Capitolo I
Cina: evoluzione politica ed economica, dalla nascita della
Repubblica Popolare Cinese ai giorni nostri
Introduzione
Il capitolo ripercorre la trasformazione politica ed economica che la Cina ha
conosciuto a partire dal 1949. L’analisi storica inizia dalla nascita della Repubblica
Popolare Cinese e l’era di Mao Zedong, periodo storico trattato nel primo paragrafo.
Nel secondo paragrafo è analizzato il periodo di Deng Xiaoping, con particolare
riferimento allo sforzo e all’intenzione di questi di fare della Cina un paese moderno
attraverso la politica di riforma e apertura. Infine, nel terzo paragrafo, è ricostruita la
storia della Cina dopo la morte di Deng Xiaoping fino ai giorni nostri. Sono gli anni
guidati dalla terza, quarta e quinta generazione cinese, in cui si consolida l’economia
socialista di mercato e si assiste all’entrata del paese nell’arena del capitalismo
globalizzato, a partire dal 2001 con l’adesione della Cina al WTO. La Cina è un paese
di lunga tradizione e dal lungo passato. Conoscere la storia, le dinamiche economiche
e politiche del XX e dei primi anni del XXI secolo aiuta a capire come la Cina stia
evolvendo.
I.1 La nascita della RPC e il periodo maoista
Il nuovo Stato in Cina nacque dalla vittoria dei comunisti, guidati da Mao
Zedong ( 毛泽东, Máo Zédōng) contro i nazionalisti di Chiang Kai-Shek
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( 蔣介
石, Jiǎng Jièshí). Dal 21 al 30 settembre 1949 a Pechino ebbe luogo una Conferenza
politica consultiva alla quale presero parte 12 partiti politici. La conferenza adottò la
legge organica del governo centrale ed il programma comune
2
. Il primo ottobre del
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I nazionalisti, a causa della sconfitta subita, furono costretti a lasciare la Cina continentale ed a trovare rifugio
a Taiwan, dove fu istituita la Repubblica di Cina, di cui Chiang Kai-Shek ne divenne presidente nel 1954. La
Repubblica di Cina sarà riconosciuta come la Cina legittima per molto tempo, ma la comunità internazionale
scelse gradualmente la Cina continentale come legittimo rappresentante dell'intera Cina. Si trattò però di un
processo piuttosto lento: solo nel 1971 il Kuomintang perse il proprio seggio di rappresentante della Cina
alle Nazioni Unite e nel 1979 gli Stati Uniti, rinnegando la precedente linea di condotta, smisero di riconoscere
Taiwan come Stato legittimo.
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Si trattò di una costituzione provvisoria, che venne sostituita dalla costituzione del ’54. Il programma comune,
al tempo stesso, rappresentava lo strumento politico di transizione del paese verso il socialismo.
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1949 Mao annunciò la nascita della RPC. Secondo l’articolo 1 del Programma
comune, il nuovo stato si sarebbe fondato sull’alleanza degli operai e dei contadini e
sull’unione di diverse classi democratiche. Il partito comunista, al cospetto del
popolo cinese, si presenta come il movimento che lotta per la creazione di uno stato
nazionale moderno e per la riforma del regime terriero. Per quanto concerne l’unità
nazionale, le azioni svolte dal nuovo Stato furono finalizzate al rafforzamento del
concetto di nazione, in cui la dirigenza era affidata unicamente al partito comunista,
ed alla riconquista dei territori cinesi periferici, che avevano interrotto i rapporti con
il governo centrale già a partire dalla caduta del sistema imperiale. Il governo centrale,
nel 1950, riuscì ad affermare la propria sovranità sul Tibet e, nel 1951, sul Xinjiang
e sull’intera Manciuria, benché di quest’ultima dovette riconoscerne l’indipendenza.
All’unità nazionale mancavano ancora Taiwan
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, Hong Kong
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e Macao
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, ma per la
riacquisizione di questi territori si delineava una via diplomatica di lungo periodo.
