2
superficiali e che i rapporti siano sempre piø freddi e disumani, con la conseguente
perdita di incontri face to face e della ricchezza della comunicazione non verbale.
Lo scopo di questa tesi Ł quindi quello di analizzare l impatto che le Tecnologie hanno
avuto nel panorama della comunicazione e come esse possano offrire nuove possibilit
di espandere il concetto di democrazia e di partecipazione, di livellare le opportunit , di
permettere agli individui di coltivare interessi al di l delle distanze e del le esclusioni.
L interesse nell affrontare questo tipo di tematiche nasce dall a mia esperienza di
tirocinio alla Fondazione Eni Enrico Mattei di Venezia, in cui ho partecipato allo
sviluppo di uno strumento che, avvalendosi delle TIC possa permettere agli utenti della
rete di informarsi, comunicare e cooperare su tematiche inerenti la sostenibilit locale: il
sistema Pandora.
L elaborato Ł suddiviso in due parti, ciascuna delle quali destinata all analisi e
all approfondimento di specifici aspetti e problematiche della comunicazione e della
partecipazione in rete, in modo da poter ottenere, al termine dell esposizione, un quadro
piø chiaro possibile delle loro potenzialit come strumenti formativi.
Nella prima parte si cercher di offrire una panoramica d i nsieme che, spaziando
dall ambito storico generale al contesto attuale, passi per un anal isi della socialit del
mezzo telematico, per i processi comunicativi e collaborativi che offre la rete e per il
nuovo ruolo che assume la comunicazione in rete nei processi di formazione.
La seconda parte Ł centrata sull esperienza di tirocinio e tenter , attraverso il percorso
della progettazione del sistema Pandora, di far comprendere l importanza di un
processo di partecipazione in vista di uno sviluppo sostenibile del territorio.
La prima parte Ł strutturata su tre capitoli, dedicati rispettivamente all evoluzione dei
modi di comunicare, ai processi di comunicazione e collaborazione all interno delle
comunit e alla comunicazione come strategia nell apprendimento in rete.
Come Ł stato detto precedentemente, oggi la rete telematica rappresenta un fenomeno di
massa in continua espansione ed evoluzione da una decina di anni a questa parte; questo
per non deve far credere che Internet esista solo da cos poco temp o: nel primo
capitolo del presente elaborato, viene ricostruita la sua storia, dalle origini sino ai giorni
nostri. Si potr constatare come la rete si stia sviluppando da molt o tempo, come essa
sia frutto della rivoluzione telematica avvenuta negli anni Settanta, le cui basi sono per
da ricercare nel secondo dopoguerra.
3
Vedremo dunque, nel secondo capitolo, le opportunit che pu offrire il nuovo
"territorio della rete , come si Ł superato il tradizionale modello comunicativo come
semplice trasferimento di informazioni, a favore di un nuovo paradigma della
comunicazione e come la rete possa offrire opportunit non solo di informarsi, ma anche
di entrare in contatto con altre persone, lavorare, identificarsi con una comunit , il tutto
in quello che sembra un meraviglioso processo democratico.
Le tecnologie della Comunicazione Mediata dal Computer (CMC), attraverso i mondi
virtuali che riescono a creare, ripropongono in modo diverso i problemi del legame
sociale dando vita ad una comunicazione educativa , quindi guidata da intenz ionalit
pedagogica. Infatti l assenza di unit di spazio e di tempo, tipi ca delle nuove tecnologie,
Ł la caratteristica essenziale della formazione a distanza (FaD) che si presenta come la
soluzione efficace ed efficiente per coloro che hanno maggiore necessit di gestire sia
l organizzazione dei tempi di studio, sia le distanze che li separano dai luoghi della
formazione.
L oggetto di interesse del terzo capitolo Ł proprio quello di focalizzare l attenzione sulle
dinamiche della formazione in rete promosse e valorizzate dal ricorso a tecnologie
sempre piø sofisticate. Si parla dunque di e-learning e di come i processi comunicativi e
collaborativi possano costituire una strategia efficace nelle modalit di apprendimento
on line.
