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Capitolo 1
DAL PELLEGRINAGGIO AL TURISMO
RELIGIOSO
Evoluzione storica di un fenomeno sociale.
1- Cos’è il pellegrinaggio?
Il pellegrinaggio è una forma di culto, molto antica, e
comune a diverse tradizioni religiose. Pur con alcune
differenze, infatti, su tempi, luoghi e modi del
pellegrinaggio, alcune religioni conoscono questa pratica di
culto che richiama il bisogno di visitare luoghi
caratterizzati dalla presenza del divino sotto varie forme e
resi sacri da fondatori di religioni, personaggi importanti,
reliquie di santi e martiri, eventi particolari.
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La storia del pellegrinaggio cristiano registra molteplici
mutamenti e progressioni impressionanti: dalla scarsa
attrattiva dei primi secoli, allo sviluppo conseguente la pace
di Costantino; dal ruolo primigenio della Terra Santa
soprattutto del sepolcro di Cristo a Gerusalemme, e biblica
ai sepolcri dei martiri (le cui tombe attirano un sempre
crescente numero di pellegrini), ai luoghi del monachesimo
delle origini; dalla Urbs sacra Roma, ad uno spazio
geografico sacro in continua espansione. La venerazione e il
culto delle reliquie esplodono nel corso del VII sec, anche in
virtù di un vero e proprio moltiplicarsi delle Vitae di martiri
e santi. Del fenomeno si impossessa il culto popolare,
focalizzato sulla devozione per le reliquie, spesso al centro
di dispersioni e traslazione, e sulle manifestazioni
miracolistiche. Con i sec. XI e XII, a seguito di profonde
trasformazioni, prima di tutto la spinta dei migliorati mezzi
di comunicazione e complesse vicende storiche come le
crociate.
1 Lo Giacco M. L, Il pellegrinaggio: profili giuridici, www.olir.it 12
ottobre 2005
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La geografia dei pellegrinaggi cristiani subisce notevoli
mutamenti: permane la centralità di Gerusalemme, declina
Roma, esplode Santiago di Compostella, si afferma S.
Michele nel Gargano, aumentano i pellegrinaggi mariani e
locali
.2
Il pellegrino “è un viaggiatore”, ma le sue motivazioni sono
religiose. Parte alla ricerca e per incontrare una realtà che
esula dal quotidiano. Il pellegrinaggio è un cammino verso
una meta religiosa, che si ritiene, cambierà completamente
la vita del viaggiatore.
Nei primi secoli della cristianità il pellegrinaggio è
essenzialmente un'esperienza individuale; meta prediletta: la
Terrasanta, luogo della vita e della passione di Cristo.
Lo stesso significato etimologico – “per agros”, “attraverso
i campi”, secondo alcuni, o forse meglio “per eger”,
“valicando i confini”, secondo altri – sottolinea
l‟atteggiamento dinamico del pellegrino e la sensazione di
essere fuori dalla propria città, lontano cioè da luoghi
protetti, e pertanto di essere un qualche modo straniero.
E‟ evidente il richiamo alla condizione dell‟uomo,
impegnato a precorrere i sentieri della vita terrena e nello
stesso tempo sollecitato a guardare a mete più alte e
definitive per la propria pienezza esistenziale
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. Il primo
aspetto di questo rito è quello dell‟allontanamento dalla
propria terra e dai legami familiari, vi è quindi un vero e
proprio distacco dalla sua realtà quotidiana.
L‟altro aspetto, complementare al primo, è quello di andare
verso un luogo sacro un luogo cioè ben definito, che egli
stesso ha scelto.
Per i romani infatti il pellegrino è lo straniero, solo più tardi
il termine acquista il significato religioso che indica chi
compie un percorso per incontrarsi con il sacro.
2 Mengozzi M, Pellegrini e luoghi santi dall’antichità al medioevo.
Firenze, il Ponte Vecchio,1999, pag. 8
3 Mastroserio N, Il Giubileo, Bologna, Studio Domenicano, 1999,
pag.74
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Il pellegrinaggio è visto non solo come mero e reale
spostamento nello spazio, quindi da un luogo all‟altro, ma
anche come sinonimo del percorso della vita.
L‟importanza di questa pratica in una determinata società
dipende anche dalla religione e da come questa presenta il
pellegrinaggio ai suoi fedeli. Per alcune religioni, come
l‟islam è obbligatorio, altre invece gli si oppongono in modo
deciso, come la religione protestante. Il cristianesimo invece
lo tollera.
2- Le motivazioni.
