4
Facebook: nato il 4 febbraio del 2004, il sito creato dall’allora studente di Harvard,
Mark Zuckerberg, ha conosciuto un incremento mondiale mai visto prima, tale da
diventare, in breve tempo, la killer application5 del moderno social networking.
Avere un proprio profilo sul ‘libro delle facce’, condividere foto, filmati,
iscriversi a un qualche gruppo o, più semplicemente, esserci, sembra certificare un
vero e proprio status symbol informatico, una specie di carta d’identità attraverso la
quale la maggior parte degli internauti si identifica. Sembra che l’essere partecipi di
Facebook rappresenti una moda, un riconoscimento, una modalità di condivisione e
aggregazione sociale.
Ma perché tanto successo per un sito che, alla fine della fiera, non ha portato con
sé novità epocali dal punto di vista ‘architettonico’?
Sebastiano Bagnara sostiene che ‘La caratteristica comune, normale, lo stato delle
cose nell’esperienza delle persone digitali è una frenetica corsa verso il cambiamento
nelle conoscenze e per la ricerca di emozioni nuove’6. Seguendo questa linea di
pensiero si può cominciare ad argomentare che l’ascesa di questa rete sociale sia
dovuta proprio a queste caratteristiche: Facebook, e più in generale le varie
componenti comunicative di Internet, appaiono foriere di situazioni patetiche che
coinvolgono l’utente nella sua totalità, fisicamente e, soprattutto, psicologicamente.
Ma, evidentemente, esemplificare a ciò un tale successo appare riduttivo.
Come, del resto, risulta chiaro che, parlando di social network, non bisogna fare
l’errore di fossilizzarsi esclusivamente sullo studio del ‘libro delle facce’7. Internet,
infatti, è un ambiente abitato da molteplici siti di reti sociali, molti dei quali
sconosciuti ai più, attraverso i quali, in tutto il mondo, milioni di user si tengono in
contatto, vanno alla ricerca di un posto di lavoro, vivono vite parallele.
Ma cosa s’intende esattamente per rete sociale in Internet. Danah M. Boyd e
Nicole B. Ellison sembrano fornire una spiegazione interessante: ‘Definiamo sociali
5
Nuovo dispositivo che s’impone sul mercato in modo fulmineo a scapito dei concorrenti. Menduni E., ‘I media
digitali’, Ed. Laterza, Bari, 2007, p. 244.
6
Bagnara S., Facebook: un luogo per le identità episodiche dal convegno ‘Il Fenomeno Facebook’, Università Roma
Tre, 25 marzo 2009.
7
D’ora in poi FB.
5
siti della rete come servizi basati sul web che consentono alle persone:
la costruzione di un profilo pubblico o semi-pubblico delimitato all'interno di
un sistema;
articolare un elenco di altri utenti con i quali condividere una connessione;
visualizzare e attraversare il loro elenco di contatti, nonché quelli fatti da altri,
all'interno del sistema.
La natura e la nomenclatura di questi collegamenti possono variare da sito a sito8’.
Partendo da tale impostazione teorica, il seguente lavoro di tesi si propone lo
scopo di esplorare il mondo del social networking informatico, cercando di
identificare le pratiche di aggregazione ed i risvolti sociali che essi comportano
all’interno dell’uditorio digitale a cui si rivolgono. In particolare, verrà preso in
esame FB: la sua ascesa, la sua replicazione virale, la sua evoluzione. Esso
rappresenterà il metro di valutazione su cui verranno effettuate analisi statistico-
sociali9, attraverso cui si cercherà di capire le motivazioni di un così grande successo
e, di conseguenza, delineare il profilo tipico degli user dei siti di social network. Si
cercherà, infine, di capire se la popolarità raggiunta fin qui dal sito creato da
Zuckerberg sarà destinata a continuare e ad aumentare, o se andrà via via scemando,
seguendo il destino toccato alla maggior parte dei social network anteriori a FB.
Il lavoro di tesi si articolerà in quattro capitoli. Nel primo verranno illustrate le
pratiche di utilizzo delle reti sociali, il loro rapporto col web 2.0, la loro diffusione
capillare, la loro collocazione spaziale e la loro classificazione.
Il secondo capitolo sarà interamente incentrato sulla tecnologia di Facebook: la
sua nascita, la sua replicazione virale, il livello di utenza raggiunto oggi10 in Italia e
nel mondo, le sue peculiarità, i suoi difetti.
