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I problemi energetici stanno assumendo una rilevanza che, al di l degli aspetti politici ed
economici, coinvolge e coinvolger sempre di piø tu tto il nostro modo di vivere. L energia Ł
infatti il motore di tutti i fenomeni naturali ed artificiali e come tale essa Ł il presupposto
fondamentale per la vita. Il grande sviluppo della popolazione sulla terra ed il conflitto tra i
consumi e le risorse hanno ingigantito tuttavia i problemi che ne conseguono. L uso
dell energia nelle diverse aree del pianeta Ł attualmente molto diverso: le societ
industrializzate sono ad alta intensit energetica, mentre le aree con economia meno
sviluppata utilizzano l energia in modo meno intenso, ma con tecnologie di conversione meno
avanzate e quindi con impatto ambientale maggiore a parit di prodotto. Ovviamente lo
sviluppo dei consumi energetici non potr continuar e molto a lungo, perchØ i suoi limiti,
ineliminabili, sono la limitatezza delle risorse e la situazione dell ambiente, nel quale tutti i
prodotti e i flussi energetici, prima o poi, finiscono. Non bisogna, per , dimenticare che
l energia e la tecnologia hanno liberato progressivamente l uomo dalla fatica, consentendo ad
una percentuale crescente di individui di sviluppare il pensiero e la riflessione, i quali hanno
comportato un miglioramento della conoscenza e, quindi, della tecnologia stessa. Ci ha reso
possibile il sostentamento di un numero crescente di persone. L esplosione demografica
dell ultimo secolo, verificatasi in modo esponenziale soprattutto in Cina e in India (la Cina e
l India vantano oggi quasi il 40% della popolazione mondiale), non sarebbe stata possibile
senza gli apporti scientifici e tecnologici provenienti dai Paesi piø sviluppati: la fame, le
carestie e le malattie, oltre alle guerre, avrebbero costituito un calmiere naturale a questo
sviluppo, come Ł sempre avvenuto nei secoli passati. Alla fine del 2006 si contano sulla terra
circa 7000 milioni di persone, le quali non potrebbero vivere senza l apporto di grandi flussi
energetici. Anche la durata media della vita umana Ł molto aumentata. L uomo vive piø a
lungo nei paesi ad economia artificiale , sostenut a massicciamente da fonti energetiche non
rinnovabili, che in quelli sostenuti soprattutto da un economia naturale , basata
principalmente sull energia solare. Segno che, forse, l inquinamento, pur dannoso alla salute,
Ł piø che compensato dai sistemi di supporto e di controllo ambientale che la conoscenza e la
tecnologia possono offrire. Perci questi problemi, che saranno a forte valenza nel prossimo
futuro, devono essere affrontati con equilibrio e con una visione capace di tenere conto di
moltissimi aspetti diversi. L Unione Europea ha recentemente varato una serie di
provvedimenti che fissano in modo vincolante il percorso che si intende intraprendere, da qui
al 2020, per contrastare gli effetti sul clima dell attuale livello di consumo energetico: almeno
il 20% dell energia primaria dovr essere prodotta con fonti rinnovabili, le emissioni in
atmosfera dovranno essere ridotte di un altro 20% e ancora un 20% Ł il risparmio di energia
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che si intende ottenere soprattutto attraverso un ampio recupero di efficienza energetica. ¨
proprio questo ultimo obiettivo che far quindi da scenario e ci guider nella nostra analisi
delle pompe di calore nelle loro differenti configurazioni.
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1.1 La situazione energetica mondiale
Prima di esaminare la situazione energetica italiana, Ł opportuno soffermarsi brevemente su
quella mondiale. Ricordiamo che nelle statistiche energetiche figurano soltanto le fonti
commerciali: non Ł quindi incluso il grande quantitativo di energia solare che sostiene, fin
dalle origini del pianeta, i cicli naturali e alimenta le coltivazioni, le foreste, ecc. Su un totale
di 230 Paesi nel mondo, alcuni dei quali sono peraltro piccolissimi, i primi 19 Paesi
consumatori di energia primaria coprono il 77.9% dei consumi (Tab 1).
(Tab 1) Tabella. Popolazione e consumi annui di energia primaria. BP Statistical Review 2006.
NB1. I valori cerchiati sono ovviamente valori medi vista la tipologia di indicatore rilevato
NB2. I dati relativi alla popolazione sono di fine 2003
Tra di essi ve ne sono alcuni il cui consumo complessivo Ł elevato a causa del grande numero
di abitanti, mentre il consumo pro-capite Ł basso: Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia.