Il principale motivo che spingeva i pellegrini fuori dalla loro
terra era principalmente quello di vedere luoghi,
monumenti, reliquie o pregare, ma anche quello di vedere e
toccare in spirito Cristo.
La preghiera e l‟adorazione del pellegrino possono essere di
lode, di ringraziamento, ma anche di espiazione
penitenziale; in alcuni casi il voto era volontario ma altre
volte era imposto per espiare le colpe di colui che
intraprendeva il viaggio. Non da ultimo vi era il desiderio di
procurarsi delle reliquie, che spesso erano solo doni con cui
il clero custode dei luoghi della Terra Santa gratificava i
visitatori. I pellegrini cristiani frequentavano questi luoghi
da quando nel IV secolo Elena, madre del primo imperatore
cristiano Costantino, vi aveva scoperto la vera croce.
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Il viaggio si divede in tre momenti: l‟impegno, lo
spostamento fisico, il compimento. L‟impegno di fare il
viaggio; il pellegrino ha il diritto di implorare una
guarigione, la soluzione di un problema.
L‟impegno può aver preceduto la grazia, cosi come può
esserle posteriore: esso si inserisce allora nella categoria dei
rendimenti di grazie, la cui gamma è infinita.
Il voto può essere privato o collettivo; nel primo caso, il
pellegrino che intende partire avrà tutto l‟interesse, onde
4 Demurger A, I cavalieri di Cristo, Garzanti, Milano 2004 pag 27
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evitare il rischio di falsificazione o di snaturamento, di
confidarsi con una persona religiosa o di buona fede o,
meglio ancora di farsi rilasciare, dall‟autorità ecclesiastica
da cui dipende, un attestato in piena regola che, se ce ne sarà
bisogno o se lo desidera, verrà esibito e autenticato strada
facendo, e poi all‟arrivo: funzione più o meno burocratica,
questa, svolta ai giorni nostri dalle Direzioni diocesane dei
pellegrinaggi (un esempio è la c.d. Compostela)
Nel secondo caso, invece, una collettività umana, politica o
ecclesiastica proclama o affida a Dio, alla Santa Vergine il
proprio auspicio di essere salvata
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.
3- Il cammino.
Il viaggio era sempre preceduto dal rituale della benedizione
ad opera del proprio vescovo e dalla vestizione, rito che
prevedeva la consegna dei componenti dell‟abbigliamento:
un mantello di ruvido tessuto; la bisaccia, una borsa floscia
di pelle appesa alla vita; infine il “bordone” un bastone di
legno con la punta metallica, che aveva un duplice compito
quello di sostenere il pellegrino e di proteggerlo da banditi e
animali. Il rito della vestizione era simile a quello di
cavalieri e sacerdoti, cosi la Chiesa intendeva stimolare la
pietà dei laici, assegnando loro uno status di privilegiati.
L‟abito indossato assicurava infatti al pellegrino uno status
riconosciuto sia dalle disposizioni canoniche che dalle leggi
civili.
Questo tipo di abbigliamento aveva la funzione di
distinguere i pellegrini dai comuni viandanti e di distinguere
una categoria di pellegrini da un‟altra, diversi per classe
sociale e motivazione.
Si potevano distinguere, per esempio i pellegrini
penitenziali, i quali era consuetudine che viaggiassero
scalzi, seminudi e con delle catene.
5 Oursel R,. Vie di pellegrinaggio e santuari, Milano, Jaca Book,
1998 pag 18
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Prima di partire per un pellegrinaggio era concesso a tutti,
anche a quelli che non avrebbero avuto questo diritto, di fare
testamento.
Il testatore doveva soprattutto fissare un periodo di tempo
trascorso il quale senza che esso avesse fatto ritorno a casa i
suoi parenti avrebbero potuto considerarlo morto. In
mancanza di diverse indicazioni, lo stesso clero locale era
considerato custode dei beni del pellegrino. Era prassi che i
beni di colui che partiva per un pellegrinaggio rimanessero
sotto la protezione della Chiesa.
Bolle papali nel XII sec. precisavano i termini di questa
regolamentazione che si rese sempre più indispensabile per
reclutare crociati disposti a recarsi in Terrasanta, oltre per
garantire gli stessi possessi dei principi impegnati a
Gerusalemme. Sovente i pellegrini ricchi, prima di partire,
facevano significative donazioni dei propri beni alla Chiesa,
riservandosene l‟usufrutto in caso di ritorno. Spesso la
Chiesa, una volta divenuta erede, attribuiva una pensione
alla vedova e agli orfani del pellegrino morto durante il
viaggio.
