1
Il Processo di Norimberga contro i medici nazisti.
1.1.Aspetti peculiari della sentenza.
“Sono passati tanti anni, 20 novembre 1945. A Norimberga
molte case erano senza muri esterni; si vedevano letti, armadi,
cucine. Gran parte della gente viveva negli scantinati. C'erano
montagne di macerie che il gelido inverno tedesco copriva di
neve. [ … ] I giornalisti erano alloggiati allo Schloss Faber, un
castello che apparteneva a quei signori delle matite:
dormivano tutti in uno stanzone; i giudici stavano al Grand
Hotel, sistemato alla svelta dai genieri. […] I camion avevano
trasportato 1100 tonnellate di documenti. Alla prima solenne
udienza ne seguirono quattrocentosei. L'atto di accusa, di cui
venne data subito lettura, consisteva in un fascicolo di settanta
pagine, trentamila parole in tutto. Alla fine, gli interrogatori
vennero raccolti in quarantadue volumi.[...] La stampa era
divisa: «Non è possibile essere nello stesso tempo giudice e
parte in un processo» scrivevano. Durò dieci mesi il
dibattimento. Qualcuno conservò la sua fierezza. […]
L'esecuzione fu fissata per la notte del 16 [ottobre 1946]. Otto
inviati speciali, estratti a sorte, poterono assistere. Tre
gigantesche forche vennero issate in una palestra, la parte del
boia toccò a un sergente americano, John Wood, che se ne è
andato all'altro mondo collaudando una sedia elettrica; aveva
deciso di continuare il mestiere, e per scrupolo professionale
volle procedere a un collaudo di persona: la macchina funzionò
perfettamente. Alla fine disse: «Dieci in centotré minuti. Un
lavoro perfetto». “
1
Süddeutsche Zeitung, 1º ottobre 1946.
“Die Befürworter der Menschenversuche begründen ihre Ansicht damit, dass solche
Versuche für das Wohl der Menschheit Ergebnisse erzielen, welche durch andere
Methoden oder Studien nicht zu erlangen sind. Sie stimmen alle jedoch darin
überein, dass gewisse Grundprinzipien befolgt werden müssen, um mit moralischen,
ethischen und juristischen Grundregeln im Einklang zu stehen.”
2
Il cosiddetto “Processo dei medici” si svolse nella città di Norimberga dal 9 dicembre 1946 al
19 agosto 1947.
1
E. BIAGI, Il Processo di Norimberga, il terzo Reich muore in palestra, in:
www.imaginaryboys.altervista.org/italiano/nazismo/norimberga.htm. Si fa riferimento al processo contro i capi
nazisti.
2
A. MITSCHERLICH-F.MIELKE, Medizin ohne Menschlichkeit, Dokumente des Nürnberger Ärzteprozesses,
Frankfurt am Main 2004, p. 354.
2
Si trattò della sezione del Processo di Norimberga che più destò clamore e orrore.
La sentenza, resa nota in data 20 agosto 1947, recava i capi d‟accusa, quali crimini di guerra,
crimini contro l‟umanità e appartenenza a categorie di associazioni a delinquere.
Essa proseguiva spiegando come “vom Ausbruch des zweiten Weltkrieges an wurden
verbrecherische medizinische Experimente an nichtdeutschen Staatsangehörigen
durchgeführt, an Kriegsgefangenen und Zivilisten, einschließlich Juden und sogenannten
Asozialen […]”.
3
Rivestiva vitale importanza il secondo punto descritto nel paragrafo intitolato “Le prove dei
crimini di guerra o dei crimini contro l‟umanità” della suddetta sentenza, dove si spiegava
come “der Versuch muss derart sein, dass fruchtbare Ergebnisse für das Wohl der
Gesellschaft zu erwarten sind, welche nicht durch andere Forschungsmittel oder Methoden zu
erlangen sind, und welche ihrem Wesen nach nicht willkürlich und unnötig sind.”
4
Tra le testimonianze di difesa da parte degli imputati veniva sostenuto con vigore come la
ricerca scientifica non sarebbe potuta progredire senza tali esperimenti, in quanto i risultati
raggiunti utilizzando cavie animali non erano sufficienti e solo esperimenti appropriati
condotti su esseri umani avrebbero potuto costituire un vero progresso scientifico.
Rimane questione dibattuta e a tutt‟oggi irrisolta se sia eticamente lecito utilizzare dati medici
ottenuti mediante sofferenza, torture e atrocità.
In jedem einzelnen Versuch hatten die Versuchspersonen große Schmerzen oder
Qualen zu erdulden, und in den meisten erlitten sie dauernden körperliche
3
A.MITSCHERLICH-F.MIELKE, Medizin…, cit., p.362.
4
IVI, p.354.
