“Clima interno e Staff Satisfaction nelle Aziende Sanitarie Locali“ – Giovanni Carullo
responsabilizzazione gestionale delle unità operative, nonché di una mancanza di
un’equilibrata distribuzione di poteri e responsabilità nelle strutture organizzative.
Ispirandosi ai principi della regionalizzazione, dell’ aziendalizzazione e
della responsabilizzazione il riordino del SSN cha ha avuto origine con i D.Lgs
n. 502/92 e n. 517/93 e con la legge 229/99 ha pertanto ridefinito l’assetto
istituzionale, gestionale e organizzativo del sistema.
La radicale revisione organizzativa ed istituzionale del sistema sanitario si
inserisce nel quadro più ampio dei mutamenti in atto nella Pubblica
Amministrazione indotti da una serie di norme susseguitesi nel corso degli anni
ottanta fino alla legge delega 421/92 ( per la razionalizzazione e la revisione delle
discipline in materia di Sanità, Pubblico Impiego, di Previdenza e Finanza
territoriale).
Asse portante della riforma della riforma 502/92 è stato il processo di
regionalizzazione e la nascita dei sistemi sanitari regionali sulla base della
convinzione che il livello intermedio di governo sia meglio in grado di conoscere
la domanda di salute presente sul territorio e pertanto più adatto a programmare ed
articolare in modo coerente l’offerta di servizi.
Le Aziende Sanitarie e le Aziende Ospedaliere nate da questo progetto sono
state chiamate ad adottare modelli di quasi-mercato
1
nella loro organizzazione e
gestione e nel sistema di finanziamento delle prestazioni erogate.
1
B. Fiore. L’Iintagibile in sanità: cultura e clima organizzativo belle strutture ospedaliere. Tesi di
dottorato, facoltà di Sociologia. Napoli, 2005: Si parla di quasi-mercato per riferirsi a quei sistemi
che prevedono: il permanere sotto la responsabilità del sistema pubblico dei settori oggetto
dell’intervento, l’introduzione di una qualche forma di collegamento tra quantità e qualità dei
servizi offerti e risorse finanziarie messe a disposizione dell’azienda, l’aumento del grado di
autonomia concessa, la rottura delle protezioni monopolistiche mediante l’introduzione o il
rafforzamento di meccanismi concorrenziali.
3
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La riforma-ter della legge 229/99 ha completato il processo di
aziendalizzazione introducendo una serie di elementi innovativi (dall’
introduzione dell’organizzazione dipartimentale come modello ordinario di
gestione operativa, all’introduzione del concetto di autonomia imprenditoriale, al
rafforzamento dei sistemi di responsabilizzazione sui risultati, etc.) completando
un processo di cambiamento istituzionale da cui emerge l’importanza dello
sviluppo di capacità strategica e organizzativa delle aziende, che sono sottoposte
all’esigenza di capire come è meglio organizzare l’offerta di servizi e di
individuare il modello organizzativo più coerente con i propri obiettivi al fine di
creare coerenza tra l’assetto operativo e l’evoluzione che sta avvenendo
nell’ambiente di riferimento.
Obiettivo di questo lavoro è analizzare e sottolineare l’importanza del clima
organizzativo all’interno di questo percorso di riorganizzazione su base aziendale
della sanità, dal momento che uno dei principi fondamentali dei moderni sistemi
di gestione delle organizzazioni è il coinvolgimento partecipato del personale
come aspetto essenziale e strategico per assicurare la qualità del prodotto o
servizio, dando concretezza alla filosofia del miglioramento continuo per
soddisfare il cliente finale.
Il “clima organizzativo”, chiamato anche “clima interno” o “clima
aziendale” identifica una caratteristica non strutturale o “soft” delle
organizzazioni, contrapposta a quelle strutturali o “hard”. Ricorrendo ad una
metafora possiamo immaginare l’organizzazione come un iceberg di cui la parte
visibile si riferisce a tutti quei fattori di tipo formale e razionale, come per
esempio la struttura, il ruoli, la tecnologia, le risorse finanziarie e i prodotti mentre
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“Clima interno e Staff Satisfaction nelle Aziende Sanitarie Locali“ – Giovanni Carullo
la parte sommersa e invisibile attiene ad aspetti di tipo informale, come per
esempio le norme di gruppo, gli atteggiamenti, i valori, l’identità, la cultura.
