Introduzione
vi
Le questioni fiscali hanno assunto un’importanza crescente via via che i
dati ufficiali continuamente diffusi a vario livello evidenziavano l’entità degli
indicatori economici e la velocità di sviluppo di questo particolare mercato.
L’andamento della situazione, per certi versi inaspettato, ha fatto abbandonare
i toni smorzati e concilianti della prima ora per atteggiamenti sempre più
accesi, accentuatisi particolarmente nel momento in cui i Paesi membri
dell’Unione europea si sono resi conto del danno inferto al commercio
convenzionale ed ai propri interessi finanziari da operazioni condotte in
assenza di norme chiare e di adeguate forme di controllo.
Nel capitolo introduttivo si definisce il fenomeno del commercio
elettronico nonché la sua diffusione e composizione in Italia, Europa e Stati
Uniti. In particolare si è posto l’attenzione sulle varie tipologie di commercio
elettronico, Business to Business, Business to Consumer, Public
Administration to Citizens/Business, Intra-Business, Consumer to Consumer,
evidenziandone il significato e analizzando il trend di crescita e di sviluppo,
in particolar modo, delle prime due modalità che, alla data odierna, sono le
più diffuse. Successivamente è stata riportata un’analisi socio-demografica
dell’utenza delle Rete. I dati demografici sono molto importanti per coloro
che intendono sviluppare soluzioni di commercio elettronico, in quanto
permettono non solo di individuare l’utente medio di Internet, ma anche di
tracciare il profilo di un potenziale acquirente on line.
Nel secondo capitolo è affrontato il tema delle problematiche fiscali
sollevate dal commercio elettronico. L’avvento di una nuova economia
caratterizzata dall’assenza di connotati fisici e barriere spaziali e temporali ha
posto anche agli esperti di fiscalità due importanti interrogativi. In primo
luogo se è giusto e conveniente per le amministrazioni fissare norme comuni
per regolamentare operazioni di per sé libere da condizionamenti e, per certi
versi, incontrollabili. In secondo luogo, le nozioni di spazio temporale e
fisico, così come tradizionalmente concepiti, si dissolvono e, con essi le
norme rilevanti del diritto internazionale privato e i principi di fiscalità
Introduzione
vii
internazionale ormai legati ad un tempo passato in cui la fisicità dei beni
sembrava garantire certezza al quadro giuridico e a salvaguardia delle pretese
impositive.
Quest’aspetto, emerso sin dalle prime analisi delle conseguenze fiscali
del commercio svolto su Internet, è stato colto come un elemento
potenzialmente in grado di non rendere più applicabili i tradizionali criteri di
tassazione posti alla base della fiscalità internazionale. A tal proposito è utile
ricordare alcuni degli aspetti caratteristici del nuovo scenario economico
determinato da Internet che assumono particolare rilevanza nel favorire questi
comportamenti e che danno un’idea delle problematiche cui bisogna far fronte
in tempi brevi per evitare significative diminuzioni nelle entrate fiscali statali:
� Smaterializzazione del bene: in alcuni casi la trasmissione
telematica permette di staccare il bene dalla materia, di renderlo incorporeo e,
in un’ottica fiscale, renderlo invisibile.
� Disintermediazione: Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha
rilevato che uno dei grandi vantaggi del commercio elettronico è che spesso
elimina la necessità di istituzioni intermediarie. Infatti, un produttore di
software, con Internet, può, ad esempio, cedere i propri prodotti inviandoli
direttamente al consumatore finale, e anche il relativo pagamento può
avvenire senza il coinvolgimento di banche o di altre istituzioni finanziarie.
� Decentralizzazione e assenza di controllo: per propria natura il
commercio elettronico non prevede una localizzazione fisica dei cespiti e
delle attività produttive di redditi; non vi è, inoltre, alcun organo di controllo
centralizzato che permetta di ricostruire il percorso seguito dall’informazione.
Ne consegue che è quasi impossibile per il Fisco controllare le transazioni e i
flussi finanziari o il luogo in cui è effettivamente svolta l’attività.
