Premessa
Comportamento di Pali di Fondazione: un campo sperimentale in Portogallo
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ultima di carico, sotto carico monotonicamente crescente, meglio
rappresentata da una curva carico-cedimento, ovvero la ricerca di quel carico
detto “carico limite” in corrispondenza del quale si ha il collasso del
complesso palo-terreno.
Foto 1. Indicazione dei pali realizzati
I pali realizzati, che complessivamente risultano essere 15, sono stati eseguiti
in un luogo sperimentale appositamente scelto nei pressi del FEUP.
In tale sito, affinché si potesse costruire un modello geotecnico il più fedele
possibile alla realtà, sono state realizzate una grande varietà di prove (foto 2).
Alcune di queste in sito e quindi si parla di prove penetrometriche: SPT e
CPT, prove pressiometriche e dilatometriche: PMT e DMT, prove “cross
hole”. Altre invece sono state realizzate in laboratorio previo prelievo di
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campioni indisturbati, questi hanno permesso di ricostruire la granulometria
del terreno (in modo puntuale), di effettuare prove edometriche, prove
triassiali.
Infine sono state predisposte anche attrezzature per prove di carico statiche,
poiché trattandosi di una previsione di classe A, i risultati ottenuti nell’analisi
di previsione devono essere successivamente confrontati con i risultati delle
prove di carico per verificarne la veridicità.
Foto 2. Indicazione delle prove effettuate in sito
Tali prove, iniziate il 6 Dicembre del 2003, sono state compiute molto
velocemente sotto strumentazioni e condizioni controllate, per cui i risultati
di sintesi sull’elaborazione effettuata per tale predizione sono stati consegnati
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entro la data 5 dicembre 2003, termine ultimo fissato dall’organizzazione
prima che iniziassero le prove di carico in sito.
Secondo le indicazioni presenti nella domanda di partecipazione all’evento,
la predizione del carico statico portante e del comportamento dei pali deve
includere:
¾ Una tabella del carico alla testa del palo, se è applicato.
¾ Parametri e modelli usati.
¾ Metodologia di Calcolo.
¾ Resistenza del palo alla punta P
lim
e resistenza laterale S
lim
, riportate
separatamente se considerate tali nell’analisi.
¾ Carico ultimo e criterio usato per determinarlo.
¾ Carico ammissibile e coefficiente di sicurezza usato per determinarlo.
¾ Chiarimento del metodo usato che giunge a tutti gli articoli precedenti.
I migliori “predictors” sono stati invitati a partecipare ad uno Special
Workshop per la discussione dei risultati ottenuti, tenutosi durante la
conferenza ISC’2 nell’università di Porto (FEUP) in Portogallo.
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1. Carico limite dei pali di fondazione
1.1. Indagini geotecniche. Modello geotecnico del sottosuolo
Il progetto di un’opera di ingegneria viene svolto schematizzando la
realtà fisica, sempre complessa, con un modello sufficientemente
semplificato da consentire l’analisi del problema sulla base delle leggi della
Meccanica, e con procedimenti analitici o, sempre più spesso, numerici.
Il passaggio dalla realtà fisica al modello, in molti casi, non è
immediato. Per la formulazione di un modello che rappresenti in modo
esauriente il problema di progetto occorre considerare la geometria
tridimensionale, il comportamento e le proprietà assai varie dei terreni
presenti, il regime delle acque sotterranee, le condizioni al contorno in
termini di forze, spostamenti, pressioni idriche, condizioni di drenaggio.
Sono necessarie quindi approfondite indagini, attenta riflessione ed adeguata
esperienza.
Per i pali di fondazione, a tutto ciò si aggiunge l’influenza dei fattori
tecnologici. Il comportamento di un palo (ovvero il suo carico di rottura ed i
cedimenti sotto il carico di esercizio) è condizionato notevolmente dal
procedimento costruttivo in rapporto al terreno attraversato.
1.Carico limite dei pali di fondazione
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La progettazione dei pali di fondazione, così come la progettazione di
una qualsiasi opera di carattere geotecnico, deve essere quindi tassativamente
preceduta da un complesso di indagini nel sito di interesse dell’opera che si
va a realizzare. Lo scopo è quello di ottenere una serie di informazioni
riguardo i parametri fisici e meccanici che caratterizzano quella parte del
sottosuolo che verrà influenzata dalla costruzione dell’opera o che
influenzerà il comportamento dell’opera in progetto, e ci consentono di
schematizzare la complessa situazione naturale in un modello sottoponibile
all’analisi, ovvero, giungere alla formulazione di un “modello geotecnico del
sottosuolo”. Questa operazione rappresenta la fase più delicata ed
importante che precede la progettazione dei pali di fondazione, poiché ci
consente di stabilire quelle relazioni di corrispondenza fra la realtà fisica e la
teoria scientifica, che consentono l’uso delle stesse teorie scientifiche nei
problemi di ingegneria.
