INTRODUZIONE
V
Introduzione
La problematica del riciclaggio del denaro sporco è sicuramente di
grande interesse ed attualità: mai come oggi, in un mondo globalizzato ed
interconnesso, assumono sempre più rilevanza le condotte criminali tese
ad occultare i proventi di delitto. Enormi quantità di denaro,
opportunamente ‚ripulite‛ delle tracce illecite, assumono un valore
‚reale‛, diventando risorse economico-finanziarie a tutti gli effetti,
suscettibili di essere immesse nel circuito lecito con gravissimo pericolo
per l’economia legale e per il rispetto delle regole della concorrenza. Il
denaro di provenienza criminosa innesca una spirale, un gorgo senza fine
che divora l’economia lecita: per tale motivo il riciclaggio viene definito
come una delle forme più insidiose di manifestazione della moderna
criminalità
1
. In questo contesto è evidente come la lotta al fenomeno
criminale assuma un compito fondamentale nel contrasto alla criminalità
organizzata, anche transnazionale, poiché «il vero tallone d’Achille delle
organizzazioni mafiose è costituito dalle tracce che lasciano dietro di sé i grandi
movimenti di denaro connessi alle attività criminali più lucrose»
2
.
Previsto dall’attuale art. 648-bis del codice penale, situato in chiusura
del Capo II del Titolo XIII del codice penale (intitolato ai Delitti contro il
patrimonio mediante frode) il riciclaggio dei proventi illeciti costituisce senza
dubbio una figura delittuosa molto dibattuta in dottrina, frutto di una
complessa evoluzione normativa tesa a contrastare le più avanzate forme
di criminalità organizzata ed economica. A questa disposizione viene
1
P.L. VIGNA, in Prefazione a S. FAIELLA, Riciclaggio e crimine organizzato transnazionale,
Milano, 2009.
2
G. FALCONE, Tecniche di indagine in materia di mafia, ora in La posta in gioco, Milano,
2010, p. 237.
INTRODUZIONE
VI
affiancata, a far data dal primo gennaio 2015, la fattispecie di
‚autoriciclaggio‛, art. 648ter.1 c.p., introdotta da L. n. 186/2014, che ne
riproduce, pur con talune peculiarità, le caratteristiche fondamentali.
Questioni interpretative di rilievo, di cui si darà contezza nella
presente trattazione, si sono poste con riguardo agli aspetti strutturali
della figura criminosa, alla natura del bene giuridico tutelato, all’esatta
configurazione della condotta tipica e alla sua portata lesiva, fino
all’individuazione del soggetto attivo ed ai problemi posti dalla c.d.
clausola di riserva; e questo solo per citare i nodi esegetici più rilevanti.
Se questo è il contesto duole però constatare, come sarà
successivamente qui illustrato, un’evoluzione disomogenea e disarticolata
della disciplina di contrasto, specialmente a livello internazionale, per cui
l’assenza di univoci parametri di riferimento, il difetto di organicità
complessiva, la scarsa collaborazione da parte di talune giurisdizioni,
condizionano negativamente l’efficacia complessiva del sistema
repressivo, compromesso altresì dal fenomeno della c.d. ‚globalizzazione‛
e dalla straordinaria agilità delle transazioni di denaro, oggi effettuate
attraverso gli strumenti tecnologico-informatici che garantiscono rapidità
e, spesso, anonimato. È proprio l’elevato grado di raffinatezza e
sofisticatezza delle condotte che ha determinato un’evoluzione continua
del riciclaggio, prima mero riciclaggio monetario, poi riciclaggio bancario
ed ora riciclaggio finanziario. La dottrina non ha, peraltro, mancato poi di
rilevare la scarsa effettività applicativa delle norme penali in materia, forse
a causa di una formulazione poco chiara delle fattispecie: le norme
incriminatrici si sono dimostrate, nella maggior parte dei casi, del tutto
inadeguate sul piano operativo rispetto alle crescenti proporzioni del
INTRODUZIONE
VII
fenomeno delittuoso; un dato che sembra peraltro comune a molti Paesi in
Europa.
Dal punto di vista contenutistico il presente lavoro, con la
consapevolezza che gli aspetti, gli elementi e le considerazioni qui esposte
certamente non possono essere considerate esaustive e complete, si
prefigge di illustrare il fenomeno del riciclaggio dei proventi illeciti,
riservando particolare attenzione al recente intervento normativo
introduttivo dell’art. 648ter.1. c.p., rubricato «autoriciclaggio», rispetto al
quale verrà offerta una riflessione inerente gli aspetti più pregevoli e le
eventuali criticità.
