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soddisfazione. Viene così presentato l’indicatore di valutazione proposto dallo Human
Sigma, il CE11, rispecchiante le dimensioni di bisogno di un consumatore che prescinde
dal modello razional-funzionale e che si approccia al prodotto e all’azienda in maniera
più personale.
Nell’esaminare le stesse dinamiche nella prospettiva dell’impiegato, tema
affrontato nel capitolo successivo, ritroviamo specularmente un sistema di bisogni che
riflette le dimensioni del legame tra personale e azienda. A partire dall’introduzione
dell’indicatore Q12, mirato proprio al monitoraggio e all’acquisizione di una
consapevolezza riguardo lo stato di tale legame, vengono identificate le misure idonee
per intervenire nel suo rafforzamento.
Il capitolo seguente rappresenta una confluenza di quanto esposto finora. Si
evidenziano l’importanza della gestione congiunta delle dinamiche esposte in
precedenza, e il relativo impatto sulla performance economica aziendale. Sulla base delle
tecniche di misurazione esposte, viene infine a poggiarsi un sistema di attività tattiche
mirate al rialzamento degli indicatori e quindi ad un incremento dei risultati economici.
L’esposizione termina con un confronto, a posteriori dell’analisi dei due approcci, tra i
metodi Six e Human Sigma.
Il lavoro si conclude con l’esposizione dei risultati di una ricerca empirica volta a
verificare l’approccio alle dinamiche umane nelle realtà aziendali. Dopo aver selezionato
un settore di riferimento, quello bancario, abbiamo intervistato alcuni dirigenti e chiesto
loro di esporci le modalità di gestione di personale e clientela all’interno della propria
azienda. Attraverso questa ricerca abbiamo potuto verificare la diffusione di alcuni dei
principi Human Sigma nel nostro territorio, valutare la coerenza nella gestione dei
diversi elementi alla luce di quanto studiato, e ipotizzare delle aree di potenziale
miglioramento.
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1.Six Sigma
1.1 UNA NUOVA COMPETITIVITÀ
Superato il boom innovativo degli anni ’50 e i successivi flussi degli anni ’70 e ’80, molte
aziende ricercano oggi una nuova competitività nella ricerca della qualità e della
riduzione dei costi. Introdurre la qualità in azienda non significa soltanto ottenere
prodotti meno difettosi, ma anche razionalizzare i processi gestionali, diminuire la
burocrazia, e aumentare le prestazioni del personale. Negli ultimi anni si è quindi cercato
di inserire nella macchina aziendale delle metodologie strutturate che permettessero di
rendere più efficiente il modo di lavorare.
Negli anni ’80 Motorola stava subendo una forte pressione competitiva da parte
delle aziende giapponesi, che stavano introducendo nel mercato un rilevante
quantitativo di prodotti di buona qualità e a bassi prezzi. Spinta dalla necessità di
sopravvivere, Motorola affidò quindi ad un suo statistico, Mikel Harry, un progetto
pilota finalizzato alla realizzazione di un pager innovativo. E l’innovazione arrivò: in un
periodo in cui aumentare la qualità significava aumentare anche i costi, Harry e la sua
squadra dimostrarono, avvalendosi di strumenti statistici e manageriali esistenti ed
elaborando formula e scala di misurazione Six Sigma, che migliorando la qualità del
pager e del processo produttivo si sarebbero potuti ridurre drasticamente anche i costi.
Gli ottimi risultati1 ottenuti portarono non solo all’implementazione della metodologia
in tutta l’azienda, ma anche all’utilizzo della stessa in diverse altre aziende di portata
internazionale tra cui General Electric, Polaroid, Sony, Honda, Canon, Ericsson,
Toshiba, Whirlpool, ma anche le italiane Fiat Avio, Italtel, Beretta Caldaie, Nuovo
Dignone, e molte altre.
L’approccio Six Sigma si sostanzia in una metodologia problem-solving mirata alla
minimizzazione degli errori e alla massimizzazione del valore. Esso può potenzialmente
essere applicato in ogni azienda poiché ogni settore, organizzazione ed individuo hanno
margine di miglioramento. Nessuna attività è svolta ad un livello di perfezione tale da
non poterne ricavare una maggior efficienza, tanto più che per loro natura i processi
1
L’implementazione del Six Sigma permise a Motorola di risparmiare 2.2 miliardi di dollari nell’arco di
quattro anni.
