CAPITOLO 1 INTRODUZIONE
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1. INTRODUZIONE
1.1 Premessa
Quello dell‘acqua è un tema estremamente attuale, in un momento in cui la
situazione ambientale ed ecologica del nostro pianeta, sempre più critica e carica di
incognite, è al centro dell‘attenzione mondiale. L‘acqua è uno degli elementi
indispensabili affinché ad ognuno sia assicurato il diritto umano universale ―a un tenore
di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia” (art.
25, Dichiarazione universale dei diritti dell‘uomo).
Un approccio di tipo economico ad un bene fondamentale come l‘acqua, non
sempre risulta esser la soluzione migliore alle esigenze di milioni di persone che devono
fare i conti ogni giorno con la mancanza di questa risorsa indispensabile. In varie parti
del mondo, le popolazioni stanno lottando contro la privatizzazione delle risorse idriche.
Le alternative ad una gestione da parte dei privati, si basano sul principio che l‘acqua
deve essere pubblica e che la responsabilità della sua gestione debba ricadere sugli
stessi cittadini che ne fanno uso. A tale scopo sono nati il Contratto Mondiale
dell‘Acqua e l‘AMECE ( Assemblea Mondiale degli Eletti e dei Cittadini per l‘Acqua).
Siccità, desertificazione, carenza d‘acqua potabile per usi alimentari, ovvero
quelli che ancora pochi decenni fa sembravano essere problemi riguardanti solo alcune
limitate aree della Terra, caratterizzate da condizioni climatiche particolarmente
avverse, oggi sono avvertiti con apprensione a livello globale.
La causa della scarsità d‘acqua sono molteplici ma ravvisabili nei seguenti punti:
Aumento delle temperature medie e sconvolgimenti climatici;
Aumento della domanda;
Utilizzo improprio delle risorse (dovuto alla scarsa importanza spesso
attribuitale);
Generale inefficienza del sistema di trasporto e distribuzione.
Cosi, ogni estate si ripete la consueta litania mediatica sulla scarsità dell‘acqua e i
telegiornali lanciano allarmi-siccità, eppure si continua ad esempio a scaricare la
cassetta del WC con acqua potabile. Il concetto primario che è necessario comprendere
è che l‘acqua, pur essendo una risorsa rinnovabile, esiste in una quantità non
incrementabile che si rinnova annualmente secondo un ciclo. Alla luce di quanto
esposto è facile capire che la disponibilità totale va assottigliandosi.
Il rimedio esiste ed è alla portata di (quasi) tutti. L‘acqua potabile che ogni giorno
consumiamo per usi igienici e alimentari rappresenta solo una minima parte dei nostri
consumi. Per altri usi come il bucato, lo scarico del WC, le pulizie di casa e l‘irrigazione
del giardino sarebbe sufficiente utilizzare acqua ―meno pregiata‖. Nella fattispecie, il
recupero e l‘uso di acqua piovana e grigia rappresenterebbe una soluzione ideale.
CAPITOLO 1 INTRODUZIONE
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1.2 Obiettivi e lavoro svolto
La presente tesi si inserisce nel filone degli studi applicativi riguardanti l‘uso
sostenibile delle risorse idriche. Il riutilizzo delle acque grigie e l‘utilizzo delle
acque piovane rappresenta, nel panorama mondiale, una nuova fonte di
approvvigionamento non convenzionale che deve essere perseguita al fine di
perseguire lo sviluppo sostenibile. Infatti, il lavoro svolto riguarda il recupero e
l‘uso delle acque piovane e grigie al fine di risparmiare acqua potabile e utilizzare
le suddette acque in base alla loro qualità per gli usi opportuni. L‘obiettivo
specifico è stato di applicare e validare i sistemi di recupero delle acque piovane e
grigie alle tipologie edilizie più ricorrenti, per usi diversi (wc, elettrodomestici,
irrigazione) e in condizioni climatiche differenti, valutando l‘efficienza del sistema
ed il relativo risparmio idrico. Per la valutazione dei sistemi di recupero delle
acque piovane sono stati considerati sia il numero massimo di giorni non piovosi
consecutivi, sia il tempo medio secco. L‘obiettivo finale è stato quello di valutare
la fattibilità economica delle diverse alternative di trattamento delle acque grigie o
potabili nei diversi scenari considerati.
Il lavoro è stato articolato in una prima parte in cui sono state descritte le
problematiche relative alla qualità e quantità della risorsa idrica e alle possibili
applicazioni dei sistemi di recupero e uso delle acque grigie e piovane (Capitolo
2). Quindi è stata descritta la normativa vigente sull‘uso e riuso delle acque per
scopi potabili e non (Capitolo 3). Nel Capitolo 4 è stata riportata la metodologia
utilizzata, mentre nel Capitolo 5 i risultati ottenuti. Infine nel Capitolo 6 sono
riportate le conclusioni.
