2
non soddisfacente e stressante, rischiano di portare questi vissuti all’interno del nucleo
familiare e di modificare il rapporto con il/i figlio/i.
Infine si considera anche il macrosistema: l’ambiente politico di uno stato, la
sua produzione culturale, gli stereotipi, i valori di riferimento influenzano lo sviluppo,
poiché sono insiti e vissuti da chiunque si accosti al bambino e veicolano le scelte che i
datori di cure operano nei confronti del figlio.
In questo mio lavoro ho voluto trasporre a livello simbolico questa struttura
teorica a cerchi concentrici, affrontando la tematica della gemellarità da un livello più
generale e distante dal mondo/microsistema familiare, fino a quello più vicino e
strettamente legato al vissuto gemellare.
Si è scelto di suddividere questo scritto in due parti principali: una prima
(Capitolo 1 e Capitolo 2) nella quale si osserva la tematica gemellare nel macrosistema
culturale, una seconda (Capitolo 3 e Capitolo 4) nella quale si è entrati maggiormente
nel microsistema della relazione familiare.
Nel Capitolo 1 si è cercato di affrontare la gemellarità con occhio diverso,
ponendo l’attenzione al modo in cui i gemelli siano stati vissuti nelle epoche antiche o
nelle culture tradizionali e a come venga raccontata, soprattutto nella mitologia greca e
romana (famose per creatività, ricchezza di contenuti e finezza psicologica
nell’accostarsi alle diverse tematiche).
Nel Capitolo 2, ci si è interrogati sul modo in cui l’ambiente culturale senta la
suggestione della gemellarità e al modo in cui esso la viva e la interpreti. È stato
interessante notare come in Plauto e nelle sue commedie, i gemelli fossero “utilizzati”
prettamente per creare ilarità, mentre con il passare del tempo la riflessione sul doppio
si è raffinata. Dall’Ottocento in poi, infatti, si è passato a portare su carta la costante
dualità dell’individuo, la sua scissione tra la parte più razionale e quella profonda, dove
vi è la sede dei reali desideri del singolo, delle sue paure e della sua personalità.
Nel cinema le sfaccettature diventano molteplici poiché i diversi registi riescono a
rendere la duplicità dei gemelli e dei singoli in diversi modi, a seconda di ciò che
vogliono raccontare.
3
Nella seconda parte del lavoro e in particolare nel Capitolo 3, invece, si è scelto
di focalizzare l’attenzione sul microsistema familiare e sugli sconvolgimenti, sia positivi
che negativi, che le nascite gemellari portano in famiglia.
Nel Capitolo 4, infine, mi è sembrato opportuno entrare direttamente nel
microcosmo del rapporto fraterno, guardando al modo in cui le relazioni tra fratelli sono
viste dai alcuni padri fondatori della psicologia e prestando particolare attenzione alle
problematiche maggiormente evidenti all’interno del menage fraterno e familiare.
4
Premessa
Si definiscono gemelli il prodotto della stessa gravidanza e sono da considerare
anche come fratelli che nascono lo stesso giorno; Galton nel 1875 identificò le due
tipologie di nascite gemellari, i gemelli monozigoti (MZ) e i gemelli dizigoti (DZ).
Definizione e principali implicazioni legate ai gemelli
GEMELLI DIZIGOTI (DZ) – hanno origine da due differenti uova che vengono
fecondate da spermatozoi distinti, possono essere la risultante di alterazioni ormonali
(come nel caso di cure contro la sterilità) ed essere fecondati in uno stesso rapporto o,
eccezionalmente a seguito di una doppia ovulazione, in due rapporti distinti (Castore e
Polluce, Ercole e Ificle ne sono alcuni “mitici” esempi) (Valente Torre, 1999).
GEMELLI MONOZIGOTI (MZ) – si originano dalla scissione di un uovo
fecondato da uno spermatozoo.
