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nel campo dei segnali ad alta frequenza. Inoltre per mezzo dell‟acquisizione automatica
della misura, è possibile manipolare, mediante l‟utilizzo del calcolatore, le forme d‟onda
acquisite, fornendo una ulteriore analisi del comportamento del sistema soggetto a
misure.
In altre parole l‟acquisizione dei dati è il processo di raccolta o di generazione di
informazioni in modo automatizzato da fonti analogiche e digitali, come sensori,
dispositivi di prova, generatori di segnali, strumenti di misura. L‟acquisizione dei dati
utilizza una combinazione di computer, strumenti di misura Hardware e Software per
fornire sistemi di misura flessibili e rendere la misura stessa il più esatta possibile. La
crescita continua dell‟elettronica e delle telecomunicazioni ha reso disponibile sul
mercato un numero di dispositivi elettronici di notevoli prestazioni con cui è possibile
interagire quotidianamente; in particolare nel campo della strumentazione elettronica,
questa evoluzione ha permesso la realizzazione di strumenti capaci di effettuare misure
anche complesse in tempi sempre più piccoli, di immagazzinare quantità di
informazioni sempre più grandi e di trasmettere per brevi, lunghe e lunghissime
distanze, informazioni in modo veloce e sempre più precise. L‟aumento delle
potenzialità della strumentazione comporta anche un incremento delle difficoltà e del
costo dell‟esecuzione delle misure in modo manuale (cioè mediante l‟intervento
dell‟operatore). È quindi giustificabile e giustificato l‟interesse dei costruttori di
strumentazione elettronica allo sviluppo di sistemi in grado di sostituire l‟operatore (e
tutti i possibili errori da esso derivanti) per svolgere compiti di misura complessi dal
punto di vista esecutivo (algoritmi di misura complicati) e/o ripetitivi. Inoltre rendendo
l‟azione di misura automatizzata, con procedure automatiche, si ha un notevole
incremento dell‟affidabilità della procedura di misura e di conseguenza anche dei
risultati ottenuti.
1.1 Il caso di studio
Oggetto di questa tesi è la connessione tra l‟oscilloscopio campionatore 11801B della
Tektronix e un calcolatore mediante interfaccia IEEE-488 per PC della National
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Instrument, atto ad acquisire una forma d‟onda, generata dallo Sweep Oscillator
8350A dell‟HP attraverso l’Instrument Control Toolbox (ICT) di Matlab.
Nello specifico, l‟esperienza proposta consiste nella gestione con il calcolatore
dell‟oscilloscopio campionatore su citato. Il controllo avviene tramite una connessione
di tipo GPIB, utilizzando lo standard di trasmissione IEE-488. Il software attraverso
cui è stata creata l‟acquisizione delle forme d‟onda è l’Instrument Control Toolbox
(ICT) di Matlab. L‟oscilloscopio, il controller (PC) e il generatore sono connessi
mediante una connessione di tipo party-line.
L‟esperienza è stata svolta nel seguente modo:
In una prima fase si sono studiati il funzionamento ed il controllo in maniera remota
dell‟oscilloscopio, tramite la lettura dei manuali specifici. In un secondo momento sono
state eseguite prove di acquisizione di forme d‟onda e di misure frontali e manuali
grazie agli esercizi proposti nel manuale dello strumento stesso. In seguito si sono
studiati le generalità tecniche e teoriche e i principi di funzionamento dello standard
IEEE-488 e delle porte GPIB. In ultimo si sono acquisiti le informazioni sull‟utilizzo
del software (il Matlab, e del Tool specifico utilizzato per il controllo dello strumento,
l‟Instrument Control Toolbox (ICT) di Matlab) e sulle funzioni e istruzioni da
utilizzare per il collegamento dello strumento con il calcolatore e l‟acquisizione di
forme d‟onda.
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1.2 Presentazione del lavoro
Questo lavoro di tesi si propone di descrivere il progetto di Controllo remoto
dell’oscilloscopio campionatore 11801B della Tektronix realizzato nel laboratorio di
misure a microonde dell‟ Università di roma Tor Vergata, descrivendo in dettaglio le
tecnologie utilizzate.