� Impossibilità di determinare l’identità dell’operatore economico:
attualmente chi opera nel commercio elettronico può facilmente fornire per le
sue transazioni un indirizzo che non corrisponde necessariamente al luogo in
cui risiede o svolge effettivamente la sua attività.
Introduzione
viii
Il commercio elettronico cambierà dunque il contesto nel quale le
autorità fiscali dovranno esercitare la propria attività. I nuovi problemi ai
quali devono far fronte le Amministrazioni richiedono una risposta adeguata,
basata, in parte, sulla legislazione esistente, comportando così un processo
interpretativo dell’attuale ordinamento giuridico.
Naturalmente, il mondo della fiscalità non può né deve restare ai
margini di questo fenomeno che interessa direttamente le sue stesse strutture,
alterando alcuni dei principi sui quali si sono fondati i regimi di imposizione
negli ultimi decenni. Quindi sono analizzate le questioni fiscali associate
all’ambiente virtuale del mondo del commercio elettronico privo di gerarchia
e svincolato dai confini geografici, tentando di offrire un sintetico quadro di
riferimento sia nell’ambito della fiscalità diretta che indiretta, rispettivamente
trattati nel capitolo terzo e quarto della presente tesi.
In particolare, nel terzo capitolo, sono delineate le problematiche della
fiscalità diretta più urgenti da definire: la questione dell’allegiance, come
l’interazione fra il principio della fonte ed il principio della residenza;
l’adozione delle residence-based sourcing rules per le transazioni
elettroniche; l’applicabilità del principio di stabile organizzazione al
commercio elettronico, verificando se tali principi siano oggetto di limitazioni
o risultino modificati dalle modalità di produzione del reddito mediante
Internet. Sono analizzate le diverse ipotesi di stabile organizzazione contenute
nel Modello OECD e, si pone l’attenzione anche sulle problematiche della
tassazione delle royalties, nonché sul transfer pricing. Si discutono anche le
caratteristiche intrinseche del reddito derivante da operazioni di commercio
elettronico in genere, visto che un’eventuale riclassificazione di alcune
categorie può comportare differenti regimi di tassazione.
Nel quarto capitolo si tratta dei riflessi del commercio elettronico
sull’applicazione dell’Iva e dei dazi doganali. Infatti la possibilità offerta da
Internet di effettuare una prestazione di servizi interamente on line e senza
che il fornitore abbia una stabile organizzazione nel Paese in cui questa viene
Introduzione
ix
effettuata può favorire comportamenti mirati ad eludere l’imposta. L’attuale
sistema fiscale offre numerose possibilità di distorsioni tra gli operatori
comunitari e quelli residenti in Paesi terzi e, tale situazione si accentuerà con
lo sviluppo del commercio elettronico.
A tal proposito sono analizzate le proposte di modifica dell’attuale
normativa Iva, mettendo in rilievo le potenzialità della fatturazione elettronica
e della nuova proposta di direttiva Com (2000) 349 che, senza dubbio,
costituiranno un utile strumento per semplificare e consolidare l’attuale
sistema di imposizione indiretta, rendendolo sempre più compatibile con le
caratteristiche intrinseche del commercio elettronico. Si prenderà in
considerazione anche il contesto americano con l’analisi del rapporto tra sales
tax e commercio elettronico, approfondendo l’analisi con la descrizione del
modello dell’economista Charles McLure.
Obiettivo principale del quinto ed ultimo capitolo di questa tesi è
quello di evidenziare l’evidenza empirica dell’economista Austan Goolsbee
sul ruolo delle imposte nell’ambito del commercio elettronico.
Pur in assenza di dati sufficienti per le valutazioni, visto la novità del
fenomeno, è già dimostrabile una certa sensibilità degli utenti on line ai
differenziali d’imposte, i quali sfruttano a proprio favore le distorsioni
presenti nell’e-marketplace. L’analogia con le argomentazioni della
letteratura economica delle “cross-border sales“, in cui i differenziali delle
aliquote e la distanza geografica sono due variabili fondamentali nella
spiegazione del comportamento del consumatore, è molto evidente. Ciò è
molto importante in quanto vi è un capovolgimento di un luogo comune: in
realtà, da un punto di vista fiscale, non si pone tanto il problema di trovarsi di
fronte a un mondo senza confini, come è solito pensare, ma in presenza di un
mondo di solo confini in cui gli individui sono sensibili alle aliquote fiscali.
