9
Solo perseguendo però un cambiamento gestionale di ampia
portata orientato alla customer satisfaction
1
, le imprese di
pubblica utilità potranno generare un impatto rilevante sulla loro
attività. Questo cambiamento è dovuto al fatto che negli ultimi
decenni la dimensione della qualità dei servizi pubblici si è
trasformata da “elemento accessorio” di scarso rilievo per il
consumo di massa a esigenza imprescindibile.
Il cliente dei servizi pubblici è oggi competente, sa confrontare,
conosce i suoi diritti e, per soddisfare le sue esigenze, può quasi
sempre scegliere fra più alternative. È quindi indispensabile per
le aziende di questo settore operare secondo una gestione più
sensibile e attenta ai risultati prodotti
2
.
In questo mutato scenario le aziende di servizio pubblico si
stanno gradualmente distaccando da una concezione della logica
di “funzione” ad un rapporto attivo con il mercato, basato sul
pieno soddisfacimento della clientela, in un ottica di “cultura del
servizio”.
Nel caso dei servizi pubblici, la percezione della necessità di
contemperare esigenze di carattere sociale (accessibilità a tutti) e
di carattere qualitativo (soddisfare l’utenza) si è però risolto
nell’attivazione di progetti di miglioramento solo parziali. Quello
che sembra mancare ancora è un approccio in grado di
1
Secondo Cherubini, Eminente (1997, p. 27): “La Customer Satisfaction può essere intesa
come la percezione di aver speso bene il proprio denaro, avendo ottenuto il massimo
possibile rispetto alle risorse disponibili e, più in generale, rispetto alla realtà ambientale in
cui si vive”.
2
Per approfondimenti Martone (2002, p. 142)
10
coinvolgere tutta l’organizzazione per innescare processi
innovativi di un cambiamento culturale.
In quest’ottica, l’orientamento alla customer satisfaction può
rappresentare la metodologia efficace.
Si tratta di porre il cliente al centro dell’organizzazione
aziendale, passando da obiettivi di zero service defect a quelli di
zero customer defection
3
, intendendo ciò come conoscenza delle
attese e delle percezioni dei clienti sulla base delle quali
individuare le attività da svolgere.
Tra i risultati che l’orientamento al cliente consente di
perseguire, due assumono particolare rilevanza per le imprese di
pubblici servizi: uno, la creazione di un rapporto di fiducia che si
instaura tra l’azienda e il cliente nella fruizione del servizio
principale, tanto maggiore quanto più significativa è la presenza
di elementi concorrenziali e la valenza del contesto sociale;
l’altro, la correlazione degli aspetti che determinano la
soddisfazione del cliente con fattori - attività e processi - che li
originano e che rappresentano anche i collegamenti tra aspetti di
marketing e aspetti organizzativi dell’impresa.
Se l’approccio di marketing rappresenta, adattato alla realtà dei
servizi pubblici, una indiscutibile validità per il miglioramento
delle modalità di gestione dell’orientamento al mercato (si pensi
3
Vedi Valdani (1995, p. 427).
11
alla creazione di un efficace sistema di front-office), sembra più
urgente la predisposizione di un modello atto a fornire, sulla base
di un monitoraggio costante della soddisfazione del cliente, un
quadro di interventi strutturali per la riprogettazione dei macro-
processi aziendali, in particolare sulla gestione delle persone in
azienda.
1.1.1. Un modello di riferimento
Figura 1. Un modello per l'analisi della customer satisfaction
(Fonte: Valdani, Busacca, 1992)
Nel modello per l’analisi delle determinanti della soddisfazione
del cliente, presentato in figura 1, sono identificati cinque
elementi centrali:
● gli obiettivi di customer satisfaction pianificati dal top
management (soddisfazione pianificata)
● gli obiettivi di customer satisfaction assimilati dal
personale aziendale (soddisfazione recepita)
Soddisfazione
pianificata
Soddisfazione
recepita
Soddisfazione
percepita
Gap di
progettazione
Gap di
coinvolgimento
Gap di
realizzazione
Gap di
percezione
Gap di
consonanza
Gap di
allineamento
Gap di
valore
Gap di
sintonia
Soddisfazione
offerta
Soddisfazione
desiderata
12
● il livello di soddisfazione traibile dall’offerta aziendale
(soddisfazione offerta dall’impresa)
● gli obiettivi di soddisfazione perseguiti dalla clientela
(soddisfazione desiderata dal cliente)
● il livello di soddisfazione effettivamente percepito
dall’utenza (soddisfazione percepita)
La costante verifica di questi elementi è la condizione necessaria
per un accrescimento continuo della soddisfazione del cliente: la
presenza di eventuali gap si riflette negativamente sulla capacità
aziendale di soddisfare i bisogni della domanda. Gli scostamenti
verificabili sono riferibili a 8 tipologie:
1) Gap di sintonia: dipende dalla capacità dell’impresa di
analizzare in profondità il sistema di aspettative dei clienti,
individuando e soddisfacendo le loro esigenze funzionali.
