Capitolo I Caratteristiche climatiche della Basilicata
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CAPITOLO I
CARATTERISTICHE CLIMATICHE DELLA BASILICATA
La conoscenza del clima e delle sue caratteristiche peculiari sono state un punto
di partenza importante in uno studio impostato sulla caratterizzazione delle condizioni
climatiche di una regione. Pertanto, dopo una breve descrizione in generale, si è
puntata l’attenzione a quelle che sono, invece, le caratteristiche del clima in Basilicata.
I.1 Caratterizzazione del clima di una regione
Per clima , in generale, s’intende lo stato medio dell'atmosfera determinato dalle
condizioni e variazioni giornaliere e stagionali di una serie di fattori: la temperatura,
l'umidità, la quantità e la qualità delle precipitazioni (pioggia e neve), la durata
dell'insolazione, la nuvolosità, la direzione e velocità del vento, ed altri fenomeni
atmosferici come nebbia, gelo e temporali.
In relazione alla determinazione del clima di una vasta area intervengono, anche
altri fattori quali la posizione astronomica in termini di latitudine, la posizione
geografica all’interno o ai margini di continenti e quindi l’incidenza dell’influenza
delle masse continentali, degli oceani o dei mari interni, la presenza di grandi sistemi
geografici in grado di esercitare un effetto di barriera nei riguardi delle masse d’aria
circolanti oceaniche o continentali. Nel caso invece del clima d’aree più limitate
assumono importanza anche fattori di dettaglio: la presenza di rilievi o di
caratteristiche orografiche minori quali monti, vallate, pianure in grado di creare
circolazione atmosferica locale periodica, la loro elevazione, distanza e orientamento
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rispetto ai mari o al continente in grado di ostacolare o favorire la penetrazione
d’influenze marine o continentali e quindi determinare le caratteristiche di marittimità
o continentalità al clima, ed ancora l’altitudine media della zona, la presenza di laghi
con superficie e massa idrica sufficientemente ampia da far risentire nella regione
circostante le influenze dovute alle capacità termiche del corpo idrico, nonché il tipo di
vegetazione che copre il suolo (Scossiroli, 1979).
L’intensità e la durata della radiazione solare, che condizionano direttamente o
indirettamente altre componenti del clima, rappresentano i principali fattori nella sua
determinazione. Come descritto in appendice, la radiazione solare che arriva ai
margini dell'atmosfera viene in parte assorbita ed in parte riflessa come albedo dalle
nubi, dall'atmosfera, dall'acqua, dalla neve e dalla superficie della terra. La quantità di
radiazione riflessa varia in relazione alla natura e soprattutto al colore della superficie
che riceve la luce incidente (la neve fresca, ad esempio, ne riflette il 90%, mentre un
suolo di colore scuro ne assorbe anche più del 90%).
L'energia assorbita è utilizzata solo in piccola parte dai vegetali per la sintesi
clorofilliana; la gran parte dell'energia assorbita dalla superficie della terra è invece
coinvolta nel ciclo dell'acqua, per la sua evaporazione alla superficie dei corpi idrici
(oceani, mari, laghi, paludi), per l’evaporazione dell'acqua assorbita dalle piante e dal
suolo, e per la sua condensazione in nubi e successive precipitazioni. L'energia
assorbita nell’atmosfera, invece, è dissipata soprattutto attraverso i fenomeni
atmosferici che si manifestano con circolazione generale di masse d’aria. Tale
circolazione costituisce il più importante meccanismo di mescolamento dell'atmosfera,
con importanti riflessi diretti sul clima del globo ed in particolare con riflessi indiretti
sul clima d’aree limitate.
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I principali movimenti d'aria sono attivati da correnti ascensionali, alle quali
fanno riscontro di compensazione correnti discendenti. La piovosità è indotta dal
raffreddamento che le correnti ascendenti subiscono per effetto dell’altitudine, mentre
le correnti discendenti riscaldandosi al suolo e nella bassa atmosfera sono
accompagnate da scarse precipitazioni. Questa circolazione è modificata nel suo
percorso dal moto di rotazione della Terra e, a quote ancora minori, dalle locali
condizioni termiche sui mari e termiche ed orografiche sui continenti. La somma dei
suddetti effetti determina i principali movimenti della circolazione atmosferica.
La grande circolazione atmosferica tende quindi a distribuire sul globo terrestre
la piovosità, come fase di restituzione per ricondensazione dell’acqua immessa in
atmosfera dalla evaporazione degli oceani, dalle acque sulle terre emerse e dalla
evapotraspirazione della vegetazione.
Il contenuto di umidità relativo alle correnti atmosferiche, ossia la pioggia
potenziale, subisce modificazioni durante il suo percorso sui continenti dovute alla
presenza di rilievi montuosi. Questi, infatti, obbligando le masse d’aria a risalire in
quota lungo i versanti e quindi a raffreddarsi, inducono condensazione in pioggia o
neve dell’umidità atmosferica come schematizzato nella Figura I.1.
Man mano che s’inoltra nel continente, l’aria d’origine oceanica o marina subisce
una riduzione della sua capacità di pioggia potenziale.
In definitiva, le precipitazioni giocano un ruolo importante nella determinazione
del clima, non solo in relazione alla quantità annua, ma anche per quanto riguarda le
caratteristiche della loro distribuzione nel corso dell’anno. Quantità delle
precipitazioni e temperatura ambiente condizionano l’umidità relativa dell’atmosfera
(RH), tale parametro costituisce un fattore climatico importante andando ad esprimere
indirettamente l’intensità d’evapotraspirazione indotta nelle piante. L’umidità relativa
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Direzione dei venti caldi umidi
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dell’atmosfera varia quindi con le stagioni come espressione della distribuzione delle
piogge e con le ore del giorno come espressione dell’energia assorbita e quindi della
temperatura ambiente.
