Introduzione
6
In questo panorama tutt’altro che sereno, qualcosa è gradualmente
cambiato. Il primo passo concreto verso un miglioramento complessivo del
settore del trasporto pubblico locale è stato fatto nella seconda metà degli
anni novanta quando, seguendo l’esempio di altri paesi europei in particolar
modo della Gran Bretagna, è stata avviata anche in Italia la riforma del TPL
con l’introduzione del D.Lgs. N. 422/1997 meglio noto come Decreto
Burlando. Si è trattata di una legge innovativa, di cui approfondiremo
meglio l’analisi nel § 1.4 (Il Decreto Burlando) che, tra le altre cose, ha
previsto l’introduzione della libera concorrenza affidando la gestione del
servizio di TPL a società private mediante procedure di assegnazione ad
evidenza pubblica.
1
Tuttavia poiché, come vedremo nel corso del quarto capitolo,
2
resta
ancora una certa diffidenza nell’attribuzione ai privati della gestione (anche
se regolata) di servizi ad alto contenuto sociale quale è proprio quello
relativo al Trasporto Pubblico Locale, si è intensificata proprio in questo
settore una maggior cooperazione fra enti pubblici e società private. Di
conseguenza, sono sorti numerosi gruppi misti a maggioranza pubblica,
talvolta definiti anche gruppi comunali di cui parleremo più diffusamente
nel secondo capitolo.
1
In altre parole, vengono organizzati bandi di gara ai quali possono partecipare tutte le
società interessate le quali, naturalmente, dovranno possedere i requisiti e rispettare gli
impegni preventivamente disposti dall’ente pubblico banditore.
2
Cfr. § 4.1.6 – La situazione in Italia
Introduzione
7
Uno di questi gruppi si è costituito recentemente nella città di Napoli
(nel 2000 ma operativo dal gennaio 2001) creando una società di “gestione
del trasporto pubblico su ferro”, la METRONAPOLI S.p.A. sorta
dall’aggregazione del Comune di Napoli (ente pubblico di maggioranza con
il 51% delle quote possedute), Trenitalia S.p.A. (società di diritto privato
con il 38% di quote possedute) e ANM S.p.A. (altra società di diritto privato
con l’11% di quote possedute) che tanti consensi ed apprezzamenti sembra
ricevere dal pubblico e dai mass media.
3
A questo punto tuttavia, sorgono alcune domande: la riforma del settore
di cui si è parlato in precedenza ha trovato una sua reale attuazione o è stata
solo uno dei tanti fuochi di paglia finito nel dimenticatoio della legislazione
italiana? Quali benefici, o quali problemi, ha o potrebbe apportare questa
riforma se e quando verrà applicata integralmente? E ancora, cosa ha fatto di
così speciale la società di METRONAPOLI per produrre risultati tanto
soddisfacenti da suscitare l’interesse anche di altri operatori simili sia a
livello nazionale che a livello internazionale? Qual è il suo assetto
istituzionale e come sono i rapporti fra i suoi soci? Produce realmente
risultati così apprezzabili o forse, come dice un antico proverbio, “Non è
tutto oro quello che luccica”: in altre parole quali sono o possono essere i
suoi punti deboli?
3
Per informazioni circa il gradimento dell’utenza della METRONAPOLI S.p.A., si veda §
3.9 – Indagini di Customer Satisfaction
Introduzione
8
Su questi ed altri interrogativi rifletteremo ipotizzando anche delle
possibili soluzioni nelle pagine che seguono.
Nel primo capitolo, esamineremo le aziende pubbliche riferendoci
prevalentemente a quelle di trasporto pubblico locale (TPL). Parleremo
inoltre, della tanto discussa riforma del trasporto pubblico locale che ha
avuto il suo culmine con l’approvazione del Decreto Burlando.
Analizzeremo poi, nel secondo capitolo, gli assetti istituzionali e le
principali forme di governo ed organizzative delle imprese di TPL.
Vedremo quali vantaggi possono derivare dalla costituzione in forma di
gruppo aziendale
4
da parte di alcuni enti di gestione del servizio pubblico.
Introdurremo infine, i principali strumenti di misurazione adottati per
l’analisi delle performance delle aziende di TPL.
