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Introduzione
Questo elaborato nasce da una grande passione per la gastronomia, in particolare
per la pasticceria, che coltivo fin da piccola grazie alla passione che mi ha trasmesso
la mia nonna paterna. Per merito del campo di studi sociologici mi è stato permesso
di approfondire le mie conoscenze relative alla sociologia dell'alimentazione e della
cultura, diventando così per me un ambito d'interesse primario.
Questa tesi viene scritta in una prospettiva puramente sociologica, in quanto si
riprendono le principali correnti di pensiero sviluppatesi fin dagli inizi del
Novecento. In questa ottica, si rapporta la disciplina sociologica (anche se nel caso
del cibo si presentano differenti paradigmi di pensiero), ad altre discipline connesse
all’ambito dell’alimentazione, come l’antropologia culturale, le scienze della
nutrizione, la psicologia sociale, l’economia, l’architettura, la storia. Pertanto, si
rassicura il lettore sul fatto di mantenere costantemente un’ottica socio-
metodologica caratterizzata dall’avalutatività dell’argomento e dei dati analizzati,
nonostante si affrontino differenti ambiti disciplinari e si traggano precise
conclusioni relative alla domanda di ricerca presentata.
Questo elaborato mette in relazione l’alimentazione, in particolare il cibo, come
fattore primario, con il primo lockdown dello scorso anno, come fattore secondario.
Si offrirà al lettore un percorso a 360° all'interno della sociologia
dell'alimentazione, con il fine di trasmettere la passione, la conoscenza e la voglia
di approfondire tale ambito ancora poco conosciuto.
Si confida che il lettore possa sviluppare alcuni interrogativi a riguardo, poiché il
fatto accaduto, ovvero la pandemia, è avvenuta solamente lo scorso anno. La
curiosità di sviluppare questo tema risiede proprio nella "freschezza" e nella
mancanza di ricerche, oltre all'interesse e alla mia passione per l’argomento. Si
arriva quindi finalmente a svelare al lettore quale sia il focus principale di questa
tesi, ponendolo però in primis in chiave interrogativa in modo tale da far nascere
una "curiosità".
In primo luogo, ci si chiede: In quale modo il ruolo del cibo ha influito nel setting
domestico di ogni individuo? Come sono cambiate le pratiche alimentari? E in
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secondo luogo, come si sono modificati i rituali e le forme di socialità domestica
durante il periodo di isolamento?
Avendo svelato al lettore i principali interrogativi precursori di questa tesi, si inizia
il percorso introduttivo. Nel primo capitolo intitolato “cibo, cultura e lockdown” si
offre al lettore, come si sottintende dal titolo, una panoramica storico-sociale
relativa alla sociologia dell’alimentazione per permettere al lettore di apprendere
alcune premesse successivamente essenziali al fine di meglio comprendere la
successiva analisi. Si noterà come l’alimentazione, fin dagli inizi del Novecento,
sarà un tema dibattuto per molti degli scienziati sociali, facendola ricadere nel rango
di “fatto sociale” per merito dell’analisi durkheimiana in ottica funzionalista;
l’alimentazione sarà l’oggetto di due paradigmi, lo strutturalismo e il materialismo
culturale, che innalzeranno l’evoluzione degli studi sul cibo e sull’alimentazione.
Si arriva a trattare l’evoluzione dell’alimentazione in tempi contemporanei, dando
uno “sguardo culinario” alla cucina e alla pratica del mangiare, e successivamente
si considera un’interpretazione gastro-anomica come conseguenza della modernità
alimentare, contrassegnata da diversi avvenimenti. In seguito, dopo aver presentato
l’elemento primario di questo elaborato, si arriva a trattare il secondo elemento, il
lockdown. Si presenta una breve panoramica relativa al lockdown causato dalla
pandemia dovuta dal Coronavirus-2 (SARS-Cov-2), in termini giuridici, sanitari e
infine sociologici, iniziando già a correlare il lockdown alle sue effettive
conseguenze relazionali e alimentari. In conclusione del primo capitolo, si offre al
lettore un’introduzione relativa alla convivialità, altro punto cardine di questo
elaborato, e alle molteplici forme che il cibo può assumere, essenziali per
comprendere gli sviluppi dei successivi capitoli. Si ripercorre quindi un percorso
alimentare in chiave contemporanea mirato a spiegare quale tipo di individuo si sia
formato in una “società dell’abbondanza”.
Si arriva quindi ad esporre il secondo capitolo intitolato “L’evoluzione dei consumi
alimentari dagli anni Ottanta ad oggi”, nel quale ci si occupa di strutturare un
percorso completo relativo ai consumi alimentari, passando per le principali nuove
mode, abitudini e consumi alimentari dagli anni Ottanta ad oggi. Per permettere al
lettore di comprendere nel modo più semplice possibile questa evoluzione, si
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utilizza lo strumento della mappa alimentare utilizzato da Food Monitor della GFP
& Associati, effettuato su un vasto campione nel corso di molti anni. Per merito
della mappa si fanno notare al lettore i poli dell’autoindulgenza, dell’innovazione,
dell’autocontrollo e della tradizione, utili per poi comprendere il lungo processo di
modernizzazione dei comportamenti e dei valori degli individui agli inizi degli anni
Ottanta. Se gli anni Ottanta sono i protagonisti del processo di modernizzazione e
del primato dell’oralità, gli anni Novanta si possono ritenere il decennio del “di
tutto, sempre di più”.