Così pur essendo la capacità tecnica un aspetto essenziale per il successo di
una organizzazione, la realizzazione e l’indirizzamento di tale capacità verso
attività produttive dipende strettamente da fattori non prettamente strutturali, quali
appunto il clima. Il clima inoltre rappresenta uno strumento di consapevolezza e
diagnosi organizzativa, in grado di indirizzare i membri dell’organizzazione
attraverso una riprogettazione partecipata al cambiamento.
In ambito organizzativo l’adeguamento ad una nuova situazione potrà essere
accelerato, mantenuto o bloccato a seconda dell’interpretazione che i membri
dell’organizzazione danno a tale fenomeno.
Elemento strategico al fine di coinvolgere gli operatori interni di una
organizzazione è analizzare il clima aziendale e/o la soddisfazione degli operatori
stessi, utilizzando strumenti mirati, come l’indagine di clima e la rilevazione della
staff satisfaction.
Lo studio del clima è una fotografia di una situazione esistente al momento
dell’indagine, ma l’analisi si configura come una “ricerca intervento” poiché la
situazione lavorativa si modifica costantemente in particolare a seguito di tali
indagini. Infatti l’analisi sul clima spesso finisce per assumere un carattere
motivante per l’interesse concreto mostrato verso i lavoratori che si sentono
chiamati a dare il loro contributo in termini di partecipazione e
responsabilizzazione.
Questo lavoro, richiamandosi ai principi del Total Quality Management,
focalizzati sulla centralità della risorsa umana ad ogni livello dell’organizzazione,
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ripercorre l’evoluzione teorica e applicativa dell’ indagine di clima, per poi
passare ad indicare quali passi sia indispensabile seguire per realizzare un
efficace percorso di indagine di clima all’interno di una Azienda Sanitaria.
Faremo riferimento a quelli che sono stati i risultati già conseguiti sul
territorio nazionale da una serie di Aziende Sanitarie od Ospedaliere del SSN, che
talora rispondendo ad una ancora rara pianificazione regionale, talaltra di propria
lungimirante iniziativa, hanno dedicato risorse e volontà alla individuazione
delle più avvertite criticità nell’ambito della “clientela interna”, con l’obiettivo di
rendere concreto e funzionale alla ottimale organizzazione il tema della
valorizzazione delle risorse umane.
L’analisi di clima permette di rilevare come l’organizzazione, in particolare,
alcune sue caratteristiche siano percepite dai suoi membri e quindi consente di:
- rilevare i punti critici presenti in un’organizzazione;
- pianificare e perseguire opportuni interventi migliorativi, e al
loro termine
- monitorare i risultati ottenuti, procedendo ad una nuova analisi
del clima organizzativo.
L’auspicio è che nel breve periodo tutte le strutture impegnate nella
riorganizzazione del Servizio Sanitario Nazionale sappiano dotarsi degli strumenti
migliori per impedire che ogni sforzo di ristrutturazione vada ad arenarsi a causa
della scarsa attenzione per il fattore umano.
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I Capitolo. L’importanza del clima organizzativo in sanità
1.1 I principi del Total Quality Management
In tema di qualità delle organizzazioni varie teorie e molteplici approcci
metodologici si sono evoluti negli anni, fino a giungere ai concetti del Total
Quality Management, attraverso la teoria del miglioramento continuo.
Quest’ultima presuppone l’assicurazione della qualità intesa come un insieme di
attività che sorvegliano l’intero processo produttivo, per verificare che questo sia
svolto in conformità a prassi e procedure predefinite, con l’obiettivo di
individuare i problemi nel momento stesso in cui si verificano al fine di porvi
immediatamente rimedio, agendo direttamente sulle cause che li hanno generati.