2) Gap di valore: si verifica quando la qualità attribuita dai
clienti all’offerta dell’impresa è inferiore a quella desiderata.
3) Gap di percezione: si riferisce alla possibili divergenze tra
qualità oggettiva e quella percepita dai consumatori.
4) Gap di allineamento: è evidenziato dalla divergenza tra
qualità pianificata dal management e gli standard qualitativi
percepiti dal personale.
5) Gap di progettazione: dipende dalla conoscenza nei
processi di ricerca e sviluppo.
13
6) Gap di realizzazione: originato dall’incapacità dell’azienda
di comporre un profilo di offerta perfettamente corrispondente
alle specifiche di progetto.
7) Gap di coinvolgimento: è riferito allo scostamento tra
standard qualitativi pianificati dal vertice e qualità offerta.
8) Gap di consonanza: è relativo ad una divergenza tra
obiettivi di qualità perseguiti dal personale e la percezione
maturata dalla clientela sul livello qualitativo offerto.
Il modello qui esplicato consente di evidenziare da un lato gli
ostacoli riconducibili a carenze nella pianificazione e nell’
attuazione di politiche di marketing; dall’altro le difficoltà
afferenti alla gestioni delle variabili organizzative.
Sulla base delle considerazioni fin qui svolte, in questa nuova
prospettiva che ogni attività di programmazione e gestione deve
essere svolta in un’ottica di customer satisfaction, passiamo ad
analizzare una delle funzioni divenute più critiche nella gestione
di qualsiasi azienda di servizi pubblici, alla luce della nuova
“cultura di servizio”: la gestione delle risorse umane.
14
1.2. Il ruolo delle risorse umane.
Per le caratteristiche dei servizi di pubblica utilità la componente
umana rappresenta un elemento di importanza cruciale
dell’attività produttivo-erogativa, per cui parlare di qualità dei
servizi significa parlare, necessariamente, anche di qualità delle
risorse umane
4
.
L’evoluzione del sistema competitivo e l’adozione di nuovi
modelli organizzativi, nel corso degli anni Novanta, hanno
accresciuto notevolmente il peso delle risorse umane come fonte
di vantaggio competitivo che deve contribuire a creare valore
aggiunto per il cliente.
Nelle aziende di servizi pubblici la risorsa umana è fattore
primario di costo e pertanto determinante del valore aggiunto;
ma ciò che si vuole analizzare è il ruolo del personale non tanto
come indistinto fattore di costo, quanto come risorsa che
consente di fare la differenza nel servizio erogato al cliente.
Inoltre lo stesso clima aziendale e la cultura aziendale
5
devono
essere sinergizzati da un management consapevolmente orientato
alla qualità dei servizi e dei processi gestionali affinché le risorse
umane siano inserite in un disegno organico di qualità totale in
4
Per Rebora (1991): “Nei sistemi di servizi non può esservi qualità dei risultati senza
qualità delle risorse umane e senza qualità dell’impegno individuale e collettivo, sul piano
professionale e anche semplicemente umano”.
5
Secondo Rebora, Meneguzzo (1990): “La cultura del servizio è costituita dalle idee
dominanti che presiedono alla sua gestione, influenzandone l’impostazione di base ed i
comportamenti degli operatori e degli utenti stessi. […] Al contrario, il carente sviluppo di
una cultura adeguata può divenire fattore di disgregazione anche di una strategia ben
concepita e fattore di depotenziamento delle risorse investite”.
15
cui la loro gestione si afferma come funzione primaria in
un’azienda di pubblici servizi, in tutte le molteplici attività
(reclutamento e selezione, addestramento e formazione, etc.) e
sub-sistemi (retributivi, valutativi, premianti) nei quali può essere
scomposta.