Questi due primi capitoli saranno integrati da grafici e tabelle che aiuteranno il
lettore a inquadrare meglio l’argomento, nonché a fornire numeri e dati scientifici a
supporto della parte teorica. Inoltre, verranno effettuati confronti tra diversi social
8
Trad. di Boyd D. M., & Ellison N. B. Social network sites: Definition, history, and scholarship in Journal of
Computer-Mediated Communication, n° 13, article 11, 2007.
9
Fonti Nielsen online, Alexa, comScore.com ed altre società di studi statistici informatici.
10
Nota metodologica: verrà preso come riferimento limite il periodo in cui tale elaborato viene sviluppato.
6
network, cercando di coglierne le differenze e le caratteristiche specifiche. Infine si
procederà all’analisi degli elementi emersi, cercando di effettuare uno studio
comparato non solo delle reti sociali indagate, ma anche delle conseguenze socio-
geografiche derivanti.
La terza parte del lavoro sarà dedicata ad un’indagine più profonda di FB: le sue
pratiche sociali, l’influenza che genera nell’utente, la molteplicità dei suoi usi, il suo
rapporto col mondo dei media digitali e dell’informazione.
Infine, nell’ultima parte dell’elaborato, a partire dalle esperienze avute da altri siti
di social networking, si cercherà di capirne il destino. Di comprendere, cioè, se, una
volta raggiunto il suo acme, FB continuerà la sua marcia trionfale o se soccomberà di
fronte all’avanzata di nuovi concorrenti, Twitter11 in primis.
Proprio mentre tale lavoro di tesi vede la luce, il nuovo social network, fondato
nel 2006 da Evan Williams, sta scalando velocemente le gerarchie informatiche nel
campo delle reti sociali, surclassando, in percentuale, altri prodotti simili. Una recente
ricerca della Nielsen Online12, mostra come Twitter abbia visto, nel giro di un anno13,
un aumento nel suo numero di iscritti del 1448%.
La rivoluzione è talmente forte che molti studiosi vedono in Twitter il ‘dopo
Facebook’. Tra questi Sree Sreenivasan , guru dei nuovi media e docente della scuola
di giornalismo della Columbia University che, paragonando il network di
microblogging al suo già affermato ‘collega’, afferma: ‘Davanti a Twitter, Facebook
diventa una roba da Diciannovesimo secolo’14.
11
Cfr. Buffolo M., Twitter, il nuovo medium? in ‘Corriere delle Comunicazioni’, anno V, n° 6, 23 marzo 2009.
12
Nielsen’s Social Media QuickTake: May 2009. www.nielsen-online.com.
13
Maggio 2008 - maggio 2009.
14Gaggi M., La rivoluzione di Twitter manda in affanno i media, www.corrieredellasera.it, 24 giugno 2009.
7
8
CAPITOLO 1
PRATICHE DI SOCIAL NETWORK
1.1: ARCHITETTURA DELLE RETI SOCIALI INFORMATICHE
L’evoluzione del social networking informatico corre parallela a quella di
Internet. La rete delle reti, infatti, offre a questo genere di applicazioni il terreno
adatto in cui svilupparsi e proliferare. Appare evidente, dunque, che la crescita di
utenti e tecnologica delle reti sociali sia direttamente proporzionata allo sviluppo e
alle frenetiche trasformazioni che il mondo del web ha conosciuto durante il corso
della sua breve esistenza.
Dai primi social network15, antenati di Facebook, MySpace, Twitter e di tutti loro
‘fratelli’attuali, si è giunti ad un genere di software in grado di collegare, in
brevissimo tempo, utenti fisicamente lontanissimi.
Un’evoluzione parallela, appunto. La tecnologia informatica degli anni novanta
era ben diversa da quella moderna: la struttura stessa di Internet, basata su portali,
bassa interattività macchina-utente e difficoltà di uso non avrebbe mai permesso di
arrivare all’attuale grado di evoluzione e di funzionalità del social networking
moderno.
L’attuale scenario tecnologico, simbolo del regime scopico di inizio millennio16,
è, invece, completamente diverso: l’evoluzione del web, la crescita esponenziale
degli scambi uomo-macchina, la fine dell’egemonia broadcaster17 dei media
tradizionali, il fortissimo incremento della velocità di connessione hanno contribuito
non solo a migliorare le prestazioni di Internet in generale, ma hanno favorito il
fiorire di quel mondo di reti sociali che, ad oggi, ricopre una larga fetta del traffico
15
Il ‘nonno’ dei social network è considerato Classmates.com. Fu creato nel 1995 da un ingegnere della Being per
rintracciare un suo compagno di classe. Il successivo fu SixDegrees, una rete sociale fondata sulla teoria dei ‘sei gradi
di separazione’ di Stanley Milgram secondo cui per raggiungere una qualsiasi persona si ha bisogno di un massimo di
sei intermediari. Zannoni M., in collaborazione con Scorranese R., @mici in rete in ‘Focus’, n° 199, maggio 2009, p.
