Introduzione
La prima definizione di una forma è il suo confine materiale. Per una
roccia è la sua superficie, per il corpo umano è la pelle quella parte che
in primis ci distingue dall’ambiente circostante e che permette il normale
svolgimento di tutti i processi fisiologici. Le società umane non fanno
eccezione, anche se questi confini possono essere più complessi, a volte
netti a volte labili, magari sovrapposti fra loro. Come in natura i luoghi
più ricchi e spesso più interessanti sono gli ambienti di confine fra i di-
versi ecosistemi, mi ha sempre affascinato lo studio dell’equivalente al-
l’interno della nostra specie, ovvero la relazione fra diversi gruppi socia-
li o, per usare una parola fin troppo generica, fra comunità.
Il concetto di comunità é stato studiato e interpretato in molti modi,
anche discordanti fra loro, ma per quanto ancora oggi ampiamente dibat-
tuto, resta un concetto chiave della socialità umana; è nel momento esat-
to in cui si inizia a comunicare, e si instaura un qualche tipo di relazione
con gli altri individui, che comincia a prendere forma una comunità. Il
contatto fra le comunità ha assunto diverse configurazioni: commercio,
guerra, politica, diplomazia, ma anche turismo e comunicazione ad am-
pio raggio, che da oltre un secolo definiamo di massa, o più semplice-
mente media. In particolare questi ultimi mi hanno sempre incuriosito, in
quanto rappresentanti paradigmatici della capacità di comunicazione fra
le diverse comunità, funzione a cui allude il loro stesso nome, ed è pro-
prio assecondando questo interesse verso l’universo comunicativo e, in
particolare quello mediatico, nella sua molteplice formulazione di mass-
media e new media, che ho deciso di analizzare, almeno ad un primo
stadio di approfondimento, la relazione intercorsa fra una moderna co-
munità e il mondo dei media in qualità di elementi di collegamento fra
comunità e società. Per questo studio ho scelto una comunità che mi sta
particolarmente a cuore, ovvero la Federazione di Damanhur. Il mio inte-
resse verso questa realtà si fonda su un duplice ordine di motivazione:
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innanzi tutto la sua unicità, sia in termini sociali che nella sua visione del
mondo, cosa che è emersa con chiarezza dalla sua osservazione e com-
parazione con altre comunità che ho avuto modo di visitare, ho potuto
notare. Damanhur sembra, infatti, aver sempre perseguito il duplice sco-
po da un lato di uscire dagli schemi tradizionali, inventando e mesco-
lando modelli sociali, economici, politici storicamente anche opposti,
quanto quello di trascendere in senso qualche misura gli stessi principi
matematici, in una costante ricerca di concetti, significati e idee che,
combinati, possano dare un risultato maggiore della somma delle parti,
esattamente come succede nei gruppi umani.
Il secondo, più intimo, motivo del mio interesse è dato dalla mia storia
personale, dal momento che ho avuto in sorte di nascere all’interno di
questa comunità, e di risiedervi per gran parte della mia esistenza. Que-
sto studio di natura sociologica, che mi ha metodologicamente obbligato
ad assumere una posizione esterna e di avalutatività, come previsto da
Weber nelle sue indicazioni di metodo, ha rappresentato per me un’occa-
sione per comprendere meglio con senso critico la storia, le linee evolu-
tive, le sfide ed i successi ma anche i limiti che hanno caratterizzato que-
sta comunità nella sua relativamente lunga esistenza.
Questo studio è suddiviso in due parti: la prima tesa a contestualizzare
l’identità di questa particolare comunità, esplorandone l’interna struttu-
razione, organizzazione e modo di associazione in chiave eminentemen-
te sociologica; la seconda tesa ad analizzare l’evoluzione della relazione
che si è venuta istaurando tra la comunità di Damanhur e i media e il
modo in cui questi abbiano inciso sia sul suo sviluppo interno, facendole
assumere configurazioni diverse, sia nella sua relazione con la società,
potenziando le forme di comunicazione e integrazione con il mondo
esterno.
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Innanzi tutto ho iniziato con l’analisi dei diversi modelli elaborati per
classificare i diversi gruppi, o comunità umane, per poter contestualizza-
re e classificare adeguatamente l’oggetto in analisi.
Successivamente, ho ripercorso i processi che hanno portato allo svi-
luppo dell’identità culturale della comunità e la sua analisi. Ho inoltre
dedicato alcune pagine alla filosofia e, più in generale, alla visione del
mondo damanhuriana, fondamentale per poter comprendere più a fondo
le scelte ed i principi che hanno guidato le forme di associazione e di or-
ganizzazione anche civica della comunità.
Società e pensiero sono, inoltre, elementi culturali che ritengo fonda-
mentali per poter comprendere la complessa relazione fra Damanhur ed i
media, e quindi, più in generale, tra universo fino a un certo punto relati-
vamente chiuso della comunità e il resto della società italiana ma anche,
come vedremo, internazionale con cui si è trovata sempre più a dover
interagire e confrontarsi.
Nella seconda parte, oltre che i contatti con i media, vengono analiz-
zate le relazioni intercorse con altre realtà comunitarie, con la Politica e
con il mondo accademico, che costituiscono sia una cornice che una par-
te integrante del mosaico delle relazioni fra Damanhur ed il mondo.
