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INTRODUZIONE
Il termine cyberstalking viene utilizzato per definire quei comportamenti che, attraverso l’uso delle
nuove tecnologie, vengono messi in atto da offensori definiti cyberstalker con lo scopo di
perseguitare le vittime con richieste di contatto petulanti, messaggi sgraditi anche di tipo
intimidatorio contenenti minacce e offese. L’obiettivo del cyberstalker è quello di infastidire e
molestare la vittima prescelta, distruggendo le sue amicizie e la sua reputazione, sino a commettere
atti di aggressione molto più violenti, anche di tipo fisico.
Il cyberstalking è pertanto un atto violento contro la persona, o meglio, contro la libertà personale,
perpetrato a distanza, non in presenza fisica della vittima e dell'offensore, ma non per questo meno
grave e insidioso, e cagione di gravi conseguenze per le vittime. Concettualmente è abbastanza
simile alla sua controparte offline, lo stalking, sebbene con l'avvento del cosiddetto web 2.0 o social
web, le differenze tra i due crimini si sono accresciute, pur rimanendo in alcuni casi delle affinità.
Nel primo capitolo si tratterà quindi delle definizioni di questo costrutto e delle difficoltà ad oggi
presenti nell'individuarne una che sia ampiamente condivisa tra i ricercatori. Infatti, è solo sulla
scorta di una definizione condivisa che la ricerca può rilevare in modo affidabile la misura della sua
prevalenza e incidenza. Il capitolo prosegue con l'analisi dei metodi di operazionalizzazione e
misura, evidenziando come anche in questo caso non vi è un accordo su quali comportamenti
considerare rientranti nella fattispecie e quali indicatori utilizzare per misurarli. Ciò non rende
sempre agevole la comparazione tra ricerche differenti.
Tenendo presente l’importanza di una concettualizzazione e operazionalizzazione condivise, il
primo capitolo prosegue con l’analisi delle caratteristiche che contraddistinguono i tre attori
principali dell’episodio di cyberstalking: l’offensore, la vittima e il contesto entro il quale si
consuma l’atto persecutorio, il web 2.0 o social web. Per quello che attiene offensore e vittima, ci si
soffermerà sullo stato dell’arte della ricerca riguardo a quelle che sono le caratteristiche
sociodemografiche, mentre per quello che attiene esclusivamente l’offensore, saranno evidenziate
altre caratteristiche, come la motivazione e il profilo psicologico, e infine, l’unico modello
disponibile di classificazione tipologica. Il capitolo si concluderà con l’analisi del contesto, il social
web, per individuarne e aggiornarne le caratteristiche in quanto trattasi di un fenomeno in continua
evoluzione e dove i cambiamenti tecnologici e di utilizzo si susseguono molto velocemente.
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La comprensione degli aspetti trattati nel primo capitolo è fondamentale per il prosieguo dell’analisi
che avverrà nel secondo e che presenterà una panoramica delle principali teorie sul processo di
vittimizzazione da cyberstalking inclusa la ricerca empirica che ne ha testato la validità. In
particolare ci soffermeremo su tre impianti teoretici che hanno ricevuto maggiore consenso tra i
ricercatori: la lifestyle-routine activity theory, la teoria generale del crimine e l’approccio multi-
teorico Self-Control, Opportunity, and Control Balance.
Il terzo capitolo introdurrà le conseguenze del processo di vittimizzazione, proseguendo con
l’analisi delle reazioni più frequenti messe in atto dalla vittima e che riguardano strategie di
affrontamento (coping) con o senza denuncia alle autorità competenti oppure strategie più passive,
come l’evitamento. Tali argomenti stanno emergendo solo adesso come aree di indagine della
ricerca e sono tra quelle più decisive per mettere in atto azioni concrete a sostegno delle vittime.
Un breve excursus su quelli che sono stati rilevati essere i limiti dell’attuale ricerca assieme alle
direzioni future verso cui è auspicabile che i futuri studi si indirizzino, concluderà questa
trattazione.
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CAPITOLO 1 - IL FENOMENO DENOMINATO CYBERSTALKING
1.1 Concettualizzare e operazionalizzare il cyberstalking
La pandemia di COVID-19, in corso nel momento in cui si scrive, ha prodotto e continua a
produrre una crisi mondiale di ampie proporzioni. Oltre al tragico bilancio di vittime, a farne le
spese sono soprattutto i sistemi sociali ed economici, con evidenti ripercussioni nella vita quotidiana
di molti abitanti di questo pianeta.
In questo scenario, la fruizione e l’utilizzo dei mass media e dei social media ha fatto registrare un
notevole incremento (Datareportal, 2020)
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grazie alla loro capacità intrinseca di agevolare lo
scambio di informazioni, di beni e servizi (Bhatti et al., 2020) nonché il ripristino parziale degli
scambi comunicativi ai fini lavorativi, di studio e affettivo-relazionali (Kuchler et al., 2020).