Se si guarda al queste due tipologie, i gemelli dizigoti “portano assai spesso ad
un’ovvia conclusione: già sono diversi, in fondo non sono dei veri gemelli, sono come
fratelli.[…] Specie se il sesso è diverso si procede con convinzione a liquidare la
gemellarità” (Valente Torre, 1999, p. 77) e con sé “un’aspettativa di uguaglianza” (Ivi,
p. 76).
Diverso è il discorso per i gemelli monozigoti: identici in tutto e per tutto nell’aspetto,
sono soggetti ad un’ulteriore omologazione delle somiglianze da parte dei genitori e
dell’ambiente esterno.
5
È possibile fare una riflessione sulle potenzialità dell’embrione umano: quando
due parti di un embrione fecondato si separano, ognuna di esse ha in sé il potenziale per
dare origine a un intero organismo vivente. Questo è il fenomeno della totipotenza
“ciascuna parte che, se fosse rimasta unita all’altra, avrebbe costituito la metà di un
organismo, se viene separata ha da sola la possibilità di costituirne uno intero”. (Ivi, p.7)
Una seconda considerazione, strettamente connessa alla precedente, consente di
abbandonare una serie di pregiudizi sui gemelli: “è smentito dalla totipotenza il
pregiudizio sulla reciproca complementarietà dei gemelli monozigoti che sottende un
dimezzamento del patrimonio genetico e l’assegnazione ad ognuno dei gemelli di una
sola metà […] e ipotizzando quindi un’intrinseca reciproca dipendenza; d’altra parte il
pregiudizio dell’assoluta uguaglianza dei gemelli monozigoti sotto ogni aspetto, come
se si trattasse di un individuo in due copie, viene posto in questione sin dal primo
momento data l’improbabilità che si realizzi una divisone assolutamente simmetrica
dell’uovo.” (Valente Torre, 1999, p. 7).
Moltissime sono state le ricerche effettuate per individuare le principali cause
della gemellarità: un primo dato riguarda la maggiore incidenza di gravidanze gemellari
nelle gemelle e nelle donne con età precedente ai 18 o vicino ai 40 anni (fenomeno
dell’ovulazione tardiva).
Zazzo (Ivi) ritiene che questo dato riguardi solo lo dizigotismo, mentre altri
autori rilevano un’applicabilità di tali criteri anche al monozigotismo con una maggiore
rilevazione di gravidanze gemellari in donne con un’età di 37-38 anni. Sempre lo stesso
autore identifica come ulteriore causa di una poliovulazione spontanea (che può quindi
dare origine a gravidanze gemellari), le alterazioni ormonali indotte dall’uso di
anticoncezionali a base di estrogeni.
Circa la frequenza dei parti gemellari si è in possesso di informazioni
contrastanti (Valente Torre, 1999) sui gemelli monozigoti e dizigoti: i primi hanno
un’incidenza costante che si aggira intorno al 3,5‰ nella popolazione umana e non
presenta alcuna variabilità temporale; a variare è invece la frequenza dei secondi, sui
6
quali influirebbe: l’alimentazione (si ritiene, infatti, che la patata dolce incida
sull’equilibrio ormonale); la posizione geografica, ad esempio la Nigeria ha una
frequenza di gemelli doppia rispetto alla media mentre in Asia è dimezzata (Europa
8‰, Africa 16‰, Asia 3‰). Dal secolo scorso le gravidanze dizigotiche sono
notevolmente aumentate ma tale incremento è da collegarsi alle cure contro la sterilità.
Differenze e somiglianze alla nascita rispetto ai nati singoli
I gemelli, siano essi monozigoti o dizigoti, presentano alcune caratteristiche
peculiari che sono la prematurità generalizzata, peso inferiore alla norma e un alto tasso
di mortalità (Valente Torre, 1999).
Da un punto di vista medico e come confermato dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità, si considera immaturo un bambino che, alla nascita, abbia un peso pari o
inferiore a 2500 grammi o il cui periodo di gestazione essendo stato inferiore alle 37
settimane, non ha permesso un completo sviluppo del feto (riferimenti aggiornati???). I
gemelli nascono frequentemente con un peso ponderale inferiore alla norma ma tale
dato è del tutto normale se si pensa che i bambini si trovano a crescere e formarsi in un
habitat intrauterino “fatto per un solo bambino”; se entrambi raggiungessero le
dimensioni di un bambino singolo questo fatto causerebbe l’espulsione prematura di
uno dei due.