Introduzione
x
Questo risultato sembra essere anche confermato e supportato dalla
presenza dell’elasticità media tasse-prezzi positiva la cui interpretazione è
intuitiva: aumentando l’aliquota sulle vendite tradizionali aumentano in media
gli acquisti on line poichè si presume che essi siano più convenienti.
La difficoltà di applicare i tributi nazionali al commercio elettronico ha
fornito lo spunto a proposte alternative di tassazione, prima fra tutte la Bit
Tax, al fine di permettere al sistema fiscale di affrontare la nuova realtà del
commercio elettronico. Da notare che quest’ultimi sono solo meccanismi di
tassazione ipotetici, visto che l’orientamento degli organismi internazionali,
tra l’altro evidenziato nei capitoli precedenti, è quello di adeguare la
normativa esistente alle caratteristiche del commercio elettronico.
In definitiva, ci si aspetta che le politiche fiscali del nuovo secolo
vengano riformulate, perfezionate e adattate alle esigenze del mercato globale
attraverso cooperazione e accordi internazionali, e sicuramente non in nome
delle nuove tecnologie, ma in considerazione della necessità di disporre un
sistema fiscale universalmente valido che può beneficiare e non essere
penalizzato dai nuovi sistemi di comunicazione e di scambio, primo fra tutti il
commercio elettronico.
Capitolo Primo
Scenario e Dimensioni del Commercio Elettronico
Premessa
In questo capitolo introduttivo si studia il fenomeno del commercio
elettronico sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. In particolare
l’analisi riguarderà la dimensione e la crescita del nuovo fenomeno
tecnologico ed, al tempo stesso, economico sia in Italia che in Europa e Stati
Uniti. A tal proposito sono segnalate le previsioni delle più autorevoli società
di consulenza riguardanti il numero di acquirenti on line, la composizione e
strutturazione delle vendite on line, il giro di affari generatosi attraverso le
soluzioni di commercio elettronico, nonché di altri fattori che ci permettono
di avere una visione quanto meno approssimata del fenomeno. Vi sarà altresì
un’indagine socio-demografica dell’utenza della Rete, volta essenzialmente
ad identificare quali sono i potenziali acquirenti on line, e più generalmente
identificare l’utente medio della Rete. Inoltre, come poi si vedrà nell’ultimo
capitolo di questa tesi, i dati dell’analisi socio-demografica saranno molto
importanti ai fini dell’analisi empirica ed econometrica, in quanto
costituiranno il punto di partenza per capire il ruolo delle imposte sul
commercio elettronico.
1.1 Il Commercio Elettronico: aspetti generali
Il volume economico attuale della Rete, e soprattutto quello previsto a
brevissimo termine, è valutato concordemente dai più accreditati istituti di
rilevazione nell'ordine dei miliardi di dollari.
Capitolo Primo
2
Il giro di affari che la rete non solo veicola, ma in larga misura genera
in maniera originale, è tale che le istituzioni internazionali ed i governi
nazionali devono intervenire al più presto al fine di regolarne la crescita
nell'interesse generale degli utenti/consumatori, delle aziende, nonchè delle
economie degli Stati che a tale mercato partecipano.
Nell'ambito di quella che oggi viene definita economia della
conoscenza,1ovvero la New Economy, il commercio elettronico rappresenta la
linfa vitale, il paradigma stesso della globalizzazione e della liberalizzazione
del mercato. Risulta propositiva, in quest’ambito, la seguente definizione2 “Il
commercio elettronico è un sistema che include non solo quelle transazioni
che si manifestano nell’acquisto e nella vendita di beni e servizi al fine di
generare ricavi, ma anche le transazioni che supportano la generazione dei
ricavi, quali la promozione della domanda, l’offerta di assistenza di vendita e
di servizio alla clientela o lo sviluppo della comunicazione fra imprese”.
