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1 Scopo del lavoro
Negli ultimi anni si è cercato di programmare e di tenere sotto controllo l’andamento
produttivo avuto delle varie cultivar di vite. Ciò permette di rimediare a eccessi produttivi,
rispettando così i disciplinari di produzione, e di ricercare forme di allevamento, che
permettano una riduzione dei costi di gestione del vigneto e un mantenimento, se non un
miglioramento della qualità delle uve ottenute rispetto a forme d'allevamento più tradizionali.
Lo scopo del lavoro consiste nello studiare l’accrescimento degli acini e il peso del grappolo
durante la stagione vegetativa. Esso è stato fatto in diversi appezzamenti, posti in collina e
pianura, che, presentando caratteristiche diverse oltre che per l’orografia anche per la
composizione del terreno, hanno dato risultati molto importanti a livello di gestione del
vigneto.
Questo studio ha preso in considerazione la coltivazione della cultivar Garganega allevata nelle
forme di allevamento tradizionali, come la Pergola, e abbastanza nuove per la zona del Soave,
come il Guyot. Lo scopo di questo confronto è quello di vedere se le diversità delle due forme di
allevamento incidono in modo considerevole sull’accrescimento degli acini e sul peso del
grappolo; cosa molto importante visto il sempre crescente aumento del costo della
manodopera per la conduzione delle forme allevate a Pergola, contro quelle allevate a Guyot
che sono più meccanizzabili.
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3 Introduzione
La conoscenza della fisiologia della vite è essenziale per capire l’andamento vegetativo e lo
sviluppo dell’acino, con le varie modificazioni che s’instaurano al suo interno, per programmare
la produzione potenziale che si ottiene alla raccolta. Molti studi a tal riguardo analizzano le altre
importanti variabili che influiscono sull’accrescimento e sul peso del grappolo come il ruolo
della pioggia, o dell’irrigazione se possibile, e delle temperature (Barbagallo M. G., 2003).
4 Fisiologia della vite
Conoscere la fisiologia della vite è alla base di una buona comprensione dei fenomeni vegeto-
produttivi della pianta nonché di una corretta applicazione delle tecniche colturali.
Occorre innanzitutto distinguere due cicli biologici che caratterizzano la Vitis vinifera, ovvero un
ciclo vitale, che si estende lungo tutto l’arco di vita della pianta e un ciclo annuale, che
comprende e riclassifica entro due sottocicli le fasi fenologiche della vite. Il ciclo annuale perciò
si suddivide in un sottociclo vegetativo e in un sottociclo riproduttivo i quali avvengono
contemporaneamente sul germoglio di vite. Riguardo a ciò un’analisi separata costituisce un
espediente semplificativo al fine di comprendere meglio ciò che accade nel ciclo della vite (Fig.
1).
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Fig. 1: Fasi fenologiche dei sottocicli vegetativo e riproduttivo (Fregoni, 1999).
4.1 Sottociclo vegetativo
Il sottociclo vegetativo comprende un periodo di accrescimento vegetativo che va da marzo-
aprile, il cosiddetto germogliamento, fino alla fine di luglio-primi di agosto circa, quando si
verifica l’arresto dell’accrescimento dei germogli. Per prima cosa si può osservare un fenomeno
tipico della vite, il pianto, ovvero la fuoriuscita di liquido floematico dai tagli della potatura
come conseguenza di un rapido incremento dell’assorbimento radicale che si verifica in questo
periodo e il conseguente risveglio vegetativo. A seguito di questo fenomeno, circa una
quindicina di giorni dopo, si ha il rigonfiamento della gemma con conseguente apertura delle
brattee e fuoriuscita del germoglio, tutto questo rientrante nel termine di germogliamento con
il quale si usa identificare questa fase. Il germogliamento è controllato da fattori esterni, quali la
temperatura e da fattori endogeni, come ad esempio gli stimoli ormonali. Per quanto riguarda
la temperatura, in Europa si usa considerare che il germogliamento avvenga in presenza di una
temperatura media giornaliera che si attesti attorno ai 10˚C (zero vegetativo) per una durata
consecutiva di almeno 7-10 giorni; mentre dal punto di vista ormonale questa fase è permessa
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sia dalla traslocazione delle citochinine sintetizzate dalle radici e trasportate col pianto nella
parte epigea sia grazie all’eliminazione di ormoni inibitori nelle gemme stesse (Fregoni, 1999).
Una volta emessi, i nuovi germogli subiscono una fase di crescita che dapprima è molto lenta,
ma ben presto incrementa raggiungendo il suo apice verso la metà di giugno. Successivamente,
durante l’estate, si assiste a un rallentamento di questa crescita fino al suo annullamento alla
fine di luglio e i primi di agosto. Quando il germoglio ha raggiunto il suo massimo sviluppo esso
attraversa un periodo detto “agostamento” che si protrae fino alla caduta delle foglie (inizio
novembre- metà dicembre) e che vede la progressiva lignificazione e maturazione dei germogli
che diventano tralci ed assumono un colore che passa dal verde al marrone. Questa fase, che si
realizza parallelamente alla maturazione dei grappoli, è frutto dell’accumulo nei tessuti di
sostanze di riserva come l’amido e risulta essere molto importante per la ripresa vegetativa e il
germogliamento dell’anno successivo. Le sostanze accumulate, infatti, determinano un
perfezionamento della differenziazione delle gemme ibernanti (sede della produzione) ma
incidono anche sulla qualità, in quanto gli zuccheri che si depositano nella bacca all’inizio della
maturazione derivano proprio dagli organi perenni (branche). La mancata maturazione dei tralci
della vite può essere dannosa perché diminuisce la resistenza ai freddi invernali (Nicolis, 2005).