Tra questi Paesi, la Cina Ł in forte espansione economica e l India la seguir a breve
scadenza; l ingresso di questi due Paesi nel contesto delle potenze economiche costituir un
evento traumatico, perchØ essi, con il 37.6% della popolazione mondiale (valore percentuale
in crescita), richiederanno grandi quantitativi di energia, causando forti tensioni nel mercato,
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pressione sulle risorse energetiche e notevoli problemi ambientali. La ripartizione dei consumi
energetici Ł fortemente disuniforme: gli 8 Paesi del G8, con il 13.7% della popolazione,
consumano il 48.9% dell energia. Anche il consumo pro-capite Ł fortemente sbilanciato, si
vedano a questo proposito le tabelle di seguito riportate (Tab 2, Tab3).
(Tab 2) Consumi annui di en primaria per fonte (Dati in Mtep). BP Statistical Review 2006.
Consumi di energia primaria per fonte
37,3%
14,7%
19,1%
5,5%
5,8%
PETROLIO
GAS
CARBONE
NUCLEARE
IDRO ecc
PAESE PETROLIO GAS CARBONE NUCLEARE IDRO ecc TOTALE
USA 914,3 566,8 573,9 181,9 60,9 2297,8
CINA 275,2 29,5 799,7 9,8 64,0 1178,2
RUSSIA 124,7 365,2 111,3 34,0 35,6 670,8
GIAPPONE 248,7 68,9 112,2 52,2 22,8 504,8
INDIA 113,3 27,1 185,3 4,1 15,6 345,4
GERMANIA 125,1 77,0 87,1 37,3 5,7 332,2
CANADA 96,4 78,7 31,0 16,8 68,6 291,5
FRANCIA 94,2 39,4 12,4 99,8 14,8 260,6
GRAN BRETAGNA 76,8 85,7 39,1 20,1 1,3 223,0
COREA DEL SUD 105,7 24,2 51,1 29,3 1,6 211,9
ITALIA 92,1 64,5 15,3 10,0 181,9
BRASILE 84,1 14,3 11,0 3,0 68,9 181,3
SPAGNA 75,5 21,5 20,6 14,0 9,9 141,5
MESSICO 82,6 40,8 7,8 2,4 4,5 138,1
UCRAINA 13,1 60,8 39,0 18,4 2,1 133,4
IRAN 54,0 72,4 0,7 2,0 129,1
ARABIA SAUDITA 67,0 54,9 121,9
AUSTRALIA 38,1 23,7 50,2 3,7 115,7
INDONESIA 53,9 32,0 18,9 2,3 107,1
Totali Parziali 2734,8 1747,4 2166,6 523,1 394,3 7566,2
Resto Del Mondo 901,8 584,5 411,8 75,7 201,1 2174,9
Totali Mondo 3636,6 2331,9 2578,4 598,8 595,4 9741,1
% 37,3% 14,7% 19,1% 5,5% 5,8% 100,0%
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Occorre dire, peraltro, che l efficienza energetica dei Paesi industrializzati Ł molto superiore a
quella degli altri Paesi, i quali per questo motivo producono poca ricchezza e molto
inquinamento. ¨ significativo, in proposito, l indice di intensit energetica (Tab 4) definito
come rapporto fra i consumi energetici di una nazione (Tep) ed il suo prodotto interno lordo
(PIL), dal quale risulta che l Italia, con il suo consumo pro-capite relativamente basso e con la
sua buona capacit produttiva, ha un indice nettame nte migliore di quello degli altri Paesi
industrializzati anche se la tendenza come vedremo piø avanti (Tab 12) non lascia buone
aspettative. Nei Paesi europei della ex-URSS la situazione energetica Ł disastrosa (consumi
elevati, produttivit bassa, sprechi); infatti l in tensit energetica indicata dalle tabelle per la
Russia e l Ucraina, estensibile anche a molti altri Paesi dell Est europeo, ha valori molto
scadenti.
(Tab 4) Confronto dati energetici primi 19 paesi consumatori. BP Statistical Review 2006.