Nel terzo capitolo, invece, ci soffermeremo dettagliatamente sull’analisi
della società METRONAPOLI S.p.A. mettendo in luce tutto ciò che
riguarda le sue peculiarità e i suoi punti critici. Inizieremo con il definire
cos’è e come è costituita questa società, chi sono i suoi soci, quali strumenti
per la gestione della qualità adopera, quali risultati economici rileva e,
infine, che gradimento riscontra fra il pubblico.
Infine, nel quarto capitolo, confronteremo gli sviluppi della riforma del
settore in Europa (citando soprattutto l’esempio londinese) e le scelte di
METRONAPOLI in rapporto ad operatori europei e mondiali.
4
GROSSI, facendo riferimento ai gruppi in cui la holding è un Comune, definisce tali
gruppi aziendali anche con il nome di gruppi comunali. Cfr. § 2.3.1 – La formazione dei
Gruppi Comunali.
Introduzione
9
In conclusione, questa trattazione non pretende di essere esaustiva circa
l’analisi dell’argomento di studio, ma si propone, più semplicemente, di
offrire un contributo alla riflessione a partire dalla lettura di dati oggettivi.
Capitolo 1 Le aziende di Trasporto Pubblico Locale
11
CAPITOLO I
LE AZIENDE DI TRASPORTO PUBBLICO
LOCALE
1.1. LE AZIENDE DI SERVIZI PUBBLICI
Si possono definire aziende pubbliche quelle che hanno come titolari
una persona giuridica di diritto pubblico o, più brevemente, un ente pubblico
(ONIDA, 1971; pp. 18-20). A tale tipologia di aziende si assimilano anche
quelle esercitate a nome di persone giuridiche di diritto privato, come le
società per azioni, ma controllate dallo Stato o da altro ente pubblico: questa
assimilazione prescinde dalla condizione giuridica del titolare dell'impresa e
si fonda invece, sulla considerazione che l’ente che ha il supremo controllo
della stessa, ne determina i fini e ne impronta, sotto certi aspetti, la gestione
e l'organizzazione.
Inoltre, se è vero che l'impresa pubblica e quella privata hanno in
comune molte esigenze di gestione e di organizzazione, è pur sempre vero
che a parità di oggetto sociale la prima, rispetto alla seconda, può presentare
alcune peculiarità non trascurabili anche sotto il profilo economico. Tali
caratteristiche possono riguardare, ad esempio, l’organizzazione in rapporto
Capitolo 1 Le aziende di Trasporto Pubblico Locale
12
a certi controlli formali cui l’impresa pubblica viene sottoposta. La stessa
organizzazione inoltre, può essere più o meno burocratica e più o meno
accentrata con evidenti riflessi, a seconda del modello organizzativo scelto,
sui risultati economici dell’attività
Anche i giudizi di convenienza economica possono essere diversi nelle
due tipologie di imprese; infatti, l’impresa pubblica può essere in grado di
affrontare tempi di attesa più lunghi per il conseguimento dell’equilibrio
economico rispetto a quelli che potrebbero sopportare le imprese private.
Può avvenire così che iniziative e programmi convenienti per le imprese
pubbliche, altrettanto non possono esserlo per le imprese private senza
correre il rischio di compromettere la loro stessa esistenza.
Le motivazioni per cui nasce e si sviluppa l’intervento dello Stato nella
gestione dei servizi pubblici possono essere ricondotte essenzialmente a due
rilevanti funzioni svolte dagli enti pubblici:
• il finanziamento fuori mercato, cioè un contributo di natura pubblica
che fa fronte all’incapacità degli operatori privati di trovare
autonomamente i capitali in grado di sostenere investimenti
caratterizzati da elevate economie di scala;
• la socializzazione del rischio imprenditoriale, ossia la condivisione
con un ente di natura pubblica, dei rischi annessi alla gestione dei
servizi a forte contenuto sociale (ZANETTI e ALZONA, 1998; pp.
59-60).