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1. IDENTITÀ, COMUNITÀ E LA LORO REALIZZAZIONE A
DAMANHUR
1.1 Identità e Comunità nella prospettiva sociologica
«Non si ha notizia di genti prive di nome, idioma e cultura, in
cui non esista alcun criterio per distinguere tra sé e l'altro, tra
«noi» e «loro». [...] La conoscenza di sé - che è sempre una co-
struzione, per quanto simile possa essere a una scoperta - non è
mai del tutto separabile dall'aspirazione a essere riconosciuti da-
gli altri in determinati modi»
1
Dare significati alla propria esistenza è una delle caratteristiche e delle
necessità che la specie umana ha espresso in ogni tempo e in ogni luogo,
questo processo ha portato alla grandissima varietà di culture, religioni,
filosofie, società e gruppi di qualsiasi genere che la caratterizza. La sto-
ria dei significati e delle società è una storia estremamente dinamica e
caratterizzata da costanti evoluzioni, che spesso sono state dettate da un
cambiamento nel modo di vedere il mondo, la vita, la società, generata
dall’introduzione di nuovi concetti e di nuove idee, di nuove identità.
La costruzione di un'identità è un processo complesso e articolato, a
cui partecipano molteplici fattori sia endogeni che esogeni. Questo pro-
cesso è senz’altro una delle basi fondamentali nella costruzione e nell'e-
voluzione di qualunque società, gruppo o comunità, di qualunque genere
e misura.
L'identità, secondo la definizione di Castells, è quel processo di co-
struzione di significato fondato su un attributo culturale, o su una serie di
attributi culturali in relazione fra loro, che assume un'importanza priori-
taria rispetto ad altre fonti di senso . Le identità sono quindi la fonte
2
C. Calhoun, Social Theory and the Politic of identity, pp. 9-10, Blackwell, Oxford 1994
1
M. Castells, Il Potere delle Identità, pag.13, Promedia, Torino, formato ebook
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prima di senso per gli attori sociali e sono tali solamente quando vengo-
no interiorizzate dagli attori stessi, diventando così la base per lo svilup-
po e l'evoluzione delle istituzioni e dei rapporti fra gli individui.
Distinti dalle identità sono i ruoli, i quali sono definiti da istituzioni e
organizzazioni sociali. Anche se a volte questi possono essere interioriz-
zati negli individui al punto da far coincidere le descrizioni si sé con i
propri ruoli sociali, sono le identità che rappresentano la principale fonte
di senso all'interno della quale si possono poi presentare ulteriori artico-
lazioni. I ruoli definiscono più specificamente la posizione dell'individuo
all'interno della società o del gruppo di riferimento e possono formare
discrepanze verso la/le identità degli individui, così come possono raf-
forzarle .
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La costruzione di identità si può appoggiare su fonti anche molto di-
verse: dalla storia alle diverse branche della scienza, dalle istituzioni
produttive alla memoria collettiva o personale, dagli apparati di potere
alle rivelazioni religiose. Ogni individuo o attore collettivo può sviluppa-
re una molteplicità di identità, in particolare quando i ruoli vengono par-
ticolarmente interiorizzati, ma questo può portare stress e contraddizioni
sia nella rappresentazione di sé che nell'azione sociale.
La costruzione di una identità, sempre secondo l'analisi di Castells, si
sviluppa inevitabilmente in relazione ad altre identità e forme di potere
preesistenti, verso le quali possono avere tre diverse forme e genealogie
di rapporto:
- L'identità legittimante è una articolazione, una razionalizzazione in-
trodotta dalle istituzioni dominati; questa identità rafforza il controllo
sugli attori sociali e in generale rende più solido il sistema di significa-
ti e le istituzioni già esistenti e influenti sulla società.
Ibidem
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- L'identità resistenziale nasce in contrapposizione alle istituzioni del-
la società e si identifica in valori diversi o opposti a quelli dominanti.
Questa identità nasce dagli attori sociali che si trovano in conflitto con
la società e stigmatizzati da parte della logica del dominio, che per
reazione si strutturano per resistere e sopravvivere sulla base dei loro
principi.
- L'identità progettuale si ha quando viene costruita una nuova identi-
tà che possa ridefinire la posizione sociale degli attori sociali che ope-
rano questo cambiamento, e che in questo modo intendono cambiare
la struttura sociale nel suo complesso .
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Naturalmente queste diverse categorie sono permeabili fra loro e non è
raro trovare dinamiche complesse in cui identità passano da una catego-
ria all’altra. Ad esempio si può avere il caso di identità resistenziali che
diventano dominanti e danno vita a una identità legittimante per stabiliz-
zare questa conquista. Si possono inoltre riscontrare caratteristiche miste
in una identità che rientra in una delle tre categorie come, ad esempio,
una identità resistenziale che abbia anche un progetto e l'ambizione di
poter influenzare attivamente la società.
Secondo Castells le tre identità conducono a risultati diversi nella so-
cietà costituente.
L'identità legittimante genera una società civile, ovvero un insieme di
organizzazioni, istituzioni e attori sociali che riproducono, danno vita e
struttura all'identità che razionalizza le fonti di dominio strutturale e che
gli dà continuità nel tempo.
L'identità resistenziale porta invece alla formazione di realtà altre ri-
spetto alla società in cui nasce, sotto forma di comunità o comuni, forme
di resistenza collettiva basata su identità di varia natura. Con un pro-
cesso di 'esclusione degli esclusori da parte degli esclusi' viene costruita
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Castells, Manuel, Il Potere delle Identità, pag.14
4
Castells, Manuel, Il Potere delle Identità, pag.16
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