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di tipo LR di Dubois e Prade e, nella parte finale vi è la descrizione e la
formalizzazione del Principio di Estensione come strumento fondamentale per istituire
un calcolo delle variabili fuzzy.
1.1 Origini della Logica Fuzzy
Nei primi anni sessanta lo scienziato iraniano Lofti A.Zadeh, Preside del Dipartimento
di Ingegneria Elettrica dell’Università di Berkeley , molto noto per i suoi contributi alla
teoria dei sistemi, cominciò ad avvertire che le tecniche tradizionali di analisi dei sistemi
erano eccessivamente ed inutilmente accurate per molti dei problemi tipici del mondo
reale. L’idea di “grado d’appartenenza”, concetto divenuto poi la spina dorsale della teoria
degli insiemi fuzzy, fu da lui introdotta nel 1964, e ciò portò in seguito, nel 1965, alla
pubblicazione di un suo primo articolo intitolato “Fuzzy sets” in cui egli ripropone l’idea
di una logica multivariata in grado di allargare il tradizionale concetto di logica binaria (o
bivariata) che diviene un caso particolare di questa nuova teoria, ed alla nascita della
logica fuzzy. Il concetto di insieme fuzzy, e di logica fuzzy, suscitò numerose critiche da
parte del mondo accademico 3.
Una delle maggiori critiche che incontra la logica fuzzy è quella di essere una “
probabilità mascherata ”. Per dimostrare che ciò non è vero, distinguiamo tra i concetti
di “casualità” e di “fuzziness”. La casualità si riferisce all’incertezza circa l’appartenenza
di un oggetto ad un insieme non fuzzy (e ciò rientra nel ragionamento bivalente). La
fuzziness si riferisce a quel genere di imprecisione associata ai gradi intermedi tra la
completa appartenenza e la non appartenenza ad una logica quindi ad infiniti
valori. In ciò la logica fuzzy rappresenta un ottimo strumento di gestione della
polivalenza e della vaghezza del linguaggio naturale, pur ammettendo una struttura
formale che ne permette una successiva rappresentazione numerica.
Nei suoi primi anni di vita la logica fuzzy non ebbe molti consensi considerando che
anche i suoi pochi sostenitori non erano in grado di mostrarne nessuna applicazione.
3
Venticinque anni dopo la pubblicazione dell’articolo lo stesso Zadeh afferma che: la tradizione
cartesiana del rispetto per ciò che è quantitativo e preciso e il disprezzo per ciò che è qualitativo e
impreciso è troppo radicata per essere abbandonata senza resistenza L’assunto di base di questa
tradizione è stato espresso da Lord Kelvin (uno tra i più imminenti intelletti del diciannovesimo secolo)
nel 1883. Egli afferma che “ nelle scienze fisiche un primo essenziale passo nella direzione di apprendere
una qualche materia è quello di trovare principi di calcolo numerico e metodi praticabili per misurare
alcune quantità ad essa connesse. Spesso affermo che quando puoi misurare quello di cui stai parlando
ed esprimerlo in numeri, allora conosci qualcosa su di esso; ma se non puoi misurarlo, se non puoi
esprimerlo in numeri, la tua conoscenza è di un tipo insoddisfacente: potrebbe essere l’inizio della
conoscenza , ma nei tuoi pensieri sei appena approdato allo stato di scienza, di qualunque questione si
tratti” (Zadeh 1990, pp. 95-96 ).
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Il primo prototipo di un’applicazione della logica fuzzy si ebbe nel 1974 ad opera di E.
H. Mandani che sviluppò in Gran Bretagna il primo sistema di controllo di un
generatore di vapore basato sulla logica fuzzy. Da allora gli studi degli impieghi della
fuzziness si sono moltiplicati soprattutto in Giappone dove, probabilmente per ragioni
economiche, le idee di Zadeh hanno incontrato meno resistenza.
La più famosa applicazione fuzzy è stata la realizzazione, nel 1987 di un sistema
automatizzato per il controllo operativo dei treni metropolitani della città di Sendai,
dove accelerazioni e frenature sono ottenute in modo molto più morbido che se
affidate all’intervento umano.
La logica fuzzy mette in discussione e modifica il concetto di “ Logica Binaria”, secondo
il quale i predicati possono assumere solo due stati (i.e vero e falso). Questa logica è alle
basi del funzionamento dei calcolatori tuttavia essa può essere imprecisa e non aderente
alla realtà che presenta molteplici sfaccettature.