L’agostamento oltre che essere influenzato dall’alimentazione azotata della pianta, che se
eccessiva tende a ritardare l’accumulo delle sostanze di riserva, è anche e soprattutto
condizionata dalla produzione del ceppo, la quale tanto più è eccessiva tanto meno vi saranno
sintetati in grado di accumularsi nei tessuti di riserva. Infine, per quanto riguarda il sottociclo
vegetativo vi è un periodo di riposo che si estende da novembre-dicembre fino a marzo-aprile,
ovvero dalla caduta delle foglie fino al germogliamento. La caduta delle foglie sopraggiunge a
seguito dell’accumulo nella pianta di un ormone inibitore, l’acido abscissico, il quale favorito
dalle temperature sempre più basse dei mesi invernali determina una serie di eventi che vanno
dal progressivo isolamento del picciolo fogliare, previo recupero delle sostanze utili, fino alla
caduta, per azione meccanica del vento, della foglia stessa. Durante l’inverno l’amido è
convertito in zuccheri e se all’inizio esso è poco dipendente dalla temperatura, in seguito
questo legame si rafforza determinando il riposo forzato o esogeno. A seguito poi del periodo di
riposo, col sopraggiungere della stagione successiva, il sottociclo vegetativo ripartirà
nuovamente ripercorrendo le fasi sopra esposte.
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4.2 Sottociclo riproduttivo
Fig. 2: Schema riassuntivo del sottociclo riproduttivo (Chauvet e Reynier, 1979).
Parallelamente al ciclo vegetativo con tutte le sue fasi, la pianta attraversa anche un altro tipo
di sottociclo, ovvero quello riproduttivo. Sul germoglio uvifero che è nato in primavera durante
il germogliamento, da una gemma ibernante differenziatasi l’anno precedente, avvengono,
infatti, due fenomeni paralleli di cui uno ha effetti sull’anno in corso, che riguarda l’emissione e
lo sviluppo del grappolo dalla fioritura alla maturazione, mentre l’altro avrà effetto sull’anno
successivo, dato che riguarda la formazione e la differenziazione delle gemme miste per la
produzione appunto dell’anno successivo. La formazione delle gemme miste e pronte e la loro
differenziazione sono i primi atti del sottociclo riproduttivo che avvengono da maggio in poi
sull’ascella delle foglie del germoglio che sta crescendo (fig. 2). Per quanto riguarda le gemme
pronte, che danno luogo al germoglio anticipato o femminella, la formazione avviene prima
delle miste (15 giorni) e la loro differenziazione e germogliamento si concludono nell’anno in
questione, mentre per le gemme ibernanti la formazione si ha durante il periodo vegetativo
fino alla fine di luglio e la differenziazione, ovvero la costituzione dei grappoli, inizia anch’essa in
questo periodo per poi concludersi l’anno successivo con il relativo germogliamento (Fig. 1). Le
gemme miste si formano a mano a mano che il germoglio crea dei nuovi nodi, per questo la loro
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differenziazione è scalare lungo il tralcio e quindi nell’ambito dello stesso capo a frutto le
gemme avranno goduto di differenti condizioni ambientali durante la realizzazione di questa
importante fase. Quest’ultimo fenomeno si protrae fino ai primi di agosto, presentando
un’intensità massima verso giugno-luglio.
Come si è precedentemente esposto, l’apice meristematico indifferenziato della gemma inizia
un processo di specializzazione delle strutture che lo porterà durante la primavera successiva,
con il germogliamento, a differenziare le foglie, i grappoli e anche i viticci, ovvero tutto ciò che
normalmente è presente su di un germoglio. Una volta schiusa la gemma, si ha la formazione di
tutti i singoli organi dell’apparato di riproduzione considerando il ruolo importante delle
condizioni ambientali di questo periodo ai fini della formazione dei fiori. Per quanto riguarda la
schiusura c’è da ricordare che le gemme della vite hanno bisogno di temperature che si
stabilizzino per una decina di giorni attorno al valore minimo di 10˚C per poter germogliare.
Una volta germogliate le gemme, quando il germoglio è lungo circa 6-7 cm, vi è la comparsa dei
primi grappolini che si distendono e allargano i propri boccioli, all’interno dei quali si sta
compiendo l’ultima fase della differenziazione, cioè la macrosporogenesi (formazione degli
ovuli fecondabili) e la microsporogenesi (formazione del gamete maschile), (Fregoni, 1999).
La fioritura o antesi avviene, a seconda della latitudine e dell’altitudine, dalla fine di maggio alla
metà di giugno (fig. 3).
Fig. 3: Fioritura