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Mentre la mansione scompone e lascia tale la serie di compiti,
la finalizzazione delle azioni nelle prestazioni sposta
l’attenzione alla ricomposizione gestita dal professionista.
L’assistenza diviene quindi, da semplice, complessa.
Nell’assistenza semplice si verificano solo applicazioni di
tecniche, in quella complessa attraverso creatività ed
iniziativa, vengono prese decisioni basate su un giudizio
professionale che solo un tipo di professionista può prendere.
Nella prestazione l’infermiere ha la responsabilità totale sul
risultato del proprio operato; tale responsabilizzazione ha
come punto di riferimento l’attività connessa al caso trattato e
quindi l’efficacia della prestazione.
Il professionista infermiere utilizza come metodo scientifico
di soluzione dei problemi il processo di assistenza. Seguendo
il processo di assistenza, l’infermiere individua i bisogni del
singolo. Ne provvede alla soddisfazione mediante la
progettazione e l’attuazione di interventi infermieristici
specifici che si basano su principi scientifici. Attua la
valutazione durante il percorso ed è responsabile dei risultati
finali.
Allegato n. 3 pag. 3
- La prestazione infermieristica è un complesso di azioni
coordinate: è definita “azione” un insieme di atti fisici e/o
verbali e/o mentali condotti secondo una successione logica,
che l’infermiere può eseguire per raggiungere un obiettivo
specifico.
La prestazione diventa quindi una serie di azioni finalizzate
alla soluzione di un bisogno dell’utente.
Le prestazioni possono essere semplici o complesse,
autonome o ad autonomia limitata (quando, essendovi
interdipendenza con altri professionisti, la responsabilità del
risultato deriva solo parzialmente dalla professionalità
dell’infermiere).
- La prestazione infermieristica risolve un bisogno specifico: i
bisogni specifici di Assistenza Infermieristica sono quelle
esigenze che insorgono nell’uomo quando, in particolari
circostanze di salute o di malattia, egli avverte il bisogno di
mantenere o recuperare il suo benessere psicofisico, bisogni
per la cui soddisfazione si rende necessario l’intervento del
professionista infermiere. Questi bisogni possono essere
conosciuti dalla persona, oppure non avvertiti pur essendo
presenti e pertanto non manifestati.
Allegato n. 3 pag. 4
I bisogni avvertiti dalla persona si traducono in una domanda
di assistenza infermieristica, mentre quelli non conosciuti
sono bisogni oggettivi di salute che potenzialmente potrebbero
tramutarsi in bisogno conosciuto e perciò in domanda.
I bisogni di Assistenza Infermieristica si riferiscono alla
globalità della persona nella sua dimensione fisica,
psicologica e relazionale, essi possono essere pertanto
individuati in:
ξ bisogno di respirare;
ξ bisogno di alimentarsi ed idratarsi;
ξ bisogno di eliminazione urinaria ed intestinale;
ξ bisogno di igiene e di mobilizzazione;
ξ bisogno di riposo e di sonno;
ξ bisogno di mantenere la funzione cardiocircolatoria;
ξ bisogno di un ambiente sicuro;
ξ bisogno di una corretta interazione nella comunicazione;
ξ bisogno di procedure diagnostiche;
ξ bisogno di procedure terapeutiche.
Al bisogno di Assistenza Infermieristica può rispondere
esclusivamente il professionista infermiere.
Allegato n. 3 pag. 5
Sulla base del modello professionale gli interventi infermieristici
devono permettere il passaggio da un’assistenza infermieristica
per compiti ad un’assistenza infermieristica centrata sulla
persona.
1.4. Metodologia per la rilevazione della complessità
assistenziale infermieristica: calcolo dell’Indice di
Complessità Assistenziale
I parametri presi in considerazione per lo sviluppo dello studio in
argomento, si identificano con le prestazioni di competenza
infermieristica indicate dal Modello delle Prestazioni
2
e ne
misurano la complessità in relazione all’espressione del
continuum salute/malattia; in altre parole individuano le finalità
che l’infermiere deve realizzare rispetto alla prestazione stessa
mediante la sua comparazione con la condizione dell’individuo
in ordine al soddisfacimento dei bisogni di assistenza
infermieristica.
2
Cantarelli M., Il Modello delle Prestazioni Infermieristiche, Masson, Milano, 1997.
Allegato n. 3 pag. 6
I livelli di complessità assistenziale
Autonomia Indirizzare Guidare Sostenere Compensare Sostituire
1 2 3 4 5
Figura n. 2 Continuum autonomia/dipendenza, da: Cantarelli M.,
“Il modello delle prestazioni infermieristiche”, Masson, Milano,
1997, modificato.
Come si può evincere dalla figura n. 2, che rappresenta il
continuum autonomia/dipendenza, nello studio in discussione
vengono ipotizzati cinque livelli di complessità assistenziale che
si correlano alla condizione della persona assistita, configurando,
perciò, il Numero Indice di Complessità Assistenziale.
