INTRODUZIONE
Scopo di questo lavoro è capire se e come introdurre nuove regole nel poker
Texas Hold’em, al fine di un possibile riconoscimento in qualità di disciplina sportiva di
abilità e come trovare una formula che lo porti fuori dalla categoria di gioco d’azzardo,
nella quale è tutt’oggi considerato.
Il tema della regolamentazione della disciplina del poker nel nostro paese è stato
oggetto di dibattito sin dagli albori della sua pratica, tenendo al centro della discussione
la materia abilità. La diatriba tra gioco di fortuna o gioco di abilità all’interno della
community non ha mai trovato opinioni unanimi o quanto meno egemoni. Alla domanda
preliminare, quindi, di cosa si debba intendere per abilità nel poker, esse possono essere
definite dal grado di qualità della comprensione, dell’elaborazione e dell’applicazione
delle strategie e dei principi di base acquisiti dal singolo individuo attraverso la
letteratura e/o l'esperienza empirica. Non c’è evidenza che contrasti che nelle dinamiche
di gioco tradizionali del torneo di poker, importi di quanto profondamente si possano
conoscere le proprie probabilità di vittoria o quanto evolute possano essere le strategie
in possesso per definire i propri vantaggi nei confronti degli avversari, calcolate in ogni
sezione dello spot (mano giocata). Questo tipo di sapere scientifico è spesso considerato
utile per acquisire maggiore consapevolezza sui rischi di rovina e per favorire
l’elaborazione di nuove strategie per poter affrontare gli avversari sul lungo periodo, ma
non risultano evidenze che lo considerino sufficiente a garantire - strutturalmente - che
il vincitore di uno spot o di un torneo possa essere il giocatore che ha dimostrato di
utilizzare maggiori abilità.
Lo scenario si può ampliare se si considera che le stesse dinamiche di gioco abbiano
provocato un ulteriore effetto negativo nella cultura popolare tale per cui, quand’anche a
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vincere un torneo (online o live) fosse un giocatore di abilità notoriamente conosciuto e
riconosciuto dalla comunità come tale, anche in questo caso – a parere di chi scrive -
dopo circa tre lustri di osservazioni analitiche qualitative direttamente sul campo, dalla
prospettiva di giocatore professionista prima e da quella di addetto ai lavori dopo,
sarebbe giudicato comunque come “particolarmente fortunato”, poiché si ritiene che
nell’ambiente del poker giocato live e online per vincere i tornei sia necessario partire
dietro e vincere il colpo alla fine dello spot almeno un paio di volte nel corso dell’intera
sessione senza, ovviamente, perdere con i colpi in cui più spesso si partirà in vantaggio.
In relazione alla fattibilità di un cambio culturale che questa Tesi di Laurea si propone
di capire, si potrà considerare questo periodo come il periodo dell’accettazione.
Il corso della storia ha visto la predominanza di una corrente scientifica su due
mondi differenti, la matematica. Nell’ambiente del poker live, come nell’online, tra i
giocatori si avverte una forte tendenza mono-prospettica nel considerare abile un
giocatore con spiccate capacità matematiche in relazione alle abilità di utilizzo e
sfruttamento dei software in dotazione, utilizzati per le analisi quantitative
programmate. È un’eredità del passato. Così come i promotori mutuarono la versione
cash game nella forma tornei, praticando solo una variazione strutturale con l’obiettivo
unico di dare un termine alla competizione, automaticamente i giocatori hanno trasferito
la metodologia di analisi e i modelli strategici del cash game alla modalità torneo.
Il tema, per chi scrive, è di grande interesse dal lontano 2008, trovando
inizialmente una soluzione a parte del problema, mentre continuava a mancare
l’elemento scientifico che potesse completare il processo, intervenendo sulla natura
della struttura grezza del gioco ed eliminare la componente aleatoria, leva primordiale e
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figlia del vecchio paradigma economico-sociale che caratterizzava la cultura e la società
delle sue origini.
In questo lavoro si è ritenuto di poter provare a colmare la lacuna e trovare una
soluzione all’enigma.
L’argomento sta diventando oggi interessante per molti. Qualche tempo fa, gli
autori di una community del poker presente su Facebook si facevano la stessa
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domanda, proponendo diverse soluzioni non arrivando però ad una concretamente
plausibile. Intervenendo al dibattito, si è avuta l’opportunità di evidenziare come essi
applicassero principi mono disciplinari orientati al vecchio paradigma dominato dalla
matematica, il calcolo probabilistico e le analisi quantitative, considerandole, da sole,
non più sufficienti per affrontare il tema della regolamentazione della disciplina, nonché
per l’elaborazione di nuove strategie da adottare nelle competizioni dal vivo di poker.
Si ritiene invece che l’equazione richieda un approccio inter-disciplinare, attingendo
dalla semiotica, dalla filosofia dei linguaggi, dalla sociologia economica e della
comunicazione, dalla psicologia della comunicazione e, ovviamente, dalla matematica.
Oggi, vivendo in un contesto complesso, è necessaria una visione sistemica che non si
può affrontare in modo settoriale ma interdisciplinare (von Bertalanaffy, 1950),
abbandonando alcuni saperi scientifici ormai superati ed incapaci di trovare soluzioni
alle criticità che il cambiamento sociale, spinto dal progresso tecnologico, ha traghettato
gli esseri umani dall’era della meccanica all’era de l’informazione-automazione. La
ricerca inter-disciplinare comincia ad essere ritenuta l’unica via per poter rispondere ai
La community è presente sul noto social network con il nome di “Grinderlab”, a cura di alcuni giovani professionisti di poker on
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line. Attraverso il link i contenuti dell’articolo: https://www.facebook.com/groups/GrinderlabGrinders/permalink/
3669415463086860/
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bisogni delle società post-moderne e si userà anche per rispondere alla domanda di
ricerca.