Dopo aver individuato e analizzato i vari tipi di formazione a distanza, le sue
componenti fondamentali e dopo aver fornito delle indicazioni utili per la progettazione
e lo svolgimento di un corso on line, viene affrontato il problema inerente la qualit ,
nodo cruciale nell ambito della formazione. In questo ultimo capitolo, relativo alla
prima parte del mio lavoro, indagheremo su cosa si intenda per qualit in un corso di
formazione e di come si possa arrivare ad una sua valutazione in termini sia quantitativi
che qualitativi, proponendo un modello che possa aiutarci in questo processo e i relativi
strumenti.
Dopo questa analisi dettagliata sui processi di comunicazione on line, e partendo dalla
considerazione che il bisogno di comunicare Ł insito nell essere umano, vedremo come
gli utenti della rete non partecipino al cyberspazio individualmente, ma si ritrovino a
discutere insieme ad altri con i loro stessi interessi, su argomenti di diversa natura,
dando vita a processi di partecipazione on line.
4
E questo l oggetto della seconda parte dell elaborato, centrata princ ipalmente sulla mia
esperienza di tirocinio alla Fondazione Eni Enrico Mattei di Venezia accennata
inizialmente.
L esigenza del quarto capitolo Ł dunque quella di introdurre gradualmente il tema su cui
verte questa seconda parte del lavoro: il progetto Pandora come un esperimento di
partecipazione on line legato ai temi della sostenibilit locale.
Avviare una riflessione sul perchØ la partecipazione dei cittadini sia centrale nella
ricostruzione di societ sostenibili non Ł facile. Si Ł cercato dunque di fare un passo
indietro nella storia per capire come si sia arrivati allo scenario attuale in termini di
partecipazione legata alla trasformazione dell ambiente, analizzando il ruolo dei
cittadini come attori operanti nella gestione della res publica, delineando principi e
caratteristiche della partecipazione e offrendo indicazioni organizzative a chi promuove,
disegna o conduce un processo di progettazione partecipata.
In seguito, si Ł provato a capire se e come le TIC possano diventare uno strumento
efficace di partecipazione e come esse abbiano operato processi di trasformazione
sociale all interno delle comunit , anche in vista di uno sviluppo sosteni bile del
territorio in cui gli utenti si trovano ad operare attivamente.
Prima di addentrarci nella parte sperimentale di questa tesi, ho ritenuto necessario
comprendere cosa si intenda per sviluppo sostenibile, analizzando l apporto di vari
autori che si sono occupati di questo argomento e raccogliendo informazioni utili sui
progetti di sviluppo sostenibile definiti a livello internazionale, in particolare Agenda
21.
Per capire se anche nei temi della sostenibilit le tecnolo gie telematiche possono
rivelarsi uno strumento indispensabile per raggiungere gli obiettivi prefissati in termini
di partecipazione, Ł stata lanciata una sfida dalla quale prende vita il progetto Pandora,
ovvero l esperimento di partecipazione on line trattato nel quinto ed ultimo capitolo.
L obiettivo principale di tale progetto Ł stato quello di avvalersi delle Tecnologie
dell Informazione e della Comunicazione per accompagnare il cittadino della rete in un
viaggio virtuale con lo scopo di informarlo su l Ambiente, l Economia e la Societ
locale, invogliarlo ad avviare un processo di mutual learning su tali tematiche, e
permettergli di dar vita, condividendo in rete percezioni e aspettative, ad una
intelligenza collettiva , possibile base per una transizione verso la sosteni bilit locale.
5
In quest ultima parte si intende far luce sulle ipotesi di base che hanno guidato la
progettazione di Pandora, soffermandosi in particolare sulle finalit della ricerca, sul la
metodologia di lavoro adottata e sulla struttura del sistema rivolto alla realt veneziana.
Infine, si Ł arrivati alla valutazione del sistema Pandora, in un primo momento con
un indagine esplorativa mediante la somministrazione di un questionario agli utenti
della Biblioteca Multimediale della Fondazione Eni Enrico Mattei, ai quali Ł stato
chiesto di navigare nel sito e successivamente rispondere alle domande proposte;
successivamente si Ł cercato di arrivare ad una valutazione della qualit dello strumento
attraverso una metodologia piø raffinata, il SERVQUAL, il quale Ł stato elaborato
inizialmente in ambito aziendale per valutare la soddisfazione degli utenti rispetto ad
servizio fornito.