3
Schaden, Verstümmelung oder Tod, entweder als unmittelbare Folge der
Versuche oder wegen des Mangels ausreichender Nachbehandlung.
5
Condannare dal punto di vista etico - morale ciò che accadde non implica l‟obbligo di non
utilizzare i risultati medici come sostengono alcuni studiosi e dottori tra i quali Horst
Freyhofer, docente alla Plymouth State University nel New Hampshire e autore del libro “The
Nuremberg Medical Trial, The Holocaust and the Origin of the Nuremberg Medical Code”.
Quello che per molti studiosi di diritto venne definito un “processo farsa”, dove il copione già
scritto veniva recitato solamente come “atto ritualistico di vendetta,”
6
si concluse con la
condanna a morte mediante impiccagione di sette dei ventitré imputati che avevano svolto o
coordinato esperimenti nei Konzentrationslager.
Le esecuzioni esemplari ebbero luogo nella prigione bavarese di Landsberg il 2 giugno 1948.
Solo sette imputati vennero assolti, mentre gli altri furono condannati al carcere a vita o a
venti o quindici anni di reclusione.
7
La sentenza mise in evidenza come “das Gefahrenmoment [degli esperimenti] darf niemals die
Grenzen überschreiten, welche sich aus der humanitären Bedeutung des zu lösenden
Problems ergeben”,
8
ma quali siano in concreto i criteri per la valutazione di ciò che sia
maggiormente importante dal punto di vista umanitario non venne mai spiegato.
Di conseguenza ci si può chieder se il problema inerente le ingenti morti di aviatori tedeschi
non costringesse i medici nazisti a sperimentare metodi di decompressione e di
raffreddamento prolungato e se il loro errore più grande sia stato non considerare i “soggetti
da esperimento” degli esseri umani ma esclusivamente del “materiale” a loro disposizione.
5
IVI, p.363.
6
“[…] exposing the trial as a ritualistic act of revenge”, HORST H. FREYHOFER, The Nuremberg Medical
Trial, The Holocaust and the Origin of the Nuremberg Medical Code, New York 2005, p. 48.
7
I dati si riferiscono solo al Processo ai medici.
8
A.MITSCHERLICH-F.MIELKE, Medizin…, cit., p. 355.
4
Difatti nelle lettere di molti dei medici in questione indirizzate ai loro superiori si leggono
sovente appellativi del tipo “materiale”, “delinquenti abituali” e “criminali di professione”, in
sostituzione dei generici “soggetto” e “prigioniero”. Il dottor Gräfe rassicurava i suoi
assistenti spiegando loro come “die Versuche würden nicht an Häftlingen stattfinden, sondern
nur an Polen, dass die Polen eigentlich keine Menschen seien”.
9
È cosa d‟altra parte risaputa che i prigionieri di “razza ebrea o polacca” fossero considerati dai
seguaci del Reich Führer non appartenenti al genere umano. In risposta a ciò si può riportare
l‟affermazione di uno dei più brillanti scienziati al mondo, Albert Einstein, il quale, ebreo,
rispose alla domanda sulla sua razza con il semplice, eloquente e delucidante sintagma
nominale: “razza umana”.
Il 20 agosto 1947 si affermarono i dettami internazionali in materia di ricerche scientifiche
condotte su esseri umani e venne stabilita l‟importanza del “consenso volontario del soggetto
da esperimento”, mai citata altrove in data antecedente.
Tale “neologismo” se da una certa prospettiva limitava i poteri fino ad allora pressoché
illimitati dei ricercatori che, avvalendosi della propria laurea in medicina, non si curavano di
informare la “cavia-paziente” sui rischi delle cure che le venivano somministrate, forse perché
solo un dottore ne avrebbe capito a pieno l‟utilità per via della complessa terminologia latina;
dall‟altra rendeva arduo lo sforzo dei medici filantropici che dovevano ottenere dal paziente
pile di documenti firmati per poter procedere con le cure dopo avergli accuratamente spiegato
i rischi nei quali sarebbe incorso. Se ciò ledeva l‟autostima del corpo medico, d‟altro canto era
una conquista del paziente che d‟ora in avanti avrebbe fatto sentire la propria voce.
9
IVI, p.160.
5
Compito gravoso è stabilire se ciò sia un bene oggi. Molti medici sono dell‟avviso che solo un
dottore può sapere se una cura è necessaria e cosa è veramente benefico per il suo paziente, il
quale è oggi liberissimo di rifiutare di farsi curare a scapito stesso della propria vita.
Ciò che si rivelò necessario a seguito del Processo ai medici nazisti, diviene così in epoca
odierna fonte di discussione e incertezza.
Come ogni processo che si rispetti, dove anche la testimonianza di difesa da parte del più
crudele degli assassini viene udita prima di emettere la sentenza, dedicheremo qui lo spazio
necessario anche alle parole degli imputati del Processo dei medici, per cercare di capire
l‟esigenza della nascita del consenso informato e dell‟odierno codice deontologico.