Attraverso l’approccio fuzzy è possibile:
o trattare adeguatamente ogni tipo di informazione imperfetta;
o descrivere le incertezze e la complessità di alcuni sistemi;
o descrivere le ambiguità relative ad un fenomeno (economico, sociale,
fisico,….);
o catturare la vaghezza di termini linguistici in espressioni del linguaggio naturale.
Dal punto di vista matematico, la vaghezza di un concetto viene formalizzata
definendo le funzioni di appartenenza che esprimono una misura della similarità
dell’oggetto considerato, ad una certa classe di riferimento.
Se consideriamo, ad esempio, il mercato borsistico è evidente che i titoli con prezzo
molto basso hanno un’elevata probabilità di essere venduti ricavandone scarso profitto,
l’esatto contrario accade per i titoli con un prezzo molto elevato. Quindi per queste due
categorie di titoli non esiste dubbio intorno alla loro funzione di appartenenza (avremo
un valore della funzione di appartenenza prossimo allo zero nel primo caso , e prossimo
ad uno nel secondo caso), mentre per i titoli quotati con un prezzo intermedio la
funzione di appartenenza diventa più “vaga”. Nell’approccio fuzzy quest’inconveniente
viene risolto definendo un’opportuna funzione di appartenenza che indica in che misura
un titolo appartiene alla classe dei “titoli da vendere”. Per un titolo con prezzo
intermedio, che a seconda delle circostanze può essere giudicato sia vendibile che
acquistabile da parte di un operatore, la funzione di appartenenza assumerà un valore
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pari a 0,5. La logica fuzzy non attribuisce ad un evento la sola condizione di “vero” o
“falso” ma associa a quello stesso evento una vasta gamma di condizioni!
1.2 Aspetti matematici
1.2.1 Insiemi classici (Coppi, R., 2003)
Nella teoria degli insiemi classici, dato un “Universo” di elementi , che indichiamo con
X , un suo sottoinsieme ( )XA ⊆ è definito tramite la sua funzione caratteristica:
( ) Xx
Axse
Axse
xA ∈∀
∉
∈
=
0
1
µ
Se l’oggetto x è un membro del sottoinsieme A si hanno due alternative: l’elemento
Ax ∈ oppure l’elemento Ax ∉ (“tertium non datur”). Su questa base si fonda la
logica classica di tipo “dicotomico”.
(“vero/falso”, “accade/non accade”) con il relativo “Principio di Non Contraddizione”
( )∅=∩ AA .
Gli insiemi con funzioni caratteristiche a due valori vengono chiamati insiemi ordinari
o semplicemente insiemi; un insieme per il quale la funzione di appartenenza assume
solo questi due valori viene chiamato “crisp” (la teoria degli insiemi classica studia gli
insiemi crisp). Gli insiemi classici ammettendo solo i due valori di appartenenza estremi:
0 e 1, non appartenenza e completa appartenenza possono essere considerati come un
caso particolare di insiemi fuzzy.
Figura 1: Funzioni di appartenenza relativi a due insiemi classici
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
0 1 2 3 4 5
( )xAµ
x
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
0 1 2 3 4 5
( )xBµ
x
- 13 -
Le funzioni Aµ e Bµ definiscono due insiemi classici o crisp. Il primo insieme è
composto da un unico punto, il numero 3, il secondo da tutti i numeri reali
nell’intervallo chiuso [2,4].
1.2.2 Insiemi fuzzy
Il principio fuzzy afferma che “tutto è questione di misura”.
“Nel mondo reale tutto è questione di misura, non esiste solo il bianco o il nero ma ci
sono anche le sfumature. La scienza tratta questi chiaroscuri come se fossero solo
bianchi o neri.
Il paradosso è che la scienza ha contribuito a creare un mondo meno preciso
approssimando o trascurando alcuni concetti. Basti pensare alla logica Aristotelica
bivalente che ammette solo due valori di verità: vero o falso, bianco o nero, tutto o
niente e si riduce ad assumere A o Non-A. Einsten aveva tratto le sue conclusioni sul
chiaroscuro della logica fuzzy:
“nella misura in cui le leggi della matematica si riferiscono alla realtà sono certe. e nella misura in cui
sono certe, non si riferiscono alla realtà”.