7
aziendali tendono ad essere tanto più confusi tanto più l’azienda in cui vengono svolti
cresce di dimensioni. La manifesta tendenza alla riduzione degli errori del Six Sigma
deriva dalla consapevolezza che ogni difetto (inteso come problema tecnico/fisico del
bene ma anche ad esempio come mancato rispetto dei tempi di consegna o pagamento,
etc.) ha un costo per l’azienda. Tale approccio, mirato dunque non solo ad un
incremento della qualità ma anche ad una diminuzione significativa dei costi, è
fondato sull’utilizzo combinato di tecniche statistiche, metodi analitici, e
sull’addestramento puntuale del personale coinvolto a qualsiasi livello
dell’organizzazione. Le operazioni si basano sostanzialmente su un’attenta analisi dei
processi aziendali (attraverso l’utilizzo di strumenti statistici che permettano di
estrapolare i dati pertinenti al problema), cui deve seguire un intervento mirato per
rimuovere eventuali difettosità rilevate. Queste operazioni nell’ottica Six Sigma sono
compiute in una prospettiva di predominanza delle necessità del cliente su quelle
dell’azienda: l’efficacia delle attività viene infatti ultimamente valutata sulla base della
soddisfazione del consumatore.
1.2 OBIETTIVI
Come anticipato, l’obiettivo tecnico dell’approccio Six Sigma è quello di assicurare l’alta
qualità e l’affidabilità dei prodotti venduti dall’azienda, così come dei servizi e delle
attività transazionali ivi collegati. Ciò evidentemente comporta la preventiva
determinazione di target di performance associati ad ogni singola caratteristica di
ciascuna componente del sistema-prodotto. In quest’ottica, l’obiettivo del Six Sigma
diviene quello di giungere quanto più vicini al target di performance il più spesso
possibile.
Nella realtà, nessuna operazione può ragionevolmente portare sistematicamente ad uno
stesso risultato, poiché ciascuna attività è soggetta ad un certo grado di deviazione dalle
aspettative, o variabilità: lo spessore di una lastra non sarà mai identico a quello della
precedente o della successiva, e il tempo di esecuzione di una certa transazione varierà di
volta in volta. Statisticamente parlando gli esiti di una determinata operazione di questo
tipo possono essere rappresentati tramite una distribuzione normale, o di Gauss,
riproducibile graficamente tramite la tipica forma a campana, simmetrica lungo il valore
centrale e avente il suo apice in corrispondenza del target di performance (anche valore
medio della distribuzione).
8
La curva gaussiana
Gygi C., DeCarlo N. e Williams B., Six Sigma for Dummies, Wiley Publishing Inc., 2005 Indianapolis
(USA).
Al fine di acquisire dei parametri per definire, misurare, analizzare, controllare e
auspicabilmente aumentare la qualità della caratteristica qualitativa in esame, è possibile
delimitare una determinata estensione di variabilità intorno al target ritenuta accettabile
per l’azienda e per i consumatori. La componente di difetto viene dunque relegata alle
code della distribuzione, come rappresentato nella figura sottostante.
Rappresentazione delle limitazioni alla variabilità ritenuta accettabile
Gygi C., DeCarlo N. e Williams B., Six Sigma for Dummies, Wiley Publishing Inc., 2005 Indianapolis
(USA).
Statisticamente, per misurare l’ottenimento del target (ossia di un esito compreso tra i
limiti prestabiliti) si utilizza un rapporto del tipo T/(2nσ), dove T = tolleranza, σ =
deviazione standard, e n = numero di volte che σ è contenuta in T.
La scala sigma rappresenta lo strumento di misurazione utilizzato universalmente
per la valutazione della performance di una caratteristica critica. In base alla scala,
riportata di seguito, se una caratteristica critica riporta ad esempio un tasso di defezione
del 31% (e cioè 31 volte su 100 la variazione dell’esito dell’operazione in esame eccede i
livelli ritenuti accettabili), si dirà che essa opera a 2 sigma. Si dimostra che al crescere di
9
n la difettosità scende fino a giungere a 3,4 output difettosi ogni milione prodotto per
n=62.