In particolar modo il nostro intento sarà quello di cercare meramente di comprendere quali
siano state le motivazioni intrinseche che spinsero tali ricercatori a trovare metodi per salvare
vite umane estirpandone altre o a collezionare scheletri di vittime ebree per l‟Università di
Strasburgo o ancora a provocare intenzionalmente ferite da arma da fuoco, infezioni e contagi
per poi tentare di inventare cure miracolose e rapide nonché necessarie in tempi di guerra.
1.2. Testimonianze di difesa da parte degli imputati.
“Das Bewusstsein, diesen Menschen [centinaia di migliaia di persone che morivano
per la peste e per il beriberi]
10
helfen zu müssen und doch mit dem bisherigen
Stand der Wissenschaft machtlos zu sein, das war der Grund, nach neuen Wegen zu
suchen, auf sich selber solche Lasten zu nehmen und anderen Menschen derartige
Leiden zuzumuten.”
11
10
L‟imputato Rose addusse esempi storici noti per legittimare la propria condotta.
11
Testimonianza del Dott. Rose, Verbali del processo, p.6266 sgg, tratta da: A.MITSCHERLICH-F.MIELKE,
Medizin…, cit., p.140.
6
Dei 1471 documenti messi agli atti durante il processo, 901 venivano presentati dalla Difesa.
Nessuno degli imputati si dichiarò mai colpevole, chiese scusa né mostrò segni evidenti di
rimorso alcuno. Non smentirono le accuse ma riconobbero comunque le loro responsabilità
nell‟aver condotto esperimenti dall‟esito sovente letale.
La loro ostentata convinzione di aver agito per il benessere dell‟umanità e di avere contribuito
al progresso scientifico oltre che dalle parole pronunziate traspariva anche dalla fierezza dei
loro volti.
Non si trattava di individui con forti turbe psichiche né di ciarlatani, bensì di medici dalla
comprovata carriera.
12
Ciò che maggiormente lascia esterrefatti è che coloro i quali si impegnarono a prestar fede al
Giuramento d‟Ippocrate facendosi carico di lenire le sofferenze altrui finirono poi con il
provocarle intenzionalmente e con lo sterminare sadicamente gente innocente in onore della
dea Scienza.
Hannah Arendt sottolineò il fatto che i nazisti erano uomini che “si erano trasformati in
assassini”, ciononostante “essi non erano sadici o assassini per natura; anzi, i nazisti si
sforzarono sempre, sistematicamente, di mettere in disparte tutti coloro che provavano un
godimento fisico nell‟uccidere”.
13
Al processo emerse la sadicità di azioni spesso prive di giustificazioni attendibili da parte di
medici nazisti come Rascher,
14
ma per alcuni potrebbe apparire veritiera la seguente
disposizione d‟animo:
12
Lo stesso Telford Taylor ribadì le loro “excellent international reputations” durante il processo.
13
H. ARENDT, La banalità del male, Eichmann a Gerusalemme, Milano, 1992, p.113.
14
La figura di Rascher avrà modo di essere approfondita maggiormente in questo stesso capitolo attraverso la
sua corrispondenza epistolare con Himmler e successivamente durante la trattazione degli esperimenti.
7
[…] invece di pensare: che cose orribili faccio al mio prossimo!, gli assassini
pensavano: che orribili cose devo vedere nell‟adempimento dei miei doveri, che
compito terribile grava sulle mie spalle!
15
Per una trattazione chiara e analitica, vengono qui di seguito riportate le giustificazioni
addotte come testimonianza di difesa dagli imputati che parteciparono e promossero gli
esperimenti condotti su VP, Versuchsperson.
1. Il condurre esperimenti su prigionieri era pratica in uso e non destava alcun segno di
diniego in svariati paesi, tra i quali il paese d‟appartenenza del banco delle accuse, ossia gli
Stati Uniti d‟America.
2. I soggetti da esperimento erano criminali condannati a morte e in conseguenza a ciò
venivano adoperati negli esperimenti.
3. I medici agirono senza violare alcuna legge esistente.
4. Non esisteva alcun codice medico che contenesse norme etiche universalmente
riconosciute.
5. In tempi di guerra era lecito non porsi problemi di ordine etico – morale.
6. Era necessario sacrificare le vite di pochi a beneficio dell‟umanità.
7. Le VP erano soggetti che si offrivano volontariamente in cambio della liberazione o di una
maggiore razione di cibo.
8. I medici erano tenuti a rispettare gli ordini loro imposti dai superiori.
9. Gli esperimenti hanno apportato scoperte scientifiche non ottenibili con il solo utilizzo di
cavie animali.
15
H. ARENDT, La banalità…, cit., p.114.