La scienza descrive il mondo attraverso degli enunciati che non sono interamente veri o
interamente falsi, non sono bivalenti, ma polivalenti, la loro verità totale sta nella via di
mezzo, nei grigi chiaroscuri fuzzy”.(Kosko)
Partendo dalla definizione di insieme fuzzy, introdotta dallo scienziato iraniano Lotfi
A.Zadeh nel suo articolo “Fuzzy sets” (1965):
“un insieme fuzzy è una classe di oggetti con un continuum di gradi di appartenenza. Tale insieme è
caratterizzato da una funzione di appartenenza (caratteristica) che assegna ad ogni oggetto un grado di
appartenenza compreso tra zero ed uno.”
Consideriamo uno spazio di punti X con un generico elemento Xx∈ , ovvero
{ }xX = , un insieme fuzzy indicato con A~ è caratterizzato da una funzione di
appartenenza che indichiamo con ( )xA~µ che può assumere solo valori arbitrari nell’
intervallo [0,1]. In simboli:
( ) [ ] XxxA ∈∀∈ ,1,0~µ
- 14 -
Il valore ( )xA~µ esprime il “grado di appartenenza” di x in A
~
. Quindi più ( )xA~µ è
vicino all’unità, più alto è il grado di appartenenza di x in A
~
.
Figura 2: Funzioni di appartenenza relativi a due insiemi fuzzy
Le funzioni Cµ e Dµ descrivono due insiemi fuzzy. Il primo insieme formalizza
espressioni linguistiche del tipo “intorno a 3” , “vicino a 3” ., “approssimativamente 3”.
Quindi potrebbe essere anche visto come un numero fuzzy. Il secondo insieme può
essere visto come un intervallo fuzzy.
1.2.3 Proprietà degli insiemi fuzzy
Gli insiemi classici ammettendo solo i due valori di appartenenza estremi: 0 e 1, non
appartenenza e completa appartenenza possono essere considerati come un caso
particolare di insiemi fuzzy pertanto le proprietà e le operazioni nell’ambito della teoria
degli insiemi ordinari possono essere estese alla teoria degli insiemi fuzzy. Tra le
definizioni più importanti ricordiamo:
o L'insieme fuzzy A~ si dice vuoto ⇔ la sua funzione di appartenenza ( )xA~µ è
uguale a zero, Xx∈∀
o Due insiemi fuzzy A~ e B~ si dicono uguali ( BA ~~ = ) ( ) ( ) Xxxx BA ∈∀=⇔ ,~~ µµ .
o Il complemento di un insieme fuzzy A~ si indica A~ e viene definito da:
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
0 1 2 3 4 5
( )xCµ
x
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
0 1 2 3 4 5
x
( )xDµ
- 15 -
( ) ( ) Xxxx
AA
∈∀−= ,1 ~~ µµ
o A
~
è contenuto in (o è sottoinsieme di) B~ ⇔ la funzione di appartenenza di A~
è minore della funzione di appartenenza di XxB ∈∀~ .Ovvero :
( ) ( ) XxxxBA BA ∈∀≤⇔⊆ ,~~ ~~ µµ
o L’unione di due insiemi fuzzy A~ e B~ con le funzioni di appartenenza ( )xA~µ e
( )xB~µ è un insieme fuzzy C
~
che scriveremo come BAC ~~~ ∪= la cui funzione di
appartenenza ( )xC~µ è connessa a quelle di A
~
e B~ attraverso :
( ) ( ) ( )[ ] Xxxxx BAC ∈∀= ,,max ~~~ µµµ
in forma abbreviata:
( ) ( ) ( )xxx BAC ~~~ µµµ ∨= dove ∨ è l’operatore unione.
L’unione gode della proprietà associativa ovvero:
( ) ( ) CBACBA ~~~~~~ ∪∪=∪∪
Un modo alternativo di definire la proprietà dell’unione è: “ l’unione di A~ e B~ è
l’insieme fuzzy più piccolo che contiene sia A~ che B~ . Ovvero se D~ è un qualsiasi
insieme fuzzy che contiene sia A~ che B~ , allora contiene anche l’unione di A~ e B~ ”.
o L'intersezione di due insiemi fuzzy A~ e B~ con funzioni di appartenenza ( )xA~µ e
( )xB~µ è un insieme fuzzy C
~
che scriveremo come BAC ~~~ ∩= la cui funzione di
appartenenza ( )xC~µ è connessa a quelle di A
~
e B~ attraverso:
( ) ( ) ( )[ ] Xxxxx BAC ∈∀= ,,min ~~~ µµµ
in forma abbreviata:
( ) ( ) ( )xxx BAC ~~~ µµµ ∧= dove ∧ è l’operatore intersezione.
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Un modo alternativo per definire la proprietà dell’intersezione è: “l’intersezione di A~
e B~ è l’insieme fuzzy più grande che contiene sia A~ che B~ ”.Come l’unione anche
l’intersezione gode della proprietà associativa.