Capitolo 2. “Generalità sugli oscilloscopi digitali”, descrive il principio di
funzionamento, le architetture, i metodi di campionamento e i tipi di oscilloscopi
digitali esistenti.
Capitolo 3 “Controllo remoto”, descrive l‟interfacciamento e la trasmissione seriale e
parallela, i problemi legati al sincronismo dei bit e dei caratteri, lo standar paralello
GPIB-488.
Capitolo 4. “Remotizzazione”, questo capitolo descrive, in modo generale il softwere e
il Toolbox utilizzato nel controllo degli strumenti, inoltre riporta il listato del
programma utilizzato e i risultati ottenuti.
Conclusioni 5. Quest‟ultimo capitolo completa la trattazione del Progetto.
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2 Generalità sugli oscilloscopi digitali
“Nemo omnia scire potest.”
(Varro, De Re Rustica, 2.1.2)
2.1 Oscilloscopio digitale
L'oscilloscopio fa parte della classe degli strumenti nati per la rilevazione
dell'andamento di un segnale elettrico nel tempo. Il suo uso non è limitato alle sole
grandezze elettriche, ma può essere esteso, attraverso opportuni trasduttori, a tutte le
altre grandezze fisiche. È sicuramente lo strumento più utilizzato nel campo elettronico.
Data la sua media complessità d'uso, richiede una precisa conoscenza delle sue
potenzialità di misura, dei suoi limiti e delle sue caratteristiche costruttive. Attraverso lo
studio di questi aspetti, si apprezzerà il significato dei controlli disponibili nella maggior
parte degli strumenti commerciali e ci si potrà orientare in modo corretto sia alla sua
scelta, sia al suo uso. In questo capitolo sarà esaminato l'oscilloscopio digitale, naturale
sviluppo tecnologico e di prestazioni dell'oscilloscopio analogico.
Gli oscilloscopi digitali, differiscono dagli analogici principalmente dalla
presenza, nella circuiteria interna, di un convertitore analogico/digitale che trasforma il
segnale misurato in dati digitali e di una memoria RAM. Lo strumento acquisisce la
forma d‟onda sottoforma di una serie di campioni, li memorizza finché ne ha
accumulato un numero sufficiente per tracciarla e in seguito la ricostruisce e la
visualizza.
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In altre parole il segnale è campionato, convertito da analogico a digitale (la velocità di
tale operazione determina la bontà di risoluzione dello strumento), quindi convertito in
una parola binaria e in seguito memorizzato nella memoria RAM.
Un possibile schema è il seguente:
Attenuatore
Amplificatore
Verticale
Sezione Verticale
Convertitore A\D
Processore
Memoria
Sistema di Acquisizione Dati
Sezione di
visualizzazione
Sistema di trigger
Sezione Orizzontale
Sistema di
campionamento
BASE DEI TEMPI
SCHERMO
0
0
0
0
0
Figura 2.1: Architettura di un oscilloscopio digitale
Come è mostrato in figura, il segnale, prelevato attraverso la sonda dal circuito
esterno, interessa la sezione verticale che ne aggiusta l‟ampiezza allo stesso modo
dell‟oscilloscopio analogico. L‟ADC del sistema di acquisizione dati campiona il
segnale a frequenza determinata e converte il segnale in una serie di valori digitali noti
come punti di campionamento. La sezione orizzontale presenta un segnale di clock che
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comunica al convertitore A\D quando prendere il campione. La velocità di questo clock
determina la frequenza di campionamento indicata in campioni al secondo. I campioni
sono immagazzinati in memoria come punti del segnale; l‟insieme del numero di punti
costituisce il “pacchetto” che sarà utilizzato per la ricostruzione del segnale e la
visualizzazione. La sezione di trigger determina l‟inizio e la fine dell‟insieme dei punti
che rappresenta il segnale. In fine, la sezione di visualizzazione, riceve i punti
rappresentativi del segnale (cioè la traccia immagazzinata nella memoria) e li invia allo
schermo per la rappresentazione. L‟ADC è di tipo flash (solitamente a 8-bit) dato che è
fondamentale avere una conversione veloce del segnale in ingresso, infatti, per la legge
di Shannon, la frequenza massima del segnale d‟ingresso deve essere la metà della
frequenza di campionamento. Questo tipo di convertitori è in genere, in grado di
campionare a una frequenza di 20 GHz e dunque richiedono una RAM con una banda
passante di circa 20GB/s.