Lo stesso paradigma e l’approccio di più discipline scientifiche si mostrano
molto utili anche dal punto di vista strategico e per lo sviluppo di nuove abilità nel
poker, ma questo argomento non è oggetto di questo studio.
L’elaborato si sviluppa in quattro capitoli. Nel primo capitolo è riportato
l’impianto teorico su cui si fondano le logiche del gioco, con focus sul poker e, in
particolare, sul poker Texas Hold’em e dello sport, con focus sulle discipline di abilità.
Nel secondo si farà una panoramica sulla definizione e misurazione degli Indici di
Abilità -IA, che sono gli indicatori percentuali che determineranno la ripartizione
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parziale del pot in relazione alle abilità coinvolte in una determinata fase di gioco e poi
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si procederà al loro calcolo per ogni fase dei turni di puntata, provando a passare alle
applicazioni pratiche degli stessi indici nei relativi turni.
L’approccio metodologico applicato è stato di tipo induttivo, costituito da
un’analisi generale dello stato attuale della disciplina, estraendo gli elementi ritenuti
critici che, ad oggi, non permettono ancora tale riconoscimento ed elaborare, da una
nuova prospettiva, una struttura in grado di annullare la componente aleatoria a favore
della valorizzazione e preservazione delle abilità individuali.
Il terzo capitolo si dedica all’applicazione del modello organizzativo della Social
Enterprise ad un’organizzazione di eventi di poker live, per la realizzazione di un
evento sportivo, secondo i criteri ideal-tipici del modello elaborato. Il modello
organizzativo Social Enterprise è il risultato evolutivo dell’organizzazione aziendale
Indice di Abilità-Ia: Nel capitolo 2 lo sviluppo della definizione e della formula matematica.
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Pot: Importo generato nel piatto a seguito delle puntate di ogni giocatore coinvolto nella mano per ogni fase di gioco.
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nell’era post-moderna, dominata dal continuo flusso di dati, dallo sviluppo della CMC
(Comunicazione Mediata dal Computer) e dai Social Network. Il processo di
professionalizzazione della disciplina, non riguarda solo il mondo del poker giocato, ma
si rivolge anche alle strutture organizzative, che dall’altra parte dello steccato, vede la
dedizione e professionalità di un intero comparto lavorativo, quello dei Dealer , dei
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Floorman e dei Tournament Director , i veri protagonisti di un evento di successo. La
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governance e la Policy che caratterizzerà il modello Social Enterprise, unito alla nuova
struttura da torneo di poker, permetterà di professionalizzare e valorizzare tali figure
lavorative dal punto di vista metodologico, attribuendo maggiori ruoli e responsabilità,
che si riveleranno fondamentali per il successo dell’evento.
Nel quarto capitolo, sarà presentato un dettagliato piano di comunicazione. Il
piano editoriale sarà in prospettiva, basandosi sulla condizione “ideal-tipica” di legalità
e riconoscimento della disciplina, puntando quindi ad attrarre l’interesse degli
stakeholder verso le nuove opportunità commerciali che il nostro paese potrebbe offrire.
Infine, le conclusioni dell’autore.
Dealer: L’equivalente del croupier francese, addetto ai tavoli dei casino. https://it.wikipedia.org/wiki/Dealer
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Floorman: L’equivalente del Floor Manager, responsabile di area giochi di un casino. https://www.pokernews.it/poker-termini/
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floorman.htm
Tournament Director: Il Direttore del torneo, il responsabile organizzativo e performativo dell’evento. https://en.wikipedia.org/wiki/
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Tournament_director
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CAPITOLO I
IL GIOCO E LO SPORT
I.1 - Il gioco
Etimologicamente la parola gioco trova origine dal latino iocus, comprendendo
molteplici significati, dai giochi di società, a quelli individuali, infantili sino ai giochi
d’azzardo [Tani e Ilari, 2016] . Un altro termine che fa riferimento al gioco è ludico,
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anch’esso dal latino ludus che significa divertimento e svago, spesso usati come sinonimi.
Reperti archeologici testimoniano l’esistenza del gioco già con la presenza dei primi uomini
preistorici, utilizzato soprattutto come rituali magici per intrattenere il villaggio e che nel
corso del tempo si sono trasformati in rituali predittivi evolvendosi nelle forme di gioco
d’azzardo odierni [Tani e Ilari, 2016].
All’interno di questa cornice, il sociologo Roger Caillois elabora una classificazione
individuando quattro categorie di giochi: Agon, Alea, Mimicry ed Ilinx. L’autore definisce le
prime due fondamentali, definendoli elementi opposti e complementari, dove in Agon si
esprimono i giochi dove viene richiesto impegno e capacità al soggetto coinvolto ai fini
dell’esito della performance, mentre con Alea si rappresentano tutti quei giochi in cui i
risultati dipendono dalla componente aleatoria. Tutte le categorie classificate da Caillois sono
caratterizzate da due elementi comuni, la Padia e il Ludus, due poli estremi di una stessa
dimensione. Con la padia egli definisce tutte quelle componenti del gioco che attivano i
meccanismi di spensieratezza e divertimento e che non richiedono particolare impegno ed
attenzione da parte del soggetto coinvolto affidando alla fortuna le sorti del gioco. Con ludus
indica tutte le componenti che richiedono maggiore attenzione, impegno ed applicazione da
Franca Tani, Annalisa Ilari, La spirale del gioco. Il gioco d’azzardo da attività ludica a patologia. Firenze University Press, 2016,
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pp.17-20.
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