Ancor più nel processo di erogazione dei servizi, infatti, il fattore
umano svolge un ruolo essenziale nel raggiungimento della
customer satisfaction dovuta alle criticità che la sua gestione
nelle aziende di servizi pubblici presenta:
1. Le imprese di servizi pubblici svolgono soprattutto servizi
terziari, ovvero connotati dall’assenza di tangibilità e di
misurabilità (Barbetta 1996). Questa tipologia d'attività comporta
la creazione d'innumerevoli relazioni tra il personale di front-line,
cioè coloro che sono incaricati di svolgerle, e l’utente finale, il
quale spesso è chiamato a partecipare attivamente perché il
servizio possa avere un esito positivo. La creazione di una
relazione tra soggetti erogatori e utenti determina che la qualità
percepita sia fortemente influenzata dall'esito di tale relazione: le
motivazioni, le abilità, le competenze, l'atteggiamento, la
cortesia, la professionalità con cui gli individui operano
comportano, in maniera quasi indipendente dalle strutture
dell'azienda, il risultato.
16
Figura 2. Stato di equilibrio nella gestione delle aziende di servizi pubblici.
La risorsa umana, in un ambiente caratterizzato dall’intangibile, è
quindi l’aspetto più rilevante per la determinazione del risultato
aziendale, tanto che alcuni autori, accanto alla tradizionale
distinzione tra labour-intensive e capital-intensive, hanno
introdotto la nozione, particolarmente calzante per le aziende di
servizi, di attività personality-intensive
6
ovvero “ad alta intensità
di qualità di personale” per sottolineare appunto la rilevanza che
le risorse umane hanno sull'erogazione dei servizi.
2. Il secondo elemento che segnala la criticità delle risorse
umane è l'alto contenuto professionale che i servizi erogati
comportano (si pensi ai servizi sanitari e d'istruzione). Ne
scaturisce la necessità di adottare strutture che privilegino la
condivisione del sapere e la professionalità, piuttosto che le
6
Secondo Normann (1985), la definizione del personale come risorsa critica dell’azienda
deriva dalla caratteristica dell’attività di servizio di essere ad “alta intensità di personalità”,
di avere cioè come elemento fondamentale del proprio funzionamento le modalità di
comportamento e di relazione tra le persone (dipendenti e clienti), a prescindere
dall’intensità di personale e di capitale impiegato. Il servizio è, infatti, in ampia misura, il
risultato di un processo sociale.
Dipendenti
Qualità
Utenti
Soggetto economico aziendale
17
relazioni gerarchiche, pur garantendo un'efficiente erogazione dei
servizi in un ambito d'equilibrio generale dell' organizzazione.
Questo relazione dipendente-utente è stata ignorata per molti
decenni, per il semplice fatto che le aziende di servizi pubblici
facenti parte della complessa macchina dell’apparato statale
erano riluttanti nell’ammettere di avere dei clienti: “cliente” è
stata per lungo tempo una parola associata al solo settore privato.
Di conseguenza lo stesso ruolo del dipendente è stato a lungo
sottovalutato anche per altri motivi come la conflittualità con le
organizzazioni sindacali, la mancanza di sistemi incentivanti per
la motivazione del personale, lo spirito di conservatorismo
ancora oggi presente nel pubblico impiego.
Questo processo di rivalutazione delle risorse umane ha subito, al
contrario, un’accelerata nelle ex società municipalizzate
7
e
concessionarie di servizi pubblici, oggi operanti in piena
autonomia (S.p.A.), dove è possibile scorgere un certo
adattamento dell’organizzazione e della gestione delle risorse
umane a fronte del forte dinamismo ambientale caratterizzante il
contesto economico
8
in cui operano.
7
La massiccia privatizzazione delle aziende pubbliche è stata necessaria allo scopo di
giungere ad un adeguamento del modello amministrativo pubblico (flessibilità gestionale)
rispetto ai possibili cambiamenti di scenario dovuti sia all’evoluzione tecnologica, alla
maggiore competitività, alla nascita di nuovi bisogni della collettività, nonché alla crisi
politico-finanziaria dello Stato e dei singoli organismi pubblici che ha reso appunto
inadeguata la gestione delle aziende pubbliche italiane.
8
Il passaggio da un regime di monopolio ad uno concorrenziale ove il cliente stesso può
scegliere tra diversi fornitori quello più adatto alla soddisfazione delle proprie esigenze.