Capitolo 1 Le aziende di Trasporto Pubblico Locale
13
Tuttavia, il rischio che i privati non vogliono assumersi non è solo
quello di tipo imprenditoriale. A frenare gli investimenti in settori
caratterizzati da elevate economie di scala infatti, è sovente il rischio di
poter perdere il controllo dell’impresa. In pratica, nei settori con queste
peculiarità si dovranno sostenere investimenti cui difficilmente potrà far
fronte un unico soggetto né, probabilmente, potranno essere coperti con il
solo ricorso all’autofinanziamento, almeno nei primi anni di vita
dell’impresa. In simili circostanze pertanto, si renderà necessario ricorrere
oltre che al capitale di credito, anche alla ricerca di nuovi soci: ed è proprio
questa seconda forma di finanziamento che maggiormente si vuole evitare,
proprio perché può comportare il rischio della perdita del controllo
sull’impresa. Questo fenomeno, va fatto risalire al tipo di strutture private di
controllo prevalenti nel nostro paese, strutture il cui vertice è costituito da
ristretti ambiti familiari (vedi il gruppo FIAT di proprietà della famiglia
Agnelli) che subordinano la raccolta di capitale di rischio sul mercato,
all'esigenza di poter mantenere nel tempo il controllo delle imprese
finanziate.
Il carattere di socialità delle aziende pubbliche, viene ravvisato nel fatto
che il servizio deve essere disponibile in eguale misura per tutti membri
della comunità (BUCHANAN, 1974; p. 63); inoltre, lo stesso servizio
pubblico deve essere allestito con caratteri di uniformità ed omogeneità
all’interno della collettività (BACCARANI, 1995; p. 108).
Capitolo 1 Le aziende di Trasporto Pubblico Locale
14
Tuttavia, questo modo di operare comporta che le imprese pubbliche
forniscano i loro servigi al di là della semplice convenienza economica,
anche quando le tariffe pagate dagli utenti siano insufficienti alla copertura
dei costi (LIBERATORE, 2001). Conseguentemente, le aziende pubbliche
si trovano spesso in stato di perdita consistente nell'importo e reiterata nel
tempo. La redditività negativa di queste aziende è spesso stata giustificata
proprio dall'impossibilità di praticare prezzi di mercato e quindi, la
copertura dei costi è avvenuta solo in parte con le tariffe pagate dall'utenza,
mentre la parte restante veniva coperta indefinitamente con i contributi
pubblici.
La recente legislazione,
1
ha modificato profondamente questo quadro,
ma l’argomento verrà trattato in maniera più ampia in un paragrafo
successivo. Per ora, basta anticipare che il disavanzo negativo delle imprese
fornitrici di servizi pubblici, non viene più finanziato illimitatamente dallo
Stato, ma alle stesse imprese è richiesto di coprire con le tariffe pagate
dall'utenza, almeno una certa percentuale dei costi operativi.
Ma com'è possibile migliorare questa situazione? Le linee che si
possono seguire sono essenzialmente tre: agire sui prezzi, sul volume delle
vendite o sulla leva dei costi (LIBERATORE, 2001).
La prima, prevede un'impostazione di tipo statunitense che consiste nel
fissare il prezzo esattamente uguale al costo pieno standard e fornire
1
Cfr. § 1.4 – “Il Decreto Burlando”.
Capitolo 1 Le aziende di Trasporto Pubblico Locale
15
separatamente un sussidio per le classi meno abbienti. In particolare, "[...] vi
sono dei vantaggi nello stabilire un prezzo lordo pari ai costi pieni e a
fornire, separatamente un sussidio a coloro che ne hanno bisogno o a coloro
che devono essere incoraggiati all'uso del servizio. Questa strategia mette in
luce il costo reale che occorre sostenere per fornire un servizio e svolge
quindi due funzioni: (1) motiva i clienti ad esprimere un giudizio
sull'effettivo valore dei servizi ricevuti, il che facilita il controllo
direzionale; (2) motiva la direzione a valutare se le risorse disponibili siano
state collocate in modo corretto" (ANTHONY e YOUNG, 1992; p. 187).
Alternativamente si può seguire una seconda strada che agisce sui prezzi ed
è di stampo più tipicamente europeo: essa consiste nel differenziare i prezzi
in base al tipo di servizio e alla capacità contributiva degli utenti. A tal
proposito è possibile ricordare una legge del '90,
2
dove si afferma che lo
strumento del prezzo può essere opportunamente differenziato in relazione
sia all'essenzialità del servizio, sia alla diversa tassabilità delle specifiche
categorie di utenti in relazione alla loro capacità contributiva.