Questo approccio, per funzionare, deve contare sulla massima partecipazione
possibile: si ha un modo globale di affrontare, ad ogni livello gerarchico e per
ogni tipologia professionale, il tema della qualità, integrandone la ricerca ed il
miglioramento nelle attività quotidiane di ciascuno, e quindi nelle modalità di
gestione permanente dell’azienda. In questo caso si parla di qualità totale o Total
Quality Management (Cama e Paladino, 2001
2
; Negro, 1998
3
).
Le caratteristiche del TQM si possono così sintetizzare:
x si basa su di una visione olistica all’organizzazione: la qualità è
un compito di tutto il sistema aziendale, non di una singola funzione;
x il coinvolgimento delle risorse umane avviene ad ogni livello
della gerarchia.
2
Cama P., Paladino G., Aziende a caccia di qualità, Il Sole 24 ore Sanità Management, dicembre
2001.
3
Negro G., Organizzare la qualità nei servizi, IL sole 24 ore libri, 1992.
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Infatti fra i principali compiti del management ci sono (UNI EN ISO
9001:2000):
x creare e definire una politica della qualità attraverso un processo
di consultazione globale;
x pubblicizzare la politica della qualità all’interno e all’esterno
dell’organizzazione;
x avviare canali di comunicazione top-down e bottom-up, formali
e informali, con il proprio staff;
x valorizzare le risorse umane;
La qualità è quindi totale perché riguarda ogni processo, ogni compito, ogni
persona. L’impegno della direzione in questo ambito deve essere considerato un
prerequisito assoluto. Senza questo impegno da parte della direzione, qualunque
iniziativa per la qualità è destinata all’insuccesso.
L’approccio TQM evidenzia con forza:
x la focalizzazione della soddisfazione del cliente, destinatario dei
servizi e quindi giudice ultimo per stabilire se la qualità è stata raggiunta
nella sua globalità;
x la tensione a far bene “la prima volta”, che implica una forte
focalizzazione sugli aspetti “preventivi”, programmatici e progettuali della
qualità, anziché sugli aspetti o fasi di controllo e di verifica successiva;
x il miglioramento continuo come approccio quotidiano alla
gestione globale per arrivare alla garanzia della qualità totale, che
presuppone l’integrazione e il coordinamento di tutte le attività che
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influenzano la qualità di un prodotto o di un servizio, dall’identificazione
delle esigenze del cliente fino al loro soddisfacimento.
Quest’ultima modalità prevede l’utilizzo di tutti gli strumenti della gestione
per la qualità, la quale include il controllo della qualità, l’assicurazione della
qualità e gli aspetti di politica della qualità, la pianificazione della qualità e
miglioramento della qualità. La gestione totale della qualità aggiunge a questi
concetti una strategia globale di lungo termine e la partecipazione di tutti i
membri dell’organizzazione a vantaggio dell’organizzazione stessa, dei suoi
membri, dei suoi clienti e della società. Un sistema qualità così orientato consente
di spostare l’ottica dell’impresa dalla sfera dell’accertamento a quella della
prevenzione, intervenendo a monte anziché a valle per eliminare i difetti,
malfunzionamenti, rilavorazioni, o carenze della qualità del prodotto o servizio
forniti. Se correttamente applicato, tale sistema non permette soltanto di tenere
sotto controllo tutto l’andamento dell’azienda (e quindi di conoscere esattamente
che cosa si fa e come si fa), ma costituisce anche uno strumento manageriale per
incidere sulla razionalità dell’organizzazione, l’efficienza e quindi l’incremento
della competitività e del profitto. Nei confronti dei clienti e dei consumatori
rappresenta la garanzia che l’azienda è in grado di mantenere le promesse fatte per
qualsivoglia tipo di produzione.