6
Non mancano nemmeno testimonianze secondo cui, nel
quadro di una ecclesiologia che dava grande importanza agli
ordines, ai pellegrini è riconosciuta l‟appartenenza a uno di
questi.
Dal cinquecento fin verso l'anno mille il pellegrinaggio era
un fenomeno prevalentemente individuale. Verso la fine del
primo millennio, invece, prende corpo il pellegrinaggio
collettivo, meglio preparato e senza dubbio meno rischioso.
Dal momento che il pellegrinaggio divenne fenomeno di
massa, le autorità ecclesiastiche si preoccuparono che tutto
ciò non si riducesse a una pratica esteriore.
Anche i compagni di viaggio che si sceglievano erano molto
importanti per i pellegrini poiché potevano dare una vera e
6 Palombo G,. Giubileo giubilei, Roma, RAI-ERI, 1999 pag 28
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propria svolta alla loro vita per cui per questi viaggi era
sconsigliato accompagnarsi a clerici, donne e dubbie
compagnie, ma soprattutto si raccomandava di non
accompagnarsi ad ebrei.
Oltre alla compagnia, anche gli itinerari dovevano essere
sicuri e per tale ragione ai pellegrini era concesso di non
pagare i pedaggi che gravavano sui viaggiatori.
Il costo del viaggio era sempre un problema poiché chi
decideva di partire doveva procurarsi i mezzi per
equipaggiarsi e per sopperire alle spese per il proprio
sostentamento. Per questo motivo, e per la scarsità della
moneta circolante, che la prassi era quella di ipotecare o
vendere i propri beni per avere denaro.
Durante il loro viaggio ai pellegrini doveva essere data
assistenza. Questa, per la Chiesa primitiva era un dovere dei
vescovi, ma erano soprattutto i monaci che ottemperavano
materialmente a questo compito.
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Già nel Codex di Giustiniano assieme ad altri istituti
ecclesiastici, viene annoverato lo xenodochium il cui
significato è, letteralmente, “luogo di ricetto per forestieri”.
Le prime istituzioni ospitaliere sorsero quindi sin dalla tarda
antichità e si può dire che segnarono un po‟ la diffusione del
Cristianesimo.
Lo spedale rappresentava per il pellegrino un‟oasi di
sicurezza o un luogo ove poteva contare di trovare almeno
un riparo notturno, oltre che del cibo ed eventualmente una
minimo di assistenza medica. Le funzioni ospitaliere
altomedievali, seppur presenti lungo le principali direttrici
viarie, privilegiano comunque i centri urbani in particolare
7 “Fra le testimonianze si può citare il Penitenziale di Burcardo di
Worms che riprende testi più antichi che, al n. 115 afferma “Chi non
accoglie sotto il proprio tetto i pellegrini, come ci ha comandato il
Signore… vivrà a pane e acqua tanto tempo quanto ha rifiutato di
accoglierli e non ha osservato, a seconda delle sue disponibilità, i
precetti evangelici, non lavando loro i piedi e non elargendo
elemosine.”cfr Bigi M,. Verso i luoghi di Dio, Edizioni Devoniane
Bologna, 2000 pag 98
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quelli che costituivano i punti nodali di un determinato
percorso.
Così lungo la via Francigena non a caso troviamo
documentati da più antica data e in gran numero, xenodochi
e spedali in città come Pavia, Piacenza, Lucca e Roma.
Fra XI e XII secolo, nel periodo di massima fioritura di
pellegrinaggi, nuove realtà di tipo assistenziale vennero ad
esistenza; accanto alle ecclesie, ai monasteri e agli altri enti
protetti dai sovrani e dai vescovi, sempre più numerosi
sorsero gli hospitia costruiti specificatamente per le
necessità di coloro che si venivano accolti. Si tratterà di
complessi opitalieri comprensivi anche di chiesa, che
espleteranno organicamente una serie di funzioni sempre più
articolata. Queste specializzazioni assistenziali sarà
accompagnata da una moltiplicazione delle pie fondazioni,
che sempre più si distribuiranno lungo l‟intero percorso
delle principali arterie privilegiano, oltre alle città, i punti
più difficili degli itinerari, quali i passi montani,
l‟attraversamento dei fiumi e delle aree paludose.
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Ogni centro abitato di una qualche consistenza demografica
era dotato di una o più spedali dove i pellegrini e i viandanti
poveri potevano albergare gratuitamente.
Questi luoghi raramente hanno conservato i caratteri
originari. Quando non sono andati distrutti, hanno subito
pesanti manomissioni in occasione del loro mutamento di
destinazione.