L’analisi si articolerà offrendo, in un’ottica criminologica generale,
un’iniziale ampia panoramica inerente la fenomenologia, cui seguirà una
disamina degli elementi costitutivi delle due figure criminose, con
ragionate considerazioni concernenti le elaborazioni dottrinali e
giurisprudenziali prodotte in anni recenti. A queste riflessioni saranno
accompagnate considerazioni di carattere comparatistico, alle quali sarà
affiancata l’illustrazione delle proposte di riforma pervenute all’attenzione
del Parlamento nell’ultimo anno. La trattazione si concluderà con alcune
osservazioni circa la nuova disciplina in vigore.
RICICLAGGIO: FENOMENOLOGIA E IMPLICAZIONI
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Capitolo 1.
RICICLAGGIO: FENOMENOLOGIA E IMPLICAZIONI
1.1. Premessa - 1.2. Genealogia ed evoluzione del reato - 1.3. Dimensione del fenomeno: l'impatto del riciclaggio
sull'economia legale - 1.4. Profili internazionali della lotta al riciclaggio - 1.4.1. Iniziative a livello internazionale
- 1.4.2. Iniziative in seno all’Unione Europea - 1.4.3. Riflessioni critiche.
1.1. Premessa.
La repressione del fenomeno di riciclaggio mediante sanzione penale
nell’ordinamento italiano è frutto di scelte di politica criminale recenti: la
fattispecie rimane, infatti, pressoché sconosciuta fino agli anni ‘80.
Furono, infatti, gli Stati Uniti il primo Paese al mondo a dotarsi di una
disciplina riguardante il riciclaggio; il termine money laundering comparve
già a partire dagli anni ‘70 nel linguaggio mediatico in occasione dello
scandalo Watergate [1972-1974] con riferimento alle manovre di
depistaggio economico messe in atto dall’amministrazione Nixon per
finanziare talune operazioni segrete; la comparsa dell’istituto in esame
nella case-law statunitense risale tuttavia solo al 1982
1
. L'espressione
riciclaggio, sorta nell'uso giornalistico e de facto confluita nel mondo
giuridico, altro non è se non «la trasposizione in termini normativi di una
metafora: il denaro “sporco” (macchiato dal reato) deve venire “lavato” in circuiti
finanziari di vario tipo, prima che possa essere reimmesso “pulito” nel mercato»
2
.
1
B. GILMORE, Money Laundering: The International Aspect, in Hume Papers on Public
Policy, Edinburgh University Press, 1993, Vol. 1, No. 2, pp. 1-11.
2
Cfr. M. ZANCHETTI, Il riciclaggio di denaro proveniente da reato, Milano, 1997, p. 6.
RICICLAGGIO: FENOMENOLOGIA E IMPLICAZIONI
10
Il riciclaggio dei proventi illeciti rappresenta quindi una conseguenza
specifica e spesso ineluttabile dell’azione delittuosa, sia nell’ambito della
‚classica‛criminalità organizzata sia in quello riconducibile alla
criminalità economica comune (colletti c.d. bianchi, corruttori, evasori);
per usufruire ‚in sicurezza‛ del profitto illecito risulta infatti essenziale
«cercare di recidere il cordone ombelicale che lega il denaro, i beni o le altre utilità
acquisite, ai delitti commessi e che li hanno generati»
3
.
Dal punto di vista empirico, il fenomeno del money laundering è stato
protagonista, negli ultimi decenni, di una drammatica diffusione,
manifestando un’influenza concreta sull’ordine economico e sociale dei
Paesi più sviluppati. Il riciclaggio di proventi illegali non è infatti fine a se
stesso, né finalizzato a garantire l’impunità per gli illeciti commessi ma al
contrario è principalmente funzionale al successivo reinvestimento, sia
lecito che illecito, sempre con il fine ultimo di accrescere le proprie
disponibilità. Non a caso il fenomeno è stato definito da taluno come un
‚moltiplicatore di criminalità‛
4
.
In ragione delle sue crescenti dimensioni e del grave impatto sul
mercato economico e finanziario, il riciclaggio, in tutti i suoi profili,
rappresenta indubbiamente una minaccia non solo per il bene
patrimoniale ma anche – e soprattutto – per il regolare e preciso
svolgimento delle attività economico-finanziarie, nonché per la puntuale
ed efficiente amministrazione della giustizia.
3
P.L. VIGNA, Il fenomeno criminale, in Il riciclaggio del denaro. Il fenomeno, il reato, le
norme di contrasto, a cura di E. Cappa, L.D. Cerqua, Milano, 2012, p. 3.
4
A.R. CASTALDO — M. NADDEO, Il denaro sporco. Prevenzione e repressione nella lotta al
riciclaggio, Padova, 2010, p. 32.