Infatti, le restrizioni alla mobilità e alle interazioni sociali fisiche hanno indirizzato una parte
significativa di studenti e di lavoratori a riorganizzare le proprie attività quotidiane attraverso
l'utilizzo della didattica a distanza/DAD e del lavoro agile/smart working (Riva et al., 2021).
Nondimeno le pubbliche amministrazioni, l’industria, le attività commerciali e professionali hanno
implementato gli investimenti nel social media marketing
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(Datareportal, 2020).
Ed ancora, un forte incremento è stato registrato nell’ambito dell’e-commerce (Bhatti et al., 2020) e
perfino nelle consegne a domicilio di pasti pronti
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o food delivery.
Ma la maggior parte del tempo trascorso dagli utenti sui social media è dedicato ad attività non
lavorative bensì di socializzazione e svago (Datareportal, 2020).
Nella percezione attuale mediata dal fenomeno pandemico, i social media appaiono più che mai
forieri di elevato progresso socio-culturale, in quanto aiutano le persone ad accorciare le distanze
sociali e fisiche resesi necessarie per il contenimento del contagio.
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https://datareportal.com/reports/digital-2020-april-global-statshot - consultato a marzo 2021
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Il social media marketing o marketing nei social media è quella branca del marketing che si occupa di generare
visibilità su social media, comunità virtuali e aggregatori 2.0 per imprese, enti pubblici, associazioni, personalità.
Il Social Media Marketing racchiude una serie di pratiche che vanno dalla gestione dei rapporti online (PR 2.0)
all'ottimizzazione delle pagine web fatta per i social media (SMO, Social Media Optimization). Il termine viene
comunemente usato per indicare la gestione della comunicazione integrata su tutte le diverse piattaforme che il Web 2.0
ha messo e mette continuamente a disposizione (servizi reti sociali, siti condivisione di foto video e diapositive,
comunità 2.0, wiki, etc.). Fonte Wikipedia. consultato a marzo 2021
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https://www.huffingtonpost.it/entry/un-aumento-dei-prezzi-nel-delivery-food-e-fisiologico-nella-seconda-
ondata_it_5fb4d727c5b664958c7c18d6 - consultato a marzo 2021
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Se si osserva il fenomeno da un punto di vista prettamente psicologico, l’elevata incidenza
pandemica, le modalità con cui il virus si trasmette da persona a persona e la perdita o il
ridimensionamento delle opportunità lavorative hanno incrinato il senso di sicurezza di molti
individui (Nowicki et al., 2020).
Inoltre, il distanziamento sociale e i diversi periodi di lockdown a cui le autorità politiche invitano i
cittadini a sottoporsi nel tentativo di contenere il contagio, si sono rivelati avversi al
soddisfacimento di un altro bisogno primario dell’essere umano, il bisogno di appartenenza e di
socializzazione (ibid.).
Non si tratta però di un evento inatteso: negli ultimi dieci anni, i social media avevano già
trasformato il modo in cui individui, comunità e organizzazioni creano, condividono e scambiano
informazioni gli uni con gli altri (Leonardi, 2017; Boulianne, 2019).
Oltre alle numerose opportunità offerte dai social media, occorre tenere in considerazione anche i
numerosi dark side (Baccarella et al., 2018) tra cui i cosiddetti crimini online o cybercrime, cioè
“qualunque atto illecito condotto o facilitato ad altri, agito intenzionalmente tramite internet e che
causa danni materiali e/o immateriali a persone, animali e cose” (Attrill-Smith e Wesson, 2020).
Hayes et al. (2000) tuttavia puntualizzano che il cybercrime è solo un modo a volte più efficace e/o
efficiente di perpetrare i crimini comunemente intesi. Per Brenner (2006) occorre distinguere tra
crimini tradizionali commessi con nuovi mezzi e nuovi crimini invece di comprendere tutto sotto la
definizione ombrello “cybercrime”. Infine Yar (2005) rileva che per cybercrime occorre intendere
una nuova e distinta forma di criminalità.
Di fatto ad oggi non abbiamo una definizione ampiamente condivisa del concetto di cybercrime, e
nemmeno della sua operazionalizzazione, circostanza che risulta fondamentale per almeno sette
ragioni (Payne, 2020):
1. il modo in cui si definirà il cybercrime si rifletterà sulla accuratezza delle stime di
prevalenza e incidenza;
2. le definizioni hanno un impatto sulle conseguenze (o sulle risposte individuali) della messa
in atto di comportamenti specifici;
3. le definizioni hanno implicazioni sul modo in cui i criminologi cercano di spiegare e predire
il fenomeno;
4. le definizioni guidano le strategie di intervento della politica, del sistema giudiziario e di
altri sistemi preposti per il contenimento del fenomeno;
5. le definizioni guidano le strategie di prevenzione utilizzate;
6. le definizioni determinano le metodologie di ricerca utilizzate per studiare il fenomeno;