I conventi dovevano stanziare, allo scopo, notevoli cifre.
Nei primi secoli sulle strade poco frequentate erano
sufficienti i monasteri. Quando non fu più abbastanza, si
iniziarono a costruire degli ospizi, staccati dai monasteri ed
indipendenti ma gestiti comunque dai monaci o da
congregazioni di canonici, i primi ad essere costruiti furono
quelli degli irlandesi.
8 Stopani R, La via Francigena: storia di una strada medievale
Firenze, Le Lettere 1998 pag 80
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Monasteri e ospizi avevano zone separate per le diverse
categorie di pellegrini: l‟alloggio per i poveri non disponeva
né di stalla né di servizi.
Ma ad offrire ospitalità non c‟erano solo i monaci, nel basso
Medioevo inizia a diffondersi anche una forma di ospitalità
a pagamento.
Accanto all‟assistenza gratuita delle istituzioni religiose nel
corso del medioevo si ebbe cosi la progressiva affermazione
anche dell‟assistenza a pagamento di albergatori osterie e
taverne. Per molto tempo questi due sistemi di assistenza
furono praticati entrambi. Il fenomeno conobbe
un‟eccezione con l‟accrescersi del traffico commerciale.
Nel Duecento i fruitori di questa strada sono sempre più
mercanti e uomini d‟affari, le cui esigenze richiedevano un
servizio diverso da quello dato ai pellegrini. Le strutture
ricettive di tipo commerciale si trovavano nelle città e nei
grossi borghi lungo la via.
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Nei periodi di particolare
affluenza si aprivano anche i santuari.
L‟assistenza si limitava ad un ricovero per dormire e non
sempre su di un letto, poteva capitare che dormissero anche
in terra sulla paglia. In alcuni alberghi italiani questo
succedeva ancora nel secondo dopoguerra.
Qualche volta erano i banditi stessi che, vedendo la
documentazione che attestava lo status di pellegrino, li
ospitavano e rilasciavano loro un sigillo che valeva come
lascia passare presso altri banditi.
Un altro aspetto della vita quotidiana dei pellegrini era
l‟alimentazione. Anch‟essa era a carico dei monaci e
risentiva delle differenze di rango degli ospiti. I poveri
mangiavano meno e cibi meno raffinati. L‟accoglienza dei
pellegrini diventava cosi da gratuita ad un onere non
indifferente per i monaci. Capitava infatti che i pellegrini di
rango elevato venissero alloggiati con tutto il loro seguito e
questo significava dar loro cibo con conseguente
impoverimento delle scorte dei conventi. Questi viaggiatori
9 Stopani R, ibidem op.cit, pag 92
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si dimostravano però generosi concedendo donazioni o
privilegi. Nei secoli successivi vennero imposti delle
limitazioni per quanto riguardava il numero di pellegrini da
alloggiare e la durata del soggiorno.
4- La via Francigena
Ancora prima dell‟alto medioevo era iniziata la
trasformazione della rete stradale romana. Per quel che
concerne le strade, già nell‟antichità infatti possiamo
cogliere vari segni di cambiamento. Con il succedersi delle
invasioni barbariche, il grandioso complesso stradale andò
degradandosi.
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Ogni qual volta che si doveva intervenire su un tratto
rovinato, la costruzione di una nuovo tracciato poteva
rivelarsi un‟impresa più sensata del ripristino del vecchio.
Con Carlo Magno, la strada che era considerata dai franchi
il collegamento con Roma, iniziò una nuova era.
Fu proprio per sopperire alle esigenze dell‟amministrazione
carolingia che la via divenne così più stabile nel suo
tracciato e meglio percorribile, iniziando nel contempo ad
essere chiamata “francigena”, cioè letteralmente, strada
generata dalla Francia. La via Francigena era quindi
considerata per i franchi l‟unico collegamento con Roma.
Questo itinerario rappresentava soprattutto nei secoli IX e
X, il percorso seguito dai pellegrini che convergevano verso
i luoghi santi della Cristianità, fino a diventare, alle soglie
dell‟anno mille, un percorso base, facente capo ad una serie
di centri dotati di strutture assistenziali e ricettive. Basti
pensare che alla fine del X secolo questa strada era diventata
ormai un‟arteria ben definita nel suo percorso di base,
facente capo ad una serie di centri dotati di strutture
assistenziali e ricettive.
10 AA.VV, voce: Strada, in Grande Enciclopedia, Istituto Geografico
De Agostini Novara vol XVIII 1976 peg 494