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Come lo Smart Working ha modificato il Work Engagement
Introduzione
Il repentino cambiamento a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno e mezzo ha ribaltato
tanti aspetti della nostra quotidianità ma nessun lato della vita è cambiato radicalmente
quanto quello lavorativo. Il Covid19 e la preoccupazione del contagio hanno condotto
all’applicazione necessaria di una modalità di lavoro completamente diversa, seppur non
nuova, rispetto a quella a cui la maggior parte delle persone era abituata.
Lo Smart Working è stata un’ottima soluzione per la sicurezza sanitaria – visto che i
luoghi di lavoro erano caratterizzati da contatti costanti tra le persone – oltre al fatto che
ha permesso di scoprire una serie di benefici che sarebbe bene mantenere anche in futuro.
D’altro canto, ha anche sollevato tante questioni che possono essere annoverate come
svantaggi, tra cui si riporta l’isolamento sociale, la mancanza di senso di appartenenza e
la carenza di relazioni autentiche che esulano dai rapporti di lavoro.
Partendo da questa riflessione, ovvero dalla volontà di comprendere come il lavoro agile
sia stato percepito dalle persone e quale sia il lato oscuro, la mia curiosità si è soffermata
su un aspetto particolare: come si è modificato il Work Engagement con il cambiamento
organizzativo forzato che abbiamo subito?
Questa domanda mi è sorta spontanea perché la mia carriera lavorativa è iniziata proprio
durante il periodo del lockdown e, quindi, in Smart Working. In particolare, ripercorrendo
nella mente gli svantaggi del lavoro da remoto, mi sono subito chiesta quale fosse
l’aspetto maggiormente negativo secondo il mio punto di vista. La risposta è stata proprio
il Work Engagement. Ricevere da me stessa questa risposta è stato sconfortante perché
mi ritengo una persona con una forte motivazione intrinseca, che non necessita di molti
stimoli esterni per sentirsi coinvolta e per percepire il senso del lavoro. Nonostante
questo, facendo attenzione alle mie emozioni, ho riscontrato che il mio entusiasmo
lavorando da casa è veramente minimo, nonostante io faccia parte di una società di
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consulenza di tutto rispetto sia dal lato business sia dal lato dell’attenzione alle risorse
umane.
A quel punto, la mia curiosità ha fatto un passo indietro: ma che cos’è nel dettaglio il
Work Engagement? Quali sono le sue variabili? Quali sono i suoi effetti nella vita delle
persone e cosa comporta a livello organizzativo? Qual era il livello di engagement prima
della pandemia? Come si è modificato con l’applicazione dello Smart Working? La
mancanza di coinvolgimento è un problema che riguarda solo me o è una questione
generalizzata?
A tutte queste domande, ho tentato di dare una risposta nel primo capitolo attingendo
dalla letteratura sul tema: in particolare, sono stati riportati la definizione del
coinvolgimento, la misurazione dello stesso, le leve che possono modificarlo, gli effetti
per l’organizzazione e per la persona, a cui ho aggiunto un’analisi sul livello di
engagement oggi.
Successivamente, è stato necessario comprendere più nel dettaglio le caratteristiche dello
Smart Working ed andare più in profondità rispetto ai soli vantaggi e svantaggi dello
stesso: questo è ciò che ho riportato nel capitolo 2 grazie all’analisi della letteratura degli
ultimi 20 anni circa. Nel dettaglio, si è riportata la storia e l’evoluzione dello Smart
Working – sia a livello normativo sia a livello attuativo, i requisiti per l’applicazione
efficace e un’analisi costi-benefici, con un focus sulle categorie avvantaggiate o
svantaggiate dallo stesso.
Solo dopo aver compreso i due fenomeni singolarmente, sono andata alla ricerca di fonti
che spiegassero come il Work Engagement si fosse modificato con l’applicazione dello
Smart Working, l’oggetto della mia tesi. In aggiunta, mi sono chiesta se ci fosse una
soluzione che potesse migliorare il livello generale di Work Engagement, motivo per cui
è stato approfondito il tema del lavoro ibrido, anche chiamato Hybrid Work.
Una volta comprese le variabili ed il trend del coinvolgimento nel contesto attuale, è stato
ricercato un riscontro empirico rispetto a quanto ritrovato in letteratura. Per questa
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ragione, è stato riportato il caso Accenture, realtà per cui attualmente lavoro. Nel
dettaglio, all’inizio del primo lockdown l’azienda ha testato, attraverso una survey, come
venisse percepito lo Smart Working dai dipendenti e se questi fossero più o meno
soddisfatti della situazione e di come l’azienda avesse accolto questo cambiamento. In
aggiunta, si è ritenuto utile dare un quadro più completo alla survey, in quanto la stessa
non raccoglieva il punto di vista dei lavoratori junior che sono entrati in azienda attraverso
un onboarding online. Per questo motivo, ho predisposto un’intervista da sottoporre ad
alcuni colleghi, per poi raccogliere e riportare estratti delle loro riflessioni in questa tesi
con lo scopo di giungere ad una conclusione.