Dunque, il commercio elettronico consiste essenzialmente nella
compravendita di merci e/o prestazioni di servizi tramite l’incontro delle
controparti sulle reti telematiche e presenta molteplici vantaggi economici e
competitivi, in termini di miglior servizio e rapporto qualità/prezzo e una
riduzione dei costi operativi, rispetto ai tradizionali strumenti e mercati. Gli
applicativi del commercio elettronico sono svariati e interconnessi ma si
possono riassumere nei seguenti cinque campi riportati in ordine di priorità
d’attuazione:
� Business to Business che comprende tutti i rapporti commerciali
tra le imprese e le loro affiliate nonché fornitori, subfornitori ed altri partner
commerciali.
1
Termine usato per indicare l'economia che vede il definitivo affermarsi dei contenuti intellettuali sui
valori fisici della produzione. Essa trova nella convergenza fra informatica, telematica e comunicazione il
più potente motore di sviluppo.
2
Dichiarazione di Bill Gates, presidente della Microsoft, una delle aziende che nutre grandi interessi
nella diffusione su ampia scala del commercio elettronico.
Scenario e Dimensioni del Commercio Elettronico
3
� Business to Consumer ossia il commercio di beni e servizi a
favore dell’utente finale.
� Public Administration to Citizens/Business che consiste nella
trasposizione in rete di tutti i rapporti, pratiche burocratiche e servizi fra la
Pubblica Amministrazione e i cittadini e le imprese.
� Intra-Business che coinvolge un’azienda e le sue sedi distribuite
in località differenti oppure un insieme di aziende appartenenti ad uno stesso
gruppo. Le caratteristiche possono essere ricondotte, per similitudine, a quelle
del Business to Business con alcune differenze significative.3
� Consumer to Consumer è il tipo di commercio elettronico
temporalmente più recente e si è sviluppato grazie al proliferare in Rete di siti
dedicati alle aste on line: luoghi in cui i navigatori possono incontrarsi e
scambiare oggetti di ogni genere.
Le prime tre forme di commercio elettronico sono sicuramente le più
diffuse ed importanti, le seconde due sono attualmente in fase di sviluppo.
Le caratteristiche proprie del commercio elettronico, quali l’estrema
delocalizzazione, la velocità delle transazioni, l’assenza di intermediari
classici, l’indeterminatezza degli attori economici, la transnazionalità, che,
per un verso costituiscono la novità ed i pregi del commercio elettronico e ne
spiegano il clamoroso sviluppo, per altro verso rappresentano per le
istituzioni nazionali ed internazionali, coinvolte e travolte da questo
fenomeno, un campo di azione decisamente nuovo ed inesplorato.
L’interessamento della comunità internazionale è cominciato dapprima in
maniera timida e per iniziativa dei singoli Paesi, successivamente in modo più
esplicito ed a un livello più allargato ed articolato.4
3
In particolare si è in presenza di un gruppo ristretto di utenti e vi è un’importanza secondaria attribuita
alla transazione economica che può essere anche eseguita a distanza di tempo dell’ordine.
4
In particolare, la conferenza interministeriale svoltasi a Bonn nel 1997 è stata un chiaro segnale della
volontà politica dell’Europa di affrontare la sfida dell’ Information Technology e di regolamentare
attraverso accordi internazionali l’uso delle reti dell’informazione globale.
Capitolo Primo
4
Gli organi comunitari e le autorità nazionali hanno manifestato in più
occasioni l’intenzione di favorire o quantomeno di non ostacolare la
produzione e la diffusione delle nuove tecnologie ed in particolare quelle
destinate a veicolare i contenuti informatici e telematici a livello aziendale e
di utenza privata.
Da questa posizione prendono vita precise misure agevolative e di
incentivo in favore dei vari settori della società dell’informazione, per cui il
commercio elettronico sarà probabilmente il settore che ne trarrà maggiori
benefici. Per quanto riguarda il nuovo fenomeno commerciale è prevedibile
che nei prossimi tre/cinque anni gli aiuti alle imprese ed al consumo saranno
più consistenti,5 anche per attenuare il ritardo accumulato dall’Europa rispetto
agli Stati Uniti riguardo alla produzione ed all’utilizzo delle moderne
tecnologie.