Figura I.1 Precipitazioni correlate con la risalita e raffreddamento lungo i rilievi dei venti caldi ed
umidi provenienti dal mare
I.2 Inquadramento climatico della Basilicata
La regione, bagnata dal mare in due versanti, è battuta dalle calde correnti
meridionali che vanno a prosciugare la poca umidità esistente, tuttavia in linea
generale si può affermare che il suo è un clima tipicamente continentale.
Le condizioni climatiche della Basilicata sono caratterizzate dalla posizione
influenzate dalla posizione che la regione stessa assume, influenzata dai tre mari
Tirreno, Adriatico, Ionio oltre che dalla particolare orografia abbastanza tormentata e
caratterizzata da dorsali montuose mai orientate nella stessa direzione.
Quanto alla temperatura, le cause che presiedono alla distribuzione di tale
parametro sono distinte in cause generali (latitudine, altitudine, posizione dei mari e
dei continenti) ed in cause locali quali esposizione del luogo, configurazione, natura e
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colore del terreno, vicinanza e direzione delle catene montuose, vegetazione, umidità,
nebbie e correnti marine. Operando una distinzione nell’ambito delle due province, si
può affermare che nel potentino l’andamento della temperatura è caratterizzato da un
anno all’altro da grande variabilità ed incostanza, andando ad assumere i valori più
diversi e più contrari durante il medesimo mese e nella stessa stagione. La media
annua della temperatura, nel caso specifico di Potenza, si discosta molto dalle altre
zone della Basilicata, il suo valore è infatti influenzato dalla posizione e dal rilievo che
caratterizzano la zona. Le altre zone della provincia di Potenza presentano
caratteristiche comuni a quasi tutto il mezzogiorno d’Italia, di grande variabilità da un
anno all’altro e, nell’ambito dello stesso anno, da mese a mese e da giorno a giorno. La
valle dell’Ofanto, aperta ai continui ed impetuosi venti di O-SO ed E-NE, è
caratterizzata da una temperatura mite d’estate e fredda d’inverno.
Il clima della provincia di Matera, invece, differisce molto da quello della
provincia di Potenza e presenta numerosi tratti comuni a quelli della vicina Puglia.
Nell’ambito della stessa provincia, si distinguono la zona del metapontino, esposta ai
venti di sud-est, che presenta inverni miti ed estati caldissime, e le zone basso collinari
e sub-montane con temperature meno elevate d’estate e più basse d’inverno.
Le precipitazioni, ed in particolare la pioggia, che rappresenta il parametro dal
ruolo fondamentale soprattutto dal punto di vista agrario, vanno valutate sotto tre
aspetti riguardanti la quantità, la fr equenza e la sua distribuzione stagionale.
Nella provincia di Potenza la quantità di pioggia supera nell’anno i 1000 mm,
poiché numerose località del potentino sono situate ai piedi delle grandi montagne del
Pollino e del Volturino, e risentono dell’azione condensatrice che tali catene esercitano
sulle correnti d’aria umida e calda che arriva dal sud. In particolare la zona del
lagonegrese, risentendo degli influssi del vicino Tirreno, registra la massima piovosità
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con valori medi addirittura anche superiori ai 2000 mm. Nel materano, la pioggia
annua non raggiunge i 1000 mm. Nell’arco della fascia ionica e della parte bassa delle
zone del Basento, si riscontrano i minimi valori di piovosità , la media annua è di 500
mm con punte minime di 200 mm (Figura I.2). L’unica eccezione si riscontra nella
zona confinante ad occidente con la provincia di Potenza, dove le precipitazioni
appaiono più elevate. In linea generale la distribuzione delle precipitazioni è molto
irregolare nel tempo e nello spazio e la presenza di massime concentrazioni durante la
stagione invernale (dicembre è il mese più piovoso) e minime concentrazioni nel
periodo estivo (agosto è il mese più secco), va a confermare un clima dal tipico timbro
mediterraneo.
Particolari sono le caratteristiche di ventosità in Basilicata. I venti di ovest, in
primavera si convertono con il procedere dell’estate in quelli di est ed in genere ai
primi di luglio cominciano a comparire particolari venti periodici (tipo i boreali) che
concorrono al mantenimento dell’aria asciutta e di un cielo sereno. Al termine
dell’estate ai suddetti venti succedono quelli del sud che ripristinano un certo grado di
umidità e di pioggia, predisponendo l’atmosfera ai temporali. Durante l’autunno il
freddo è annunciato dai venti di nord ovest e nord est ed il maestrale comincia a
soffiare con violenza lungo le coste del Tirreno e dell’Adriatico. In inverno i venti del
nord e del nord ovest esercitano grossa influenza sull’umidità dell’aria, in estate gli
stessi concorrono alla dissipazione delle nubi.
Le nebbie e le nubi sono determinate dal passaggio del vapor d’acqua sciolto
nell’atmosfera da uno stato invisibile ad una forma visibile; le nubi si formano nella
zona più alta dell’atmosfera, le nebbie si condensano negli strati d’aria più bassi a
contatto con il suolo. Nell’ambito della nostra regione la nebbia compare in primavera
ed in inverno, si manifesta invece molto raramente in estate. Nelle valli è molto
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comune la nebbia invernale discendente dai monti. In generale il fenomeno che
concorre alla formazione delle nebbie segue le leggi dell’umidità relativa, andando a
preferire la stagione e le ore più fredde con conseguente scomparsa nella stagione e
nelle ore più calde.
Figura I.2 Profili altimetrico e pluviometrico lungo transect dalla zona del lagonegrese a quella
del Basento