per
usufruire di questo servizio è Windows Live Messenger. Questo software permette, a chi si
registra con un proprio account, di comunicare in tempo reale con i propri contatti
(amici, famigliari, compagni di scuola, conoscenti, etc.). È possibile “parlare” ed
interagire con questi sia in forma scritta (nella stragrande maggioranza dei casi) che orale
(meno diffusa e utilizzata). Questa tecnica ricorda molto da vicino i messaggi SMS che si
scambiano milioni di persone ogni giorno tramite i telefoni cellulari. Il linguaggio, lo
storpiamento e accorciamento delle parole e la lunghezza delle frasi che ci si scambia
online in tempo reale con i propri interlocutori/amici sono le caratteristiche più affini tra
le due tecnologie. Ed anche i dati delle ultime ricerche in questi ambiti
5
danno una
conferma dell’elevato uso di questa tecnica: gli adolescenti e il computer, o meglio gli
utilizzi che fanno della tecnologia Internet.
5
Questi dati fanno riferimento alla ricerca chiamata “Ragazzi Connessi”, realizzata da Save the Children
insieme al CREMIT, il Centro di Ricerca per l’Educazione ai Media all’Informazione e alla Tecnologia
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Questa ricerca è stata costruita sottoponendo nel complesso 1.373
questionari (51,13 la percentuale dei maschi e 48,87 quella delle femmine) ad un target di età compresa tra
gli 11 e i 14 anni. È stata condotta nel periodo tra gennaio e maggio 2008. In tutto sono state coinvolte 18
scuole sul territorio italiano.
Per maggiori dettagli a questo riguardo, si veda l’articolo “Gli adolescenti usano internet e cellulari per
socializzare” alla seguente fonte web: http://notebookitalia.it/gli-adolescenti-usano-internet-e-cellulari-
per-socializzare-4106.html.
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Il programma per la messaggistica più adoperato è MSN Messenger, seguito da Habbo,
Netlog, Chatta e Badoo. Molto diffusi ed in crescita sono anche i blog: allo stato attuale, il
32% dei ragazzi in Italia ne possiede uno. Il 74% degli adolescenti, infine, dichiara di
usare i social network (come Facebook, MySpace e Twitter) per tenersi abitualmente in
contatto con gli amici, il 50% per allargare il proprio campo di conoscenze.
Lo stesso discorso introdotto per gli ambiti televisivi può essere naturalmente ripetuto ed
applicato anche per le emittenti radiofoniche. Negli ultimi anni hanno fatto la loro
apparizione sul Web i siti delle varie radio (regionali e nazionali) e con loro la possibilità
di essere ascoltate direttamente da Internet. Da non dimenticare, né tantomeno
sottovalutare, il fatto che ormai esistono anche numerosi programmi, siti web o gadget
da aggiungere alla propria personale homepage
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che permettono di ascoltare le radio di
quasi tutti i paesi del mondo.
7
Lo streaming audio è una tecnica molto praticata al giorno d’oggi; i vantaggi che
derivano dall’utilizzo di questa funzione sono molteplici. Oltre al fatto, già ricordato, di
non dover possedere fisicamente il mezzo di comunicazione per fruire dei suoi servizi,
nel caso particolare dell’audio, l’ascolto di una stazione radiofonica avrà ridotte al
minimo (anzi, eliminate del tutto) le fastidiose interferenze che possono frequentemente
capitare durante l’ascolto di una trasmissione. Si potrà poi anche con estrema facilità
registrare i contenuti direttamente sul proprio computer. C’è da ricordare anche che gran
parte delle trasmissioni radiofoniche possono essere ri-ascoltate digitalmente in qualsiasi
momento grazie al podcast.
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La Parte II si concluderà quindi con un’analisi del medium radiofonico: la diffusione delle
web radio (amatoriali, universitarie e il corrispondente web delle emittenti regionali o
nazionali) ed il proliferare di dispositivi mobili che consentono l’ascolto di questo mezzo
di comunicazione. Cosa sono le web radio, quando sono nate e perché si stanno
diffondendo, cosa distingue una web radio da una radio che si può ascoltare sia in
modulazione di frequenza (FM) che online, come funziona e con cosa si “costruisce”
una web radio? Queste sono alcune delle domande a cui cercherò di dare risposta per
6
Per la creazione di una homepage personalizzata si veda ad esempio iGoogle al seguente indirizzo web:
http://www.google.it/ig.