Infine, si arriva a descrivere il periodo dagli anni Duemila ad oggi, caratterizzato
da un nuovo tipo di consumatore, un consumatore poliedrico e senza tabù, nel quale
si arriva a parlare di “politeismo alimentare”, in quanto oramai sono presenti
molteplici dottrine alimentari che spingono l’individuo ad avere “di tutto, sempre
di più” senza porsi alcun tipo di limite. Di conseguenza, si considerano i nuovi
modelli di consumo alimentare: a partire dal fenomeno biologico e il suo legame
con il territorio, allo spreco e le sue possibili strategie di prevenzione strutturale,
alla sharing economy e il consumo socialmente orientato negli anni del Web 2.0,
alle ultime nuove mode alimentari caratterizzate da un “esorcismo dietetico”
(Niola, 2015). Specifico che all’interno di questo percorso è presente anche un
paragrafo introduttivo sul processo di Mcdonaldizzazione, utile per apprendere i
successivi paragrafi riguardanti l’evoluzione dei luoghi di consumo e le cattedrali
del gusto, ormai protagoniste come luoghi di consumo di fama internazionale.
Dopo aver sviluppato due capitoli “introduttivi” relativi alle tematiche sopra citate,
si arriva a trattare il terzo capitolo intitolato “Il lockdown: un’analisi dei giornali
quotidiani”. Tale capitolo può essere ritenuto il focus dell’intero elaborato, in
quanto si affronta un’analisi approfondita riguardo al modo in cui i giornali
quotidiani hanno descritto il ruolo del cibo durante il lockdown di marzo-aprile
2020, e come esso sia connesso a specifici ambiti.
Sarà essenziale cercare di comprendere in quale modalità il ruolo del cibo sia
mutato all’interno del setting domestico, e in particolare all’interno delle ruotine di
ogni individuo, composta a sua volta dalle abitudini e stili di vita, dai pasti,
dall’utilizzo di social media, dal lavoro (smart working) o dalla scuola (smart
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schooling). L’analisi del capitolo è suddivisa inizialmente in un’introduzione sulle
rappresentazioni sociali e media, per condurre il lettore a comprendere il
meccanismo di formazione di una rappresentazione sociale supportata
dall’opinione di due teorici. Inoltre, si accenna al lettore che in questo paragrafo
verrà spiegata la modalità tramite la quale i media hanno condotto gli individui a
spiegare ciò che viene definito come “non familiare”, ad esempio il lockdown, la
quarantena, il Coronavirus-2, la pandemia, fino ad arrivare a definirle come
“familiare”. In seguito si procederà alla descrizione della domanda di ricerca e il
relativo corpus di articoli di giornali quotidiani, proseguendo così con un paragrafo
denominato “i quotidiani italiani: come descrivono il ruolo del cibo durante il
lockdown”, suddiviso a sua volta in sottoparagrafi corrispondenti agli specifici
ambiti di analisi (Panoramica generale; Social e lockdown; L’approccio al cibo
durante il lockdown: la nuova cucina digitale; Abitudini e stili di vita ai tempi del
lockdown).
Si arriva così a terminare con un quarto capitolo dedicato alla riflessione e
esplicitazione dei risultati della precedente analisi, utilizzando come “mezzo”
ulteriore di conferma una ricerca dell’Università di Scienze Gastronomiche di
Pollenzo, riguardante il mutamento dei comportamenti alimentari durante la prima
fase di lockdown. Il capitolo riassumerà e trarrà conclusioni, in un primo paragrafo
riguardo il setting principale di questa analisi, ovvero le mura domestiche,
confermando tali risultati con dati statistici relativi alle attività culinarie prima e
durante l’isolamento. Nuovamente nei successivi paragrafi “la riscoperta di
qualcosa di antico: tra la passione per la cucina e l’evoluzione dei comportamenti
gastronomici in chiave consumistica” e “forme di socialità domestica: relazioni
sociali, oggetti e gastronomia”, si supporteranno i risultati della precedente analisi
con alcune tabelle al fine di confermare quanto sostenuto finora.
Lascio al lettore un ultimo interrogativo:
“Il cibo è buono da mangiare, prima di essere buono da pensare?”
(Harris, 1992, in Setiffi et. al., 2020)
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Primo Capitolo
“Cibo, cultura e società”
Introduzione
Il primo capitolo di questa tesi ha lo scopo di fornire una descrizione relativa al
tema del cibo e della cucina. Nel primo paragrafo affronterò un breve percorso
storico–letterale utile a comprendere la nascita e l’evoluzione della sociologia
dell’alimentazione. Successivamente andrò ad affrontare una panoramica sulla
cucina e i suoi pensieri contemporanei, fino ad arrivare a spiegare quale tipo di
individuo si sia formato per mezzo dell’alimentazione contemporanea, all’interno
di una “società dell’abbondanza”. A seguito del lockdown di marzo-aprile 2020,
causato dalla pandemia globale del Virus Covid19, inizierò ad affrontare come, in
seguito alle numerose limitazioni imposte dalle misure di contenimento del
Governo italiano, si siano ridefinite le regole del comportamento sociale e
relazionale degli individui, in particolare nella sfera della cucina e delle abitudini
alimentari. A posteriori svilupperò un breve scenario sulla convivialità e sulle
differenti forme che il cibo può assumere nella vita quotidiana degli attori sociali.
1.1 Nascita e sviluppo della sociologia dell’alimentazione
1.1.1 La prospettiva funzionalista
Per gran parte degli scienziati sociali, l’alimentazione ha rappresentato un oggetto
futile e il percorso attraversato dalla sociologia dell’alimentazione è stato piuttosto
articolato e complicato fin dagli inizi del Novecento. Lo snobismo accademico
riguardo la sociologia dell’alimentazione deriva sostanzialmente dalla sua