PAESE POPOLAZIONE PIL pro-capite INTENSITA’ EN
10^6 ab % $/ab Tep/1000$ $/Tep
USA 88,0 4,6% 35048 0,228 4386
CANADA 31,9 0,5% 27389 0,332 3012
GIAPPONE 127,0 2,0% 24835 0,161 6211
AUSTRALIA 19,5 0,3% 24574 0,240 4167
GERMANIA 82,3 1,3% 23742 0,168 5952
FRANCIA 60,0 1,0% 22897 0,188 5319
ITALIA 58,0 0,9% 22172 0,140 7143
GR. BRETAGNA 60,0 1,0% 22093 0,167 5988
ISRAELE 6,0 0,1% 18440 0,165 6065
SPAGNA 40,2 0,6% 18079 0,193 5181
COREA DEL SUD 48,0 0,8% 17176 0,256 3906
ARABIA SAUDITA 23,5 0,4% 10815 0,481 2079
MESSICO 103,4 1,7% 8820 0,147 6802
BRASILE 180,0 2,9% 7037 0,142 7042
RUSSIA 145,0 2,3% 7473 0,616 1623
IRAN 67,5 1,1% 5531 0,344 2907
CINA 1309,4 21,0% 3617 0,249 4016
UCRAINA 48,4 0,8% 3458 0,781 1280
INDONESIA 231,3 3,7% 2857 0,175 5714
INDIA 1034,2 16,6% 2248 0,133 7519
NB. I dati sono ordinati per valori del PIL pro-capite decrescenti e ai 19 principali consumatori Ł aggiunto lo stato d Israele
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Per rendere possibile una corretta interpretazione dei dati sopra riportati e per avere una
visione a 360 della problematica, forniamo anche i valori relativi al PIL pro-capite di:
- alcuni Paesi a basso reddito: Algeria (5063), Filippine (3805), Egitto (3420);
- alcuni Paesi a bassissimo reddito: Vietnam (1860), Bangladesh (1483), Sudan (940),
Ruanda (885), Nigeria (853), Congo (801), Madagascar (799), Etiopia (628), Somalia
(600), Burundi (578), Tanzania (501).
1.1.1 Obiettivo efficienza energetica
La Commissione stima il potenziale globale di risparmio energetico nei principali settori di
uso finale in percentuali comprese tra il 25% e il 30% e definisce un quadro di interventi
incentrato sull obiettivo di riduzione degli sprec hi per inefficienza che vengono valutati
nella misura di oltre il 20% dei consumi totali dell Europa. Secondo il piano d azione, con il
risparmio energetico si incrementa la sicurezza dell approvvigionamento energetico e, al
contempo, la competitivit del sistema produttivo s timolando il mercato delle tecnologie e dei
prodotti ad elevato rendimento energetico. Il conseguimento dell obiettivo prevede in prima
istanza l applicazione e il controllo rigoroso del quadro normativo e quindi l impegno di ogni
Stato membro ad applicare in modo efficace tutte le direttive e i regolamenti gi emanati
finalizzati al miglioramento dell efficienza energetica nei settori di uso finale, superando i
ritardi fin qui accumulati. L obiettivo fondamentale Ł quello di trasformare l attuale sistema
energetico in un sistema piø sostenibile, meno dipendente da combustibili importati, basato su
un diverso mix di fonti e vettori energetici, con particolare attenzione alle tecnologie a
bassa/nulla intensit carbonica, associate ad una m aggiore efficienza energetica per far fronte
alle sfide, sempre piø pressanti, della sicurezza dell approvvigionamento e dei cambiamenti
climatici, rafforzando nel contempo la competitivit delle industrie europee. Altre misure
previste riguardano la promozione di interventi di sensibilizzazione sulle tematiche
dell efficienza energetica nei settori dell industr ia e dei servizi di pubblica utilit , nei settori
dell istruzione e nei programmi di formazione professionale. Una particolare attenzione viene
poi rivolta all efficienza energetica nelle aree urbane. ¨ attesa entro il 2007 una proposta per
realizzare un nuovo accordo internazionale sull efficienza energetica che possa riunire i Paesi
dell OCSE e i principali Paesi emergenti (come la Cina, l India e il Brasile) al fine di limitare
l utilizzo di prodotti che non soddisfano dei criteri minimi di prestazione e stabilire approcci
comuni per i risparmi energetici. I rappresentanti dei paesi dell OCSE il 9 marzo 2007 hanno
individuato cinque settori attraverso i quali conseguire i risparmi: un azione sui trasporti,
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l introduzione di requisiti minimi nelle apparecchiature energetiche, la sensibilizzazione verso
comportamenti virtuosi in tema di consumi, un maggiore ricorso a tecnologia ed innovazione
e una maggiore attenzione all efficienza nell edili zia.
1.1.2 Riserve energetiche
Soffermiamoci ora un istante sulla situazione delle riserve energetiche mondiali che mostra un
quadro assai preoccupante. Le riserve energetiche accertate nel 2006 e i consumi annui
mondiali di energia sono riportati nella (Tab 5).
(Tab 5) Riserve provate e consumi di energia primaria nel mondo. BP Statistical Review 2006.