54.
16
Con il termine regime scopico si intende l’insieme delle immagini fisse o mobili offerte allo sguardo e fruibili dalle
convenzioni visive e tecnologiche di una determinata epoca.
17
Forma di comunicazione tipica dei media contraddistinta da una comunicazione unidirezionale e discendente da un
unico punto emittente verso una platea di riceventi. Menduni E., p. 238, op.cit.
9
online e della comunicazione comune.
Una pratica, quella dell’interazione su Internet, che sembra plasmare l’attuale
collettività e che ricalca il pensiero del sociologo spagnolo Manuel Castells: ‘Il
modello di una società è fondato sulla base delle tecnologie comunicative disponibili.
La fine del primato della scrittura alfabetica e della civiltà del Libro è dovuta alla
diffusione capillare e pervasiva dei new media: la Galassia Internet’18.
Due, tuttavia, sembrano essere i fattori decisivi che, in particolar modo, hanno
contribuito allo sviluppo del social networking odierno: la trasformazione ed il
conseguente passaggio della rete dalla modalità web 1.0 a quella web 2.0 e l’aumento
della velocità di connessione, la cosiddetta banda larga.
Elementi senza i quali non si sarebbero potute sviluppare appieno le tecnologie
attraverso le quali le applicazioni in questione si basano. Entrambi nati ed espansi con
la rinascita di Internet, successiva allo scoppio della bolla speculativa19 della net
economy di inizio terzo millennio ed i quasi contemporanei attacchi terroristici negli
Stati Uniti d’America, che avevano gettato nel caos il mondo informatico in generale.
Non è un caso, infatti, che quasi tutti i siti di social network prendono vita
successivamente a questi accadimenti.
Web 2.0 e banda larga, inoltre, rappresentano due componenti collegate
imprescindibilmente tra di loro: molto probabilmente, infatti, lo sviluppo di uno non
sarebbe stato possibile senza quello dell’altro.
1.1.1: POSSIBILITÀ DEL WEB 2.0
‘Come molti concetti importanti, il web 2.0 non ha confini rigidi ma, piuttosto, un
centro gravitazionale. Si può visualizzare il web 2.0 come un insieme di principi e di
procedure che collegano un autentico sistema solare di siti che dimostrano questi
18
Cfr. Castells M., ‘Galassia Internet’, Feltrinelli, Milano, 2002
19
La bolla speculativa della net economy, ovvero l’economia di Internet, raggiunge il suo apice il 14 gennaio 2000.
Contemporaneamente anche il listino del titolo tecnologico Nasdaq. Prati G., ‘Web 2.0. Internet è cambiato’, UNI
Service, Trento, 2007, p. 10. Nello scoppio della bolla, molti, addirittura, avevano visto la fine di Internet.
10
principi, o parte di essi, a una distanza variabile da tale centro’20.
Quest’interpretazione proposta da Tim O’Reilly sembra incarnare lo spirito di
cosa si intenda per web 2.0. Partecipazione, scambio e riproduzione virale tra utenti
rappresentano punti cardini dell’evoluzione dal web 1.0.
Grafico 121
Grazie a nuovi software, a partire dal 2002 il web diviene una piattaforma
multifunzionale in cui gli internauti non sono più fruitori passivi del medium, ma
divengono co-attori, co-produttori del risultato ultimo. Ciò rappresenta una spinta
essenziale all’evoluzione del social networking: una rete sociale basata sugli scambi e
sulla interconnessione tra producer e user di contenuti.
In particolare, quattro sembrano essere le caratteristiche peculiari del web 2.022:
ξ Il web è una piattaforma. Dai software installati sul pc degli utenti si arriva ai
20
Dalla relazione di Tim O’really del 30/09/2005
http://www.oreillynet.com/pub/a/oreilly/tim/news/2005/09/30/what-is-web-20.html
21
‘Mappa meme’ del Web 2.0 sviluppata nel corso di una sessione di brainstorming durante FOO Camp, una
conferenza tenutasi presso O'Reilly Media. Si tratta, per molti versi, di un work in progress, ma mostra le numerose idee
che scaturiscono dal cuore del Web 2.0.
22Laboratorio di tecnologie audiovisive del corso di ‘Comunicazione di rete’ tenuto dal Prof. Roberto Maragliano,
Università Roma Tre.