LA SCALA SIGMA
sigma/n percentuale di difetto difetti/milione
opportunità
1 69% 691.462
2 31% 308.538
3 6,7% 66.807
4 0,62% 6.210
5 0,023% 233
6 0,00034% 3,4
7 0,0000019% 0,019
La ragione per cui si ambisce al raggiungimento del 6 sigma, da cui il nome della teoria,
risiede nel ritenere che se ciascuna caratteristica critica operasse a tale livello di
defezione, ci si potrebbe ragionevolmente aspettare che il sistema-prodotto complessivo
raggiunga un grado di performance altamente soddisfacente, pur considerando il
naturale incremento della variabilità delle caratteristiche nel lungo periodo. Considerato
l’alto numero di componenti di un determinato prodotto, la logica del Six Sigma risiede
nella convinzione che solo riducendo al minimo la possibilità di difetto per ciascuna
componente si avrà un prodotto complessivamente di qualità. Nella visione Six Sigma il
termine “qualità” è dunque da identificarsi come conformità allo standard, alla ricerca
della minima variabilità.
Nell’ambito della descrizione degli obiettivi della metodologia è tuttavia opportuno
precisare che sebbene il target massimo auspicabile sia come espresso pocanzi il
raggiungimento di un valore di 3,4 difetti per milione di opportunità, tale distanza non è
da conquistarsi tramite un solo intervento, ma deve essere considerata un punto d’arrivo
di lungo periodo. In secondo luogo, lo stesso obiettivo è da riconsiderare di caso in caso
2
Sigma rappresenta la deviazione standard intorno ad un target, ovvero la concentrazione dei dati rilevati
intorno al proprio valore medio. Di conseguenza, a sigma più alto corrisponde una minor variabilità della
distribuzione.
10
sulla base di previsioni realistiche e di dati circostanziali quali la difettosità percepita dal
cliente, il tempo a disposizione, lo stato della concorrenza, e la stessa configurazione dei
processi. Molte poche aziende realmente raggiungono il 6 sigma, e persino il 5.
L’essenza del Six Sigma non è tuttavia rigorosamente l’obiettivo di 3,4 difetti per milione
di opportunità, bensì l’attitudine al miglioramento continuo di tutti i processi
aziendali.
1.3 APPLICAZIONE
A livello manageriale il Six Sigma si rifà alla visione fordiana, cercando di instillare
controllo, prevedibilità e ripetibilità nei meccanismi di produzione. In termini operativi, i
progetti facenti capo alla metodologia Six Sigma possono essere così schematizzati:
Gli steps della metodologia Six Sigma
Floris P.L., Six Sigma – Organizzare l’azienda partendo dal Cliente, Franco Angeli, 2004 Milano.
Come accennato, l’approccio Six Sigma focalizza la propria attenzione sulla risposta dei
consumatori ai processi aziendali. Attraverso una metodologia “outside-in” si cerca di
dar spazio alla voce del cliente (Voice Of the Customer)3, per conoscerne le esigenze
ed evidenziare i processi critici.
Le indicazioni del cliente, raccolte tramite questionari, reclami e contatti con il personale
aziendale, devono permettere di individuare quegli elementi e quelle caratteristiche che
possono influenzare la qualità percepita del bene o del servizio (e chiamate per questo
motivo CTQ, ovvero Critical To Quality).
L’azienda dovrà successivamente identificare i processi chiave causanti i difetti rinvenuti
e, per ciascuno di essi, implementare un progetto Six Sigma volto al suo miglioramento4.
Questo passaggio della metodologia riporta ad uno dei principi chiave del Six Sigma: la
misurabilità, intesa come trasposizione in termini quantitativi di ciascun elemento
3
É importante sottolineare che per “cliente” non si intende soltanto il destinatario finale dei beni
prodotti, ma anche tutti coloro che ricevono i risultati di un’attività o di un’operazione (interna o esterna).
4
Evidentemente, oltre che puntare al CTQ, i progetti devono anche tenere in considerazione il fattore
CTC – Critical To Cost, ossia l’impatto finanziario delle attività in azienda.
11
facente parte dei processi aziendali. L’acquisizione e la successiva trattazione di dati
numerici comincia ragionevolmente dagli output e, supposta la consapevolezza relativa
alle cause sottese ai risultati ottenuti, si estenderà agli input e quindi agli elementi CTQ.
