3
Cenni sul turismo letterario
1.1 Introduzione
Normalmente consideriamo la letteratura come un elemento definito della cultura,
dell’interesse e del modo di vivere delle persone; è anche un marcatore dell’identità sociale e
proprio per questo viene riconosciuta come una pratica sociale e culturale. Seguendo questo filo
logico Stein Haugom Olsen (letterato norvegese) afferma quanto segue:
“A literary work must… be seen as being offered to an audience by an author with the intention that it should be
understood with reference to a shared background of concepts and conventions which must be employed to determine
its aesthetic features.” 1
La letteratura è stata quindi assorbita nell’insieme delle risorse culturali che formano le basi
delle industrie culturali e creative. Le due non devono essere confuse e proprio per questo
cerchiamo subito di far chiarezza: la sfera culturale ha la particolarità di produrre contenuti che
hanno l’unica finalità di essere apprezzati in sé stessi (leggere un romanzo o ascoltare un pezzo
musicale); la sfera creativa invece applica questi contenuti ad ambiti dell’esperienza in cui esistono
altre finalità. Chiarite queste premesse è più facile ora specificare che per industria culturale
s’intende l’industria che produce e distribuisce beni o servizi che, dal punto di vista della loro
qualità, del loro utilizzo e della loro finalità specifici, raffigurano o trasmettono espressioni
culturali, indipendentemente dal valore commerciale che gli viene attribuito.
L’industria creativa è quella che utilizza la cultura come input e ha una dimensione culturale,
anche se il suo output ha un carattere principalmente funzionale/non culturale; comprende
architettura, design e ad un livello più periferico altri settori, tra cui il turismo.
Le città postindustriali, a tutt’oggi, hanno come obiettivo quello di rendere più appetibile lo
spazio urbano e creare un dinamismo economico attraverso l’economia della creatività (usando
questo binomio industria-creatività); la cultura è quindi una risorsa su cui far leva per lo sviluppo
anche di altri comparti economici, è intesa come patrimonio culturale e anche come prodotto per il
1 Olsen J. H., Literary aesthetics and literary practice, In “Mind”, 90, 1981, p. 533.
4
mercato (concetto di divertimento educativo: caffè museo).
Nel nostro caso poniamo l’attenzione sul turismo, o meglio sul turismo culturale:
“The movement of persons to cultural attractions away from their normal place of residence, with the intention of
gathering new information and experience to satisfy their cultural needs.”2
Greg Richards, in Cultural tourism in Europe, riporta una lista di tipi di siti o attrazioni che
richiamano turisti culturali approvata dall’ECTARC (European Centre for Traditional and Regional
Cultures) nel 1989:
- Archaeological museums and sites
- Architecture (ruins, famous buildings and whole towns)
- Art, crafts, sculpture, galleries, events and festivals
- Music and dance
- Drama (theatre, films)
- Language and literary studies, events and tours
- Pilgrimages and religious festivals
- Complete (folk or primitive) cultures and sub-cultures
Questa lista presenta principalmente attrazioni della “cultura alta” in opposizione a una
“cultura popolare” che si sta facendo strada negli ultimi decenni, essendo cambiati i significati e gli
scopi del turismo culturale per cercare di attirare un pubblico maggiore.
Dal punto di vista del turista è lampante il fatto che la letteratura offre una prospettiva
diversa sul luogo di destinazione, rispetto a una normale guida turistica o materiali promozionali
standard. Il turismo letterario può quindi essere definito come un tipo di turismo culturale in senso
antropologico, in quanto richiede a turisti e visitatori di identificarsi con persone che sono divenute
parte delle mitologie culturali di un luogo. Si tratta ovviamente anche di un tipo di turismo culturale
in senso estetico, date le evidenti basi in un’arte creativa; la sua particolarità sotto questo punto di
2 http://en.wikipedia.org/wiki/Cultural_tourism
5
vista sta nel fatto che la letteratura, rispetto alla musica o alle arti visive, potenzialmente può essere
percepita a livello personale da chiunque riesca a leggere e capire le convenzioni usate dall’autore
nel narrare una storia.
Questo fenomeno è stato studiato da varie prospettive, sia da quella della ricerca accademica
che da alcune più divulgative, come testi o guide turistiche. In ambito accademico lo studio del
luogo è stato considerato da un punto di vista critico-letterario, concentrandosi sullo studio di un
particolare scrittore o testo letterario, e da uno più orientato sul luogo e sulla geografia.
Lily Kong e Lily Tay3 hanno identificato verso la fine degli anni 90 tre approcci geografici
allo studio della letteratura: regionale, umanistica e strutturale; ciò che hanno in comune questi
approcci è la comune idea che letteratura e geografia interagiscono tra loro.
Considerando invece l’approccio più divulgativo, lo scopo principale è quello di incrementare la
consapevolezza di potenziali turisti letterari sui luoghi letterari, nonché promuovere la pratica del
turismo letterario.