7
Ad esempio, attraverso player multimediali come RealPlayer e Winamp o direttamente indirizzi internet
come il seguente: http://www.leradio.com/player/index.html.
8
Maggiori informazioni su questa tecnica saranno fornite nella sezione relativa allo streaming audio, che
analizzerò nella Parte II di questo mio lavoro.
8
provare a spiegare questa recente “pratica” che si sta diffondendo, non solo nel nostro
paese ma anche in tutto il resto del mondo.
Nella Parte III, infine, sulla scorta di quanto presentato precedentemente, mi
concentrerò su un esame approfondito del funzionamento e dei meccanismi che servono
per la realizzazione e la messa in streaming audio online di una web radio vera e propria.
Nel caso specifico presenterò la mia esperienza a UCampus, la “webradiotelevisione”
dell’Università degli Studi di Pavia: nata nel settembre del 2008 come web radio online e
trasformatasi nell’aprile 2009 in una “webradiotelevisione”.
Il mio stage alla web radio universitaria è durato dall’ottobre 2008 al gennaio 2009. Nel
corso di questo capitolo metterò in luce gli incarichi di cui mi sono occupato, i contenuti
trasmessi e di cui si interessa un web radio universitaria; presenterò, infine, un’analisi dei
software e degli strumenti adoperati per la sua realizzazione e trasmissione online, il
palinsesto ed i programmi mandati in onda.
Una valutazione complessiva del mondo online odierno ed uno sguardo alla
mutazione del ruolo del pubblico e dei fruitori dei media, chiuderanno questo mio
lavoro. Le tecnologie presentate in questa tesi di laurea sono sempre più comuni e
diffuse all’utenza della Rete; al giorno d’oggi, non conoscere e sfruttare appieno i
numerosi e confortevoli servizi digitali che offre l’ambiente online significa rimanere
potenzialmente tagliati fuori da una buona fetta di mercato e, quindi, da nuove possibilità
di lavoro.
9
PARTE I
1. La diffusione e l’uso di Internet all’anno 2008
1.1 Alcune ricerche a livello europeo
Prima di poter cominciare a trattare in modo specifico dello streaming media, bisogna
innanzitutto introdurre l’architettura che sta alla base di tale tecnologia: la rete Internet
con la sua relativa diffusione ai nostri giorni.
L’estensione della banda larga, non solo in Italia ma in tutta l’Europa e anche nel
mondo, è il punto fondamentale da cui si snodano i relativi dati che si riferiscono alla
diffusione di Internet nel 2008. Essere dotati di una semplice connessione, oggi, non è
più sufficiente all’utenza; è la velocità della connessione stessa quello che interessa
maggiormente ai consumatori. Se è troppo lenta l’utente di Internet sarà più
probabilmente scoraggiato a navigare in Rete, rispetto alla possibilità di accedere ad
Internet con una drastica riduzione dei tempi di attesa per il caricamento delle pagine dei
siti web e dello scaricamento di video, foto, file, programmi o quant’altro interessi.
È importante perciò mettere subito in luce i dati relativi a tutto ciò. La Commissione
europea per le Telecomunicazioni
9
ha recentemente pubblicato un rapporto relativo al
tasso di penetrazione e diffusione della banda larga in Europa.
10
Il dato incoraggiante è
che questa è in continua crescita. Si è passati nel giro di un solo anno (dal luglio 2007 al
luglio 2008) dal 18,2% al 21,7%. Allo stesso modo e nello stesso periodo di tempo è
costantemente diminuita anche la forbice di divario tra gli stessi paesi dell’Unione
Europea (da 28,4 punti percentuali a 27,7).
Internet ad alta velocità si sta diffondendo con sempre maggiore rapidità: nell’arco dello
scorso anno è aumentato di 17 milioni il numero di linee fisse a banda larga. Nell’Unione
Europea i tre quarti delle linee a banda larga possiedono una velocità di scaricamento
minima di 2 milioni di bit al secondo (Mbps), velocità sufficiente per poter accedere
anche alla televisione via Internet (IpTv), di cui tratterò più avanti in questo mio lavoro.
9
Per maggiori informazioni consultare il sito web della Commissione europea al seguente indirizzo web:
http://ec.europa.eu/index_it.htm.
10
Fonte web per i dati relativi a quest’indagine: http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=88918.