L’Unione europea sostiene numerosi progetti per il commercio
elettronico, concernenti i sistemi di pagamento, l’affidabilità e la sicurezza, la
gestione delle transazioni, i sistemi di gestione dei contenuti e la gestione dei
diritti di proprietà intellettuale, allo scopo di garantire la competitività delle
imprese europee con quelle americane.
1.2 Utilizzo di Internet in ambito commerciale
Grazie alla maggiore crescita della velocità di trasmissione
dell’informazione e la sicurezza dei dati,6sono aumentate significativamente
le possibilità di mettere in collegamento diretto tra loro i computer e quindi le
persone appoggiate ad essi, sia come titolari di un apposito sito Web che come
5
A livello europeo un primo esempio significativo è rappresentato dal programma Tentelecom
riguardante la promozione dello sviluppo di reti transeuropee di telecomunicazione nonché il sostegno
dell’interconnessione delle reti di telecomunicazione. Inoltre è da ricordare il “V programma quadro per
le tecnologie della società dell’informazione – Azione 1, Programma Specifico: La società
dell’informazione di facile uso“, volto alla promozione e sviluppo della multimedialità, delle tecnologie
di base ed emergenti, nonché sistemi e servizi per il cittadino.
6
Ciò è reso possibile in virtù dell’utilizzo di reti a fibre ottiche e con l’applicazione di standard operativi
affidabili.
Scenario e Dimensioni del Commercio Elettronico
5
semplici naviganti e, per riflesso, si sono gettate le basi per un utilizzo di
Internet anche in ambito finanziario e commerciale.
Oggi quando si parla di Web non si intende solo un modo più veloce di
pubblicizzare e distribuire informazioni, ma un mezzo attraverso cui miliardi
di informazioni vengono scambiate per diventare business. La Rete è uno
mezzo di comunicazione di massa relativamente giovane. Si è affermata al
grande pubblico nel giro di soli cinque anni e tuttora cresce con livelli molto
sostenuti. Secondo le autorità statunitensi, la “Net Economy” dovrebbe
portare in pochi anni ad una rivoluzione commerciale ben maggiore di quella
che vide, sul finire degli anni ’70, la sostituzione dei negozi di piccola
dimensione coi centri commerciali.
Per le imprese, piccole, medie o grandi che siano, il commercio
elettronico è al tempo stesso una sfida ed una nuova grande opportunità per
creare reddito e lavoro. Ormai sono sempre più numerose le aziende e gli
operatori economici che perfezionano meccanismi di compravendita tramite
mezzi telematici on line specializzandosi in maniera sempre più approfondita
nel settore, poichè il potere del Web, come veicolo delle vendite, ha
dimostrato di essere inversamente proporzionale alle dimensioni del
venditore.
Ciò accade perchè il carattere globale del Web può trasformare un
piccolo distributore in uno internazionale. Potenzialmente, gli acquirenti
potrebbero selezionare un prodotto che, a parità di prestazioni, è offerto al
minor prezzo mondiale.
La Rete profila un mercato sconfinato in cui si può decidere, prenotare,
comprare in tempi rapidi qualsiasi prodotto in qualunque parte del mondo
standosene comodamente seduti a casa propria, evitando file, intralci
burocratici e costi aggiuntivi di varia natura. Internet può definirsi un vero e
proprio spazio economico virtuale dove domanda ed offerta si incontrano
liberamente.
Capitolo Primo
6
In altre parole, la diffusione del commercio elettronico dovrebbe
risolversi, in linea di principio, in una maggiore integrazione e trasparenza dei
mercati, conseguita attraverso la riduzione di asimmetrie informative e di
localizzazione.