Essendo Pandora uno strumento e un servizio per i cittadini del Web atto ad
informare, comunicare e far partecipare su tematiche legate alla sostenibilit locale, si Ł
ritenuto utile applicare la metodologia SERVQUAL al fine di valutare se il sito, cos
costruito, rispondeva alle esigenze e alle aspettative degli utenti della rete.
7
PARTE PRIMA
COMUNICARE IN RETE
9
PRIMO CAPITOLO
DALLE RETI DI CALCOLO ALLE RETI DI
COMUNICAZIONE.
1. Excursus storico delle reti
E fuori dubbio che tutto l universo della comunicazione sia stato semp re influenzato,
soprattutto negli ultimi anni, dall intervento di continue novit tecniche.
L evoluzione dei sistemi e delle modalit di comunicazione risponde ad «un tentativo
da parte dell uomo di contrarre gli spazi e ridurre i tempi»2 e il processo che dalla
scrittura ha portato alle Tecnologie dell Informazione e della Comunicazione, quello
che comunemente definiamo progresso, si muove con velocit e ritmi sempre crescenti.
L attenzione comune verso le reti di computer e le sue diverse applicazioni Ł recente,
ma la tecnologia alla base dell odierna Internet ha ormai una storia consolidata.
Secondo la ricostruzione piø diffusa, questa storia trova le sue radici nel contesto sociale
del secondo dopoguerra, quando la Guerra Fredda e la concorrenza scientifica con
l Unione Sovietica, spingevano gli Stati Uniti a grossi investimenti nei progetti di
ricerca piø vari.
In un clima storico pesantemente condizionato dall importanza della superiorit
tecnologica sulle potenze avversarie, vengono effettuati i primi esperimenti per
collegare tra di loro i computer remoti. Nel 1969 si arriva ad un primo risultato concreto
del progetto, riuscendo a collegare tra di loro quattro elaboratori elettronici situati in
altrettanti centri universitari statunitensi, creando cos la prima rete telematica
(neologismo che deriva dall incontro di informatica e telecomunicazione3).
L obiettivo principale del progetto, chiamato ARPAnet, in onore del principale
finanziatore del Dipartimento della Difesa del governo americano, ARPA (Advanced
2
RIVOLTELLA P.C., Teoria della comunicazione, 1998, La Scuola, Brescia, p. 125
3Dal punto di vista etimologico il termine telecomunicazione significa infatti comunicazione a distanz a
(il prefisso tele deriva infatti dal greco tŒle che significa lontano ). Piø precisamente si Ł in presenza
di un sistema di telecomunicazione se il trasferimento di informazioni nello spazio avviene mediante il
trasporto di energia e non di materia.
10
Research Projects Agency) era quello di creare una rete indistruttibile per garantire la
sicurezza dei dati in caso di condizioni estreme, ad esempio in caso di guerra nucleare.
In sostanza: se non Ł possibile mantenere immune da attacchi una rete di
telecomunicazioni, Ł necessario creare un infinit di strade alternative per la
circolazione dei dati, in modo che l eventuale distruzione di nodi funzionanti non
interrompa il flusso delle informazioni all interno della Rete. Questa l idea ispiratrice
del progetto.
Nel momento in cui ARPANET inizia ad essere utilizzata, i centri di calcolo
comunicano tra loro come previsto e i ricercatori, avendo per le mani un nuovo e
potente canale di comunicazione, si scambiano testi e messaggi elettronici con estrema
facilit e, andando al di l degli scopi e dei compiti del loro la voro, inventano di fatto la
posta elettronica.
Si trattava di un passo fondamentale perchØ dalle reti di calcolo si passa alle reti di
comunicazione4.
All inizio, nel progetto, furono coinvolti essenzialmente istituti di ricerca pubblici e
privati, nonchØ centri universitari i quali chiesero di diventare autonomi dall agenzia
ARPA e dal suo sistema di networking ARPAnet: nacquero cos negli anni Ottanta il
sistema MilNet, la parte militare della rete, e NSFnet (National Science Foundation
Network), parte universitaria e di ricerca, alla quale si erano ormai collegate moltissime
universit anche fuori degli USA e praticamente in tutto il mondo. Q uest ultimo,
continuando ad espandersi, ha dato origine a quello che oggi Ł conosciuto come
Internet. E negli anni Settanta che viene coniato il termine Internet (da
InterNetworking, vale a dire azione di interconnettere le reti ) per evidenziare la
capacit della rete di collegare sistemi informatici ete rogenei situati anche a grande
distanza tra loro e in paesi diversi.