Naturalmente alcuni input si prestano a misurazioni meglio di altri, per i quali è
necessario implementare degli strumenti ad hoc. Se per misurare il tempo impiegato a
concludere una determinata operazione sarà sufficiente un orologio, per quantificare
l’impressione di un cliente rispetto ad un prodotto offerto occorrerà, ad esempio,
strutturare un questionario pesando le risposte a seconda della loro rilevanza. É inoltre
da sottolineare, a questo proposito, il concetto di “leverage”: sebbene una moltitudine di
variabili concorrano al raggiungimento di un determinato output, solo una minoranza di
queste possono considerarsi CTQ, aventi cioè un impatto fondamentale sulla qualità del
risultato. Il focus su questi elementi previene la dispersione delle risorse aziendali, e la
misurazione della contribuzione e dell’impatto dei diversi input nei processi aziendali
assume in quest’ottica un peso ancora maggiore.
Una volta identificata la caratteristica critica e il relativo processo su cui s’intende
lavorare, il progetto Six Sigma viene pianificato secondo un progetto standardizzato e
formalizzato di problem-solving denominato DMAIC, ossia:
• Define: il primo step di ogni progetto Six Sigma consiste nel definire gli obiettivi
dello stesso, e nel lanciarlo;
• Measure: secondo il principio di misurabilità, il secondo passaggio è costituito dalla
valutazione quantitativa del processo in esame e dalla determinazione delle
potenzialità di miglioramento dello stesso;
• Analyze: lo step successivo consta nell’analisi delle relazioni causa-effetto presenti
nel sistema;
• Improve: il penultimo e fondamentale step consiste nello sviluppare modifiche al
processo che conducano a miglioramenti dell’output;
• Control: terminato il processo di cambiamento, è infine necessario che vengano
implementate procedure mirate al sostegno dei risultati ottenuti.
1.4 PREMESSE ALL’IMPLEMENTAZIONE DELLA METODOLOGIA
É possibile individuare alcuni punti caratterizzanti l’approccio Six Sigma:
12
• integrazione: la gestione dei processi e il loro miglioramento devono far parte delle
responsabilità quotidiane del management, della strategia aziendale, e devono
coinvolgere tutte le aree aziendali, allo scopo di favorire così la comunicazione
interna e di lasciare spazio a più prospettive.
• chiarezza degli obiettivi: il fine ultimo dell’approccio Six Sigma è la soddisfazione
del cliente, e la diffusione di tale comandamento in tutti i livelli dell’organizzazione e
a tutti i soggetti coinvolti comporta evidentemente un maggior focus sull’obiettivo.
A livello finanziario, la misurazione della performance avviene in particolare tramite
l’utilizzo dell’indice ROI5. Il riporre l’attenzione su quest’indice conferisce ai progetti
una maggiore misurabilità nella valutazione, e l’accessibilità di tali risultati da parte di
tutti i soggetti coinvolti nella loro realizzazione permette loro di percepire con una
maggiore intensità l’impatto delle proprie azioni sulla performance globale
dell’azienda.
• focus sui processi: nonostante la diffusione degli obiettivi strategici e finanziari
dell’azienda citati ai diversi livelli dell’organizzazione, l’approccio Six Sigma si
caratterizza per un focus primario sui processi: il design, l’ottimizzazione, e la
validazione dei processi diventano quindi gli obiettivi vitali della metodologia. La
conoscenza approfondita delle varie componenti di questi e delle cause riconducibili
agli output ottenuti è di basilare importanza per l’andamento delle iniziative volte a
ridurne la variabilità.
• visione del cambiamento: i miglioramenti e i cambiamenti devono essere vissuti
come dei passi essenziali per la sopravvivenza e il successo di un’azienda.
• addestramento: perché risulti maggiormente efficace, l’insegnamento di metodi e
strumenti viene direttamente collegato alle mansioni dei lavoratori.
• rigorosità: in base alla metodologia Six Sigma, ciascuna decisione deve essere presa
dopo un’accurata analisi statistica riguardo le diverse alternative e le possibili
conseguenze associate.