I.1.1 Il processo di ricostruzione (1949-52): la riforma agraria e le campagne di
massa
Uno dei primi provvedimenti che il governo approvò fu la riforma agraria, nel
1950. Questo ebbe come obbiettivo la trasformazione del sistema di proprietà
fondiaria feudale in un sistema di proprietà fondiaria dei contadini, la protezione
degli interessi economici e dei beni privati delle classi democratiche, più in generale
la trasformazione della Cina da paese agricolo ad un paese industriale. Ma il reale
scopo non era la redistribuzione della terra, bensì l’eliminazione dei grandi
proprietari terrieri: in tre anni, il 44% del suolo coltivato fu confiscato e ridistribuito
ai contadini poveri e braccianti. La riforma fu concepita come lo strumento attraverso
il quale si doveva alterare l’ordine sociale ed i rapporti di potere nelle campagne.
L’intento di Mao fu quello di coinvolgere la borghesia nazionale
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nel processo di
ricostruzione («Nuova Democrazia») e, conseguentemente, consolidare il consenso
dei contadini prima di procedere alla collettivizzazione. La riforma non diede i
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La conquista di Taiwan si presentava problematica per via dell’appoggio di Washington a Chiang Kai-Shek e,
di conseguenza, delle tensioni che si sarebbero aggiunte ai precari legami tra USA e URSS.
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Hong Kong, divenuta colonia britannica in seguito alla Prima Guerra dell’Oppio (1839-1842), ritornerà sotto il
dominio cinese nel 1997 come regione amministrativa speciale.
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Macao, divenuta colonia portoghese nel XVI secolo, sarà annessa alla Cina nel 1999 come regione
amministrativa speciale.
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Il termine veniva utilizzato per riferirsi all’imprenditoria privata non legata al capitale straniero o al servizio del
regime nazionalista
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risultati sperati in quanto aveva causato la crescita di piccole proprietà non efficienti,
ed è per tale ragione, che, quasi contemporaneamente, venne introdotta una seconda
riforma agraria, il cui scopo era stimolare la crescita produttiva. I singoli proprietari
furono indotti a riunirsi, stagionalmente o in maniera permanente in «gruppi di mutuo
soccorso»
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. Dopo l’approvazione della legge agraria, accompagnata dalla
mobilitazione dei contadini poveri contro i proprietari terrieri, si venne delineando
un processo di progressiva radicalizzazione della politica cinese attraverso una serie
di campagne di massa
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dal ’51, che si protrassero per tutto il 1952. Le campagne
furono, al tempo stesso, strumento per eliminare i soggetti ostili al nuovo regime e
per nazionalizzare le imprese private. Nonostante i livelli di crescita del settore
agricolo rimasero stagnanti, venne superata la produzione industriale del periodo pre-
bellico e, in tal senso, il processo di ricostruzione si rivelò un successo.
I.1.2 Il primo piano quinquennale (1953-57)
La fine della guerra in Corea e la stipula di un accordo
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con l’URSS, crearono
le condizioni propizie affinché la dirigenza cinese desse avvio al primo piano
quinquennale
10
. Avviato nel 1953, fu lo strumento attraverso il quale la Repubblica
Popolare sviluppò un programma di sviluppo economico e sociale più consistente. Il
progresso del piano accelerò il processo di collettivizzazione agricola: nel 1953 i
gruppi di mutuo soccorso furono sostituiti dalle “Cooperative elementari di
produzione”
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, due anni dopo (1955) furono introdotte le “Cooperative avanzate di
produttori”
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. Alla fine del 1956 le cooperative raggruppavano l’88% delle famiglie
e nel 1957 il 93%. Parallelamente si verificò l'assorbimento dell'impresa privata in
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I gruppi erano formate da una dozzina di nuclei familiari e mettevano in comune forza lavoro e capitali.
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Alla fine del 1951 viene lanciata la campagna dei “tre anti” (contro “corruzione, spreco, burocratismo”) intesa
a creare una nuova etica pubblica. Sembra che questa campagna sia stata preliminare della campagna dei “cinque
anti” contro la corruzione politica, la frode, le evasioni fiscali, la sottrazione di beni allo Stato e lo spionaggio di
segreti economici di Stato, rappresentò un attacco diretto alla borghesia.