18
1.3. La funzione del personale.
Per quanto sopra detto, si può affermare che la gestione del
personale ha vissuto un’evoluzione
9
nella quale si è rafforzata
l’importanza di una funzione apposita dedicata ai temi del
personale, la Direzione del Personale (DP), che può presentarsi in
modo differente in relazione sia alle caratteristiche dimensionali
e settoriali dell’impresa, sia all’orientamento strategico adottato
rispetto i temi in oggetto.
Si intravede quindi sempre più un contributo della funzione sia a
presidiare la qualità delle risorse umane e del clima sociale
interno sia a perseguire il cambiamento organizzativo in coerenza
con le caratteristiche del business; un cambiamento sempre meno
orientato a modelli burocratici, cioè forti e rigidi, bensì rivolto a
un’organizzazione evolutiva vista quasi come un insieme di
progetti e comunque sempre più baricentrica sulle persone e
sempre meno sugli organigrammi
10
.
Per esplicare ciò faremo ricorso a quattro variabili.
9
Rispetto ad altre funzioni aziendali, quella del personale è certamente una funzione molto
più giovane che non può vantare l’esperienza della produzione, della vendita, dell’
amministrazione, funzioni che sono nate ‹‹insieme›› all’impresa.
10
Per approfondimenti sull’evoluzione Auteri (2001, p. 32)
19
1.3.1 Le quattro variabili
1. La scelta della denominazione
11
può essere utile per
comprendere meglio la natura ed estensione della DP.
● La dizione “amministrazione del personale” identifica una
separazione della componente di direzione del lavoro da quella
più prettamente amministrativo-contabile (paghe e contributi,
adempimenti sindacali). Questa separazione può dipendere da
diverse opzioni:
a. la politica del personale è prerogativa dell’imprenditore;
b. i poteri di gestione sono delegati a capi intermedi
12
.
● Nel caso di “gestione del personale” vi è anche un impegno
gestionale in quanto la funzione ha una propria autonomia, non
dipendendo più da un’altra direzione, e può contribuire alla
proposta di linee guida alle soluzioni di gestione del personale
pur senza intervenire direttamente alla formulazione di strategie
aziendali.
● Nella tipologia di “Direzione e Sviluppo delle Risorse
Umane”, invece si identifica una stretta integrazione tra politiche
del personale e scelte strategiche, grazie alla creazione di una
11
Nel far ciò utilizzeremo i tre termini che Costa (1997, p. 54-64) ha utilizzato per
designare le tipologie di funzione del personale.
12
Cosicché ciascun capo si troverà a gestire le diverse leve del personale (incentivi,
promozioni, formazione, ecc.) nei confronti dei propri subordinati.
20
funzione ricca di potere, risorse, strumenti e capacità
manageriali.
2. Anche in termini di collocazione organizzativa la DP può
presentarsi in diversi modi:
● può essere collocata al primo livello funzionale ( insieme a
produzione, marketing…), presidiando la gestione complessiva
delle attività inerenti il personale;
● può essere un organo di staff della presidenza o
dell’amministratore delegato che coordina le politiche del
personale;
● può essere un’unità specialistica dotata di competenze,
capacità e strumenti di analisi, valutazione, progettazione;
● può essere una funzione presente esclusivamente in unità
organizzative decentrate (divisioni di prodotto o geografiche).
3. Il termine configurazione della funzione del personale può
essere utile per designare il grado di decentramento della
direzione e la sua natura in termini di organo di staff o di line
13
.
4. Relativamente all’articolazione della DP le aziende
possono optare per una maggiore o minore estensione dei compiti
di cui tale funzione è titolare. Nelle configurazioni più ampie
questa funzione è disaggregata in una decina di sotto-unità,
13
Nel corso degli anni ’70 molte imprese, in particolar modo le multinazionali, hanno
sviluppato unità decentrate del personale finalizzate a portare in “periferia” il supporto alla
linea nella gestione delle risorse umane.
21
responsabili di attività che sono gestite in modo strutturato
solamente dalle imprese di maggiori dimensioni.
Figura 3. Articolazione della funzione del personale
DIREZIONE
DEL PERSONALE
SELEZIONE PIANIFICAZIONE
CARRIERE
VALUTAZIONE
E RETRIBUZIONE
SVILUPPO E
FORMAZIONE
BENEFICI AI
LAVORATORI
PAGHE E
CONTRIBUTI