2
1.1 I BATTERI E LA LORO CLASSIFICAZIONE
I batteri sono microorganismi unicellulari procarioti che presentano, di solito, delle
dimensioni dell’ordine del micrometro. La loro classificazione prende in esame vari aspetti
che tengono conto del dominio di appartenenza, della forma (bacilli, cocci, vibrioni, spirilli
e spirochete), della resistenza in condizioni estreme di temperatura (batteri psicrofili,
mesofili e termofili) e delle modalità di interazione con un organismo e degli effetti che
può produrre su di esso (batteri commensali e batteri patogeni).
Fig.1.1 Classificazione dei batteri in base a caratteristiche morfologiche
I batteri possono essere, inoltre, classificati come Gram-positivi (+) o Gram negativi (-), in
funzione della risposta che essi forniscono al saggio colorimetrico, ideato dal medico
danese Hans Gram. I batteri che sono in grado di trattenere il colorante vengono classificati
come Gram (+), mentre quelli che perdono la colorazione vengono definiti Gram (-). La
differenza nella capacità di trattenere il colorante basico è data dalla quantità di
peptidoglicano (o mureina) contenuta nella parete cellulare: i gram-positivi, infatti,
presentano una maggiore quantità di peptidoglicano rispetto ai gram-negativi. Questi ultimi
sono dotati, quindi, di una parete più sottile che non permette loro di trattenere il
colorante, in seguito alla decolorazione prevista dal saggio colorimetrico. Da un punto di
3
vista operativo la coltura batterica viene trattata con un colorante basico idrofilo (il più
utilizzato è il cristal violetto), cui segue un lavaggio con il liquido di Lugol, una soluzione
di iodio e ioduro di potassio, che reagisce con il colorante basico formando un composto
liposolubile, che si lascia agire per circa 1 minuto. Successivamente il materiale organico
viene lavato con una soluzione decolorante (alcool etilico o simili) e infine con acqua. In
seguito a tale operazione, si osserva che batteri Gram (+) hanno trattenuto il colorante
basico (viola), poiché l'alcool non ha danneggiato a sufficienza la spessa parete cellulare
(idrofila) che non permette al colorante di passare mentre i Gram (-) sono grigiastri, privi
di colorazione, in quanto l'alcool ha sciolto i lipidi della membrana esterna e danneggiato
la sottile parete cellulare che non è più in grado di trattenere il complesso cristal violetto-
ioduro (liposolubile). Per far risaltare meglio la differenza tra le due classi di batteri, si
colora il materiale con un colorante di contrasto che è in genere safranina, conferendo una
classica colorazione rossa alle cellule o eosina (colorazione rosa). Queste sostanze possono
penetrare solo in cellule decolorate poiché, anche se solo modestamente idrofile, sono in
grado di attraversare la parete cellulare grazie alle loro ridotte dimensioni.
[1]
Fig. 1.2 Colorazione di Gram per batteri Gram (+) e Gram (-)
4
1.2 MEMBRANA CELLULARE
La membrana cellulare, detta anche membrana plasmatica, è un sottile rivestimento con
spessore di 5 nm che delimita la cellula in tutti gli organismi viventi, la separa
dall'ambiente esterno, regolandone gli scambi. Essa è formata prevalentemente da
fosfolipidi, e presenta una struttura a doppio strato. Negli organismi procarioti è ricoperta
da un rivestimento protettivo chiamato parete cellulare, assente invece negli eucarioti. La
membrana cellulare presiede all'omeostasi cellulare (caratteristica peculiare degli
organismi viventi, fondamentale per la sopravvivenza) grazie alla sua permeabilità
selettiva.
Per la sua posizione di interfaccia, la membrana plasmatica svolge tre funzioni essenziali:
1. svolge la funzione di filtro selettivo, cioè consente il passaggio preferenziale di
alcune sostanze, necessarie per la sopravvivenza della cellula come acqua, gas (O
2
,
CO
2
) e piccole molecole liposolubili (prive di carica), come ammoniaca, urea,
etanolo e glicerolo, mentre specifiche proteine di trasporto assicurano il passaggio
di ioni e molecole idrosolubili (elettricamente cariche). Il passaggio attraverso la
componente lipidica della membrana avviene per semplice diffusione passiva,
senza consumo di energia (ATP)
[1]
;
2. permette alle strutture, presenti nello spazio intra- ed extracellulare, di comunicare
tra di loro e di scambiare informazioni.