In estrema sintesi, con lo scopo di approfondire in seguito, ciò che è emerso dalle analisi
è che di fronte ad una situazione di Smart Working, l’engagement dei lavoratori è rimasto
insufficiente, con un peggioramento di quello relativo ai lavoratori junior. L’aspetto in
comune a tutti i lavoratori, però, è dovuto al fatto che il livello generale di engagement
era basso prima del Covid e lo è tutt’ora, a cui si aggiunge che quasi nessuno vorrebbe
continuare a lavorare esclusivamente da remoto: il pensiero collettivo è quello di trovare
una soluzione ibrida per coniugare i benefici del lavoro da remoto e quelli del lavoro in
presenza, applicando quindi una modalità di Hybrid Work.
Obiettivo e metodologia della ricerca
L’obiettivo di questa tesi nasce dall’interesse personale di comprendere come sia
possibile rimanere coinvolti e motivati nei confronti dell’attività lavorativa se lo
svolgimento della stessa avviene in circostanze come quelle attuali, ovvero in contesti di
Smart Working. Questa domanda mi sorge spontanea in quanto, pur essendo una ragazza
motivata e appassionata dal lavoro in sé e per sé, il mio coinvolgimento e la mia
soddisfazione lavorando da remoto sono molto deboli. La mia difficoltà è probabilmente
dovuta alla mancanza di contatto con le persone che non mi ha permesso, nella mia breve
esperienza, di costruire la mia identità né con i colleghi con cui lavoro a stretto contatto
– virtuale – né tantomeno con l’organizzazione per cui sto attualmente lavorando,
nonostante essa ponga molta attenzione alla soddisfazione dei suoi lavoratori.
L’organizzazione non è soltanto il luogo in cui si lavora: è un fattore che influenza la
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ricerca dell’identità della persona tramite la conoscenza dell’altro e la comunicazione
efficace tra gruppi, aspetto che, in mancanza di contatti con le persone e con
l’organizzazione, è difficile da identificare.
Fatta questa premessa, la mia impressione è che il problema della riduzione del Work
Engagement in contesti di Smart Working riguardi una buona parte di lavoratori,
soprattutto quelli junior. Per questo motivo, l’obiettivo della ricerca di questa tesi è
improntato alla comprensione di che cos’è il Work Engagement e come questo si è
modificato con l’avvento dello Smart Working, modalità di lavoro necessaria nel periodo
di pandemia. In particolare, lo scopo è quello di riuscire a capire se il Lavoro Agile è stato
un volano o un deterrente per il coinvolgimento dei lavoratori in azienda o, magari, una
via di mezzo tra i due.
La redazione di questa tesi è stato frutto di un lavoro di ricerca bibliografica all’interno
di database quali Google Scholar, Scopus e Google Book.
Per la stesura del primo capitolo le parole chiave, in italiano ed in inglese, utilizzate per
la ricerca sono state: definizione di Work Engagement, definizione di Employee
Engagement, evoluzione del concetto di Work Engagement, modalità di misurazione del
Work Engagement, drivers del Work Engagement, benefici del Work Engagement. Il
periodo di riferimento della bibliografia è compreso tra gli anni ’90 – momento in cui i
cambiamenti del mondo del lavoro hanno richiesto un focus sulle persone – e i giorni
nostri – in cui il tema si fa sempre più rilevante.
Per la ricerca della letteratura scientifica revisionata – peer-review papers e libri – utile
alla scrittura del secondo capitolo, sono state utilizzate parole chiave, in italiano ed in
inglese, quali: definizione di Smart Working, definizione di Remote Working,
l’evoluzione dello Smart Working, Smart Working durante il Covid, la normativa riferita
al lavoro agile, requisiti dello Smart Working, vantaggi e svantaggi dello Smart Working.
Il periodo di riferimento degli articoli parte dagli anni ’80, in cui per le prime volte si
sviluppa il concetto di lavoro agile, fino ad arrivare ai giorni nostri, momento in cui lo
Smart Working ha subito un vero e proprio exploit.
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Per la redazione del terzo capitolo sono state ricercate fonti bibliografiche attraverso
l’utilizzo di parole chiave come: Work Engagement durante il Covid, come aumentare il
Work Engagement, lavoro ibrido, il futuro del lavoro, lavoro post-Covid.
Per la scelta degli articoli da approfondire, sono stati esaminati circa 100 abstract, da cui
sono stati selezionati 70 articoli circa, 54 dei quali sono stati utilizzati per la scrittura della
tesi e riportati nella bibliografia.