La seconda linea su cui si può operare per migliorare la redditività
negativa delle aziende pubbliche, riguarda l’aumento dei volumi di vendita
sfruttando totalmente la capacità produttiva di queste aziende che spesso,
2
L. 142/90 “Ordinamento delle autonomie locali”, art. 54, comma 8 “A ciascun ente locale
spettano le tasse, i diritti, le tariffe e i corrispettivi sui servizi di propria competenza. Gli
enti locali determinano per i servizi pubblici tariffe o corrispettivi a carico degli utenti,
anche in modo non generalizzato. Lo Stato e le regioni, qualora prevedano per legge casi
di gratuità nei servizi di competenza dei comuni e delle province ovvero fissino prezzi e
tariffe inferiori al costo effettivo della prestazione, debbono garantire agli enti locali
risorse finanziarie compensative.”
Capitolo 1 Le aziende di Trasporto Pubblico Locale
16
non è adeguatamente utilizzata. Tuttavia, aumentare i volumi del servizio
base può rivelarsi controproducente, soprattutto se non si è ancora raggiunto
un margine lordo di contribuzione positivo. Proprio per questo motivo, sono
stati i cosiddetti "servizi accessori" a ricevere la spinta più forte da parte del
management pubblico come ad esempio, sempre per restare nell’ambito del
servizio pubblico locale, alla gestione dei servizi secondari e al trasporto
urbano ed extraurbano: scuolabus, segnaletica stradale, rimozione auto,
gestione di spazi pubblicitari, ecc.
Infine, l'ultima area di intervento consiste nell’operare sulla leva dei
costi. Questi infatti, nelle aziende pubbliche risultano particolarmente
elevati e sono rappresentati soprattutto dai costi del lavoro e da quelli dovuti
per gli ammortamenti degli investimenti infrastrutturali. Anche per queste
imprese infatti, appare ormai tramontato l’assunto che, trattandosi di aziende
erogatrici di servizi pubblici, perseguono essenzialmente la qualità del
servizio disinteressandosi delle conseguenze economiche che ne possano
derivare. La fine di questa mentalità è stata decretata dalla crisi che ha
colpito la domanda di questi servizi.
3
Infatti, ogni volta che se ne presentava
la possibilità l’utenza si rivolgeva altrove, ossia, laddove si è rotto il regime
di monopolio, verso altre aziende erogatrici di servizi concorrenti; oppure
verso aziende erogatrici di servizi sostitutivi, in grado cioè di soddisfare per
altri versi le medesime esigenze di fondo.
3
Per approfondimenti sulla crisi che ha colpito il sistema del trasporto pubblico locale, cfr.
§ 1.2.3 - “La crisi del trasporto pubblico locale”.
Capitolo 1 Le aziende di Trasporto Pubblico Locale
17
1.1.1. Peculiarità e obiettivi di fondo delle aziende
pubbliche
Prima di affrontare questo argomento è opportuno porre in evidenza la
terminologia di alcuni concetti.
Il rapporto esistente tra output e input prende il nome di efficienza,
mentre il rapporto fra output e finalità dell'organizzazione prende il nome di
efficacia (ANTHONY e YOUNG, 1992). Un importante indicatore di
efficacia può essere riconosciuto nel reddito: “In quanto risultato della
contrapposizione di ricavi (una misura dell’output) e costi (una misura
dell’input) […], il reddito è anche un indicatore di efficacia. Si tratta però di
un indicatore imperfetto: (1) ricavi e costi misurano solo in modo
approssimativo output e input; (2) spesso gli standard in base ai quali si
giudica l’adeguatezza del reddito conseguito non sono realistici; (3) nel
migliore dei casi, il reddito misura ciò che è accaduto nell’esercizio mentre
presumibilmente sarebbe interessante conoscere anche le conseguenze di
lungo periodo delle azioni intraprese. In un’azienda senza finalità di reddito
la differenza tra ricavi e costi non fornisce alcuna indicazione riguardo
all’efficacia” (ANTHONY e YOUNG, 1992; p. 15).