3. partecipa a funzioni complesse quali esocitosi (secrezione), endocitosi (ingestione
di sostanze esterne mediante la formazione di vescicole), adesione e movimento
cellulare ameboide (es. leucociti).
1.3 PARETE CELLULARE
La parete cellulare dei procarioti presenta delle caratteristiche strutturali che non trovano
alcun riscontro in quelle degli altri esseri viventi. Il componente principale è il
peptidoglicano o mureina che conferisce resistenza e forma alla cellula: nei Gram (+) si
può osservare un certo grado di disomogeneità a livello strutturale, in quanto il suo
spessore può variare tra i 150 e gli 800 Å, a seconda della specie che si sta prendendo in
esame; nei Gram (-), si osserva, invece, un’organizzazione della parete cellulare molto più
omogenea, in quanto non ci sono grosse variazioni nello spessore, le cui dimensioni sono
comprese tra gli 80 e i 100 Å.
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I costituenti principali del peptidoglicano sono due amminozuccheri acetilati, l’N-acetil-
glucosammina (NAG) e l’acido N-acetilmurammico (NAM), uniti tra loro da un legame β-
(1→4) glicosidico che formano catene di lunghezza variabile, compreso in un range di
valori che va da 10 a 80 unità disaccaridiche. Le unità glicidiche sono legate tra loro da un
tetrapeptide costituito da residui di D-Alanina, L-Alanina, acido D-glutammico e acido
meso-diammino pimelico (nei Gram negativi) o da L-Lisina (nei Gram positivi). Queste
unità tetrapeptidiche sono interconnesse mediante due possibili legami: un legame diretto
che impegna l’acido meso-diammino pimelico della posizione 3 di una catena peptidica e
la D-Alanina della posizione 4 di una catena adiacente (tipico dei Gram negativi e dei
bacilli Gram positivi) o un legame mediato, in cui un ponte pentaglicinico presente in
corrispondenza della L-lisina in posizione 3, forma un legame con un’unità di D-Alanina
della posizione 4 presente sulla catena adiacente (tipico dei Gram positivi).
[2]
(a) (b)
Fig.1.3 Differenze strutturali tra (a) Gram (+) e (b) Gram (-) a livello del peptidoglicano.
6
1.4 MEMBRANA ESTERNA
La presenza di una membrana esterna nei Gram negativi è un altro elemento di
differenziazione tra le due categorie di batteri discusse nel precedente paragrafo. Dal punto
di vista funzionale, essa impedisce il passaggio di diverse sostanze che possono, in qualche
modo, minare alla sopravvivenza della cellula. A differenza di quanto accade sulla
membrana cellulare, il trasporto delle sostanze necessarie per la sopravvivenza delle cellule
avviene per semplice diffusione. Si trovano poi strutture come i lipopolisaccaridi (LPS),
costituiti da una regione lipidica, che rappresenta una specie di ancoraggio alla membrana,
e da una regione saccaridica che sporge sul lato esterno della stessa .
[3]
Fig 1.4 Struttura della membrana dei batteri Gram(-)
1.5 I LIPOPOLISACCARIDI
I lipopolisaccaridi sono molecole anfifiliche, localizzate sulla membrana esterna dei batteri
Gram(-) e rappresentano il 3-5% del peso totale della cellula batterica. Essi constano di una
componente glicolipidica che permette l’ancoraggio alla membrana e una componente
glucidica di natura oligo- o polisaccaridica che, protesa verso l’esterno, permette al batterio
l’adesione e l’ancoraggio sulle cellule dell’organismo ospite fungendo in caso di infezione
da determinante antigenico. Da un punto di vista strutturale, gli LPS sono costituiti da tre
7
domini chimicamente, biologicamente e geneticamente differenti : lipide A, core
oligosaccaridico e O-chain
[4]
.
Fig.1.5 Struttura dell’LPS
LIPIDE A
Rappresenta la componente più vicina alla membrana ed è ancorata sulla sua superficie;
inoltre costituisce la porzione più conservata tra i batteri appartenenti alla stessa specie.