10
A livello mondiale sono la Danimarca e i Paesi Bassi a primeggiare in materia di
penetrazione, nel proprio territorio, della banda larga (percentuali oltre il 35%); ancora
più che negli USA, dove questo valore si ferma al 25%.
11
Per quanto concerne in particolare l’Italia, invece, le ultime statistiche in campo
informatico (datate 2 dicembre 2008
12
) mostrano come nel nostro paese sia diminuito il
numero di famiglie che possono disporre della tecnologia Internet. I dati presentati
dall’osservatorio europeo Eurostat parlano di una percentuale di famiglie “Internet-
enabled” (letteralmente, «incapaci o impossibilitate all’uso di Internet») che è cresciuta
dal 40% al 43% tra il 2006 e il 2007 e che è poi scesa dal 43% al 42% nel corso del 2008.
L’Italia è l’unico dei 27 paesi dell’Unione Europea che ha manifestato questa tendenza
negativa (la Francia, ad esempio, solo per citare un paese direttamente confinante al
nostro, ha fatto registrare un aumento dell’accesso delle famiglie ad Internet che è salito
tra il 2007 e il 2008 addirittura dal 49% al 62%.
13
I motivi e le cause di quest’involuzione hanno fondamenta variegate. In primo luogo
bisogna sottolineare come il fatto di poter utilizzare Internet sul posto di lavoro, nel
proprio ufficio, spinge una discreta fetta di utenza abituale della Rete a rinunciare ai costi
che comporta un abbonamento domestico. Pur essendo cresciuta considerevolmente
negli ultimi anni la diffusione della banda larga in Italia,
14
la fruizione di Internet da parte
delle famiglie italiane cresce meno di quanto avvenga nella maggior parte degli altri paesi
europei.
I dati di Eurostat riferiti alle sole attività svolte online dagli utenti, indicano come
gli italiani non considerano quasi per nulla le opportunità che offre il commercio
elettronico, diffidano dell’Internet banking (solo il 13% se ne serve abitualmente),
utilizzano poco i servizi della pubblica amministrazione e non approfittano della vastità
di contatti che oggi offre la Rete nemmeno per cercare un posto di lavoro.
Il nostro paese, come ci mostrano questi impietosi dati, pare ancora essere dominato per
certi versi da una sorta di disinteresse o incapacità verso il media Internet. La poca
cultura informatica, messa in mostra da questa ricerca a livello europeo, combinata con
11
Dati riportati da una statistica, datata giugno 2008, dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico). Sito web di riferimento: http://www.oecd.org/home.
12
Indagine svolta da Eurostat. Per questo paragrafo si veda la seguente fonte dal web:
http://giovannidepaola.nova100.ilsole24ore.com/2008/12/eurostat-quartu.html.
13
La media europea si attesta in ogni caso sul 60%.
14
Tra il 2006 e il 2007 è salita dal 16% al 25%, rallentando poi leggermente l’anno successivo, arrivando
all’attuale valore del 31%. La media europea è ancora una volta abbastanza lontana, si attesta al 48%.
11
l’arretratezza della diffusione delle infrastrutture necessarie ad un accesso rapido alla Rete
produce questo sintomatico, ma del tutto veritiero, risultato: solo 4 famiglie italiane su 10
accedono regolarmente ad Internet.
Un’altra interessante e attuale ricerca (di tipo quantitativo) in ambito informatico
è stata proposta da Audiweb, e condotta dalla Doxa, con lo scopo di rilevare alcuni dati
sull’audience italiana online.
15
Si è cercato di analizzare il consumo digitale degli utenti
italiani con l’intento conclusivo di definire un profilo socio-demografico delle famiglie e
degli individui che accedono a tale tecnologia.
L’analisi ha preso in considerazione l’accesso a Internet da svariati luoghi (casa, ufficio,
studio e altre sedi) ed ha anche approfondito il profilo degli utenti che accedono a
Internet da smartphone,
16
telefono cellulare o PDA (Personal Digital Assistant, il computer
palmare). Il campione preso in esame era costituito da 7.200 interviste raccolte face to face
(«faccia a faccia»), suddivise in quattro cicli trimestrali di 1.800 casi ciascuno, di una fetta
della popolazione italiana che comprendeva individui dagli 11 ai 74 anni (per un totale
complessivo di 27,6 milioni di persone).
I risultati ottenuti sono efficaci per tratteggiare i caratteri di una popolazione con un
accesso ad Internet sufficientemente evoluto sia in termini socio-demografici che nelle
relative modalità d’uso.