A met degli anni Ottanta Internet Ł una tecnologia ormai stabile che supporta una
comunit internazionale di ricercatori e comincia ad essere usa ta anche da altre
comunit per le quotidiane esigenze di comunicazione.
La svolta definitiva verso la rete telematica di massa si compie nei primi anni
Novanta, quando le politiche d accesso a NSFnet vengono modificate per consentire
l ingresso nella rete anche per fini commerciali. In breve tempo la crescita del numero
4
PACCAGNELLA L., 2000, La comunicazione al computer, Il Mulino, Bologna.
11
degli utenti diventa quasi incontrollabile: nel 1991 inizia la collaborazione europea
alla struttura di Internet e dai laboratori del CERN di Ginevra si inizia a sviluppare un
sistema per consultare in modo intuitivo informazioni, dati e immagini, che diede corpo
al World Wide Web ( ragnatela di estensione mondiale ). La consultazione era talment e
rapida e fluida da essere chiamata navigazione , grazie all Hyper Text Marking
Language (HTML), il linguaggio con cui da quel momento in avanti vennero composti i
dati da consultare.
Tutte queste furono solo le premesse che costituirono la base di una rete caratterizzata
dal rapido sviluppo commerciale e dall accesso sempre piø capillare, in quanto Internet
Ł diventata uno spazio di risorse inesauribili, dove Ł consentito navigare con facilit ,
guidati da un interfaccia di tipo grafico che agevola la ricerca e la consultazione dei
diversi tipi di informazione: testi, immagini, suoni, video.
Dire che oggi Internet Ł la rete delle reti che legano i calcolatori di tutto il mondo fra di
loro Ł corretto, ma incompleto; certamente ci sono migliaia di reti connesse fra loro, ma
oggi Internet Ł anche una realt di servizi, risorse, affari, enti e persone, un’enorme
banca dati.
2. Il territorio della rete
Il territorio della rete Ł di fatto una realt per milioni di persone.
La cosa importante da osservare Ł che la vita reale e quella dello schermo non sono
separate e distinte, l una immaginaria, l altra autentica: e ntrambe ormai fanno parte
della quotidianit , di una quotidianit che permette, a coloro che entrano in contatto con
Internet di utilizzare nuovi territori attraverso i quali Ł possibile entrare in contatto con
altre persone, lavorare, informarsi, divertirsi, esprimersi con un linguaggio condiviso,
identificarsi con una comunit 5.
Nel loro testo, Calvani e Rotta6, cercano di definire Internet nella sua natura di spazio,
territorio, in cui si formano e si diffondono delle conoscenze.
5
ROCCA L., Il territorio della rete: studio di un progetto educativo on-line, 2003, Pensa Multimedia,
Lecce.
6
CALVANI A., ROTTA M., 1999,Comunicazione e apprendimento in Internet: didattica costruttivistica
in rete, Erickson, Trento.
12
Gli autori ritengono che elaborando delle metafore, soprattutto nel momento in cui una
nuova tecnologia inizia a diffondersi, si possano capire meglio gli orizzonti e i possibili
sviluppi a cui essa pu arrivare.
Lo stesso termine rete , che comunemente utilizziamo quando ci riferiamo ad Internet,
come nel caso del World Wide Web (ragnatela di estensione mondiale), ha un senso
metaforico, cos come deriva da una metafora il termine navigare utilizzato dagli
utenti che usufruiscono dei servizi che la rete offre.. La rete infatti Ł quel qualcosa
costituito da linee che convergono in punti, che chiamiamo nodi; dunque Ł un intreccio,
inteso come un insieme ordinato ed organizzato di qualcosa, che nel caso di Internet
rappresenta la relazione che un gruppo instaura con una porzione di spazio, in cui gli
attori sono distribuiti difformemente in esso dando luogo a legami di vario genere. La
rete, con la sua configurazione dinamica, polidimensionale, flessibile, ossia piø
propensa al cambiamento, Ł intesa quindi sia come contenitore di informazioni che
come fenomeno comunicativo e sociale7.
