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Capitolo II
La crisi finanziaria del 2007
2.1 La crisi finanziaria della globalizzazione
La crisi esplosa nel 2007 è stata completamente differente dalle crisi
precedenti. Sotto diversi punti di vista, la si può definire la crisi finanziaria
della globalizzazione
36
Le crisi della new economy, dei primi anni 2000, anche conosciute
come “bolle” delle società dot-com
37
, hanno avuto come retroscena la
profonda speculazione sui titoli di società operanti in internet, in un arco
di anni dal ‘97 al 2000, quando il NASDAQ ha toccato quota 5132.52
punti
38
.
Ancora questa crisi è stata differente dalle crisi propriamente sorte
negli anni Settanta, alla metà di quel decennio, come visto nel primo
capitolo, causate dalla guerra arabo-israeliana e dall’abbandono della
convertibilità del dollaro con l’oro.
Le crisi economiche e/o finanziarie sono imprevedibili nella loro
struttura di sviluppo, anche se è possibile cadenzarne gli eventi, grazie ai
quali storicamente – col senno di poi – si è in grado di rileggere in maniera
chiara tutto il processo
39
.
La cronologia di quanto accaduto consente propriamente di
individuare il succedersi di tali eventi, che puntualmente possiamo
sintetizzare in questo modo.
36
Dardot P., Laval C., La nuova ragione del mondo. Critica della razionalità neoliberista, Roma,
Derive Approdi, 2013.
37
Bellofiore R., La crisi globale: l'Europa, l'euro, la Sinistra, Roma, Asterios, 2012, pp. 100-
140 passim.
38
Ibidem.
39
Le scelte delle agenzie di rating alla base della crisi 2008-2009, 5 settembre 2018,
https://www.tendenzamercati.net/scelte-agenzie-di-rating-base-crisi-2008-2009/, ultima
consultazione 3 maggio 2022.
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1. Crescita incalzante dei tassi d’insolvibilità dei mutui subprime
40
nel
mercato azionario di Wall Street, improvvisamente accelerati fra
marzo e aprile 2007.
2. Perdite per le società finanziarie di mutui e per le banche, calando
infatti il prezzo degli immobili arrivando addirittura al crollo, nonché
perdite in conto capitale anche sulle azioni prodotti della
cartolarizzazione. Di conseguenza, le agenzie di rating svalutano, anche
se troppo tardi, il livello di rischio di queste azioni.
3. I clienti dei fondi di investimento temono come i mutui insolventi
possano liquefarsi nelle insolvenze per azioni in portafoglio del fondo
stesso cui sono legati. Dal che, viene fuori un crescente livello di richiesta
di recupero fondi delle azioni.
4. I fondi, con liquidità limitata, provano a rifornirsi sui mercati di
liquidità, senza successo, però: la liquidità sui mercati va evaporando
proprio perché i clienti o gli azionisti cercano di recuperare quanto più
possibile, dacché è partito l’effetto panico
41
.
5. Nonostante le tensioni all’orizzonte, i titolari di fondi tentano di
continuare a vendere azioni in portafoglio, frequentemente in situazioni
svantaggiose – distress selling – cominciando dai fondi prodotto di
cartolarizzazione dei titoli. Tuttavia non vi sono acquirenti, sul mercato,
evaporando così liquidità persino sui mercati azionari secondari, ossia i
mercati relativi alla cartolarizzazione dei titoli ipotecati. I mutui non
40
È un mutuo che la banca segnala verso individui o compratori con un reddito basso e/o insicuro.
“Il mutuo subprime è un’operazione rischiosa per la banca, in quanto non è certo che i mutuatari
riusciranno a ripagare il debito”. Cfr. Linciano N., La crisi dei mutui subprime problemi di
trasparenza e opzioni di intervento per le autorità di vigilanza, in “Quaderni di Finanza”, n. 62,
settembre 2008, pp. 3-7.
41
Franci J., Diario di una crisi. Il racconto della più grande crisi finanziaria del nostro tempo,
Perugia, Bertoni, 2020.
24
subprime divengono impossibili da piazzare sul mercato azionario; dal
che, si genera il crollo di Wall Street
42
.
6. Le società proprietarie dei titoli dei fondi sospendono il recupero
degli stessi – ad esempio i fondi BNP-Paribas nell’agosto 2007
43
,
accrescendo tensione negli investitori. Quei fondi, in realtà, sono pieni di
di mutui subprime, successivamente noti come titoli spazzatura, poiché
non avevano solvibilità, ed erano inutilizzabili nel lungo periodo
44
.
7. Le banche, le quali sono giunte sempre ancora di salvataggio a difesa
degli investitori e dei creditori, garantendo solvibilità, ricevono ordini di
non andare oltre; infatti hanno ormai superato la soglia della convertibilità
di quei titoli, le stesse banche così provano un ultimo tentativo
approvvigionandosi sul mercato interbancario, senza successo alcuno,
anche qui non vi è liquidità monetaria
45
.
8. Le conseguenze a cascata coinvolgono le famiglie: il credito non
viene più facilmente concesso, le famiglie così come le imprese,
soprattutto quelle piccole, e altrettanto le partite iva hanno difficoltà
crescenti di accesso. Oltremodo, i fondi sul mercato interbancario vanno
ancor più riducendosi, e infatti le banche interrompono quella formale
solidarietà, non concedendo più prestiti fra di loro.
