5
richiedono cambiamenti radicali dei sistemi di istruzione e di
formazione
1
.
L’adozione di modelli evolutivi di certificazione delle
competenze dovrà accompagnare questo processo e rispondere ad
un bisogno diffuso di adeguamento dei dispositivi di formazione
mirati soprattutto all’aggiornamento dei contenuti del lavoro e
delle professioni e dei bisogni nel mercato del lavoro.
Oggi, l’Unione Europea sta ponendo l’attenzione su nuovi
metodi di formazione ponendo al centro l’aspetto della
formazione continua e l’idea della formazione degli adulti in
quanto necessaria per l’adeguamento di un nuovo sistema di
certificazione, che ha ormai le caratteristiche della continuità.
Non è più plausibile pensare il dispositivo formativo-
professionale incanalato in una configurazione stabile e
onnicomprensivo.
In tutti i paesi europei, il baricentro di questo nuovo assetto della
formazione non è più centrato sulla priorità della formazione
scolastica iniziale ma è rappresentato da modelli continui di
alternanza tra scuola e lavoro, che concorrono ad ideare e a
trasferire i contenuti della formazione verso un modello dinamico
di interazione tra scuola, formazione professionale e mondo del
lavoro.
La competenza diviene un punto fondamentale, un concetto
guida nell’identificazione dei saperi che attrezzano l’individuo
per l’inserimento nel mercato del lavoro e lo accompagnano nei
1
Comunicazione della Commissione “Istruzione e Formazione 2010”, L’urgenza delle
riforme per la riuscita della strategia di Lisbona. Bruxelles, 11.11.2003, Com (2003) 685
def.
6
progressivi sviluppi formativi e professionali. Si ricordi che,
comunque, la formazione deve veicolare direttamente le
competenze per l’occupabilità.
Per rendere visibile l’apprendimento acquisiscono un ruolo
fondamentale metodologie e strumenti di valutazione e
certificazione delle competenze che devono essere chiare,
trasparenti, garantire procedure di qualità ed essere accettate
dalle diverse parti interessate. Un ulteriore elemento, di enorme
importanza, è il lifelong learning, ossia un modello di
apprendimento permanente.
2
Per lifelong learnig si intende l’idea
di avere una formazione, non riferita solo ad un momento
iniziale, ma una formazione costante e che chiuda il ciclo
prendendo come spazio - tempo tutta la vita di una persona, e che
metta in evidenza il ruolo fondamentale del soggetto nel presidio
attivo di tale progetto. Il presente progetto, quindi, punta a
raggiungere un obiettivo di concettualizzazione e di conoscenza
dei processi reali inerenti i temi dell’occupabilità, delle
competenze, dei percorsi di inserimento, delle forme e dei luoghi
di apprendimento.
Infine, la competenza professionale non può prescindere dalla
combinazione tra attività di trasmissione/produzione di
conoscenze, che hanno luogo negli ambienti specializzati, e
l’esperienza ordinaria, in particolare quella di lavoro.
2
ISFOL “Le Competenze Per L’occupabilità concetti chiave e approcci di analisi”, Franco
Angeli, 2004.
7
CAPITOLO I
LE COMPETENZE
1.1 Un cenno sulle competenze
Per competenze si intende l’insieme di conoscenze, abilità,
caratteristiche, attitudini e motivazioni che consentono di
svolgere al meglio un determinato compito.
Le competenze sono, dunque, un insieme, non una semplice
sommatoria o aggregato di sapere e di saper fare (condizione
necessaria ma non sufficiente per determinare la loro efficacia),
sono la organizzazione ed effettiva utilizzazione di alcune delle
risorse di cui si dispone in modo personale ed originale, mirato e
responsabile, in riferimento ad un compito, prestazione o alla
risoluzione concreta e rispetto ad un contesto specifico.
Si traducono sempre in azione (sono, dunque, sempre
contestualizzate e finalizzate ad un qualcosa) e sono sempre
collegate con l’azione positiva, appropriata, riuscita (di
successo): si tratta di comportamenti efficaci ed effettivi che si
traducono in prestazioni efficaci (skilled). Si può anche parlare di
capacità di usare, non a caso o per prove di errori, ma sulla base
di acquisizioni padroneggiate ed esercitare in modo mirato,
8
originale e responsabile, abilità e conoscenze in situazioni
diverse.
Secondo alcuni studiosi, piuttosto che parlare di competenze
della persona (potenzialità che può attuarsi ma può anche non
attuarsi), sarebbe più opportuno parlare di azioni competenti in
quanto solo ad azione compiuta possiamo inferire il possesso
effettivo di competenze: la competenza non risiede nelle risorse
(conoscenza, capacità) da mobilitare, ma nella mobilitazione
stessa di queste risorse, e cioè nella capacità di mobilitare saperi
che si sono saputi selezionare, integrare e combinare. Si tratta di
una vera e propria costruzione ad hoc (intendiamo un valore
aggiunto) e non della applicazione di qualcosa, di una
combinazione di vari elementi che vengono selezionati tra quelli
posseduti, organizzati ed utilizzati in funzione dell’obiettivo da
realizzare in un certo contesto.
Le competenze implicano un utilizzo creativo di un insieme di
tanti fattori ed anche la disponibilità ad acquisire, quando
occorre, nuove conoscenze e a modificarsi per affrontare
efficacemente le diverse situazioni. Questo vuol dire che, ne la
capacità, ne le conoscenze, da sole, possono produrre una
competenza, in quanto requisiti necessari e fondamentali, ma non
sufficienti per produrre competenza, è solo l’utilizzo appropriato
e al momento giusto di esse che è competenza; occorre, perciò,
individuare cosa scatta in più.