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1.2.Risorse umane, clienti interni e stakeholders
I complessi modelli di analisi e di valutazione delle aziende sanitarie che
sono stati sviluppati nel corso degli ultimi decenni hanno evidenziato come la
qualità non dipende solo dalla conformità del singolo servizio (prodotto) o
dall’assenza di disservizio (difetto) ma anche dalle caratteristiche dell’intero
sistema aziendale all’interno del quale il prodotto-servizio nasce. Gli operatori
costituiscono una preziosa risorsa nelle mani del management. Oltre a selezionare
il personale, ad assumerlo, formarlo, gestirlo, oltre ad elaborare piani di sviluppo
degli individui e dei sistemi, deve essere curato ogni aspetto inerente
l’integrazione degli operatori nel sistema delle responsabilità e la diffusione del
senso di appartenenza. Accanto agli aspetti materiali ed economici, risultano
sempre più importanti alcuni fattori metodologici per cui l’intuito dei dirigenti e
dei quadri non basta più e la capacità di gestire l’intelligenza umana, di
trasformare l’output intellettivo in un servizio o cluster di servizi sta diventando
rapidamente la competenza più importante del dirigente di questa era
4
. Tra i
portatori di interessi (stakeholder), ovvero tra coloro che scommettono
sull’organizzazione e che hanno un legame forte con essa, rientrano, oltre agli
azionisti, ai partner e agli amministratori, in primo luogo i dipendenti.
I clienti interni sono tutti coloro che compiono un’attività interna
all’organizzazione, intesa come un sistema sociale complesso nel quale i codici
comunicazionali personali e professionali devono necessariamente fluire secondo
regole più o meno codificate la cui condivisione e accettazione permettere il
migliore raggiungimento degli obiettivi istituzionali.
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La qualità della comunicazione e della relazione non può essere dunque
limitata ad una sola parte, pur se rilevante, nel quotidiano dell’ospedale, quale la
relazione diretta con l’utente. Gli scambi informativi, le relazioni umane, la
trasmissione di stati emozionali oltre che di decisioni, accompagnano
fisiologicamente la vita organizzativa di tutti i giorni e in tutte le sue articolazioni
e ne condizionano il clima generale nonché i livelli di performance. La pluralità
dei rapporti contribuisce alla qualità totale: è improbabile che un medico piuttosto
che un infermiere riescano ad avere un giusto orientamento interpersonale verso
l’utente o il paziente se esistono incomprensioni conflitti, competizioni
patologiche. Questa situazione interferirebbe con una adeguata serenità operativa,
condizione indispensabile perché un individuo possa dedicare sufficiente ed
equilibrata attenzione “all’altro bisognoso”.
Nasce, quindi, la necessità di considerare il cliente interno come
“interlocutore dell’organizzazione per favorire in lui una maggiore coscienza di
un costante doppio ruolo: ad un tempo egli è cliente e fornitore di un servizio”
5
.
In letteratura si evidenzia che le azioni orientate verso lo sviluppo degli stili
relazionali dell’appartenenza e della fidelizzazione dei dipendenti sono una
componente fondamentale del processo di miglioramento del servizio per i clienti
esterni. Non a caso le imprese con maggiore fedeltà del personale manifestano
anche i più elevati livelli di qualità del servizio e più bassi livelli di costo.
L’attenzione al “fattore umano” è fondamentale se non si vuole rischiare che
grandi ristrutturazioni aziendali vadano ad arenarsi a causa del mancato
“adattamento” delle risorse umane alle nuove procedure. Gestire il cambiamento
4
Maria Caroli et al., Tendenze nuove, Il Mulino 2003
5
Favretto G., Il cliente nella sanità, Franco Angeli/Sanità, Milano, 2002.
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aziendale sotto il profilo psico-sociale è fondamentale per fare in modo che gli
uomini diventino alfieri e non pedine dei processi di trasformazione aziendali.
Anche i sistemi sanitari, non sono esentati da questo processo di profondo
cambiamento, che si sta attuando in tutti i paesi industrializzati. Diverse sono le
cause alla base di tale evoluzione, da una parte si pongono motivazioni legate alla
fisiologica maturazione dei sistemi, che agiscono sia sul fronte della domanda che
su quello dell’offerta. Dall’altra agiscono fattori che si pongono più a monte dei
sistemi sanitari stessi, ed hanno un effetto rilevante sul processo evolutivo in atto
6
.
Si fa qui riferimento ai due processi che in modo strettamente interconnesso
stanno incidendo profondamente sul contesto istituzionale europeo: il processo di
globalizzazione e quello di integrazione, fondato sul principio di sussidiarietà.
