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La tesi parte da una visione complessiva del fenomeno comparando le maggiori
aziende del settore nel riferimento internazionale , analizzando le strategie ed i
vantaggi competitivi per realizzare le performance superiori. Illustro le strutture
organizzative e i sistemi direzionali che hanno portato al successo nel mercato
Nazionale ed Internazionale. La tesi si svilupperà con l’inquadramento del
credito al consumo fornendo definizioni e teorie attraverso l’uso di statistiche e
lo studio del mercato, ricorrendo alle recenti normative del settore a tutela del
mercato e del consumatore nell’ottica di un credito responsabile. Tale
consapevolezza del credito porta il credito ad evolversi da strumento di
pagamento a metodo d’acquisto e programmazione dell’economia famigliare, in
una prospettiva di crescita e miglioramento delle condizioni di vita dell’intero
nucleo famigliare stesso. Da questa evoluzione i dealers che propongono il
credito al consumo per vendere i loro beni hanno creato veri e propri uffici di
marketing finanziario che collaborano per la promozione di campagne
pubblicitarie attraverso uno studio del pricing. Nuove formule finanziarie sono
nate all’interno di questi “cantieri creativi” di marketing finanziario. In un
ambiente molto competitivo dove il prezzo non fa più la differenza, il servizio è
l’unico mezzo di distinzione per mirare al successo dell’impresa. Dopo l’analisi
delle strategie dei dealers espongo la mia esperienza di credito al consumo ed
il rapporto con il dealer, i metodi di collaborazione di sviluppo e di
mantenimento del legame commerciale. Proseguendo con le nuove normative a
tutela del consumatore e l’attenzione che ha iniziato a destare tale settore al
legislatore anche sulla spinta delle normative europee. Tale consapevolezza del
credito responsabile evidenzia l’evoluzione del credito al consumo al credito ai
consumatori. Da questa analisi si passa ai rispettivi prodotti , la loro evoluzione
e le mutate scelte dei consumatori come dimostrato dai rispettivi dati statistici
forniti da Assofin. In conclusione espongo la mia teoria sintetizzando il materiale
raccolto ed analizzato in funzione dei cambiamenti avvenuti e che stanno
avvenendo in previsione dei prossimi mutamenti e sviluppi del credito ai
consumatori.
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CAPITOLO I - INQUADRAMENTO
1.1. Inquadramento del settore.
Credito al Consumo Nozione D.L.vo 1 settembre 1993, n. 385 Capo II
“
1)Per Credito al Consumo si intende la concessione, nell’esercizio di
un’attività commerciale o professionale, di credito sotto forma di dilazione di
pagamento, di finanziamento o di altra analoga facilitazione finanziaria a favore
di una persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o
professionale eventualmente svolta (consumatore).
2)L’esercizio del Credito al Consumo è riservato :
a) alle banche;
b) agli intermediari finanziari;
c) ai soggetti autorizzati alla vendita di beni o di servizi nel territorio della
Repubblica, nella solo forma della dilazione del pagamento del
prezzo.
….” .
L’evoluzione prevista dalla crescente integrativa Europea rende nel tempo
sempre più determinanti le norme e direttive emanate dall’ autorità
sopranazionale. Il credito al consumo è una delle attività svolte dal sistema
finanziario, e va inquadrato come una delle attività di erogazione del credito che
complessivamente favoriscono lo sviluppo dell’economia.
Il credito al consumo è essenziale per l’economia :
Nel 2004 in Italia sono stati erogati 39.340.538.000 euro per un totale di
44.554.911operazioni
Di cui 37.727.787 transazioni di carte di credito, 3.749.063 di finanziamenti
finalizzati, 1.856.851 di autoveicoli e motocicli, 1.085.469 di prestiti personali e
118.683 di cessioni del quinto dello stipendio. Variazione totale operazioni sul
2003 pari al 16,1% e del 13,9% per valore finanziato.(Fonte ASSOFIN)
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Grafico 01. Crescita annua del credito al consumo decennio 1994-2004 per volumi.
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Di seguito rapporterò i dati del credito al consumo al PIL essendo un indice che
permette di confrontare i diversi beni e servizi finali di un determinato periodo
prodotti all’interno di una nazione.
Se in Italia il credito al consumo cresce del 21% il PIL aumenta del 2% se
aumentasse dell’ 1,66% influenzerebbe in senso negativo il Pil per l’1,59%
(fonte Nomisma).