Cosi come avviene per gli insiemi ordinari (Teoria degli insiemi classica), gli insiemi
fuzzy A
~
e B~ sono disgiunti se =∩ BA
~~ ∅
Con le operazioni di unione, intersezione e complemento, molte delle identità definite
per gli insiemi ordinari vengono estese agli insiemi fuzzy come le Leggi di De Morgan e
le Leggi distributive:
BABA
BABA
~~~~
~~~~
∪=∩
∩=∪
Leggi di De Morgan
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )BCACBAC
BCACBAC
~~~~~~~
~~~~~~~
∪∩∪=∩∪
∩∪∩=∪∩
Leggi Distributive
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1.2.4 Operazioni algebriche sugli insiemi fuzzy
Oltre alle operazioni di unione e intersezione, si possono stabilire numerosi altri modi
di formare combinazioni di insiemi fuzzy e metterli in relazione l’un l’altro. Tra i più
importanti ricordiamo:
o Il prodotto algebrico di A
~
e B~ indicato con BA ~.
~
è definito in termini di funzioni
di appartenenza di A
~
e B~ attraverso
( ) ( ) ( ) BABAconXxxxx BABA
~~~~
,. ~~~
.
~ ∪⊂∈∀= µµµ
La somma algebrica di A~ eB~ indicata con BA ~~ + è definita come:
( ) ( ) ( )xxx BABA ~~~~ µµµ +=+
con la condizione che ( ) ( ) Xxxx BA ∈∀≤+ ,1~~ µµ
o La differenza assoluta di A
~
e B~ indicata con BA ~
~
− è definita come:
( ) ( ) ( ) Xxxxx BABA ∈∀−=− ,~~~~ µµµ
o La combinazione convessa4 degli insiemi fuzzy arbitrari A~ , B~ e Λ~ si indica con
( )Λ~;~,~ BA e viene definita dalla relazione:
( ) Λ∀Λ+Λ=Λ ~,~~~~~;~,~ BABA
In termini di funzioni di appartenenza:
( )
( ) ( ) ( ) ( )][ ( ) Xxxxxxx BABA ∈∀−+= ΛΛΛ ~~~~~;~,~ .1. µµµµµ
Una proprietà base della combinazione convessa di A~ ,B~ e Λ~ è espressa da :
( ) BABABA ~
~~
;
~
,
~~~ ∪⊂Λ⊂∩
4
Negli insiemi ordinari con una combinazione convessa di due vettori f e g si intende una combinazione
lineare di f e g del tipo ( )gf λλ −+ 1 in cui 10 ≤≤ λ .
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Un insieme fuzzy A~ è convesso ⇔
[ ( ) ] ( )[ ( )] [ ]1,0,,1 212~1~21~ ∈∀∈∀≥−+ λµµλλµ XxxxxMinxx AAA
Una proprietà base degli insiemi fuzzy è espressa dal seguente teorema dimostrato in
Appendice:
Teorema: “Se A~ e B~ sono convessi, lo è anche la loro intersezione”.
o Il supporto supp( A
~
) di un insieme fuzzy A~ è il sottoinsieme crisp di X tale che
( ) 0~ >xAµ
supp( A
~
) = ( ){ }0sup ~ >∈ xXx
A
µ ∈∀x supp( A~ )
o Un insieme fuzzy A~ si dice normalizzato se esiste almeno un x tale che:
( ) Xxx
A
∈∀= ,1~µ
o Si definisce altezza si un insieme fuzzy A~ il valore:
( ) ( )xAh
A
Xx
~sup
~
µ
∈
= .
Un insieme fuzzy A~ si dice sub-normale se ( ) 1~ <Ah
o Si definisce nucleo di un insieme fuzzy A~ il sottoinsieme crisp di X tale
che ( ) 1~ =x
A
µ
Nucleo( A
~
)= ( ){ }1~ =∈ xXx
A
µ
- 19 -
1.2.5 α-tagli (Dubois 1980)
Ogni insieme fuzzy può essere caratterizzato da una famiglia di insiemi crisp chiamata α-
taglio con [ ]1,0∈α .L’α-taglio dell’insieme fuzzy A~ è definito da:
( ){ }αµα ≥∈= xXxA A~,
L’ α-taglio forte dell’insieme A~ indicato con αA è l’insieme crisp :
( ){ }αµα >∈= xXxA A~,
Nel caso in cui 0=α , l’α-taglio forte dell’insieme A~ è il supporto di A
~
.