Le tecniche del contatto diretto e della vendita “porta a porta” sono
perciò destinate a ridursi drasticamente, per ragioni di mercato, di tempi e di
costi. Un’iniziativa di commercio elettronico consente alle aziende di
raggiungere una certa flessibilità di vendita, permessa non solo dalla già citata
caduta delle barriere geografiche, ma anche di quelle temporali dovuta
all’inesistenza di limiti negli orari di apertura del negozio virtuale. Un sito
Web è aperto 24 ore su 24 e per sette giorni alla settimana e può rappresentare
per l’azienda un canale alternativo o da aggiungere e /o affiancare a quelli
esistenti. Parallelamente, la crescita dell’offerta in rete è stimolata non solo
dalla possibilità di allargare il parco clienti, ma anche dalla prospettiva di
ridurre, ceteris paribus, i costi operativi sostenuti dai fornitori.
Anzi, il nuovo fenomeno commerciale rischia addirittura di
capovolgere il tradizionale assetto del mercato basato sull’offerta (supply
chain) a favore del compratore perchè quest’ultimo ha la possibilità di agire
per primo visitando le diverse offerte a livello globale, di confrontarle e di
decidere cosa comprare, ma anche di richiedere prodotti sempre più specifici
o personalizzati (demand chain) o addirittura, grazie a portali e software
specializzati, di domandare in rete la migliore offerta di un certo tipo di
prodotto entro un dato termine ad un certo prezzo (reverse option). Se ciò può
costituire elemento di complessità nelle relazioni con i clienti, va tuttavia
osservato che Internet permette alle aziende di diminuire in modo consistente
i costi di comunicazione e di velocizzare il ciclo di vendita.
Tuttavia nella “value chain” l’elemento tecnologico costituisce valore
aggiunto e inverte il rapporto tecnologia/processi di business: non è più
l’organizzazione imprenditoriale che modella l’applicazione della tecnologia,
ma è quest’ultima a determinare la forma dei processi aziendali. Per esempio
Scenario e Dimensioni del Commercio Elettronico
7
nell’ambito della produzione, tramite applicazioni che collegano clienti e
fornitori on line in tempo reale, l’organizzazione potrà facilmente ottimizzare
i processi di fornitura con tempistiche “just in time”, riducendo la necessità di
immagazzinare merci in anticipo rispetto alle previsioni di vendita.
Ancora, per quanto riguarda le forniture chiunque potrà pubblicare, sul
proprio sito, bandi con richiesta di materiali o componenti, anche in piccole
quantità, in cerca del miglior offerente.
Inoltre la Rete riduce i costi di magazzinaggio, logistici e gestionali,
consentendo di praticare prezzi inferiori e alimentare la concorrenzialità dei
mercati; inoltre moltiplica la possibilità di offrire servizi aggiuntivi quali
informazione, comodità, personalizzazione delle offerte, confronti tra le
condizioni di vendita, ecc. Per fare degli esempi, nel settore commerciale e
distributivo sono sempre di più le imprese che offrono servizi che risolvono
l’intero ciclo commerciale del negozio virtuale come raccolta degli ordini,
approvvigionamento merci, certificazione dei clienti; nel settore editoriale
non solo si offrono gli stessi servizi presenti nel giornale quotidiano, ma
anche servizi speciali a carattere continuativo (borsa on line, banche dati,
scadenzario fiscale, lavoro on line) ovvero di attualità (moneta unica europea,
commercio, quaderni di approfondimento, situazione nei mercati esteri,
documentazione fiscale).
La Rete si sta lentamente trasformando e specializzando, frazionandosi
in una miriade di segmenti tendenti a soddisfare un interesse specifico. Per
orientare i naviganti, ormai diventati potenziali consumatori, nascono canali
d’area, si reclamizzano i domini, si indirizza il pubblico in una direzione
piuttosto che in un’altra per dirottarlo sempre più verso specifiche vetrine
virtuali. Naturalmente, aprire un sito Internet non significa fare affari
immediati, perché questi non vengono solo dall’uso della nuova tecnologia,
ma soprattutto dalle idee di chi le usa.
Capitolo Primo
8
Secondo gli analisti, non si ha alcuna idea di come il business possa
svilupparsi in futuro in cui dovrebbe risultare vincente chi avrà il “business
model” migliore, un marchio riconosciuto e chi riuscirà a produrre utili
svolgendo un ruolo attivo nelle aggregazioni con altre società del settore.