Tabella 01. Crescita % annua credito al consumo
VARIAZIONI DEI FLUSSI ANNUALI DEL CREDITO AL
CONSUMO ( fonte ASSOFIN )
Anno Variazione
annua
1995 21,7 %
1996 25,5 %
1997 33,5 %
1998 22,00 %
1999 27,00 %
2000 22,00 %
2001 16,00 %
2002 06,00 %
2003 17,00 %
2004 13,90 %
1.2. L’andamento dell’economia in Italia (Fonte Istat, Banca d’Italia)
Nella seconda metà del 2004 il Prodotto Interno Lordo in Italia ha fatto
registrare una crescita rispetto al 2003 se pur modesta dell’ 1,0% al disotto
della media dell’area Euro complessivamente del 2,0%, La Germania 1,6% e la
Francia per la prima volta nell’ultimo triennio, ha registrato una crescita
superiore alla media europea con un aumento del 2,5%.Da considerare che
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Stati Uniti e Regno Unito hanno rispettivamente una crescita al 4,4% e del
3,1%.Se il Pil aumenta la domanda nazionale Italiana è cresciuta di meno
rispetto al 2003 dal 1,3% ad un 0,8% nel 2004 sempre inferiore alla media
Europea del 2,0%. A trainare la domanda nazionale hanno contribuito
principalmente gli investimenti e le esportazioni mentre i consumi hanno
partecipato in maniera più contenuta, 1,0% contro 1,4% del 2003 .
Più vivace la crescita degli investimenti, questi ultimi pur se con andamento
decrescente nel corso dell’anno registrando un + 1,9 % con un notevole livello
al disopra della media europea pari al 1,3%. Le importazioni e la variazione
negativa delle scorte hanno inciso negativamente sul Pil rispettivamente dello
0,7% e 0,1% . Il saldo della bilancia commerciale presenta ancora una
dinamica negativa a causa della debolezza economica italiana nei confronti
delle principali aree europee, naturalmente anche dovuto al continuo
apprezzamento nel 2004 del tasso di cambio euro/dollaro (Fonte Assilea).
Grafico 02. Tasso di cambio euro dollaro.
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L’inflazione al consumo ha subito sempre nel 2004 un notevole calo a
questa riduzione hanno principalmente contribuito i prezzi dei beni che hanno
beneficiato della moderazione dei costi di origine interna e dell’apprezzamento
del cambio effettivo nominale dell’euro. I prezzi invece della produzione hanno
subito una significativa accelerazione sia in Italia che nell’Area Euro, in
particolare la produzione di beni intermedi seguito dall’aumento dei prezzi dei
beni strumentali e di consumo , durevoli e non durevoli . Aumenti dei prezzi
dovuti all’aumento dei conti delle materie di base energetiche.
Il mercato del lavoro segnala una modesta ripresa ed il tasso di disoccupazione
continua decrescere attestandosi allo 8,2% leggermente inferiore a quello
europeo 8,9%.
Importante ricordare per una corretta valutazione dei dati riportati che c’è stata
un’ importante modifica apportata dall’Istat nella modalità di rilevazione e di
individuazione degli occupati e delle persone in cerca di lavoro, tale modifica ha
portato alla necessità di ricostruire le serie dei dati storici con evidenti
miglioramenti dovuti alla nuova modalità.
L’indebitamento dello Stato Italiano ha continuato a salire del 3% sul pil,
sebbene i maggiori introiti dei giochi aleatori lotto, sisa ecc.. , dati in
controtendenza con gli altri paesi dell’Aerea Euro. Inoltre la vendita degli
immobili dello Stato, i tagli alla Spesa Pubblica applicati anche in maniera
illogica seppur matematica , il peggioramento delle condizioni dei dipendenti
pubblici e l’emarginazione dei ns ricercatori e classi intellettuali porta ad un
grave peggioramento nella ricerca e sviluppo del ns paese causando danni
enormi alle aziende italiane e di conseguenza all’intero sistema. La ricerca,
prossimo futuro business per i paesi dell’area Euro, viene attualmente ignorata
ed abbandonata dalle politiche di governo. Le aziende private con difficoltà
entrano nel settore della ricerca anche se già nel 2004 segnali di finanziamenti
sono arrivati.
La Banca Centrale Europea ha ritenuto opportuno non abbassare il tasso
ufficiale di sconto mantenendolo al 2,0% mentre il costo del denaro ha
conosciuto una dinamica crescente negli Stati Uniti, arrivando a toccare nel
Novembre 2005 un valore pari al 4,00% , molto al di sopra di quello Europeo.
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L’economia italiana non è ancora uscita dalla fase depressiva degli ultimi
anni. I settori trainanti sono stati nel 2004 la produzione di metallo (+12,5%),
delle raffinerie di petrolio (+10,5%), dei beni d’intermedi (+5,7%) . I settori con
decrementi maggiori sono stati l’estrazione di minerali (-12,5%), del tessile (-
2,1%), dei beni strumentali (-4,9%), dei beni di consumo (-4,0%). I beni durevoli
sospinti dall’espansione del credito al consumo hanno ottenuto un’ incremento
dello 2,8%.