Le metodologie e le attrezzature delle quali si dispone per le indagini
geotecniche sono numerose ed assai varie, dalle più semplici alle più
raffinate. Per il riconoscimento dei terreni, e cioè per definire la costituzione
del sottosuolo e la natura dei terreni in esso presenti occorre in ogni caso
eseguire scavi accessibili o perforazioni di sondaggio.
1.Carico limite dei pali di fondazione
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Questi consentono la determinazione delle caratteristiche fisico-meccaniche
dei terreni attraverso:
\ sondaggi con prelievo di campioni (rimaneggiati e/o indisturbati) con
successiva sperimentazione in laboratorio
\ esecuzione di prove in situ per la determinazione delle proprietà
meccaniche del sottosuolo (penetrometriche, scissometriche,
dilatometriche, pressiometriche, ecc.)
\ rilievi e misure della pressione delle acque sotterranee e determinazione
della permeabilità dei terreni
\ indagini di tipo geofisico.
Tutti gli approcci presentano vantaggi ed inconvenienti, in genere essi sono
complementari e si svolgono simultaneamente.
La classica indagine con prove di laboratorio su campioni indisturbati
consente una sperimentazione molto articolala ed accurata, ma opera su
volumi di terreno inevitabilmente disturbati, in misura non sempre
definibile, dalle operazioni di prelievo stesso.
Al contrario con le prove in sito si opera in genere su maggiori volumi di
terreno e nelle condizioni del sito; tuttavia ciò che si misura non è in genere
una proprietà del terreno, ma una grandezza da correlare (attraverso
1.Carico limite dei pali di fondazione
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apposite calibrazioni) in modo più o meno incerto alle proprietà del terreno.
In alcuni casi, peraltro, la scelta risulta obbligata: ad esempio, in pratica
risulta impossibile (o quasi) prelevare campioni indisturbati in terreni
incoerenti, ed è quindi giocoforza ricorrere per tali terreni alle indagini in
sito.
Lo studio geofisico invece, consiste nelle misure sia in superficie che
entro fori sondaggio, della variazione nello spazio di alcune proprietà dei
terreni, quali densità elasticità, suscettibilità magnetica, conducibilità elettrica,
radioattività. Questa variazione può essere legata ad un cambiamento della
natura litologica o ad un diverso assetto strutturale nell’ambito della stessa
massa litologica; in ogni caso essa marca una discontinuità che rappresenta
una limite geologico.
Molte delle tecniche di indagine in sito possono essere adoperate per
la determinazione diretta, attraverso procedimenti semi-empirici, di elementi
di progetto senza passare per la determinazione delle proprietà del terreno e
l'applicazione di un procedimento di calcolo.
Esempi di questo tipo sono le correlazioni fra resistenza penetrometrica
“q
c
”, ottenuta mediante la prova in sito CPT ( Cone Penetration Test ), e il
carico limite dei pali “Q
lim
”.
1.Carico limite dei pali di fondazione
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1.2. Determinazione del carico limite
Le condizioni di carico di gran lunga più frequenti per un palo di
fondazione sono quelle di carico assiale di compressione: la più comune ed
importante operazione di progetto è pertanto la determinazione del carico
limite di rottura del complesso palo-terreno sotto carichi verticali di
compressione.
Esso si può interpretare anche come il carico in corrispondenza del quale il
cedimento (teorico) del palo risulta ∞ , o meglio, su una curva “carico-
cedimento” esso ne rappresenta l’asintoto.
Tale operazione risulta tutt’altro che semplice, essenzialmente per la
necessità di considerare l'influenza dei fattori tecnologici; per questo motivo,
fra l'altro, la determinazione del carico limite di un palo di fondazione
assume caratteri marcatamente empirici.
Le principali procedure disponibili per la valutazione del carico limite sono:
Formule statiche: analisi della rottura del complesso palo-terreno,
assimilando il palo ad un corpo rigido ed il terreno ad un continuo
rigido plastico o elasto plastico. Tale analisi viene svolta con metodi
non dissimili, in linea di principio, da quelli adottati per lo studio del
carico limite delle fondazioni dirette; per i pali, però, il problema al
1.Carico limite dei pali di fondazione
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contorno si presenta alquanto più complesso (geometria assial-
simmetrica invece che piana; necessità di considerare la resistenza del
terreno posto lateralmente al palo; necessità di considerare le
caratteristiche dell'interfaccia palo-terreno). Le diverse ipotesi adottate
da vari Autori conducono a diverse formulazioni, dette “formule
statiche” che esprimono il carico limite in funzione della geometria
del palo e delle caratteristiche del terreno e dell'interfaccia palo-
terreno;
Battitura pali: per i pali battuti, analisi dei fenomeni dinamici che
avvengono durante la battitura. Nell'ipotesi semplice che il palo sia un
corpo rigido, la conoscenza delle caratteristiche del battipalo e la
misura del "rifiuto" (avanzamento permanente del palo per un colpo di
maglio) consentono di esprimere il carico limite con formulazioni
relativamente semplici, dette appunto formule dinamiche. Le varie
formule esistenti si differenziano fra di loro per il diverso modo di
valutare ed esprimere l'energia dissipata. Un'analisi più esauriente è
quella basata sullo studio dell'onda che si genera nel palo a seguito del
colpo di maglio; per ottenere risultati applicativi è necessario applicare
al maglio ed al palo strumentazione dinamica;
1.Carico limite dei pali di fondazione
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Correlazioni con prove in sito: le resistenze unitarie alla punta e lungo
il fusto del palo possono essere correlate ai risultati di prove in sito,
quali le prove penetrometriche CPT ed SPT o le prove
pressiometriche;
Prove di carico: infine, come è ovvio, il carico limite può essere
determinato in modo diretto con prove di carico a rottura su pali
prototipo in vera grandezza, esse sono dette anche prove pilota.