“Zazzo (1960) riporta i risultati di una ricerca condotta in collaborazione con
Lèzine:
- ad uguale tempo di gestazione un feto di gemello ha un peso inferiore a quello di
uno singolo;
- oltre la soglia (ponderata) di 2 kg alla nascita, i prematuri, siano singoli o
gemelli (monozigoti e dizigoti), recuperano quasi sempre entro i due anni di
vita;
7
- per i gravemente prematuri, il ritmo di crescita si mantiene per lo più molto al di
sotto della media nei nati singoli, e il ritardo di sviluppo sembra aggravarsi con
il tempo; nei gemelli il ritmo di crescita è migliore e il ritardo tende ad essere
recuperato.” (Valente Torre, 1999, p. 31)
Considerato quindi che a parità di peso alla nascita, tra un nato singolo e una coppia
di gemelli, la situazione più grave ricade a carico del nato singolo, i parti gemellari
detengono in ogni caso un alto tasso di mortalità: i bambini dovrebbero nascere a non
più di cinque minuti l’uno dall’altro onde evitare l’asfissia del secondo nato.
Non si rileva un ordine nella nascita che sia riconducibile a un ordine nel concepimento:
ulteriori e successivi spostamenti durante il periodo della gestazione, rendono questo
evento del tutto casuale.
Circa lo sviluppo fisico propriamente detto, si rilevano moltissime concordanze
soprattutto nei gemelli monozigoti, per quanto leggere differenze permettano di
avvalorare la tesi che per quanto simili, due gemelli non siano identici: ad esempio, l’età
del menarca non è del tutto concordante.
Maggiormente concordanti sarebbero invece gli elettroencefalogrammi, il
metabolismo basale, la pressione e la circolazione del sangue, il sistema cutaneo e
muscolare. Molti soggetti monozigoti, per quanto questo dato non sia del tutto
generalizzabile, reagiscono in maniera quasi del tutto identica alla somministrazione di
farmaci e all’assunzione di alcool; alcune caratteristiche come l’iride, la struttura fisica,
il peso e l’altezza hanno una concordanza elevatissima.
I gemelli discordanti per la lateralità (uno può essere destrimano e l’altro
mancino) sono definiti “a specchio” ma tale caratteristica non si esprime nella totalità
del fisico; infatti può interessare la lateralità manuale oppure il tipo di dentatura, la
presenza di nei, lo strabismo, ecc.
Un discorso diverso va fatto a proposito delle patologie organiche e psichiche
per le quali la concordanza nei gemelli dizigoti non è più rilevante di quella tra fratelli;
la situazione è diversa nel caso dei monozigoti per i quali vi è assoluta concordanza
8
circa patologie come l’asma bronchiale, leucemie mortali per la cui intensità è
importante rilevare il modo in cui il corpo reagisce a particolari condizioni perturbanti
(radiazioni, intossicazioni, carenze vitaminiche, malattie infettive).
Sulla malattia di Alzheimer non si rilevano dati significativi circa una maggiore
concordanza del disturbo tra gemelli rispetto a quella tra fratelli, né a livello di età di
insorgenza. Infine nel Parkinson (malattia degenerativa caratterizzata dalla riduzione
dei neuroni) la percentuale di concordanza scende notevolmente rispetto ad altre
malattie evidenziando così la scarsa rilevanza di fattori genetici; “tuttavia, il fatto che il
parkinsonismo sia legato a caratteristiche della personalità, chiusa e controllata,
situazione che si consolida in una rigida spartizione dei ruoli nei gemelli, metterebbe a
maggiore rischio nella coppia il gemello che copre il ruolo di dominato, passivo,
secondo la definizione di Gedda” (Valente Torre, 1999, p. 43).