1.3. Posizionamento del credito al consumo nel settore bancario
Il Credito al consumo all’interno dell’organigramma del sistema bancario si
posiziona nell’ area Retail Banking per i crediti concessi alle famiglie. Tale area
è attualmente strategica per tutti i gruppi bancari che stanno investendo
moltissimo in risorse per creare una figura nuova, il consulente del credito alla
famiglia che affianca il promotore finanziario specializzato nella raccolta e
risparmio della famiglia. La normativa e la tipologia del credito si è talmente
evoluta che richiede specialisti del credito che diano la soluzione giusta
all’esigenza specifica della famiglia, o privato, richiedente un prestito.
Dall’acquisto della casa tramite il mutuo, all’acquisto dell’auto con le mini-rate
per arrivare al pay-after offerto dai tour operator nel proporre i viaggi a tasso
zero.
Il credito al consumo deve essere proposto da professionisti che siano a
conoscenza delle norme specifiche sul credito, conoscere la normativa sulla
Trasparenza Bancaria, la Tutela della Privacy, le disposizioni in materia di
Usura e l’Antiriciclaggio e le Clausole Abusive nei contratti stipulati con i
consumatori. Conoscere le frodi, compito del consulente del credito è
smascherare i truffatori che sfruttano il sistema del credito al consumo per
frodare i consumatori, troppo spesso la cronaca riporta casi eclatanti di truffe ai
consumatori. Un esempio famoso di cronaca di un istituto privato di corsi di
lingue che dopo avere fatto firmare le richieste di finanziamento ai clienti ha
interrotto o in alcuni casi mai iniziato i corsi lasciando i clienti con un debito da
estinguere senza avere usufruito del servizio sottoscritto.
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Gli enti che possono concedere il credito sono Banche Ordinarie e
Finanziarie alcune delle quali si sono trasformate in Banche Specializzate. Le
reti commerciali sono formate da Filiali o Agenzie, le prime dirette, le seconde
indirette cioè tramite Agenti iscritti al T.U.S. secondo le norme vigenti.
Le Banche tradizionali sono state le prime a proporre il credito al consumo
come un prodotto da abbinare ai molteplici prodotti finanziari, tramite procedure
bancarie standard concedendo prestiti personali diretti o aperture di credito in
conto corrente o tramite scoperto di conto corrente. Con il passare degli anni le
esigenze dei consumatori sono mutate , la snellezza burocratica e la velocità di
erogazione del finanziamento erano ormai esigenze sentite dal mercato per
soddisfare un bisogno necessario ed urgente del consumatore, ad esempio
l’auto da sostituire per andare al lavoro , la casa nuova per la nascita di un figlio
che richiede più spazio, la lavatrice rotta da rimpiazzare velocemente od il
frigorifero, il climatizzatore per il nonno che soffre il caldo e non può muoversi
da casa per andare in ferie con la famiglia, tutte esigenze che la famiglia deve
affrontare subito senza perdita di tempo. Quando le risorse finanziarie sono
tutte impegnate anche per garantirsi una pensione di vecchiaia o un fondo
imprevisti famigliare, il credito al consumo è l’unico strumento per venire
incontro ai bisogni della famiglia. Da questa esigenza ecco allora che le banche
tramite un Outsourcing creano società ad hoc, Finanziarie indipendenti per
svolgere in maniera autonoma dalla banca , con una gestione svincolata da
quella delle banche e con procedure più snelle ed un orientamento al
commerciale senza precedenti nel mercato del credito. Queste società create
ad hoc per un servizio rivolto al cliente, analizzano le richieste, le classificano
per tipologia del cliente e deI dealers, per entità e destinazione del bene
finanziato, le società di credito al consumo sono delle vere e proprie scuole per
le banche da dove si raccolgono informazioni , eseguono studi ed indagini di
mercato , orientano i loro prodotti in riferimento alle esigenze dei clienti e
studiano il loro comportamento, valutano la concessione al credito su credit
scoring basati sull’esperienza del portafoglio esistente e su banche dati
altamente specializzate e di settore che a loro volta sono alimentate dagli input
degli enti creditizi stessi. Le società di credito al consumo si sono consorziate
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creando l’Associazione Italiana del Credito al Consumo e Immobiliare dandosi
codici deontologici e regole comuni da rispettare. Tutti gli enti sono controllati
dalle autorità monetarie tramite Banca d’ Italia per conto e di concerto della
BCE.
Grafico 03. Suddivisione per tipologia di attività lavorativa e per classe di reddito.