Il 58,3% della popolazione italiana compresa tra gli 11 e i 74 anni dichiara così di avere
accesso a Internet da qualsiasi luogo e attraverso qualsiasi mezzo lo renda fruibile. In
particolare accedono alla rete il 62,2% degli uomini e il 54,4% delle donne con una
maggiore penetrazione nelle fasce d’età 11-17 (77,6%) e 18-34 (72,8%), mentre nella
fascia 35-54 si scende al 64,8% e al 30,1% nella fascia 55-74.
Ci si collega di più nel Nord-Est (il valore si attesta al 65,2%) rispetto a Centro (63,8%) e
Nord-Ovest (60,1%), Sud e Isole si fermano al 50,1%. È da sottolineare però come
quest’ultimo dato sia largamente dipendente dal tasso di presenza fisica di infrastrutture
che rendano possibile la connessione alla Rete. Sono purtroppo ancora molti i paesi (e
spesso non solo le frazioni) che nel nostro territorio non vengono raggiunti da una
“comune” connessione ADSL.
Continuando ora con la presentazione dei dati raccolti da questa interessante ricerca, ci
viene mostrato come la maggior parte della popolazione con accesso a Internet presenti
15
Fonte per questa ricerca: http://www.affaritaliani.it/mediatech/audiweb-doxa011208.html.
16
Si tratta di un dispositivo portatile che abbina funzionalità di gestione di dati personali e di telefono.
Tipicamente si tratta di un telefono cellulare che abbia anche le funzioni e le potenzialità di un computer
palmare in grado di operare con un sistema operativo completo e del tutto autonomo. Fonte web:
http://www.pc-facile.com/glossario/smartphone/.
12
un livello di istruzione medio-alto (il 91,8% dei laureati e l’80,8% dei diplomati), ha una
posizione lavorativa qualificata (il 96,6% di dirigenti e docenti universitari e il 92,3% di
imprenditori e liberi professionisti) o è studente (il 95,8% degli universitari e l’81,4%
degli studenti della scuola media superiore).
Il 45,2% delle famiglie italiane (9,2 milioni di persone) ha accesso ad Internet
direttamente dalla propria abitazione, una famiglia su due possiede almeno un computer
(54,6%).
17
Le famiglie preferiscono (ove possibile la scelta, naturalmente) un accesso ad
Internet ADSL (70,5%) con abbonamento flat
18
(88,6%); ed infine, solo il 5,6% della
popolazione (2,7 milioni di persone) ha accesso a Internet tramite cellulari, smartphone o
PDA, strumenti sicuramente più “scomodi” perché di ridotte dimensioni e che
permettono un tipo di navigazione meno intuitiva rispetto al PC.
In questo modo si è cercato di tracciare un bilancio circa la diffusione e l’utilizzo
di Internet in Italia (e in Europa) ad oggi, e nel contempo si è anche abbozzato un
identikit dell’attuale utenza di Internet nel nostro paese.
1.2 Comscore, geografia e popolarità del Web
Il 26 Gennaio 2009 è stata pubblicata da Comscore
19
un’analisi di fine anno (relativa al
2008) che evidenzia le ripartizioni geografiche dei navigatori della Rete ed anche la
popolarità dei diversi siti. Il tetto del miliardo di utenti (considerando solo il campione di
persone dai 15 anni d’età in su) è stato raggiunto e superato alla fine del 2008. Si
prospetta altresì come quello del secondo miliardo verrà raggiunto in tempi più brevi di
quanto si possa oggi immaginare, così come avverrà anche per il terzo miliardo.
Per quest’analisi sono state prese in considerazione sia i privati che le aziende, il 41%
delle quali è concentrata nell’area Asia-Pacifico, seguita dall’Europa con una diffusione
17
Un dato comune che emerge in questo particolare ambito è che più è ampio il nucleo familiare, più è
alto l’indice di penetrazione dei computer posseduti e di accesso a Internet da casa.
18
Le tariffe ADSL sono classificate in tariffe a tempo e tariffe flat: si paga una tariffa fissa (mensile o,
come avviene il più delle volte, bimensile) e si ha un accesso illimitato alla rete.
19
Fonte web per questa analisi il seguente indirizzo: http://www.b2b24.ilsole24ore.com/articoli/0,1254,
24_ART_95574,00.html?lw=24;5.
La Comscore è una società di metriche online, leader nelle misurazione del mondo digitale. Per maggiori
informazioni si veda il suo sito web all’indirizzo http://www.comscore.com.