Non ci sono parole migliori di quelle di studiosi e scrittori che hanno studiato questo
fenomeno per dare una prima definizione unitaria di turismo letterario; definizione che sarà il punto
di partenza di una più profonda analisi. Dorothy Eagle e Hilary Carnell in The Oxford literary guide
to the British Isles, scrivono:
“There is a fascination about places associated with writers that has often prompted to become pilgrims: to visit a
birthplace and contemplate surroundings of an author’s childhood, to see with fresh eyes places that inspired poems
or books, to pay homage at the graveside or public memorial.” 4
3 Kong L., Tay L., Exalting the past: nostalgia and the construction of heritage in children’ s literature, In “Area”, 30,
pp. 133-143.
4 Eagle D., Carnell H., Preface, In Eagle D., Carnell H., The Oxford literary guide to the British Isles, Oxford,
Clarendon Press, 1977.
6
1.2 Letteratura e pratica turistica
Shelagh Squire mette l’accento sui luoghi celebrati per le loro raffigurazioni/immagini o
connessioni letterarie:
“...associated with places celebrated for literary depictions and/or connections with literary figures:” 5
Introduciamo in questo modo il concetto di literary place; le connessioni tra un luogo
come risorsa d’ispirazione letteraria e come sito da visitare è chiara. Da lungo tempo erano stati
notati come luoghi dove recarsi in contesti di omaggio, pellegrinaggio e educazione; già nel
XVIII secolo, osserva la storica culturale Melissa Calaresu nelle sue ricerche, le guide
esortavano i viaggiatori europei d’élite a fare un pellegrinaggio alla tomba di Virgilio a Napoli.
Calaresu sostiene che il Grand Tour (pratica dei primi anni del XVI secolo perpetuata fino agli
inizi del secolo XIX anche se in principio nata esclusivamente come esperienza educativa per
giovani aristocratici ai quali era data la possibilità di studiare in atenei importanti come Padova,
Bologna o Parigi) era diventato più una conferma della storia antica che un incontro con nuovi
mondi. Idea ripetuta anche dalla scrittrice Chloe Chard, che nel suo lavoro Pleasure and Guilt
on the Grand Tour sottolinea il fatto che questa apparente scoperta di luoghi antichi era un
prodotto della mediazione letteraria; il visitatore aveva già una certa familiarità col luogo grazie
alla lettura dei classici.
Se parliamo di antico turismo letterario facciamo riferimento proprio al periodo dei
classici: Cicerone (106-43 a.C.) nella sua opera filosofica De legibus afferma di essere andato in
visita alle tombe degli scrittori.
Harald Hendrix (professore di Studi Italiani all’Università di Utrecht) individua l’antico
turismo letterario come parte di una pratica più generale che aveva lo scopo di rendere omaggio
a uomini illustri la cui eredità culturale era considerata di particolare rilievo nei luoghi dove
5 Herbert. D., Literary places, tourism and the heritage experience, In “Annals of Tourism Research”, 28, 2001, p.
312.
7
avevano vissuto, lavorato ed erano morti.
Il modello di turismo letterario sviluppatosi poi nel XIX secolo ha riflesso ancor più
ampiamente i trends socioculturali: gli interessi per il paesaggio, l’antichità e la vita di “grandi”
figure sociali erano centrali nel movimento romantico e filtravano nella classe media istruita
attraverso artisti, poeti e romanzieri.
Significativo in questo secolo è il turismo nel Lake District (regione montuosa a nord
ovest dell’Inghilterra), zona famosa per il suo legame con la vita e le opere dei “Lake poets”:
William Wordsworth, Samuel Taylor Coleridge e Robert Southey. La sua popolarità è dovuta in
particolar modo a Wordsworth, che vi scrisse molti poemi. Secondo Marsh:
“The Lake Poets, pre-eminently Wordsworth, who first brought the beauty of the Lake District to wide public
attention, contributed more than any other group to the unique British approach to landscape conservation. Mass
tourism, recreation and fell-walking all have deep roots in the romantic response to the landscape and are closely
associated with the cultural history of the Lake District.”
Molti studiosi hanno osservato negli anni che lo status di celebrità di questi letterati e
dei loro temi romantici sono evidenti nell’area dove hanno vissuto, e costituiscono delle forti
motivazioni per la visita in queste zone. La nozione di “celebrità”, in generale, aiuta nella
formazione di prime “prove” di turismo nel XIX e XX secolo; tuttavia queste rimangono su
piccola scala e si concentrano sulle società letterarie emergenti e sugli appassionati appartenuti
alla classe media.
Ian Ousby nei suoi lavori ha sempre sostenuto che i luoghi associati ad autori letterari
hanno il potere di rimanere come se fossero tenuti in vita dalle opere degli scrittori.
Per quanto riguarda la nostra analisi, ne possiamo identificare di due tipi: real-life e
imaginated place.6
6 Smith A. K., Literary enthusiasts as visitors and volunteers, In “International Journal of Tourism Reasearch”, 5,
2003, pp. 83-95.