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Durante il mio lavoro di tesi, svolto nel laboratorio del Prof Alberto
Auricchio presso l’istituto TIGEM, mi sono occupata della caratterizzazione
delle anomalie scheletriche presenti in modelli animali affetti dalla malattia,
da accumulo lisosomiale, Mucopolisaccaridosi di tipo VI (MPS VI), anche
nota come sindrome di Maroteaux-Lamy; allo scopo di comprenderne le basi
patogenetiche e di sviluppare future strategie terapeutiche.
I lisosomi e gli enzimi lisosomiali
Il lisosoma è l’organello che costituisce il “sistema digerente” della cellula
in quanto responsabile della degradazione di macromolecole sia endogene
che ingerite dalla cellula attraverso endocitosi, fagocitosi o prodotte
attraverso autofagia. La degradazione avviene per mezzo di enzimi idrolitici,
anche detti idrolasi acide, contenuti nell'organello in grado di degradare
proteine, lipidi e carboidrati nei loro costituenti elementari e permettendone
la successiva riutilizzazione o espulsione dalla cellula. Gli enzimi litici,
prodotti nel reticolo endoplasmatico vengono fosforilati a livello di specifici
residui oligosaccaridici (residui di mannosio) sul versante cis dell'apparato
del Golgi ad opera di una fosfotransferasi che forma così residui di
mannosio-6-fosfato(M6P). Gli enzimi così modificati vengono riconosciuti,
sempre all’interno del Golgi, dai recettori del M6P e diretti specificamente
tramite vescicole di trasporto verso gli endosomi tardivi o pre-lisosomi così
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definiti in quanto hanno un pH intermedio tra quello dell’ambiente
citosolico, che è circa 7.2, e quello acido dei lisosomi, pari a 5 (Fig. 1).
Fig. 1. Sintesi e destino degli enzimi lisosomiali: gli enzimi lisosomiali sintetizzati nel
reticolo endoplasmatico ruvido (RER), vengono indirizzati all’apparato del Golgi dove,
previa fosforilazione, sono riconosciuti dai recettori del Mannosio 6 fosfato(M6P) e
veicolati ai pre-lisosomi.
Quando le nuove vescicole, contenenti nuovi enzimi, si fondono al pre-
lisosoma, il suo pH acido consente il distacco degli enzimi lisosomiali dai
recettori del M6P e la loro attivazione. Infine, la conversione del pre-
lisosoma a lisosoma prevede un ulteriore abbassamento del pH a 5.0-5.5,
necessario per l’attivazione delle idrolasi acide. Dopo aver rilasciato gli
enzimi legati, i recettori del M6P sono recuperati in vescicole di trasporto
che gemmano dagli endosomi tardivi e ritornano alla membrana del reticolo
trans del Golgi per essere riutilizzati. Non tutti gli enzimi lisosomiali
raggiungono i lisosomi; una parte di essi infatti viene secreta nel fluido
extracellulare tramite la via classica di secrezione. Alcuni recettori del M6P,
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però, sono anch’essi trasportati alla membrana cellulare dove svolgono un
azione di recupero delle idrolasi lisosomiali erroneamente secrete
riportandole, tramite endocitosi mediata da recettore, ai lisosomi, passando
per gli endosomi precoci e tardivi. Le idrolasi lisosomiali vengono
classificate in proteasi, lipasi, deossiribonucleasi, ribonucleasi, glicosidasi,
fosfolipasi, arilsolfatasi e fosfatasi acide. Il non corretto funzionamento di
uno o più enzimi lisosomiali è causa di patologie dette “malattie da
accumulo lisosomiale” anche note come LSD, dall’inglese “Lysosomal
Storage Disease”, caratterizzate, come anche il nome suggerisce,
dall’accumulo, nei lisosomi, di materiale parzialmente o completamente non
degradato.
Le malattie da accumulo lisosomiale
Nell’uomo le LSD comprendono più di quaranta disordini genetici
determinati, come precedentemente detto, da difetti nella funzione di
specifici enzimi lisosomiali
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. Singolarmente, queste malattie sono
considerate estremamente rare ma, se raggruppate le LSD hanno
un‘incidenza approssimativa di 1 su 7000/8000 nati vivi. Queste patologie
sono classificate, sulla base del tipo di materiale che si accumula nei
lisosomi, nelle seguenti categorie:
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°disordini dell’immagazzinamento lipidico, come le malattie di Gaucher
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e
di Niemann-Pick
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, caratterizzate la prima dall’accumulo di glucocerebroside
(GC), e la seconda da accumulo di sfingomielina;
°gangliosidosi, tra cui la malattia di Tay-Sachs
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che provoca l'accumulo del
ganglioside GM2 nel cervello;
°mucopolisaccaridosi, dette MPS, quali ad es. la sindrome di Hunter
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e la
malattia di Hurler
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con accumulo di glicosaminoglicani (GAG);
°mucolipidosi
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, in cui la causa delle malattie è un accumulo di carboidrati o
di lipidi nelle cellule;
In particolare, le mucopolisaccaridosi sono causate da un difetto in uno
degli enzimi che catalizza la degradazione dei GAG, componenti naturali
della matrice extracellulare, normalmente sintetizzati e degradati da tutte le
cellule. I GAG non degradati o parzialmente degradati sono immagazzinati
nei lisosomi e/o escreti nelle urine. In funzione dell’enzima difettoso, il
catabolismo dei diversi GAG, quali il dermatan solfato, eparan solfato,
cheratan solfato o condroitin solfato, può essere bloccato singolarmente o in
combinazione. L’accumulo di GAG nei lisosomi interferisce con il normale
funzionamento cellulare, causando disfunzioni a carico di tessuti ed organi.