Una delle metafore piø utilizzate per descrivere il World Wide Web continua ad essere
quella della biblioteca in quanto nella rete Ł possibile trovare un infinita quantit di
documenti di ogni genere.
Tuttavia, nell identificazione di Internet attraverso la metafora della biblioteca, si
riscontrano delle contraddizioni. In una biblioteca, infatti, si trovano normalmente libri
e riviste,mentre i documenti distribuiti attraverso la rete hanno una natura ormai
totalmente multimediale, costituita anche da foto, video, suoni
Inoltre una biblioteca presuppone la classificazione dei vari documenti, mentre nel caso
specifico della rete risulta difficile la raccolta sistematica di essi. Censire e catalogare le
risorse di Internet non Ł materialmente possibile, in quanto quest ultimo non essendo un
insieme organico, non pu avvalersi di un criterio univoco di classificaz ioni per
l infinita quantit di informazioni che esso contiene e per la sua c ontinua e repentina
evoluzione; «Internet Ł un continuum destrutturato, che si dilata e si contrae in ogni
momento, per ragioni spesso insondabili: ogni minuto che passa dieci nuovi s iti
7
ROCCA L., Il territorio della rete: studio di un progetto educativo on-line, 2003, Pensa Multimedia,
Lecce.
13
nascono, ma contemporaneamente altri tre scompaiono o cambiano indirizzo, altri si
accorpano o si modificano completamente»8
Per tutte queste ragioni la metafora della biblioteca risulta, per Calvani e Rotta, alquanto
inadeguata, mentre molto piø corretto potrebbe essere paragonare Internet ad un
archivio in quanto, per sua natura, Ł piø dinamico ma allo stesso tempo ordinabile
indipendentemente dalla tipologia dei vari documenti.
Tuttavia anche considerare Internet un archivio, cos come siamo abituati a concepirlo,
ovvero come un luogo chiuso, potrebbe risultare inesatto. Infatti, nonostante una
tradizione plurisecolare ci ha abituati a concepire il luogo della conservazione del sapere
come un luogo chiuso e protetto, nel mondo virtuale ci troviamo in uno spazio in cui la
conservazione del sapere Ł del tutto immateriale. Inoltre ora non si possono piø
identificare attori con ruoli ben definiti: il lettore Ł anche scrittore, lo scrittore pu
essere anche l editore, l editore Ł anche bibliotecario, in un continuo gioco delle parti.
Ci troviamo in sostanza in uno spazio indefinito, che possiamo quindi chiamare
territorio della rete oppure come molti studiosi amano definirlo cyberspazio .
2.1 Il cyberspazio
Le mappe sono strumenti di conoscenza. Da millenni l uomo ha provato a tracciare i
segni per sintetizzare graficamente gli immensi spazi della sfera terrestre: mari, monti,
territori, citt e paesi potevano essere cos osservati dall alto, nello spazio ridotto di
una pergamena tenuta tra le mani.
Con la rivoluzione digitale tuttora in corso, ci siamo ormai abituati ad un tipo di spazio
diverso, confinante con lo spazio fisico attraverso i quattro lati del monitor del
computer, ma che da l sembra estendersi verso distanze inimmaginabili, verso
un infinita serie di collegamenti e diramazioni.
Si tratta del cyberspazio , un luogo virtuale dove molti di noi trascorrono una parte
(grande o piccola) della propria vita. Eppure, anche se con dimestichezza, ci muoviamo
in una porzione minuscola del Web, rimanendo all oscuro di come sia fat to in realt il
cyberspazio, di quali siano i confini, le dimensioni, le strutture. Infatti, la stessa parola,
8
CALVANI A., ROTTA M., 1999,Comunicazione e apprendimento in Internet: didattica costruttivistica
in rete, Erickson, Trento, pp. 65-66
14
"cyberspazio", sottintende un concetto di spazialit ancora piø osc uro per chi non
percepisce con chiarezza questo nuovo tipo di dimensione.
Occorre dunque mettere chiarezza sull’argomento: cos Ł questo spazio a molti
sconosciuto? Come si pu visualizzare la geografia di questa nuova di mensione sospesa
tra il reale e il virtuale?