È riconosciuto dalla generalità degli studiosi come la difficoltà dei sistemi
sanitari si collochino nel quadro della crisi del welfare; come l’equilibrio del
sistema sanitario sia nei paesi avanzati messo in discussione dall’allungamento
della vita e, paradossalmente, dallo sviluppo scientifico e tecnologico delle
conoscenze mediche; come il federalismo sanitario sia la proiezione in sanità della
riforma federale dello Stato che si sta sviluppando, pur con modalità diverse,
tendenzialmente in tutti i paesi avanzati.
È, quindi, fondamentale evidenziare che esistono delle interconnessioni
profonde fra la sanità e il contesto socio-economico e istituzionale in cui essa si
colloca.
6
Velo D., La sanità di fronte ai processi di cambiamento strutturale della società e dello stato:
razionalizzazione versus innovazione, Management e organizzazione sanitaria, Riv. Scient. Trim.,
vol.I, 2004, pag. 45-48.
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Tradizionalmente abbiamo vissuto in sistemi in cui le dimensioni
dell’economia e dello Stato coincidevano; i singoli Stati hanno maturato modelli
di organizzazione sociale specifici, con forte autonomia gli uni dagli altri.
I processi storici, l’interdipendenza fra Stati, la competizione economica
internazionale hanno posto limiti alla libertà di ogni singolo Stato nel plasmare il
proprio ordine interno, sia per quanto riguarda la dimensione economico-sociale
che istituzionale.
I processo di globalizzazione, sviluppatosi nei decenni più recenti, ha
attivato una competizione fra sistemi che tende a omogeneizzarli.
La difesa della propria competività ha interessato inizialmente il sistema
produttivo, successivamente ha coinvolto tutte le politiche sociali; per i paesi
europei ciò ha significato la necessità di riconsiderare criticamente il welfare state
così come delineatosi nel corso del XX secolo.
La lievitazione dei costi del welfare è più facilmente rilevabile in due settori
complementari, sostituiti dal sistema pensionistico e dal sistema sanitario.
Entrambi questi settori sono stati investiti da cambiamenti profondi sia sul
fronte della domanda che dell’offerta. Si consideri in modo specifico il sistema
sanitario, dal lato della domanda, fattori demografici e socioeconomici hanno fatto
lievitare i consumi dei servizi sanitari, sia in termini quantitativi che in termini di
valore aggiunto, di ogni singola prestazione. Dal lato dell’offerta, il progresso
scientifico e tecnologico ha consentito di migliorare la qualità delle prestazioni e
hanno allungato le aspettative di vita; l’impatto sulla lievitazione dei costi risulta
evidente.
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“Clima interno e Staff Satisfaction nelle Aziende Sanitarie Locali“ – Giovanni Carullo
Di conseguenza le risorse umane, anche all’interno di una struttura sanitaria
diventano un fattore chiave ed elemento del vantaggio competitivo per il successo
dell’organizzazione sanitaria stessa. La conseguenza logica è che sempre più
numerose direzioni di aziende ospedaliere all’interno delle loro strutture si
adoperano per dare assoluta priorità e un’attenzione costante alla qualità delle
risorse umane, attuando interventi di sviluppo mirati, progettati sulla base di
diagnosi accurate, fondate scientificamente, utilizzando strumenti qualificati e
professionalità specifiche.
Il problema di maggior difficoltà per implementare questa trasformazione,
dunque, non è tanto l’introduzione di nuovi strumenti di gestione a supporto del
management strategico, quanto piuttosto di inserire dei meccanismi istituzionali di
incentivo a comportamenti orientati all’efficienza e all’efficacia economica.
Il modello della relazione lavoratori-organizzazione nelle "organizzazioni in
salute" vede i lavoratori come adulti che possano ampiamente contribuire al
successo della loro organizzazione
7
, a patto che si creino le condizioni per la loro
sicurezza, per il soddisfacimento dei bisogni di significato e di riconoscimento,
per la considerazione delle esigenze di apprendimento, informazione e giustizia.
7
Contini G., Gli artefici della qualità, Centro Scientifico Editore, 1998.
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