CAPITOLO 2 ANALISI DELLE RISORSE IDRICHE DISPONIBILI
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2. ANALISI DELLE RISORSE IDRICHE DISPONIBILI
2.1 Carenza idrica
La quantità complessiva di acqua presente nel nostro pianeta ha un valore finito, viene
stimato in circa 1,38 miliardi di Km
3
, di cui il 97,5% corrispondente a 1,35 miliardi di
Km
3
è rappresentato da acqua salata inutilizzabile per scopi antropici e solo il 2,5% del
totale, corrispondente a 35 milioni di Km
3
di acqua dolce idonea per utilizzi umani. Per
quanto riguarda l‘acqua dolce, il 69,5% (24,4 milioni di Km
3
) non è disponibile all‘uso
immediato, in quanto immagazzinata nei ghiacciai e sottoforma di ghiaccio, neve, e
permafrost; il 30,1% (10,5 milioni di Km
3
) è raccolta nel sottosuolo nelle falde
(rinnovabili) e nei giacimenti (non rinnovabili). Solo lo 0,4 % (135.000 Km
3
) è presente
in superficie: nei laghi, nei fiumi, nell‘umidità del suolo, nelle paludi e nelle zone umide
ed è quindi direttamente disponibile all‘uso. Per una corretta stima è corretto
considerare solo quest‘ultimo dato come riserva disponibile di quantità idrica
annualmente rinnovabile. Tale quantità rappresenta il serbatoio complessivo disponibile
per il mondo animale e vegetale, all‘interno del quale un ruolo assolutamente dominante
è rappresentato dal prelievo per le attività umane.
Figura 1. Rappresentazione grafica del ciclo idrologico
(http://ga.water.usgs.gov)
CAPITOLO 2 ANALISI DELLE RISORSE IDRICHE DISPONIBILI
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In molti casi l‘acqua prelevata a un certo punto del ciclo idrologico (Figura 1)
viene restituita, con caratteristiche più o meno alterate, in un altro punto dello stesso. In
altri casi, invece, l‘acqua prelevata e utilizzata viene sottratta, in modo vero e proprio,
almeno temporaneamente dai flussi che vengono continuamente scambiati fra atmosfera
e superficie della terra.
Le piogge annuali garantirebbero una quantità media pro capite di acqua dolce di circa
7000 m
3
/persona, in teoria tale volume risulta ampiamente sufficiente a garantire le
esigenze di ogni singola persona, purtroppo le piogge non sono distribuite in maniera
omogenea nello spazio e nel tempo. Studi recenti hanno documentato che sulla base di
una popolazione mondiale stimata in 6 miliardi di persone, il 16,3% risulta aver acqua
in sovrabbondanza, il 16,7% in relativa sufficienza, il 34,7% in condizione di
insufficienza, il 24,5% in condizioni di stress water e il 7,8% in condizioni di scarsità,
fissando come valore di riferimento 20 litri per persona ad una distanza inferiore al Km.
Considerando complessivamente un volume di risorse idriche rinnovabili costante, il
crescente aumento della popolazione mondiale porta inesorabilmente alla diminuzione
del valore pro capire disponibile. Un importante esempio viene fornito da una dei paesi
più industrializzati al mondo: gli USA. Nel 1955 la disponibilità idrica rinnovabile per
persona era di circa 15000 m
3/
anno, volume che scende nel 1990 a circa 10000 m
3
/anno
e per il 2055 si stima in 7600 m
3
/anno, il che dimostra un valore dimezzato in un secolo
(Fanizzi 2008).
Tabella 1. Situazione idrica nel mondo (Fanizzi, 2008)
Anni
Popolazione
mondiale
(miliardi)
Megalopoli (città > di
10 milioni di abitanti)
Volume di acqua
potabile disponibile
(m3)
1950 2,5 3 17000
2000 6 21 1700
2025 8 50 5100
Parallelamente alla diminuzione del valore pro capire di acqua dolce rinnovabile
disponibile, si verifica un aumento complessivo dei consumi in conseguenza delle
dinamiche demografiche di aumento della domanda per esigenze crescenti di usi
agricoli, industriali e civili. Nel 1900 i consumi pro capite a livello mondiale erano
stimati in 350 m
3
/persona e in 643 m
3
/persona nel 2000, nell‘arco di un secolo, a fronte
di un dimezzamento della disponibilità, si configura un raddoppio della domanda.
L‘aumento della popolazione e parallelamente della richiesta di acqua pro capite pone
molti paesi nella condizione di water stress: annualmente i consumi superano la capacità
naturale di rinnovo della risorsa, ossia il valore della precipitazione annua al netto
dell‘evaporazione a disposizione sotto forma di acqua superficiale e sotterranea
(Autorità di Bacino Regionale del Friuli Venezia Giulia, 2008).
CAPITOLO 2 ANALISI DELLE RISORSE IDRICHE DISPONIBILI
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Per avere un‘indicazione di massima relativa alla sostenibilità nell‘impiego dell‘acqua a
livello nazionale è sufficiente comparare tale approssimativa stima della domanda di
acqua all‘offerta della stessa risorsa che scaturisce dal bilancio idrico nazionale. Tale
quantitativo individuale viene solitamente indicato come disponibilità idrica pro capite
annualmente rinnovabile. Lo sviluppo economico, che in linea generale determina
incrementi nel fabbisogno pro capite di acqua legati agli accresciuti consumi di beni, ha
una ripercussione, sia pure indiretta, anche sull‘offerta dell‘acqua. La relazione esistente
fra disponibilità idrica e sviluppo economico di una nazione non riguarda ovviamente la
dimensione qualitativa dell‘offerta, che è costante è indipendente, ma può incidere sulla
qualità delle acque e sulla loro distribuzione a mezzo di investimenti tecnologici
adeguati e moderni.
Figura 2. Suddivisione dell’utilizzo di acqua nel mondo secondo uno studio di
Aquastat. (FAO Aquastat)
Come evidenziato dalla figura precedente l‘acque per usi civili rappresenta una
quota minore dei consumi idrici, ad esempio in Italia e negli altri paesi che usano molta
acqua per l‘irrigazione è circa il 20%, ma è quella che richiede la qualità migliore,
qualità che in genere hanno solo le acque sotterranee o di sorgente, e comporta quindi
maggiori costi per approvvigionamento, gestione e trattamenti.