Il termine Cyberspazio Ł stato utilizzato per la prima volta dallo scrittore William
Gibson nel suo romanzo fantascientifico Neuromante (1984).
In quegli anni, quando il numero dei calcolatori in rete era veramente irrisorio, egli
immaginava un mondo invaso dal computer, costituito da un enorme rete di
collegamenti per lo scambio di un infinit di dati e risorse a cui ogni operatore era
connesso attraverso i suoi centri nervosi; ne derivava una realt virtuale, uno spazio
digitale e navigabile, un mondo elettronico visuale e colorato nel quale individui e
societ interagivano attraverso le informazioni.
Il cyberspazio di Gibson Ł un universo di reti digitali di computer, un mondo nel quale
multinazionali, corporazioni e pirati informatici si scontrano per la conquista di dati e
delle informazioni, quindi un luogo virtuale in cui le persone interagiscono attraverso la
rete di computer. E un mondo immaginario, una realt in costante mut amento e in
fortissima evoluzione.
«Cyberspazio. Un’ allucinazione vissuta consensualmente ogni giorno da
miliardi di operatori legali, in ogni nazione, da bambini a cui vengono
insegnati i concetti matematici...Una rappresentazione grafica di dati
ricavati dai banchi di ogni computer del sistema umano. Impensabile
complessit . Linee di luce allineate nel non-spazio della mente, ammassi
e costellazioni di dati. Come le luci di una citt , che si allontanano » 9.
Con il termine cyberspazio ci si riferisce ad un nuovo spazio di comunicazione, alle
modalit di creazione, di navigazione nella conoscenza e di relazi one sociale che esso
rende possibile.
Il cyberspazio cambia il concetto di spazio e di tempo, consentendo comunicazioni e
interazioni che in precedenza erano possibili solo ad individui che si trovassero nello
9
GIBSON W., Neuromante, 1991, Editrice Nord, Milano (ed. orig. 1984).
15
stesso spazio fisico, mentre ora si estendono a spazi piø ampi rendendo accessibile la
comunicazione tra persone che si trovano in luoghi diversi. Considerazioni analoghe
valgono per il tempo, che viene ridotto nel suo scorrimento fino alla contemporaneit : i
fatti vengono osservati mentre avvengono.
Si tratta dunque di un nuovo tipo di paesaggio che gli individui contribuiscono a
costruire, un immenso mondo virtuale a partecipazione collettiva, uno spazio da pensare
non come luogo ma come esperienza .
Dall uscita di Neuromante in poi il concetto di cyberspazio Ł stato ripreso, utilizzato e
modificato ma il contesto nel quale ha trovato la sua collocazione Ł comunque sempre
stato quello del mondo della comunicazione e informazione via computer e quello della
realt virtuale.
3. Dalla comunicazione face to face alla Comunicazione Mediata dal
Computer (CMC)
Il cyberspazio ci pone di fronte ad una nuova idea di socialit che c ambia le forme di
comunicazione tradizionali, da un modello uno-uno (ad es. la comunicazione
telefonica) o uno-molti (come nel caso del cinema e della te levisione), ad un modello
molti-molti .
Le forme di comunicazione tradizionali pensano infatti al processo comunicativo come
semplice trasferimento di informazioni mediante segnali da una fonte a un destinatario.
Nell ambito degli studi sulla comunicazione, il paradigma di riferimento per coloro che
pensano al processo di comunicazione in questi termini, Ł costituito dal lavoro di
Claude Shannon e Warren Weaver, pubblicato nel 1949 col titolo The Mathematical
Theory of Communication.
Nella prima parte del lavoro Weaver presenta la sua teoria dando una definizione
generale di comunicazione come processo di influenza, che comprende «i procedimenti
attraverso i quali un meccanismo (...) entra attivamente in rapporto con un altro
meccanismo» e, riferendosi in un senso ristretto ai fenomeni umani, «tutti i
16
procedimenti attraverso i quali un pensiero pu influenzarne un altro. (...) Di fatto,
qualunque comportamento umano»10.
