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Inoltre nella stessa indagine si mostrava come i contratti derivati
maggiormente diffusi fossero gli Interest Rate Swap ma non nella forma
tecnica Plain Vanilla (la più semplice), bensì in quelle forme più
complesse o cosiddette “esotiche”
4
.
L’esposizione di imprese ed Enti locali in derivati ha continuato a
crescere e nel 2006 Banca d’Italia e Consob hanno elaborato una tabella
molto significativa che qui viene riportata.
Questo lavoro ha l’obiettivo di spiegare e far chiarezza sulle principali
forme di contratti derivati (soffermandosi sugli swap) e di analizzarne i
principali aspetti finanziari. Solo comprendendo tali aspetti si potranno
considerare i derivati non come armi letali per i bilanci delle imprese e
degli Enti locali ma semplicemente per quel che sono: strumenti
finanziari.
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Di tutti questi contratti daremo illustrazione in seguito.
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Capitolo 1
CONTRATTI DERIVATI
Il termine “derivati” indica la caratteristica fondamentale di questi
prodotti: il loro valore deriva dall’andamento di una attività ovvero dal
verificarsi nel futuro di un evento osservabile oggettivamente. L’attività,
ovvero l’evento, che possono essere di qualsiasi natura o genere,
costituiscono il “sottostante” del prodotto derivato. Esempi di
sottostante sono: valute, merci, titoli, indici finanziari, ecc.
I prodotti derivati sono utilizzati, principalmente, per tre finalità:
• Copertura: ridurre il rischio finanziario di un portafoglio
preesistente (hedging );
• Speculativa: assumere esposizioni al rischio al fine di conseguire
un profitto;
• Arbitraggio: conseguire un profitto privo di rischio attraverso
transazioni combinate sul derivato e sul sottostante tali da cogliere
eventuali differenze di valorizzazione.
Il problema più complesso dei derivati è, da sempre, quello della
determinazione del loro valore o, meglio della sua stima. E’ un aspetto
particolarmente importante e, nello stesso tempo, critico, in quanto
richiede complesse attività di analisi. La relazione – determinabile
attraverso funzioni matematiche – che lega il valore del derivato al
sottostante costituisce il risultato finanziario del derivato.
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Tale risultato è chiamato “pay-off”. In questo senso si afferma che il
valore dei prodotti derivati è connesso sia al sottostante che al pay-off.
La stima del valore dei prodotti derivati, ad un certo momento, richiede
la capacità di simulare i possibili scenari futuri del sottostante al fine di
determinare, per ciascuno scenario, il conseguente valore del pay-off.
Pertanto, il valore del derivato è la media dei valori assunti dal pay-off
ponderati per le probabilità di accadimento di ciascuno scenario (avranno
maggiore peso gli scenari più probabili), scontata del valore finanziario
del tempo (cioè riportata al momento della valutazione).
Diversi dai prodotti derivati sono i prodotti strutturati, che sono costituiti
dalla combinazione, in un unico prodotto, di uno o più prodotti finanziari
con uno o più prodotti derivati, in maniera tale da modificare
strutturalmente l’originario profilo di rischio/rendimento dei singoli
prodotti (tipico esempio sono le obbligazioni strutturate
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).
I derivati sono nati per coprire le imprese ed altre istituzioni da una serie
di rischi legati alle loro attività, quali il rischio di cambio, quello di tasso
di interesse, il rischio di oscillazione dei prezzi delle materie prime e si
sono poi estesi ad altre aree, quale quella del rischio di credito (di cui si è
molto parlato negli ultimi tempi in relazione alle recenti crisi
finanziarie).
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Le obbligazioni strutturate sono obbligazioni in cui il rimborso del capitale (caso raro) o l'ammontare
della cedola (caso frequente) dipendono dall'andamento di uno o più strumenti finanziari o indici
sottostanti (es: indice di borsa Mib, inflazione italiana, basket di 10 azioni).
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Capitolo 2
I CONTRATTI A TERMINE
Un contratto a termine è un accordo tra due soggetti per la consegna di
una determinata quantità di un certo sottostante ad un prezzo (prezzo di
consegna) e ad una data (data di scadenza o maturity date) prefissati. Il
sottostante può essere di vario tipo:
• attività finanziarie, come azioni, obbligazioni, valute, strumenti
finanziari derivati, ecc.;
• merci, come petrolio, oro, grano, ecc..
L’acquirente del contratto a termine (vale a dire colui che si impegna
alla scadenza a corrispondere il prezzo di consegna per ricevere il
sottostante) apre una posizione lunga (long position).
Il venditore (vale a dire colui che si impegna alla scadenza a consegnare
il sottostante per ricevere il prezzo di consegna) apre una posizione corta
(short position).
I contratti a termine sono generalmente strutturati in modo che, al
momento della loro conclusione, le due prestazioni siano equivalenti.
Tale risultato è ottenuto ponendo il prezzo di consegna, cioè quello
stabilito nel contratto, pari al prezzo a termine. Quest’ultimo è uguale
al prezzo corrente del sottostante (c.d. prezzo a pronti o, anche, prezzo
spot) maggiorato del valore finanziario del tempo intercorrente tra la
data di stipula e la data di scadenza. Se si verifica questa condizione,
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cioè se le prestazioni sono equivalenti, al momento della conclusione del
contratto non si deve dare luogo, fra le parti, allo scambio di alcuna
prestazione compensativa.