Ad oggi, sono noti 11 enzimi conosciuti i cui deficit causano nove distinte
mucopolisaccaridosi, indicate con numeri crescenti (da MPS I ad MPS IX).
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Le diverse mucopolisaccaridosi presentano simili sintomi e segni clinici.
Hanno un decorso cronico e progressivo ed un interessamento
multisistemico con organomegalia, anomalie scheletriche che nell’insieme
sono denominate “disostosi multipla”, anomalie facciali e ritardo di crescita.
Generalmente sono affetti l’udito, la vista, l’apparato respiratorio, la
funzione cardiovascolare e la motilità articolare
1, 8
. Nonostante tali
similitudini cliniche, le MPS presentano un vasto spettro di gravità clinica
con enorme variabilità del fenotipo sia tra pazienti con diversi tipi di MPS
che con la stessa patologia
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. Ad esempio ritardo mentale grave si riscontra
in pazienti con MPS IH (sindrome di Hurler), o in forme gravi di MPS II
(sindrome di Hunter), od ancora in alcuni sottotipi di MPS III, mentre in altri
tipi, come l’MPS VI, l’intelligenza può essere normale. Dal punto di vista
molecolare molte MPS sono caratterizzate da mutazioni nelle solfatasi, come
l’MPS II o VI. Le solfatasi costituiscono una famiglia di proteine (Fig. 2)
coinvolte nel taglio degli esteri del solfato da molecole come GAG,
solfolipidi o steroidi solfati. Esse sono caratterizzate da una comune
modificazione posttranslazionale operata dall’enzima SUMF1(enzima
modificante le solfatasi 1) il quale converte, nel sito catalitico delle solfatasi,
un residuo di cisteina in formilglicina
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. Tale modificazione avviene nel
reticolo endoplasmatico ed è fondamentale per l’attivazione catalitica di
tutte le solfatasi; il deficit di SUMF1 determina una malattia da accumulo
lisosomiale molto grave nota come Deficit Multiplo di Solfatasi (MSD,
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dall’inglese “Multiple Sulfatase Deficiency”)
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dovuta alla mancata attività
di tutte le solfatasi contemporaneamente. Esperimenti in vitro hanno
dimostrato che l’over-espressione di SUMF1 aumenta l’attività di solfatasi
over-espresse in cellule in coltura
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, suggerendo che SUMF1 è un fattore
limitante per l’attivazione delle solfatasi. Alcune solfatasi sono contenute nel
compartimento lisosomiale (Fig. 2) e sono deputate alla degradazione dei
mucopolisaccaridi. Ad esempio, deficit nell’attività dell’enzima n-
acetilgalattosamina-4-solfatasi (arilsolfatasiB, ArsB) causa la sindrome di
Maroteaux-Lamy (MPS VI).
Fig. 2. Localizzazione delle solfatasi e malattie associate. Delle diciassette solfatasi
note, sei sono localizate nei lisosomi (in viola), sette nei compartimenti reticolari (RE) e
del Golgi (in rosso), due sulla membrana plasmatica (in verde), mentre le restanti due
sono a localizazione ignota (in nero). Sono note otto malattie ognuna delle quali è
associata al deficit di una singola solfatasi. Di queste malattie, sei sono
mucopolisaccaridosi (MPS) e sono dovute al deficit di enzimi lisosomiali per cui sono
classificate come malattie da accumulo lisosomiale (LSD).
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La Mucopolisaccaridosi VI
La MPS VI è una malattia da accumulo lisosomiale dovuta a mutazioni nel
gene che codifica l’ArsB, enzima lisosomiale coinvolto nella degradazione
del glicosamminoglicano dermatan solfato (DS). Il gene che codifica per l’
n-acetilgalattosamina 4-solfatasi è composto da otto esoni
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ed è localizzato
sul cromosoma 5q13-q14
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. Sono state identificate più di trenta mutazioni
dell’ArsB in pazienti affetti da MPS VI, la maggior parte delle quali in
singole famiglie. Sono state descritte tre forme della malattia: grave,
intermedia, lieve
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. Le mutazioni che negli omozigoti danno origine alla
forma grave della sindrome di Maroteaux-Lamy includono il frameshift
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e le mutazioni non senso
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associate ad abolizione o comunque forte
riduzione dell’attività enzimatica, mentre mutazioni missenso possono dare
origine alla forma grave, intermedia o lieve della malattia
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, a seconda
dell’attività residua dell’enzima mutato. La correlazione genotipo/fenotipo
per le mutazioni missenso è difficile e non permette di fare precisioni
prognostiche
1
.
Per quanto concerne la diagnosi della MPS VI, così come
delle altre MPS, la ricerca dei glicosaminoglicani urinari è stato il primo
metodo disponibile e rimane tuttora utile come test iniziale; sebbene
permetta di identificare il tipo di mucopolisaccaridosi, non consente di
discriminare però tra i vari sottogruppi, per cui, la diagnosi definitiva è
stabilita mediante il dosaggio dell’attività enzimatica
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. In genere, per il
dosaggio, vengono frequentemente usati il siero, i leucociti ed i fibroblasti