RICICLAGGIO: FENOMENOLOGIA E IMPLICAZIONI
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1.2. Genealogia ed evoluzione del reato.
In letteratura il riciclaggio è stato oggetto di molteplici definizioni ma,
quella proposta dal Rapporto della Commissione Presidenziale
Statunitense sul Crimine Organizzato (1984) secondo cui «Il riciclaggio è il
processo attraverso cui qualcuno nasconde l'esistenza, la fonte illegale, o l'illegale
utilizzo di redditi, e poi camuffa questi redditi per farli apparire legittimi»
5
è
indubitabilmente considerata ‚classica‛ e assunta a punto di riferimento
per gli studiosi.
Questa definizione esprime sinteticamente il fenomeno e
contemporaneamente non ne cela la complessità: il riciclaggio non è infatti
facilmente riconducibile ad una serie tassativamente indicata di
comportamenti, ma può essere identificato con qualsiasi operazione, o
complesso di operazioni, idoneo a mascherare l'illecita provenienza di
denaro, beni od utilità, per consentirne l'impiego nei circuiti economici
legittimi
6
; infatti, elemento costante e comune a questa tipologia di
operazioni è il profilo criminologico, nella cui prospettiva «il riciclaggio è lo
stesso fenomeno, in tutte le parti del mondo, per quanto si manifesti sotto forme
variegate»
7
.
Risulta evidente che l’obiettivo della criminalità non cambia:
rimuovere, staccare dal denaro ‚lo sporco", cioè l'insieme delle
informazioni costituenti il c.d. paper trail, ovvero quella ‚pista di carta‛ in
5
«The Cash Connection: Organized Crime, Financial Institutions and Money Laundering
- Interim report to the President and the Attorney General» (Washington D.C., 1984), in
cui si legge testualmente: «Money laundering is the process by which one conceals the existence,
illegal source, or illegal application of income, and then disguises that income to make it appear
legitimate».
6
In questo senso, M. ANGELINI, Riciclaggio, in Dig. Disc. Pen. Agg., 2005, p. 3.
7
M. ZANCHETTI, Il Riciclaggio di denaro proveniente da reato, cit., p. 3.
RICICLAGGIO: FENOMENOLOGIA E IMPLICAZIONI
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grado di ricondurre il profitto alla sua provenienza criminosa,
consentendo così al denaro ‚ripulito‛ di essere reimmesso nel circuito
dell’economia legale.
Da quanto descritto emerge immediatamente un primo profilo
d’interesse: le analisi empiriche sul fenomeno hanno tracciato le
fisionomie di un illecito profondamente trasfigurato dalla complessità
delle condotte, oggi estese oltre i confini nazionali ed europei; a maggior
ragione con l’avvento della globalizzazione
8
, il riciclaggio ha assunto una
fortissima dimensione transnazionale, come del resto riscontrato
dall'allora governatore della Banca d'Italia Mario Draghi nella sua
testimonianza, nel luglio 2009, davanti alla Commissione parlamentare
antimafia: questi evidenzia, infatti, come la criminalità organizzata,
predisponendo sapientemente le proprie attività criminali, riesca a
sfruttare in modo efficace le differenze di disciplina fra Paesi,
individuando la giurisdizione più favorevole in termini di garanzie di
impunità e le migliori opportunità per l'impiego dei profitti; conclude
sottolineando l'improcrastinabile evidente necessità di intervento
internazionale di contrasto al fenomeno
9
.
8
«La globalizzazione è una maggiore integrazione tra i Paesi e i popoli del mondo,
determinata dall’enorme riduzione dei costi dei trasporti e delle comunicazioni e
dall'abbattimento delle barriere artificiali alla circolazione internazionale di beni, servizi,
capitali, conoscenze e persone» J. E. STIGLITZ, La globalizzazione e i suoi oppositori, Torino,
2009, p. 9.
9
Testualmente: «Nelle sue forme più significative il riciclaggio manifesta una marcata
attitudine a svolgersi in un contesto internazionale. Articolando la propria azione in molteplici
giurisdizioni, i criminali tendono a cogliere le opportunità offerte dalla globalizzazione
dell'economia e dall’integrazione dei mercati finanziari. In tale contesto le organizzazioni
criminali sfruttano la possibilità di arbitraggio tra regolamentazioni, collocando le diverse fasi
della propria attività nel Paese che offre, per ciascuna di esse, le condizioni più favorevoli in
termini di maggiori garanzie di impunità, migliori opportunità per l’occultamento dei proventi,
più elevati margini di profitto per il loro impiego… In questo scenario complesso e articolato
l'azione di prevenzione contrasto del riciclaggio… non può svolgersi efficacemente nella sola