Tuttavia dal punto del risparmio la convenienza varia da caso a caso:
su alcuni prodotti gli sconti praticati devono essere confrontati con i costi di
spedizione e di assicurazione (per la vendita di beni materiali un recente
studio dell’OECD, basato su 24000 prodotti, ha evidenziato in media prezzi
leggermente più elevati rispetto a quelli degli analoghi beni acquistati nei
modi tradizionali); riguardo invece alla vendita dei servizi e beni intangibili
per definizione, la convenienza rispetto ai beni materiali appare evidente,
trattandosi di prodotti da utilizzare direttamente una volta scaricati sul proprio
computer. D’altra parte, per un’azienda vendere ad esempio un detersivo on
line non produce particolari vantaggi nella catena del valore, ma può offrire
servizi personalizzati anche su prodotti di uso comune7 spingendo il cliente
abituale di un supermercato a fare ordini in Rete anziché recarsi fisicamente
sul posto. La propensione dell’utente aumenta, naturalmente, se il punto
vendita elettronico offre, oltre alla consegna a domicilio dei beni acquistati,
servizi aggiuntivi come la consulenza all’utilizzo dei prodotti, la possibilità di
chiedere consigli agli altri utenti, eccetera.8
L’interesse per il settore è confermato da varie circostanze e d in
particolare dal fermento delle borse mondiali attorno ai titoli delle aziende
informatiche o produttrici di tecnologie avanzate, schizzati in pochi mesi su
valori di gran lunga superiori a quelli di collocamento a prescindere dalle
risultanze dei conti economici e dalla redditività prodotta dalle stesse, nonché
dal processo di concentrazione in atto tra le maggiori aziende operanti attorno
ad Internet. Del resto, le analisi condotte per monitorare le dinamiche della
7
Ad esempio si possono confezionare proposte intelligenti di carrello elettronico sulla base dello
scontrino medio della spesa settimanale.
8
A tal proposito si può ricordare, ad esempio, il sito Volendo.com, che nella sola città di Milano consegna
la spesa nel giro di un’ora gratuitamente a casa. Un altro esempio può essere il sito Flashmall.it , la cui
arma vincente sono prezzi competitivi, con consegne gratuite in tutt’Italia entro 4/5 giorni lavorativi.
Scenario e Dimensioni del Commercio Elettronico
9
società dell’informazione e le tendenze del commercio elettronico danno
risultati complessivamente entusiasmanti, anche se i dati diffusi in termini di
volumi d’affari risultano talmente elevati da far sorgere più di un dubbio circa
la loro validità, in rapporto al breve periodo di tempo considerato (i prossimi
tre/cinque anni), soprattutto se si considerano le difficoltà di monitoraggio
delle transazioni on line dovute alla natura complessa ed articolata di queste
operazioni.
Ma in che modo possiamo quantificare la Rete e la sua dimensione?
Quali indicatori strutturali ed economici possono darci un’idea del commercio
elettronico come nuovo fenomeno economico in constante evoluzione come
nuova modalità di acquisto di beni e servizi?
1.3 Dimensione della Rete ed accesso ad Internet
Vi sono diverse modalità per ottenere le informazioni sulle dimensioni
della Rete. In particolare ci soffermeremo sul calcolo del numero di host e sul
numero dei domini. Il parametro più idoneo per stimare la diffusione di
Internet é il numero di host, cioé il numero delle macchine connesse alla Rete.
Gli host possono essere dei PC, router, server a altri dispositivi
contraddistinti da un indirizzo di rete Internet (indirizzo IP) assegnato
univocamente dalle autorità competenti nelle diverse zone del mondo.
L'importanza del censimento degli host è duplice: da un lato il loro numero
indica "l'affollamento" della Rete, espresso in numero di oggetti collegati ai
quali si attribuisce una qualche funzione (server Web, server di posta
elettronica, router, client, eccetera), dall'altro rappresenta una quantità
oggettivamente misurabile fino alla singola unità.