Gli oscilloscopi digitali possono essere classificati nel seguente modo: Oscilloscopi a
memoria digitale (DSO); Oscilloscopi ai fosfori digitali (DPO); Oscilloscopi
campionatori.
2.1.1 Base dei tempi e risoluzione orizzontale.
Nell'oscilloscopio digitale, il compito del circuito di scansione orizzontale è
quello di assicurare che i campioni siano acquisiti ognuno al momento opportuno.
L'insieme dei campioni che costituiscono una forma d'onda si chiama record;
quest‟ultimo è caratterizzato da un parametro, la lunghezza di registrazione (o
profondità di memoria), che indica il numero di elementi presente nel record. Ad
esempio, un DSO avente lunghezza di registrazione pari a 2500 è in grado di acquisire
2500 campioni; ai fini della visualizzazione, però, solo una parte di questi campioni
sono utilizzati: un record può quindi essere impiegato per ricostruire una o più
schermate. Di solito l‟oscilloscopio configura, su tutto l‟asse orizzontale, 512 campioni
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e, per maggior comodità, questo numero di campioni viene a trovarsi predisposto con
una risoluzione orizzontale di 50 campioni per divisione. Ciò significa che l‟asse
orizzontale ha una lunghezza di 512/50 = 10.24 divisioni. Pertanto, l'intervallo di tempo
tra due campioni consecutivi può essere calcolato come segue:
Intervallo di campionamento = settaggio base tempi (sec/div) / numero di campioni
Per un settaggio della base dei tempi di 1 msec/div, con 50 campioni per divisione,
l'intervallo di campionamento è:
Intervallo di campionamento = 1 msec / 50 = 20 μsec
La velocità di campionamento risulta, naturalmente, il reciproco dell'intervallo di
campionamento:
Velocità di campionamento = 1 / intervallo di campionamento
Ricapitolando:
il numero di campioni rappresentato sul display è fisso;settando la velocità della base
dei tempi si stabilisce anche la velocità di campionamento.
La velocità di campionamento specificata per un particolare strumento è quindi valida
solo per un preciso settaggio della base dei tempi: per esempio, quando quest'ultima
viaggia lentamente (con fattori dell‟ordine del sec/div) saranno impiegate basse velocità
di campionamento. Considerando un oscilloscopio avente una frequenza massima di
campionamento di 1GS/s, la velocità massima alla quale può operare la base dei tempi è
pari a:
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Minimo fattore SEC/DIV = 50 campioni * intervallo di campionamento
= 50 / velocità di campionamento
= 50 / (1 x 109)
= 50 ns/div.
L‟acquisizione dei segnali alla massima frequenza di campionamento è eseguita
solamente per questo fattore dei SEC/DIV; se tale velocità fosse utilizzata per qualsiasi
altra impostazione della base tempi, ne potrebbero derivare problemi di ricostruzione
delle forme d‟onda. Considerando, ad esempio, di analizzare un segnale sinusoidale
avente frequenza 1 KHz, visualizzandone un periodo sullo schermo, si potrebbe
impostare la velocità della base dei tempi a 100 μsec/div.
Se l‟acquisizione avvenisse alla massima frequenza di campionamento, per avere una
visualizzazione completa del periodo dovrebbero essere memorizzati 1*106 elementi,
cifra che va abbondantemente in conflitto con la lunghezza di registrazione (pari a
2500). In realtà nell‟oscilloscopio digitale con le suddette specifiche tecniche il
campionamento avverrebbe ogni 100*10-6 / 50 = 2 μsec (fattore che garantisce il
rispetto del teorema di Shannon).
2.1.2 Frequenza massima catturata e criterio di Shannon
Quando furono eseguiti i primi tentativi di digitalizzazione dei segnali, uno
studio rivelò che la frequenza di campionamento del segnale doveva avere un valore
almeno doppio di quello della frequenza più alta contenuta nel segnale sotto esame:
fc ≥ 2 fm