La funzione di appartenenza di un insieme fuzzy A~ può essere espressa in termini di
funzioni caratteristiche degli α-tagli secondo la formula:
( )
][
( )( )
][
( )xxx AAA αα αµµαµ
αα 1,01,0
sup,minsup
∈∈
==
dove:
( )
∈⇔
=
altrimenti
Ax
xA
0
1 α
α
µ
Essendo gli α-tagli insiemi crisp, tale rappresentazione consente di stabilire un legame tra
insiemi fuzzy e insiemi classici. La rappresentazione attraverso gli α-tagli permette di
al
t
ez
za
nucleo
supporto
( )x
A
~µ
1
0
- 20 -
estendere molte proprietà della teoria classica nell’ambito fuzzy. Questo avviene quando
la proprietà classica è soddisfatta da ciascun α-taglio dell’insieme fuzzy considerato.
1.2.6 Quantità, intervalli e numeri fuzzy
L’universo di riferimento sul quale vengono costruiti gli insiemi fuzzy è il campo reale
R .Si definiscono in tal caso le seguenti entità fuzzy:
a) Quantità fuzzy Q~ , definita come un arbitrario insieme fuzzy su R :
][ 1,0:~ →RQµ
b) Intervallo fuzzy I
~
, definito come una quantità fuzzy convessa, che soddisfa
Ryw ∈∀ , con yw < e ][ ywz ,∈∀ la condizione:
( ) ( ) ( ){ }ywz
III
~~~ ,min µµµ ≥
c) Numero fuzzy C~ , definito come un intervallo fuzzy tale che:
o è dotato di un supporto compatto;
o C~µ è una funzione semicontinua superiore;
o ha un unico valore modale ( unico massimante della funzione di appartenenza,
che indichiamo con C dove RC ∈ ).
Il numero fuzzy C~ costituisce una rappresentazione della nozione: “intorno ad C ” o “
approssimativamente C ”.
Numero fuzzy Intervallo fuzzy
1
x 0
- 21 -
1.2.7 Numeri fuzzy di tipo LR
“Tutto è questione di misura. Anche i numeri? I numeri sono il ,suggello della precisione. Possiamo
rendere fuzzy anch’essi?.....anche i numeri sono fuzzy. Noi lavoriamo continuamente con i numeri
fuzzy, e se sono fuzzy i numeri, tutto lo è” (Bart Kosko).
Un numero fuzzy di tipo LR è definito da una particolare funzione di appartenenza in
cui sono coinvolte le funzione L ed R che rappresentano la forma sinistra e destra di
tale numero fuzzy.
Dubois e Prade (1988) definiscono i numeri fuzzy di tipo LR nel modo seguente:
( )LRCCC βα ,,,
~
21=
dove:
1C e 2C R∈ sono i parametri che indicano il centro sinistro e il centro destro del
numero;
α e β +∈ R rappresentano l’ampiezza sinistra e destra.
Se RL = e βα = il numero fuzzy è detto simmetrico e può essere indicato come:
( )RCCC α,,
~
21=
Graficamente un generico numero fuzzy di tipo LR è rappresentato:
I numeri fuzzy di tipo LR si distinguono in 1LR ed 2LR
a) Un numero fuzzy di tipo 1LR è indicato con
x
2C
R
1C
L
α β
1
0
- 22 -
( )
11
,,
~
LRCC βα=
Dove C è l’unico parametro che caratterizza il valore medio di C~ .
La funzione di appartenenza di un numero fuzzy 1LR è:
( )
( )( )
( )( )
>≥−
>≤−
=
0,,/
0,,/
~
ββ
αα
µ
CxCxR
CxxCL
xC
Dove L ed R sono funzioni decrescenti da +R a [ ]1,0 che soddisfano:
( ) ( ) ( ) ( )xRxRxLxL −=−= ,
( ) ( ) 10,10 == RL
( ) ( ) ( ) ( ) 1,000,11 <∀>>>∀<< xxRexLxxRexL
( ) ( ) 0101 == ReL
Se le funzioni L ed R hanno la seguente forma:
( ) ( )
≤≤−
==
altrimenti
xsex
xRxL
0
101
(1.2.7.1)
si ha un numero fuzzy triangolare e la funzione di appartenenza è:
( )
>≥
−
−
>≤
−
−
=
0,,1
0,,1
~
β
β
α
αµ
CxCx
CxxC
xC
Numero fuzzy triangolare
x β α C
1
0
( )xC~µ