I due ingegneri americani, pensando dunque alla comunicazione come trasmissione di
un messaggio da un emittente ad un ricevente mediante un operazione di
decodificazione del messaggio stesso, giungono all elaborazione di un modello che
consente di evidenziare i singoli elementi che intervengono nel processo comunicativo
per capire dove convenga intervenire in modo tale che il messaggio venga correttamente
interpretato e arrivi a destinazione producendo gli effetti voluti (fig. 1).
Informazione Segnale Informazione
Fig. 1. Modello matematico dell informazione di Shannon e Weaver 11
Si tratta di un modello lineare di comunicazione che presta piø attenzione al canale di
trasmissione dei messaggi che agli attori coinvolti nel processo comunicativo, dando
poca importanza a quella che Ł la circolarit del comunicare umano, in cui
l informazione non fluisce in una sola direzione e in cui i due interlocutori sono
interpreti e contemporaneamente emittenti e riceventi, impegnati a codificare e
decodificare i messaggi.
A queste lacune del processo comunicativo cercano quindi di rispondere le nuove
tecnologie, spostando l attenzione dal modello tradizionale che abbiamo appena
10
SHANNON C., WEAVER W., La teoria matematica della comunicazione, 1971, Milano, Etas, Ed. it. di
The Mathematical Theory of Communication, 1949, University of Illinois Press, Urbana.
11
Fonte: RIVOLTELLA P.C., Comunicare in Internet, linee per l elaborazione di un modello teorico, in
Tecnologie Didattiche 22 , numero 1-2001, p. 47
Fonte Trasmittente Canale Ricevente Destinatario
17
descritto, ad un modello in cui, riprendendo il pensiero di Pierre Levy (1997), «ciascuno
Ł potenzialmente emittente e ricevente in uno spazio qualitativamente differenziato, non
rigido, regolato dai partecipanti ed esplorabile; ( ) Non si tratta piø soltanto di una
trasmissione di messaggi ma di una interazione in seno ad una situazione che ciascuno
contribuisce a modificare o a fissare, di un negoziato su significati, di un processo di
reciproco riconoscimento degli individui e dei gruppi tramite l attivit di
comunicazione»12.
La continua accelerazione nel ritmo di innovazione tecnologica e organizzativa impone
che l individuo da una parte sviluppi le capacit di comunicare, organizz are e adattare
continuamente le proprie competenze in quanto singolo, dall altra di abbandonare la
mentalit gerarchica per una basata sulla cooperazione e co-c reazione di gruppo.
L emergere di un medium di comunicazione basato sulle reti informatiche introduce
quello che LØvy definisce un nuovo spazio antropologico 13.
L antropologo francese, molto attento all impatto delle reti sulle dinamiche culturali,
sulla base delle opportunit offerte dalla rete parla di una vera e propria forma di
intelligenza collettiva, un intelligenza distribuita ovunque e continuamente valorizzata
al massimo mediante le nuove tecniche, determinata da un sistema di comunicazione
che offre i mezzi per coordinare in tempo reale le loro interazioni.
Lo studioso afferma che questo nuovo modo di concepire l intelligenza collettiva
comporta quello che lui chiama nuovo umanesimo che amplia il conosci t e stesso in
direzione di un impariamo a conoscerci per pensare insieme e ge neralizza il concetto
cartesiano penso quindi sono in un noi formiamo un intelligenza colletti va dunque
esistiamo come comunit significativa 14.
I membri della comunit interagiscono dunque all interno di un contest o dinamico,
ricco di significati condivisi in un processo di cooperazione, crescita e di valorizzazione
delle competenze ed Ł in virtø di questa nuova concezione di comunicazione che, «nel
12
LEVY P., Il Virtuale, 1997, Milano, Raffaello Cortina, p. 105
13
Secondo la concezione di P.LØvy, uno spazio antropologico Ł «un sistema di prossimit (spazio)
proprio del mondo umano (antropologico) e dunque dipendente dalle tecniche, dai significati, dal
linguaggio, dalla cultura, dalle convenzioni, dalle rappresentazioni e dalle emozioni umane». LEVY P.,
L intelligenza collettiva: per un antropologia del cyberspazio, 1996, Feltrinelli Ed., Milano
14
LEVY P., L intelligenza collettiva: per un antropologia del cyberspazio, 1996, Feltrinelli Ed., Milano,
p. 37