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Introduzione
La scelta di lavorare sulla percezione del consumatore affetto da intolleranze, in merito alla
comunicazione emessa dalle imprese operanti nel settore alimentare, nasce in quanto io stessa sono
un soggetto affetto da intolleranze e allergie. Il presupposto di partenza, è che non si fa abbastanza
comunicazione e spesso, quando c’è, è approssimativa o non è sufficiente per il cliente finale.
Quando ho iniziato a lavorare alla tesi, tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, il panorama italiano
in questo settore, era differente.
Sono cambiate innanzi tutto le normative, che toccano sia la produzione sia la distribuzione, il
canale GDO ha poi iniziato lentamente ad adeguarsi ad altri paesi Europei.
Ho preso in considerazione principalmente due problematiche: la celiachia e l’intolleranza al
lattosio, poiché sono quelle più conosciute e più “diffuse”.
I celiaci in Italia, attualmente rappresentano l’1% circa della popolazione, per questo motivo le
aziende di produzione non ritengono utile investire molto (in termini economici e di tempo) nella
comunicazione fatta tramite i mezzi tradizionali, primo su tutti la televisione. Un discorso di questo
genere è corretto, se sono sfruttati però sapientemente gli altri canali.
L’obiettivo del lavoro di ricerca e di analisi, è di avvalorare l’ipotesi di un gap che esiste tra la
comunicazione d’impresa e la percezione dei clienti; in particolare, in un contesto come l’Unione
Europea, in cui altri Stati Membri, lavorano in maniera differente. Da qui, è nato il progetto di
indagine comparativo, sulle differenze con il Regno Unito in merito alla percezione del
consumatore e alla comunicazione emessa dalle aziende.
Il percorso che ho sviluppato nella mia ricerca è partito da uno studio nel primo capitolo, sulle
intolleranze e su come influiscano sull’individuo, non solo dal punto di vista fisico, ma anche e
soprattutto, sotto gli aspetti psicologici, sociali e sociologici, avvalorando infine, le ricerche con
interviste
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.
Nel secondo capitolo la focalizzazione è incentrata sulla comunicazione delle imprese, di
distribuzione e produzione. Una breve parte introduttiva spiega come alcune aziende che operano
nel settore alimentare, “fanno comunicazione” e quali sono le principali differenze con quella
emessa da aziende specializzate nella produzione di alimenti idonei per celiaci e intolleranti al
lattosio.
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Interviste utili anche a definire le domande poste poi, nei questionari.
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In questo capitolo, mi sono soffermata sulle norme che regolano la Sicurezza Alimentare, in
particolare quelle riguardanti le allergie; uno studio sulla risk analysis, le certificazioni e
l’etichettatura, è stato fondamentale per capire le dinamiche, che regolano le imprese della filiera
alimentare e il contesto nel quale operano.
Se produrre e distribuire alimenti, comporta normalmente molti rischi e sono necessarie numerose
precauzioni e controlli, nel caso di alimenti “speciali”, come nella situazione presa in analisi, le
attenzioni raddoppiano, perché procedure obbligatorie, impongono controlli rigidissimi e protocolli
per minimizzare ogni rischio, come ad esempio la contaminazione con altri alimenti contenenti un
determinato allergene.
Mentre conducevo la mia indagine, ho potuto assistere (e apprezzare) ad un cambiamento nelle
normative, da Dicembre 2014 è entrato in vigore il Regolamento 1169 del 2011 che prevede una
serie di indicazioni obbligatorie da inserire in etichetta e nel menu dei locali.
Indubbiamente, per gli individui che quotidianamente hanno a che fare con gli allergeni, cercando
di evitarli per non avere spiacevoli reazioni collaterali, ha segnato una piccola vittoria.
Da questo, ho fatto una ricerca sulle frodi in campo alimentare, inserendo inoltre una breve lista di
fatti accaduti in tempi recenti, in merito alla celiachia; questo permette di capire quanto sia
importante attivare i controlli per garantire la sicurezza degli alimenti, evitando frodi e spiacevoli
errori, che per un soggetto allergico possono avere gravi riscontri.
In questa sede, ho inserito i risultati dei questionari sottoposti a soggetti affetti da malattia celiaca e
intolleranti al lattosio. Le domande poste, riguardano principalmente il rapporto del
consumatore/cliente con le aziende e come è percepita la comunicazione pubblicitaria emessa da
queste, concludendo con un paragone fra le risposte dei componenti delle due categorie.
Nel terzo capitolo ho cercato di analizzare e valutare, il punto di vista dell’estremo opposto, le
aziende.
Ho preso in esame quattro imprese di produzione di alimenti per celiaci e intolleranti, riuscendo ad
intervistare dei referenti per due di queste. L’analisi è proseguita con quattro interviste nel settore di
distribuzione, del canale specializzato. Il criterio di scelta, è stato preso in base alla maggiore
disponibilità e opportunità a rilasciare interviste.
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Sono entrata in contatto con la presidentessa di AILI (Associazione Italiana Latto-Intolleranti), che
mi ha permesso di intervistarla, dandomi così una panoramica più completa, delle relazioni che
sussistono tra i vari soggetti che operano in questo ambiente.
Da un lato in consumatori, dall’altro le aziende, ma tra i due estremi, troviamo le Associazioni che
fanno da ponte.