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Trattato cino-sovietico, firmato da Zhou Enlai e Vysinskiji il 14 febbraio 1950, consta di tre documenti: un
trattato d'amicizia, alleanza e reciproca assistenza; un accordo riguardante la ferrovia russo-cinese nel nord-est
(ex Manciuria), i porti di Dalian e Lüxun (Port Arthur); e un accordo di aiuto finanziario.
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Il piano quinquennale è un tipico strumento di politica economica utilizzato nei regimi ad economia pianificata
dove l’iniziativa economica è prevalentemente gestita da enti pubblici. Tale strumento individua determinati
obiettivi che devono essere raggiunti in un periodo di cinque anni. I piani quinquennali furono introdotti per la
prima volta nell’Unione Sovietica per volere di Stalin tra il 1929 il 1933.
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Le cooperative elementari di produzione erano costituite da una trentina di famiglie, che condividevano gli
attrezzi, la terra e il lavoro, pur rimanendo proprietarie di un piccolo appezzamento di terreno.
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Queste cooperative riunivano dalle 100 alle 300 famiglie, le quali furono costrette ad unirsi e mettere in comune
ciò che possedevano. I contadini rimasero proprietari solo della loro abitazione e il restante dei beni fu confiscato
per divenire proprietà della cooperativa.
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quella statale: con il 1956 il settore privato scompare del tutto e con esso la
“borghesia nazionale”. Obbiettivo centrale del piano fu l’industrializzazione, alla
quale andarono la maggior parte degli investimenti (il settore industriale assorbì il
45% degli investimenti, mentre l’agricoltura il 7,6%). Quest’azione provocò una
crescita squilibrata tra il settore industriale e quello agricolo ed il mancato
coordinamento tra i due settori causò la carenza di materie prime agricole nel settore
dell’industria leggera. L’indice di produttività agricola non crebbe e il settore non
riuscì a fornire prodotti alimentari alla crescente popolazione. L’aumento della
popolazione determinò, nelle città, una situazione di disoccupazione, seguita da
tensioni inflazionistiche e dal degradarsi del modo di vita.
I.1.3 La campagna dei cento fiori
Nel 1956 Mao pronunciò queste parole: «che cento fiori sboccino insieme, che
cento scuole contendano», dando avvio alla “Campagna dei cento fiori” ( 百花齐放
百家争鸣, băihuà qífàng băijiā zhēngmíng). Si tratta di un breve periodo di
liberalizzazione della vita culturale, politica, economica e sociale: poeti, intellettuali,
scrittori, scienziati, artisti furono sollecitati ad esternare il loro punto di vista sulla
rivoluzione, per contribuire a quello sviluppo creativo che ha caratterizzato la
versione maoista del marxismo. Probabilmente lo scopo principale di Mao era quello
di garantirsi una maggiore legittimazione, chiamando tutti i cinesi a partecipare allo
sviluppo economico. Ma la situazione sfuggì di mano, le proteste si radicalizzarono:
venne denunciato il monopolio dell’informazione da parte del partito, i giornalisti
protestarono contro il frequente uso della censura e gli intellettuali chiedevano la
libertà di stampa e con essa tutte le libertà democratiche. Mao, temendo che la troppa
libertà costituisse un ostacolo per la rivoluzione, si affrettò a dichiarare conclusa
l’esperienza della Campagna dei cento fiori, dando inizio alla repressione degli
oppositori. Tutti coloro che avevano creduto di poter manifestare liberamente il
proprio pensiero vennero arrestati e inviati nei campi di rieducazione.
I.1.4 Il Grande Balzo in Avanti (1958-61)
Interrotti i rapporti con l’URSS, non fu mai avviato un secondo piano
quinquennale e la dirigenza del partito comprese che creare un piano di sviluppo
economico sul modello dell’Unione Sovietica, rivelatosi fallimentare nella stessa