Le aziende pubbliche, nella maggior parte dei casi sono aziende di
servizi e, dal punto di vista del controllo, un'azienda che produce e vende
beni tangibili presenta alcuni vantaggi che le aziende erogatrici di servizi
non hanno. I beni, infatti, possono essere immagazzinati, in attesa di un
Capitolo 1 Le aziende di Trasporto Pubblico Locale
18
ordine da parte del cliente; dei servizi invece, non se ne possono creare
scorte in quanto la fase di produzione ed erogazione coincidono. In assenza
di domanda pertanto, le potenzialità produttive della struttura non possono
che andare perdute. Le quantità dei beni tangibili possono essere facilmente
misurate, mentre questo non è possibile farlo con i servizi. La qualità dei
beni tangibili infine, può essere esaminata e, nella maggior parte dei casi,
ciò avviene prima che tali beni vengano venduti ai clienti i quali, in tal
modo, possono anche essere garantiti dall'assenza di difetti. Per i servizi
invece, la qualità non può essere esaminata in anticipo; tutt’al più, si può
analizzare durante la fase di erogazione. Inoltre, la qualità di molti servizi,
può essere giudicata solo soggettivamente in quanto non esistono, nella
maggior parte dei casi, né standard di misura, né standard oggettivi di
qualità.
Un corretto processo di pianificazione, specificamente rivolto a questo
settore, deve condurre alla definizione di obiettivi di molteplice natura:
• economico-finanziaria, rappresentativi della capacità dell'azienda di
incrementare o distruggere ricchezza;
• esterna, relativi alla soddisfazione della clientela, all'impatto
ambientale, al progresso sociale, agli equilibri con l'ente locale;
• interna, focalizzati sui processi di produzione ed erogazione dei
servizi sull'impiego efficiente delle risorse, sulla produttività del
fattore lavoro;
Capitolo 1 Le aziende di Trasporto Pubblico Locale
19
• prospettica, tesi ad avvantaggiare l'azienda con opportunità di
innovazioni siano essi di processo o di prodotto, e di progresso
conoscitivo a livello di competenza del personale e di progresso
tecnologico.
Naturalmente, di questi obiettivi se ne deve tenere debitamente conto
durante la fase di pianificazione strategica. Per misurare e controllare tale
pianificazione inoltre, occorre tener presente i seguenti aspetti:
• la definizione di parametri-obiettivo per i risultati che si intende
raggiungere;
• la definizione di parametri-obiettivo per le determinanti (driver) di
tali risultati;
• la definizione di parametri-obiettivo per gli incentivi
(LIBERATORE, 2001; pp. 13-17).
Si tratta di misure che rispondono a tre diverse domande: "Cosa
vogliamo ottenere"; "da cosa dipende ciò che vogliamo ottenere"; "come
possiamo fare per ottenerlo".
Va detto comunque che gli obiettivi di driver e di incentivi possono
benissimo coincidere se non insorgono problemi in sede organizzativa. La
distinzione è utile se si ritiene che i driver siano particolarmente motivanti,
Capitolo 1 Le aziende di Trasporto Pubblico Locale
20
quando ad esempio, non sono del tutto comprensibili dalle persone che
devono poi effettivamente perseguirli.
A questo punto pertanto, risulta fondamentale individuare gli adeguati
strumenti di misurazione che verificano se e come gli obiettivi prefissati
vengono raggiunti e analizzare eventualmente, quali sono i fattori che
possono mettere a rischio la strategia pianificata.
1.1.2. Il Controllo nelle aziende di servizi pubblici
Uno degli aspetti più importanti da affrontare prima ancora di prendere
in esame i sistemi di misurazione, è quello di definire il modello di controllo
di riferimento per le aziende pubbliche.
La legge 142/1990
4
rappresenta una pietra miliare per il controllo dei
risultati conseguiti dagli enti locali e dalle aziende pubbliche (POZZOLI,
2002; p. 29). Tale legge infatti, costituisce un intervento normativo
fondamentale, sia per il suo contenuto diretto, sia perché ha rappresentato
l'incipit di un processo normativo graduale e radicale al tempo stesso.
4
Si fa riferimento alla già citata Legge 8 giugno 1990, n. 142 Ordinamento delle
Autonomie locali
5
L’articolo 55 compreso nella legge 142/1990 recita testualmente:
“1. L'ordinamento finanziario e contabile degli enti locali è riservato alla legge dello
Stato.
2. I comuni e le province deliberano entro il 31 ottobre il bilancio di previsione per l'anno
successivo, osservando i principi dell'universalità, dell'integrità e del pareggio economico
e finanziario.