Infine, ho analizzato la grande distribuzione organizzata, per cui non ho potuto condurre però, delle
interviste. In un anno ho assistito a dei cambiamenti anche in questo settore: attualmente viene data
maggiore attenzione alle “minoranze”
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con allergie e intolleranze intensificando la produzione di
linee specializzate a marca commerciale.
In alcuni casi, le linee esistevano già da qualche tempo, ma sono state potenziate, aumentate e
rinnovate con l’inserimento di nuove referenze.
Dal 2015, una catena di supermercati (Auchan), è stata una delle prime ad adeguarsi agli standard di
alcuni Paesi europei, allestendo uno scaffale con l’indicazione “Senza Lattosio”. Questa
“disattenzione”, da parte delle altre imprese, rappresenta una criticità per il canale distributivo, il
consumatore per tanto, non ha subito a disposizione l’offerta completa.
Il quarto e ultimo capitolo è incentrato sullo studio e l’analisi delle differenze che sussistono in
questo ambiente, tra l’Italia e il Regno Unito.
Sono stata a Londra per un breve periodo e ho potuto constatare l’esistenza di alcune difformità, tra
le situazioni dei due Stati. Per avvalorare la ricerca, ho diffuso un questionario (del tutto simile a
quello italiano), tramite le risorse online, tra gli inglesi.
Gli strumenti utilizzati sono stati: le interviste, i questionari, lo studio di più casi aziendali per una
comparazione e una vasta ricerca sitografica e bibliografica, comprendente articoli, saggi e volumi.
Le interviste sono state fondamentali nello studio dei casi aziendali, per avere un parere diretto
dell’impresa e capire la motivazione di alcune scelte. I questionari invece, sono stati uno strumento
necessario e insostituibile per valutare la percezione e il pensiero del consumatore interessato.
L’indagine, è stata condotta su un campione non rappresentativo del target di riferimento.
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Minoranze con riferimento alla celiachia e ad altre intolleranze meno diffuse, in quanto gli intolleranti al lattosio
rappresentano circa il 60% della popolazione italiana.
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La sitografia è stata imprescindibile in questo contesto, poiché molte informazioni a me utili, sono
reperibili sui siti di enti governativi e la letteratura italiana, non è molto ampia su questi argomenti.
La bibliografia inglese è invece più vasta e ho potuto consultare numerose fonti necessarie per
condurre la mia ricerca.
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1 Celiachia ed ipolattasia: implicazioni psicologiche e sociologiche
1.1 Intolleranze e allergie alimentari
L’individuo affetto da un’intolleranza o da un’allergia alimentare, ha delle ripercussioni a livello
fisico e psicologico.
Una prima distinzione va fatta tra allergia e intolleranza:
-L’allergia alimentare è una forma specifica d’intolleranza ad alimenti o a componenti contenuti in
essi, che attiva il sistema immunitario. Un allergene
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innesca una serie di reazioni del sistema
immunitario tra cui la produzione di anticorpi, che rilasciando sostanze chimiche come ad esempio
l’istamina, provocano vari sintomi quali tosse, prurito e disturbi respiratori, ad esempio.
Il sistema immunitario cerca così di eliminare le proteine estranee, dannose per il corpo; questa
“alterazione immunitaria” avviene quando una sostanza normalmente innocua, è percepita come
una minaccia per il corpo, attivando violenti meccanismi di difesa: l’organismo produce anticorpi,
chiamati immunoglobuline E (IgE), che reagiscono con l’allergene scatenando un’ulteriore reazione
con i mastociti (cellule dei tessuti) e i basofili (un tipo di cellula ematica). I mastociti
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rilasciano
l’istamina (o altre sostanze come i leucotrieni e le prostaglandine), che provoca reazioni allergiche
di varia natura (respiratorie, cutanee, gastrointestinali, sistemiche). Le reazioni negative sono
generalmente immediate e localizzate, ma in alcuni casi, possono trascorrere varie ore o persino
giorni prima che le reazioni si manifestino, venendo perciò definite "reazioni di ipersensibilità
ritardata".
Le risposte allergiche, sono generalmente di lieve entità, ma in alcuni casi può verificarsi
un’anafilassi (o shock anafilattico) in cui la pressione arteriosa precipita e il soggetto colpito può
morire a causa di un arresto cardiaco; solitamente si manifesta in tempi pressoché immediati,
richiedendo cure mediche istantanee, tra cui la somministrazione di adrenalina per aprire le vie
respiratorie.
I soggetti allergici in genere, devono eliminare del tutto l’alimento che provoca loro le reazioni
negative.
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Tipo di antigene che ha la caratteristica di essere estraneo ai costituenti della specie (detto anche antigene esogeno).
Gli allergeni possono raggiungere l’organismo attraverso l’inalazione (è il caso di polveri, pollini, spore di funghi, ecc.),
l’ingestione (alimenti, farmaci), l’iniezione (punture di insetti, farmaci), il contatto (pomate, creme, detersivi, ecc.).
Talvolta gli allergeni possono essere prodotti da parassiti (intestinali, ecc.) e quindi essere assorbiti dalle mucose o altre
barriere dell’organismo. Gli allergeni sono responsabili delle allergopatie [definizione Treccani
http://www.treccani.it/enciclopedia/allergene_(Dizionario-di-Medicina)/ ].
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I mastociti si trovano sotto la superficie cutanea e nelle membrane che rivestono il naso, l’apparato respiratorio, gli
occhi e l’intestino.