13
del 28%, Nord America col 18%, America Latina col 7%, Medio Oriente e Africa col
5%.
Spostando poi l’attenzione ai singoli paesi, si possono notare alcune interessanti
tendenze. Il primo posto spetta alla Cina, che rappresenta da sola il 17,8% degli utenti
unici, seguita dagli Stati Uniti col 16,2%. Si trovano di seguito il Giappone che arriva al
6%, la Germania col 3,7% e il Regno Unito col 3,6%. L’Italia arriva a un 2,1%, dopo il
Canada e prima della Spagna, ferma all’1,8%.
L’analisi prende infine in esame anche i siti più popolari e più visitati in assoluto. Al top
della lista quelli gestiti da Google, che raggiungono il 77% dell’audience totale, seguiti da
quelli di Microsoft, attestati al 64,2% dell’utenza mondiale, e in seguito Yahoo, Aol e
Wikimedia al 27,1%. Tra le nuove entrate della classifica non si può non menzionare il
social network del momento, Facebook, che raggiunge il 22% dei visitatori, con una crescita
pari al 127% rispetto allo scorso anno.
Quello che vuole mettere in luce quest’analisi della Comscore è la creazione, in un
prossimo futuro e se naturalmente queste tendenze saranno confermate, di un mondo
totalmente interconnesso, nel quale le idee verranno condivise al di là delle frontiere e di
tutte le barriere culturali ancora oggi esistenti.
La presentazione di tutte queste ricerche ed analisi sulla diffusione e l’uso della
rete Internet mi danno ora modo e sono senza dubbio una buona base da cui partire per
poter trattare dettagliatamente l’evolversi di alcune recenti tecnologie che Internet offre
ai suoi utilizzatori, abituali e non.
14
2. Le tecnologie di Internet
2.1 Lo streaming video
2.1.1 Gli inizi: l’era del digitale (terrestre)
La televisione digitale può essere trasmessa via satellite, via cavo a fibre ottiche o per via
terrestre. Ognuno di questi sistemi offre specifici vantaggi e limiti. Visti gli ambiti che
riguardano questo mio lavoro, mi concentrerò sulla tecnologia che riguarda il terrestre.
20
Il connubio tra televisione e Internet avrebbe dovuto portare, entro il 2006, al
passaggio definitivo dal sistema analogico a quello digitale. Oggi, nel 2009, la
“rivoluzione” non c’è ancora stata; o meglio, c’è stata ma solo in parte. Il digitale
terrestre è stato introdotto ma la televisione analogica non è per nulla sparita. La
televisione pubblica, e tutto ciò che ne concerne, avrebbe dovuto assumere la forma del
digitale terrestre; atteso da quando Maurizio Gasparri (allora Ministro delle
Comunicazioni) ne garantì la piena funzionalità entro il 2007, termine poi puntualmente
rimandato di anno in anno. La data definitiva per il passaggio di consegna, se così
possiamo chiamarlo, tra le due tecnologie è stata per ora spostata, dopo le recenti
sperimentazioni in Sardegna e Valle d’Aosta, alla stagione televisiva 2011-2012.
La tecnologia digitale presuppone e comporta la formazione di un linguaggio
comune a media diversi (che però si stanno assomigliando sempre più) quali televisione e
computer. Tutto ciò ha in parte favorito quel matrimonio tra informatica e
telecomunicazioni da cui avrebbe dovuto nascere (entro il già citato 2006) il nuovo
apparecchio televisivo in grado di fare fronte allo sviluppo dei servizi interattivi. Il
sistema digitale offre una serie di vantaggi rispetto all’analogico.
21
Elencherò i tre
principali:
• Miglioramento quantitativo e qualitativo del servizio televisivo.
Lo spazio occupato dal segnale digitale è otto volte inferiore a quello utilizzato
dal segnale analogico. Questo è un “risparmio” che si traduce, a parità di numero
di frequenze adoperate per le reti televisive analogiche, in un aumento del
numero dei programmi o dei servizi ad essi correlati pari a quattro o cinque volte.
20
La commissione europea per le telecomunicazioni dal 1993 ha varato il progetto Digital Video Broadcast
(DVB), con lo scopo di definire degli standard comuni di ricezione e trasmissioni del segnale televisivo.
21
Per questa parte si veda la fonte: Pietro Favari, Televisione, Zanichelli, 2004, Milano.
15