E’generalmente formata da un’unità disaccaridica, composta da due residui di
glucosammina (1 6) legate, acilata sulle posizioni 2 e 3 e fosforilata sulle posizioni 1 e
4’. Le catene di acidi grassi,dette primarie, costituite da 10-22 atomi di carbonio,
presentano un gruppo ossidrilico sulla posizione 3 sul quale si possono legare altre catene
di acidi grassi mediante legame estereo, classificando quest’ultime come catene
secondarie. Sebbene lo schema qui presentato sia presente nella quasi totalità dei batteri
Gram (-), in taluni casi è possibile rilevare delle differenze strutturali a livello del backbone
disaccaridico, delle catene di acidi grassi o dei gruppi fosfato che possono essere assenti o
presentare ulteriori sostituenti, i quali possono giocare un ruolo determinante nell’attività
endotossica del batterio.
[4]
Lipid
A
Cor
e
O-side-
chain
Lipide A
AA
Core
O-side-chain
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Fig 1.6 Lipide A di E.coli
CORE OLIGOSACCARIDICO
Il core rappresenta il dominio centrale dell’LPS, può contenere fino ad un massimo di 15
unità saccaridiche ed è legato covalentemente al lipide A. Il core è suddiviso in due
regioni: il core interno e il core esterno. Il core interno è tipicamente costituito da 1 o 2
residui di Kdo (acido 2- cheto-3-deossi-D-manno-ottulosonico), zucchero peculiare per i
batteri Gram negativi, legati all’unita di glucosammina non riducente (GlcN II) attraverso
un legame -(2 6) glicosidico e tre residui di eptosi connessi al primo residuo di Kdo
mediante un legame -(1 5) glicosidico. Il core esterno, invece, è composto
principalmente da esosi, ma può anche contenere acidi uronici ed amminozuccheri.
Possono essere presenti, infine, anche residui di natura non zuccherina, come esteri, eteri, o
ammidi che costituiscono importanti fattori di variabilità. In alcuni specie batteriche, come
Acinetobacter e Burkholderia, i LPS presentano un residuo zuccherino poco comune,
simile al Kdo: l’acido D-glicero-D-talo-2- ottulpiranosonico, meglio noto come Ko.
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O-CHAIN
L’O-specific Chain rappresenta la porzione polisaccaridica ed è caratterizzata da un elevato
grado di variabilità strutturale. Essa sporge all’esterno della membrana ed è costituita da un
eteropolimero, comprendente 20-50 unità ripetitive oligosaccaridiche ciascuna delle quali
può contenere fino ad un massimo di 8 residui monosaccaridici, recanti, in molte
situazioni, anche sostituenti di natura non zuccherina. I batteri che presentano nell’LPS
questa porzione mostrano una tipica morfologia Smooth (liscio e in questo caso si parla di
S-LPS) mentre batteri che ne sono privi vengono classificati come Rough (rugoso, R-LPS);
in questo caso, tale struttura può essere classificata anche come lipooligosaccaride (LOS).
Oltre a svolgere funzioni di adesione cellulare, l’O-chain riveste un ruolo importante come
determinante antigenico, andando inoltre a coprire delle porzioni fondamentali coinvolte
nei meccanismi di patogenesi, altrimenti visibili dal nostro sistema immunitario.
1.6 IL RICONOSCIMENTO DELL’LPS NEGLI ESSERI VIVENTI
1.6.1 IMMUNITA’ INNATA E IMMUNITA’ ACQUISITA
Il sistema immunitario è molto complesso ed ha la funzione di proteggere l'organismo
dall’aggressione degli agenti patogeni. E’ presente in tutti i vertebrati ed è capace di
rispondere a tutte le sostanze estranee all'organismo, riconoscendo in modo altamente
specifico, milioni di antigeni diversi che possono presentare anche piccolissime variazioni
in termini di composizione. Per svolgere queste funzioni, il sistema immunitario deve
essere, in ogni momento, in grado di riconoscere ciò che è proprio dell'organismo (self) da
ciò che non lo è (non self).Le modalità di riconoscimento delle specie patogene sono
affidate a due aree del sistema immunitario: l’immunità aspecifica o innata, che
riconosce un generico segnale di pericolo, mettendo in modo tutta una serie di meccanismi,
volti a limitare lo sviluppo dell’infezione, dando così il tempo all’area del sistema
immunitario adattativo di sviluppare una risposta infiammatoria adeguata.
I componenti principali dell’immunità innata sono:
(1) le barriere fisico/chimiche dell'organismo, quali gli epiteli e le sostanze ad
azione antimicrobica da essi prodotte;
(2) le cellule ad attività fagocitica (neutrofili, macrofagi) e le cellule ad
attività citotossica naturale (natural killer, NK);