E' il caso di ricordare che, come ogni analisi geotecnica, il calcolo del carico
limite di un palo può riferirsi a condizioni drenate o non drenate.
Nel primo caso, che si verifica nei terreni a grana grossa ed a lungo termine
anche in quelli a grana fina, il calcolo viene agevolmente condotto in termini
di tensioni effettive. Nel secondo caso (terreni a grana fina, condizioni di
breve termine) il calcolo risulta in genere più agevole in termini di tensioni
totali.
Ai fini dei calcoli effettuati, nell’analisi del caso in oggetto, ci si e avvalsi per
la determinazione del carico limite sia delle formule statiche che delle
correlazioni con le prove in sito (CPT, SPT).
Si riportano brevemente di seguito entrambe le procedure di calcolo.
1.Carico limite dei pali di fondazione
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1.3. Formule statiche
1.3.1. Generalità
Esse sono ricavate a partire da considerazioni teoriche, tengono conto
della geometria del palo e delle caratteristiche del terreno.
Ai fini del calcolo, il carico limite di un palo Q
lim
viene convenzionalmenle
suddiviso in due aliquote: la resistenza alla punta P e la resistenza laterale S
(fig. 1.1):
∫
⋅+
⋅
=+=
L
0
2
lim
dzsdp
4
d
SPQ π
π
(1.1)
dove con p si indica la resistenza unitaria alla punta, con s la resistenza allo
scorrimento all'interfaccia laterale palo-terreno, con d il diametro e con L la
lunghezza del palo.
Figura 1.1.
1.Carico limite dei pali di fondazione
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È bene chiarire che tale suddivisione è convenzionale, in quanto gli sforzi
laterali ed alla punta vengono mobilitali con il cedimento, secondo leggi
alquanto diverse e non necessariamente monotonicamente crescenti:
pertanto non è detto che, a rottura, siano contemporaneamente agenti le
resistenze massime P ed S.
Nel calcolo di p ed s, pertanto, si prescinde dalle interferenze fra i due
fenomeni di rottura.
Analizziamo separatamente le due aliquote di resistenza unitaria alla punta p
e laterale s.
1.3.2. Resistenza unitaria alla punta
Rifacendoci alla teoria del carico limite per le fondazioni superficiali, si
pone:
2
σ
d
N cNNp
cvq L
⋅γ⋅+⋅+⋅=
γ
(1.2)
Dove
Lv
σ rappresenta la tensione litostatica verticale alla profondità L, e cioè
quella che agisce sul piano orizzontale passante per la punta del palo. Il terzo
termine ( )2/dN ⋅γ⋅
γ
risulta molto minore del primo, essendo poi
γ
N delo
1.Carico limite dei pali di fondazione
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stesso ordine di
q
N ed L tipicamente pari a 50÷100 volte d/2, pertanto viene
trascurato.
Come al solito, vale la relazione di trasformazione:
ϕ⋅−= ctg1)(NN
qc
(1.3)
I valori di
q
N e di
c
N sono sempre riferiti al caso assialsimmetrico o perché
direttamente ricavati per tale condizione, o perché affetti da un coefficiente
di forma.
In condizioni drenate si assume c’=0 e nell'espressione (1.2) si introduce la
tensione effettiva
Lv
σ' . Si ha quindi:
Lvq
'Np σ⋅= (1.4)
Le varie teorie esistenti conducono a relazioni fra
q
N e 'ϕ notevolmente
diverse (fig. 1.2), a indicare la notevole incertezza che regna sull'argomento.
Sistematiche ricerche sperimentali condotte da Kérisel (1961) e Vesic (1967)
mostrano poi che la resistenza alla punta non cresce linearmente ed
indefinitivamente con la profondità, ma al contrario si mantiene
praticamente costante al di sotto di una certa profondità critica: sia il valore
di p che la profondità critica aumentano con l'aumentare di 'ϕ .