Tali livelli definiscono sia le finalità dell’intervento
infermieristico che le azioni che ne derivano e che si raccordano
alla complessità intrinseca dell’intervento infermieristico da parte
del professionista infermiere, ovvero:
1. INDIRIZZARE: orientare in funzione di un esplicito e
conveniente criterio di scelta. L’azione di indirizzo si fonda sul
Allegato n. 3 pag. 7
presupposto che la persona, acquisite determinate conoscenze, sia
in grado di soddisfare i propri bisogni;
2. GUIDARE: sorreggere la scelta con un intervento teorico e/o
pratico. L’azione di guida si fonda sul presupposto che la
persona, compiute le scelte ed acquisite specifiche abilità, sia in
grado di agire efficacemente per soddisfare i propri bisogni.
3. SOSTENERE: contribuire al mantenimento di una condizione
di relativa stabilità e sicurezza. L’azione di sostegno si fonda sul
presupposto che la persona, messa nelle condizioni di poterlo
fare, mantenga o metta in atto le conoscenze e le abilità acquisite
per soddisfare il bisogno;
4. COMPENSARE: intervenire per stabilire un equilibrio
precedente tramite una parziale sostituzione. L’azione di
compensazione si fonda sul presupposto che la persona necessiti
costantemente di interventi infermieristici di parziale sostituzione
nello svolgere le attività collegate al soddisfacimento del
bisogno;
5. SOSTITUIRE: espletare completamente una o più funzioni di
una persona in sua vece. L’azione di sostituzione si fonda sul
presupposto che la persona necessiti costantemente di interventi
infermieristici di totale sostituzione, che può avvenire anche
Allegato n. 3 pag. 8
mediante l’impiego di ausili, presidi, attrezzature da parte
dell’infermiere.
Gli “Indici di Complessità Assistenziale” (I.C.A.) attribuiti alle
prestazioni infermieristiche con le modalità appena illustrate,
permettono la costruzione di una griglia di rilevazione impostata
sulle competenze poste in capo agli infermieri (prestazione =
funzione) e la misurazione quali-quantitativa della complessità
degli interventi richiesti dal caso/problema trattato (complessità
intrinseca della prestazione).
Lo schema (figura n. 2) raffigura sinteticamente i concetti
esposti, alla luce dei criteri applicativi contemplati dal “Modello
delle Prestazioni Infermieristiche”
3
.
3
Cantarelli M., Il Modello delle Prestazioni Infermieristiche, Masson, Milano, 1997.
Allegato n. 3 pag. 9
Griglia di rilevazione dell’Indice di Complessità Assistenziale
Prestazione LIV.
1
LIV.
2
LIV.
3
LIV.
4
LIV.
5
Assicurare la respirazione
Assicurare l’alimentazione
e idratazione
Assicurare l’eliminazione
urinaria e intestinale
Assicurare l’igiene
Assicurare il movimento
Assicurare il riposo e il
sonno
Assicurare la funzione
cardiocircolatoria
Assicurare un ambiente
sicuro
Assicurare l’interazione
nella comunicazione
Applicare le procedure
terapeutiche
Eseguire le procedure
diagnostiche
Figura n. 3: Griglia di rilevazione dell’Indice di Complessità
Assistenziale da Cavaliere B., Snaidero D., “Metodologia per la
rilevazione della complessità assistenziale infermieristica:
calcolo dell’Indice di Complessità Assistenziale”, modificato.
La figura n. 3 riassume la tipologia delle situazioni assistenziali
che possono verificarsi.
Allegato n. 3 pag. 10
Le caselle annerite indicano la non procedibilità all’intervento
per mancanza dei necessari presupposti clinico-infermieristici.
Infatti, ed a mero titolo esemplificativo, nella prestazione
“Assicurare il riposo e il sonno” la “Compensazione” e la
“Sostituzione” non sono applicabili in quanto il professionista,
nel caso di specie, non può assicurare né l’una, né l’altra, per cui
non è in grado di espletare la funzione prevista.
Da quanto precede risulta evidente che attraverso lo strumento in
esame è possibile elaborare diversi indicatori che consentono di
rendere oggettivamente visibile il livello di complessità
assistenziale di ogni singolo malato, oppure di ogni singola unità
Operativa o, ancora, di ciascun Dipartimento o, infine, dell’intera
Azienda sanitaria.
D’altro canto, tale strumento è reso necessario dal fatto che gli
indicatori strutturali attualmente in uso (Tasso medio di
occupazione, Indice di rotazione, Degenza media, Numero
ricoverati, ecc.) sono influenzati esclusivamente dalle attività
mediche e non tengono conto, perciò, di quelle infermieristiche,
benché queste ultime rivestano un ruolo non secondario sia
nell’ambito del processo di assistenza, che in rapporto al
consumo di risorse.
Allegato n. 3 pag. 11
Ciò posto, occorre entrare nel merito dello studio
4
e valutarne più
dappresso le implicazioni organizzative alle unità operative
degenziali dei Presidi Ospedalieri (PP.OO.) dell’A.U.S.L. N. 3
“Genovese”.
La rilevazione viene condotta attraverso una metodologia che si
prefigge lo scopo di monitorare, mediante osservazioni ripetute
nel tempo (due al mese, in giornate predefinite ed uguali per tutte
le UU.OO.). L’Indice di Complessità Assistenziale esistente al
momento della verifica nelle realtà operative oggetto di analisi.
4
Cfr. Capitolo IV, Definizione dei livelli minimi assistenziali nelle unità operative
dell’A.S.L. n. 3 “Genovese”, Genova.