L’ultimo capitolo è, invece, frutto di un’analisi empirica all’interno dell’azienda
Accenture S.p.a., società di consulenza aziendale con 13.000 lavoratori in Italia e più di
500.000 in tutto il mondo. Per scrivere questo capitolo, ho approfittato della breve
esperienza di stage all’interno della società di consulenza che mi ha permesso di guardare
più da vicino il clima che si respira all’interno della stessa e come essa opera durante un
periodo come quello attuale per coniugare il benessere delle persone e la sicurezza in
tema di salute. In particolare, il dipartimento di Risorse Umane ha messo a mia
disposizione i risultati di una survey svolta durante la prima ondata di pandemia, nella
quale ha approfondito la percezione dei lavoratori riguardo allo Smart Working, ovvero
gli aspetti più sofferti dagli stessi, i vantaggi di questa modalità di lavoro ed anche la
preferenza in termini di mix tra Smart Working e lavoro in loco.
In aggiunta, per dare una overview più completa ai dati riportati, ho intervistato profili
più junior poiché la survey non teneva in considerazione il punto di vista dei lavoratori
che hanno appena intrapreso il loro percorso di stage all’interno dell’azienda. Questi
ultimi hanno avuto modo di sviluppare un contatto con i colleghi e con l’organizzazione
più stretto rispetto a chi ha effettuato l’onboarding – ovvero l’inserimento in azienda –
completamente online, come la sottoscritta. Per questo motivo ho chiesto ad alcuni
colleghi quale fosse il loro punto di vista in merito allo Smart Working, al relativo Work
Engagement e se preferissero una situazione di Hybrid Work per sentirsi più coinvolti,
qualora non lo fossero già.
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Da ciò si evince che l'obiettivo della ricerca è stato perseguito mediante un approccio
metodologico di tipo deduttivo-induttivo. Come emerge dal libro “Introduzione alla
metodologia della Ricerca”
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, il metodo deduttivo procede per deduzione vale a dire che
prevede un’analisi che va dal generale allo specifico. Il metodo induttivo è, invece,
caratterizzato dalla raccolta di dati e fatti che poi vengono interpretati, si tratta quindi di
un’analisi che parte dal particolare per ricavare delle osservazioni di carattere generale.
Per quanto riguarda la tesi in questione, la fase deduttiva si è focalizzata sull'analisi critica
della letteratura, nazionale ed internazionale per giungere a delle conclusioni sulla
domanda di ricerca, mentre nella fase induttiva si è giunti alle osservazioni partendo
dall’analisi dei dati del questionario gentilmente concesso da Accenture – il quale è stato
sottoposto a migliaia di lavoratori della società di consulenza nella prima ondata di
pandemia, in particolare nei mesi di aprile e maggio del 2020 – e interviste rivolte a profili
junior svolte dallo sottoscritta. Sono state sviluppate, pertanto, analisi sia di tipo
qualitativo sia di tipo quantitativo che verranno esposte in seguito.
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Antiseri, 2005
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CAPITOLO 1
Work Engagement
Attualmente il Work Engagement, ovvero il coinvolgimento e la soddisfazione lavorativa,
è un aspetto sempre più rilevante all’interno di ogni contesto organizzativo. In particolare,
negli ultimi anni si è percepita la crucialità delle risorse umane e della loro soddisfazione
all’interno delle organizzazioni, ragione per cui le aziende – soprattutto quelle di più
grandi dimensioni – si stanno dotando di dipartimenti di Risorse Umane sempre più
strutturati che hanno l’obiettivo primario di valorizzare le persone e massimizzare la loro
sensazione di benessere e soddisfazione all’interno del contesto lavorativo. Le aziende
hanno interesse ad investire risorse utili a questo fine in quanto negli ultimi decenni è
stato rilevato che il valore aggiunto delle organizzazioni risiede proprio nelle persone e
nel contributo che queste apportano all’azienda: se le persone sono appagate dal loro
lavoro sono più produttive e innovative in termini lavorativi, a cui si aggiunge il vantaggio
che è più probabile che i talenti rimangano fedeli all’azienda.
Pertanto, se uno dei requisiti necessari per il successo organizzativo è la presenza di
risorse umane coinvolte e appagate dal proprio lavoro, è fondamentale capire come
trasmettere e promuovere la percezione dell’importanza di ogni singolo lavoratore nel
raggiungimento degli obiettivi comuni all’organizzazione, con lo scopo ultimo di ottenere
un buon livello di Work Engagement organizzativo.
1.1 Definizione di Work Engagement
Per arrivare a spiegare che cosa si intenda per Work Engagement è necessario partire dal
concetto di engagement e, attingendo dal Dizionario inglese Merriam Webster, vista
l’internazionalità e versatilità del termine, si evince che il concetto sottostante è
“coinvolgimento emotivo, impegno delle persone” nel senso lato del termine, che – se
declinato nella sua accezione organizzativa – si trasforma in coinvolgimento lavorativo o
Work Engagement.
Si vuole specificare sin da subito che spesso il termine Work Engagement viene anche
sostituito da concetti come job satisfaction, organizational commitment e job involvement