La localizzazione delle riserve Ł critica:
circa il 63% delle riserve di petrolio sono situate nel Medio Oriente (il 22% nella sola
Arabia Saudita);
circa il 32% delle riserve di gas naturale si trovano nell ex-URSS e il 41% nel Medio
Oriente;
i maggiori produttori (e consumatori) di carbone sono: USA, Cina, ex-URSS.
I dati sono allarmanti ma non dimentichiamoci che, seppur ad un tasso via via decrescente, nel
futuro verranno sicuramente scoperte nuove riserve che nelle tabelle ovviamente non sono
conteggiate.
RISERVE CONSUMI RISERVE/CONSUMI
(Gtep)^10 Gtep/anno % (anni)
Petrolio 157 3,64 37,3% 43
Carbone 500 2,58 26,5% 194
Gas
naturale
145 2,33 23,9% 62
En Nucleare 0,60 6,2%
Idro-Geo 0,59 6,1%
Totale 802 10 100,0% 299
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Questa speranza non deve tuttavia illudere che la situazione sia rosea; deve anzi portare
ognuno di noi a riflettere e a posizionare il suo piccolo pezzo nella corretta posizione del
puzzle di un nuovo approccio al consumo ed alla gestione dell energia.
Lo sfruttamento di riserve esistenti, al momento ritenute non convenienti economicamente,
dipender dall andamento dei prezzi, dalle aspettat ive degli operatori sull andamento degli
stessi e dallo sviluppo di tecniche di estrazione piø evolute. La materiale accessibilit di molte
di queste risorse Ł ostacolata da problemi di natura geopolitica. Oltre il 56% delle riserve
accertate Ł concentrato in Medio Oriente e nel lungo termine crescer la dipendenza dei Paesi
consumatori di petrolio da quelle aree.
Anche il gas naturale, i cui giacimenti in genere sono localizzati in prossimit di quelli
petroliferi, pu rappresentare una fonte mediante l a quale supplire alla carenza di petrolio
convenzionale in una fase di transizione. Nella produzione di gas naturale, Stati Uniti, Paesi
OPEC e Russia rappresentano quasi il 60% del fabbisogno annuale a livello mondiale. La
crescita della produzione risulta particolarmente dinamica nei Paesi OPEC, in America latina
e in molti Paesi africani; in Russia, primo produttore mondiale, la produzione cresce
lentamente mentre risulta in declino in Nord America ed Europa. Per il carbone, a fronte
dell incremento della domanda mondiale, anche la produzione Ł cresciuta per il quinto anno
consecutivo. Con ritmi piø contenuti la crescita dei consumi coinvolge tutte le altre aree
geopolitiche con l eccezione dell Europa dove i con sumi e la produzione si contraggono. Alla
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crescita del 2006 anno hanno contribuito prevalentemente gli aumenti della produzione
statunitense, russa ed australiana.
Qual Ł, allora, l obiettivo da perseguire?
L esame delle risorse disponibili e la consapevolezza che la Terra Ł un ambiente limitato,
incapace di sopportare la pressione di consumi annui pari a 10-15 volte quelli attuali,
suggerisce la seguente conclusione: certamente non sar possibile far convergere lo standard
di vita e di consumi di tutto il pianeta verso quello attuale dei nostri paesi occidentali. Non vi
sarebbero risorse sufficienti e si giungerebbe al collasso ambientale. Perci a lungo termine
sar inevitabile che i Paesi ad alta intensit ener getica ridimensionino i loro consumi, mentre
aumenteranno i fabbisogni degli altri Paesi come conseguenza del processo di globalizzazione
e di occidentalizzazione dei Paesi in via di sviluppo. La grande sfida di questo secolo, quindi,
consister nel diffondere un adatta educazione ener getica ed ambientale: solo una capillare
opera di educazione potr consentire che questa aut entica rivoluzione della mentalit e dei
costumi avvenga con una certa gradualit , cioŁ senza gravi conflitti. Ma ricordiamo che i
cambiamenti di mentalit richiedono tempi lunghi, s pecialmente quando si pensa ad
un evoluzione in senso inverso rispetto alla tendenza naturale dell uomo, che Ł portata a
considerare fatti positivi la crescita e lo sviluppo. Sar veramente cruciale attuare una corretta
e graduale transizione dall attuale modello verso altri a minore intensit energetica. L azione
politica, infatti, deve essere non solo giusta, ma anche possibile: l attuazione di soluzioni
troppo radicali nel breve periodo non sarebbe accettata dalla popolazione. ¨ in questa ottica
che cercheremo di condurre la nostra trattazione.