Va da sé che, se inizialmente il prezzo a termine coincide con il prezzo
di consegna, successivamente, durante la vita del contratto, si
modificherà in ragione, essenzialmente, dei movimenti del prezzo
corrente che il sottostante via via assume. Le variazioni del valore del
sottostante determinano il profilo di rischio/rendimento di un contratto a
termine.
L’esecuzione del contratto alla scadenza può realizzarsi:
• con l’effettiva consegna del bene sottostante da parte del
venditore all’acquirente, dietro pagamento del prezzo di consegna:
in questo caso si parla di consegna fisica o physical delivery;
• con il pagamento del differenziale in denaro tra il prezzo
corrente del sottostante, al momento della scadenza, e il prezzo di
consegna indicato nel contratto. Tale differenza, se positiva, sarà
dovuta dal venditore all’acquirente del contratto, e viceversa se
negativa. Si parla di consegna per differenziale o cash settlement.
Le principali tipologie di contratti a termine sono i contratti forward ed i
contratti futures.
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Capitolo 3
I CONTRATTI FORWARD
I contratti forward si caratterizzano per il fatto di essere stipulati fuori
dai mercati regolamentati. In gergo tecnico si dice che sono scambiati
OTC (over-the-counter). Il prezzo di consegna è anche detto forward
price.
Per comprendere il funzionamento di questo strumento è utile analizzare
i flussi di cassa che ne derivano, ovvero i pagamenti che vengono
scambiati fra le due parti durante tutta la vita del contratto.
Nel contratto forward, gli unici flussi di cassa si manifestano alla
scadenza, quando l’acquirente riceve il bene sottostante in cambio del
prezzo concordato nel contratto (physical delivery), ovvero le due parti si
scambiano la differenza fra il prezzo di mercato dell’attività alla
scadenza ed il prezzo di consegna indicato nel contratto che, se positiva,
sarà dovuta dal venditore all’acquirente e viceversa se negativa (cash
settlement). Non sono previsti, invece, flussi di cassa intermedi
durante la vita del contratto, sebbene in questo periodo il prezzo a
termine del bene sottostante sia soggetto a modifiche in funzione,
essenzialmente, dell’andamento del relativo prezzo corrente di mercato.
Di norma, non sono previsti flussi di cassa neanche alla data di stipula,
considerato che, come tutti i contratti a termine, sono generalmente
strutturati in modo da rendere equivalenti le due prestazioni.
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Il caso più semplice è quello di uno Zero Coupon Bond
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(ZCB) unitario.
In tal caso si stabilisce, al momento della stipula
0
t , di acquistare (o
vendere), alla data futura T, lo ZCB unitario con scadenza sfT; il
prezzo ()sTt ,,
0
υ , fissato in
0
t e da pagare in T, per acquistare lo ZCB
con scadenza s, viene detto prezzo a termine. Si noti che, con tale
operazione a termine, si sta fissando in
0
t il tasso d'interesse per
operazioni di investimento (o indebitamento) da T a s; tale tasso
d'interesse, che indichiamo con ( )sTtj
o
,, è detto tasso a termine,
infatti, su base periodale, è pari a ()
()
1
,,
1
,,
0
−=
sTt
sTtj
o
υ
In altri termini, alla data
0
t , si sta stabilendo di scambiare la somma
()sTt ,,
0
υ alla data T con il capitale unitario alla data s; più in generale,
si può stabilire di scambiare un capitale C alla data T con un capitale
[]),,(1
0
sTtjC += alla data s.
Un contratto scritto su un titolo, che implica cioè l'acquisto o la vendita
di un titolo si dice contratto o titolo derivato e il titolo su cui è scritto si
dice sottostante.
Esempio
Consideriamo un contratto a termine avente come bene sottostante un
barile di petrolio:
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Un'obbligazione zero-coupon (nota anche come Zero-Coupon Bond, abbreviato ZCB) è
un'obbligazione il cui rendimento è calcolato come differenza tra la somma che il sottoscrittore riceve
alla scadenza e la somma che versa al momento della sottoscrizione. L'esempio tipico di un titolo
zero-coupon è il BOT (Buono Ordinario del Tesoro).
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• il prezzo di mercato del barile, alla scadenza, è pari, nei due casi
che ipotizziamo, a 50 e 40 euro;
• il prezzo di consegna, fissato nel contratto, è pari a 45 euro;
• la scadenza è fissata a tre mesi dalla data di stipulazione del
contratto;
• la data di stipulazione del contratto è il 1° febbraio 2004.
Alla scadenza (30 aprile 2004) l’acquirente del forward pagherà 45 euro
alla controparte e, in cambio, riceverà un barile di petrolio (physical
delivery) oppure riceverà una somma pari al prezzo di mercato del barile
di petrolio (cash settlement).
Nel primo caso ipotizzato - valore di mercato del barile alla scadenza
pari a 50 euro - l’acquirente riceverà un barile pagandolo solo 45 euro
con un guadagno, quindi, di 5 euro. Se adottato il cash settlement,
pagherà 45 euro e riceverà 50 euro (nella pratica riceverà solo la
differenza di 5 euro). Al guadagno dell’acquirente corrisponde la perdita
del venditore, che consegnerà a soli 45 euro un bene che potrebbe invece
vendere sul mercato a 50 euro.
Nel secondo caso – valore di mercato del barile alla scadenza pari a 40
euro – le parti si invertono. L’acquirente dovrà pagare 45 euro ciò che in
realtà vale 40, con una perdita di 5 euro, mentre il venditore, per la stessa
ragione, guadagnerà 5 euro.