9. Le tensioni possono anche addivenire a una situazione di panico,
anche se in questo caso non si diffonde a macchia d’olio, e in realtà è
42
Le scelte delle agenzie di rating alla base della crisi 2008-2009, 5 settembre 2018,
https://www.tendenzamercati.net/scelte-agenzie-di-rating-base-crisi-2008-2009/, ultima
consultazione 3 maggio 2022.
43
Corsetti G., Eichengreen B., Hale G.. How Tying Odysseus to the Mast Avoided the Sirens but
Led Him to Charybdis, in “Federal Reserve Bank of San Francisco Working Paper” no. 2019-
04, 2019
44
Pavesi F., Ursino G., 8 agosto 2007: quei fondi di Bnp pieni di subprime detonatori della crisi,
in “IlSole24ore” 8 agosto 2017.
45
Mieli S., La crisi finanziaria internazionale e le banche italiane, Roma, Banca d’Italia, 2009:
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-vari/int-var-2009/mieli_040309.pdf, ultima
consultazione 28 aprile 2022.
25
circoscritto solo ad alcuni casi in cui si ha la corsa di investitori e
correntisti a riprendere risparmi e depositi bancari (bank run).
Nel frattempo le autorità finanziarie andavano trasformando la
dinamica dei mercati, prim’ancora attraverso l’esercizio di prestatori di
ultima istanza e, conseguentemente, con un taglio dei tassi di interesse di
intervento, quali esemplare è il caso della Federal Reserve.
Ma l’azione delle istituzioni finanziarie ha permesso la liquidità
monetaria, una sorta di tutela degli azionisti, all’interno delle borse
finanziarie, il che nonostante tutto non ha cancellato i problemi
relativamente alla stessa insolvibilità di alcuni fondi e azioni.
Riguardo agli effetti sull’economia reale, gli esiti dell’incertezza, del
panico e della volatilità dei titoli e dei capitali, sono prevalentemente
conseguenze che gravano sulla situazione economica internazionale,
appesantita fortemente dalla crisi dei mutui subprime, dalle misure di
contenimento delle istituzioni in maniera di politica economica, nonché di
ulteriori mini-crisi che hanno dovuto fronteggiare o subire le aziende o le
società industriali, poiché proprio questi effetti hanno fatto lievitare i
prezzi petroliferi.
È facilmente prevedibile che senza misure correttive riguardanti la
politica monetaria, il disruption dei mercati finanziari, come conseguenza
delle crisi con effetti recessivi nella vita reale delle persone e dei paesi:
- conseguenze sui salari e sui consumi, nonché sugli investimenti del
crollo del mercato azionario;
- aumento dei tassi di interesse per investimenti di partite ive o
imprese, ma anche per le famiglie nell’acquisto di immobili o beni
durevoli, ecc.
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2.2 Il fenomeno del “finanzcapitalismo”
La “crisi di agosto” ha avuto un suo prodromo preparatorio, ossia nel
giugno-luglio 2007, all’interno della borsa di Wall Street.
A giugno due fondi speculativi hedge
46
, rilevabili all’interno del
pacchetto Bear Sterns Company
47
, vengono subito ritirati a causa delle
perdite accumulate.
Questo è stato un processo rapido e aggressivo, chiamato da alcuni
economisti come finanziarizzazione “selvaggia”, o altrimenti, come scritto
da Luciano Gallino, “finanzcapitalismo”
48
. Vale a dire una
finanziarizzazione della vita e della società, a partire non più dal lavoro,
bensì dalla produzione di denaro attraverso denaro, ossia tramite una
volubilità e fumosità pericolosa.
Nel luglio 2007 il credit spread, cioè il premio al rischio sui prestiti
bancari era decisamente salito più di quanto non avvenuto a giugno.
Invece, una notizia sorprendente, tramite cui si percepisce il clima
montante, è il rinvio senza data predefinita di alcune significative fusioni
e acquisizioni
49
.
C’erano già sintomi di stretta creditizia, in realtà alcuni
commentatori avevano individuato le avvisaglie di un credit crunch – vale
46
Burton G. M., A spasso per Wall Street: Tutti i segreti per investire con successo, Milano,
Hoepli, 2013, pp. 34-65.
47
Di Gaspare G., Poteri privati e Corporation nella globalizzazione, in “Rivista Diritto
pubblico”, 3, 2021, pp. 847-869.
48
“Il finanzcapitalismo è una mega-macchina creata con lo scopo di massimizzare il valore
estraibile sia dagli esseri umani sia dagli ecosistemi. La grave crisi economica (ma anche
culturale e politica) che stiamo vivendo è la crisi di questa civiltà-mondo dominata dal sistema
finanziario.” Cfr. Gallino L., Finanzcapitalismo. La civiltà del denaro in crisi, Torino, Einaudi,
2011.
49
Eliminazione o rinvio di determinate emissioni di obbligazioni, in particolar modo, 35 in 5
settimane tra luglio e agosto. Raviolo G., La crisi globale Da Bretton Woods ai mutui subprime,
Roma, Eur, 2009, pp. 14 ss.