Evidentemente un’accurata conduzione delle iniziative Six Sigma coinvolgenti l’intera o
una significativa parte di un’organizzazione richiede l’abilità di gestire simultaneamente
un numero di progetti, processi, analisi, dati, attività di formazione, e persone. A questo
5
Return On Investment, calcolato come Reddito Netto/Valore Contabile delle Attività.
13
proposito risulta fondamentale l’utilizzo di tecnologie e strumenti specifici che devono
necessariamente essere inseriti in un’infrastruttura adeguatamente predisposta al loro
assorbimento. Elementi fondamentali di tale infrastruttura:
• la predisposizione di un sistema organico di configurazione degli obiettivi, delle
attività e delle rispettive tempistiche;
• l’implementazione di percorsi formativi per le diverse figure coinvolte nella
realizzazione dei progetti;
• la diffusione di linee guida per i soggetti coinvolti nei progetti, per la valutazione del
loro operato e la previsione di possibilità di avanzamento professionale;
• la diffusione di metodi di valutazione e analisi dei progetti sulla base dei criteri e dei
principi Six Sigma;
• la determinazione di criteri precisi e stringenti sui quali selezionare i progetti da
implementare;
• la predisposizione di strutture tecnologiche in grado di pianificare e seguire
l’andamento delle diverse iniziative, i loro risultati e le informazioni collegate;
• la costituzione di un sistema di comunicazione interna che permetta di coinvolgere il
personale nelle iniziative Six Sigma e che abbia valenza informativa, formativa,
motivazionale e di referenza;
• la creazione di un sistema di revisione sviluppato a tutti i livelli del management e
della produzione, che permetta di verificare la validità dei progetti in corso nelle
varie fasi del loro svolgimento;
• la diffusione a tutti i livelli dei precetti Six Sigma e quindi di una cultura orientata al
cambiamento progressivo.
Dal punto di vista dell’organizzazione interna, l’implementazione di iniziative Six
Sigma richiede la partecipazione di diverse figure, gerarchicamente ordinate e
responsabili diversamente sotto i profili manageriali e tecnici. Il procedimento di
realizzazione di un progetto Six Sigma segue un percorso di tipo top-down: il progetto
viene infatti inizialmente approvato da un team formato da dirigenti e responsabili di
filiale, che ne diventano responsabili per i risultati, e successivamente promosso e
organizzato ai livelli inferiori. La selezione delle persone coinvolte nella realizzazione dei
14
progetti si fonda sul livello di capacità tecniche acquisite, e schematicamente la gerarchia
sottostante alla concretizzazione di un’iniziativa Six Sigma può dirsi così formata:
• al vertice della gerarchia si trova il Deployment Leader, il quale assicura
l’allineamento degli obiettivi strategici dell’azienda con i piani di svolgimento del
progetto. Egli promuove la missione Six Sigma all’interno dell’organizzazione, funge
da collegamento tra i Champions e la dirigenza, e assicura che il progetto disponga
delle strutture e delle risorse necessarie per la sua attuazione.
• al livello inferiore si trovano i Champions, i quali hanno i compiti di vagliare in base
alle priorità ed assegnare i progetti da svolgersi, di selezionare i Black, Green e
Yellow Belt, di assicurare loro un adeguato e regolare coaching e di condividere e
promuovere le pratiche Six Sigma migliori all’interno dell’organizzazione.
• compito fondamentale dei Master Black Belts quello di assistere e formare i Black,
Green e Yellow Belt.
• di rango inferiore i Black Belts, figure aventi un elevato livello di esperienza nelle
pratiche e nell’utilizzo degli strumenti Six Sigma e aventi le capacità per affrontare le
situazioni più complesse. Essi rappresentano generalmente l’1/2%
dell’organizzazione e si dedicano alle iniziative Six Sigma a tempo pieno. Inoltre, essi
sono incaricati di rilevare le opportunità (interne ed esterne) per nuovi progetti.
• al livello sottostante si posizionano i Green Belts, figure formate per risolvere la
maggior parte dei problemi relativi all’implementazione delle iniziative Six Sigma e
che si dedicano a tempo parziale a uno o più progetti.
• ogni persona all’interno dell’organizzazione che applichi gli strumenti Six Sigma
(membri dello staff, amministratori, membri del personale tecnico, impiegati
coinvolti nella realizzazione dei progetti, etc) è detta Yellow Belt.