Le competenze comprendono anche numerosi altri fattori, che
rendono il soggetto capace di mobilitare, in modo soddisfacente e
flessibile, tutte le sue risorse (attitudini, conoscenze e capacità)
9
nei compiti e nei ruoli che li vengono affidati e che,
complessivamente, possono essere denominati caratteristiche
personali profonde interne del soggetto (che restano in gran parte
nascoste, anche se molto attive). Le caratteristiche personali
determinano la disponibilità e la volontà a mettere in atto il
bagaglio di risorse che rendono capaci di trovare soluzioni
innovative e rapide ai problemi in modo creativo, flessibile e
responsabile.
In altri termini queste componenti vengono anche sintetizzate in
“ciò che sai”, “ ciò che sai fare” e “ciò che sei”
3
.
In genere, i processi selettivi e formativi tengono conto delle
prime due componenti, che risultano necessarie per qualsiasi
azione lavorativa, in quanto “visibili” e più facilmente misurabili,
ignorando motivazioni profonde, tratti, atteggiamenti e valori,
che invece il “bilancio” porta alla luce e rende miratamente
spendibili.
Questi fattori sono divenuti sempre più importanti in un mondo
dominato dall’incertezza, sicché, il centro dell’analisi si sposta
dal ruolo lavorativo all’individuo, che possiede e utilizza in
modo creativo, flessibile e responsabile un sistema di
competenze caratterizzato, non solo da conoscenze e capacità,
ma anche da motivazioni, valori ed immagini di sé che li
permettono di porre in atto dei comportamenti professionali e
competenti che mirano ad una più precisa misurazione del
bilancio delle competenze.
3
ISFOL “ Le Competenze Per L’occupabilità concetti chiave e approcci di analisi”, Franco
Angeli,2004.
10
1.2 Il bilancio delle competenze
Il bilancio delle competenze costituisce una delle più
significative innovazioni adottate nell’ambito dell’orientamento e
della formazione professionale.
Il bilancio delle competenze deve essere considerato una vera e
propria azione formativa, non solo perché consente di individuare
i bisogni e le carenze educative, ma, soprattutto, perché la
scrittura della propria biografia, che emerge dal resoconto delle
competenze maturate, rappresenta di per sé un evento di grande
portata educativa. La biografia consente di acquisire la capacità
di guadagnare una distanza cognitiva per diventare osservatori di
se stessi, in quanto osservanti delle pratiche e delle routine che
regolano la propria esistenza.
Il bilancio delle competenze, strumento utilizzabile sia a livello
sia individuale sia a livello collettivo, ha l’obiettivo di consentire
al soggetto fruitore di pervenire ad una approfondita autodiagnosi
delle proprie competenze, al fine di responsabilizzarlo e
spingerlo a definire un progetto di evoluzione (o riqualificazione)
professionale, anche individuando i più idonei percorsi formativi,
tale da conciliare le proprie aspirazioni con gli obiettivi e le
attese aziendali.
L’evoluzione della tecnologia dell’informazione ha generato la
globalizzazione del mercato determinando l’abbattimento dei
confini geografici. Se si considerano i diversi aspetti del
fenomeno “globalizzazione” ci si trova davanti una realtà che
11
vede da una parte una scelta più ampia e maggiori possibilità di
integrare i propri saperi, e dall’altra maggiore competitività tra le
aziende. Queste, a loro volta, dovendosi necessariamente adattare
ad un ambiente non più stabile, si avvalgono del processo
tecnologico e della diffusione accelerata delle conoscenze per
diversificare le proprie strategie produttive, adottano modelli
organizzativi, riconfigurano ruoli professionali, richiedono ai
propri dipendenti competenze sempre più ricche e aggiornate con
comportamenti adatti ai nuovi processi e ai nuovi obbiettivi di
business. In questo contesto di forte competitività diventano
centrali valori come conoscenza e formazione che danno una
spinta in più ai soggetti preparati.
Ruolo molto importante lo ha il Knowledge management
4
che,
favorendo la fruizione e lo scambio della conoscenza fra tutti i
livelli dell’organizzazione, genera incertezza, che a sua volta
sfocia in opportunità e rischi.
Ruolo fondamentale lo ha anche il Counseling
5
che interviene
nell’area delle difficoltà, affrontando problemi determinati da
fattori esterni alla persona, risolvibili in tempi brevi ed in termini
di crescita e sviluppo della persona. Nell’ambito del mondo del
lavoro è utilizzato soprattutto nelle situazioni di cambiamento o,
viceversa, nelle situazioni “bloccate” che generano stress,
incapacità di operare e decisioni difficili da compiere.
4
Knowledge management: si tratta di un insieme di strumenti e tecnologie che servono ad
identificare il patrimonio di conoscenza delle menti degli individui per capitalizzarlo in un
patrimonio collettivo e consentire la fruizione e lo scambio fra tutti i livelli
dell’organizzazione, ISFOL “ Le Competenze Per L’occupabilità concetti chiave e approcci
di analisi”, Franco Angeli , 2004.
5
Counseling: si tratta un insieme di tecniche, abilità e atteggiamenti per aiutare le persone
a gestire i propri problemi utilizzando le risorse già in loro possesso, Ida Sirolli ” Il
Consuleing. Definizione, paradigmi e ambiti di applicazione”, Franco Angeli , 2006.