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1.1 I semi di Chia
La Salvia hispanica (Figura 1) prende il nome da Carolus Linnaeus (1707-1778) che,
scoprendola crescere in modo selvatico nel nuovo mondo, la confuse con una pianta nativa della
Spagna (Edwards, 1819). Tuttavia, la Chia, originaria del Messico fu introdotta in Spagna solo dopo
che Hernán Cortés conquistò il Messico (Ortiz de Montellano, 1978). Dalla Salvia hispanica si
ricavano piccoli semi scuri, ovvero i cosiddetti “ semi di Chia” (figura 2). Questa pianta floreale
appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, può raggiungere il metro di altezza e si distingue per i
suoi elevati valori nutrizionali e funzionali. I semi di Chia, conosciuti da millenni e utilizzati in tutta
l’America centrale e meridionale,sono raccolti e utilizzati ancora oggi. La stessa parola “CHIA”, in
azteco significa infatti forza.
Figura 1: pianta di Salvia hispanica in fiore
La Chia è stata introdotta e commercializzata in tempi relativamente recenti in Europa
(2009), e il suo consumo si sta sempre più diffondendo proprio in virtù delle sorprendenti proprietà
nutrizionali: i semi contengono anzitutto un elevato contenuto di calcio e altri minerali, come
selenio, zinco, magnesio, ferro e potassio, ma anche vitamina C e acidi grassi essenziali Ω3 e Ω6.
Figura 2: semi di Chia
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La Chia può esser consumata sotto forma di semi interi, farina, mucillagine e semi oleosi. Il seme di
Chia è stato descritto come una buona fonte di olio, proteine, fibre alimentari, minerali e composti
fenolici (Ayerza & Coates, 2004; Capitani, Spotorno, Nolasco & Tomás, 2012; Reyes-Caudillo,
Tecante, & Valdivia-López, 2008). La composizione chimica e il valore nutritivo del seme di Chia
può variare a seconda del clima, condizione e posizione di crescita. Gli studi dimostrano che la
posizione geografica e il clima possono influenzare la concentrazione di sostanze nutritive nei semi
di Chia (Ayerza & Coates, 2009). In Brasile è consumata principalmente sotto forma di farina e
semi che possono essere aggiunti a preparazioni come frutta, yogurt e torte.
Il consumo e la rinascita dell’interesse verso questi i semi sono dovuti al loro contenuto di olio che
fornisce una ricca fonte di acidi grassi polinsaturi (PUFA). Infatti,
l'olio di Chia è unico poiché contiene la più alta proporzione di Ω 3 acido linolenico (ALA) di
qualsiasi fonte naturale conosciuta (Ayerza, 1995; Coates&Ayerza, 1996). L’ALA svolge un ruolo
importante nella salute ed è usato in diversi alimenti e cosmetici. Molti studi hanno evidenziato che
il consumo regolare o l’integrazione con i PUFA a catena lunga n-3 porta numerosi benefici per la
salute, compresa la prevenzione delle malattie cardiovascolari, ipertensione e malattie
infiammatorie (Albert et al., 2005; Garg, Wood, Singh & Moughan, 2006). I semi di Chia, inoltre,
hanno degli ottimi riscontri legati all’obesità, diabete e alcuni tipi di cancro (Ixtaina et al., 2011;
Poudyal, Panchal, Waanders, Ward, &Brown, 2012; Vázquez-Ovando, RosadoRubio, Chel-
Guerrero, &Betancur-Ancona, 2009). I benefici dei semi di chiasono stati descritti perché
contengono degli elementi bioattivi per la salute e la nutrizione umana (Vuksan et al. 2007, 2010),
poiché migliorano i marcatori biologici correlati a dislipidemia, l’omeostasi del glucosio e l’isulino-
resistenza, senza effetti collaterali.
1.1.1 Lipidi
La natura dei lipidi presenti nei semi di Chia è stata ampiamente documentata in
letteratura; tuttavia, ci sono alcune incoerenze nella composizione e nel contenuto di acidi
grassi. Per esempio, alcune fonti (USDA, 2004) riferiscono che il seme ha un rapporto 2:1 di acido
palmitico (16:0) e acido stearico (18:0), 2,309% di acidi grassi monoinsaturi in un rapporto 5:1 di
oleico (18:1) a palmitoleico (16:1) , e 23,665% di acidi grassi polinsaturi (PUFAs) in un rapporto di
1:1 di acido linoleico (18:2) e acido linolenico (18:3). Sorprendentemente, il seme contiene quantità
significative di acido grasso essenziale alfa-linolenico. Secondo Ayerza (1995), gli acidi grassi
presenti nell'olio di Chia sono molto insaturi, vale a dire, linoleico (17-26%) e linolenico(50-57%) e
il contenuto di olio e la quantità di acido oleico, linoleico e linolenico dipende
dalla regione di coltivazione. Lo stesso autore riporta (Ayerza, 2010) l'influenza del colore dei semi
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e dei luoghi di crescita in base al contenuto e alla composizione degli acidi grassi di due genotipi di
Chia (S. hispanica) dall'Ecuador: il contenuto di olio non era significativamente diverso per nessuna
delle analisi comparative effettuate tra i semi a macchie bianche e nere, anche se sono state rilevate
differenze nel contenuto di olio tra le località. Non sono state rilevate significative differenze tra gli
acidi grassi dei semi a macchie bianche e nere; tuttavia, sono state trovate differenze in
composizione degli acidi grassi tra le diverse regioni dove venivano coltivate. Le differenze
riscontrate interessavano gli acidi grassi palmitici, oleici, linoleici e alfa-linolenici.
In conclusione, Ayerza (2010) dimostra che le caratteristiche ambientali della regione in cui la
coltura è raccolta sono responsabili delle differenze nel tenore di olio e nella composizione degli
acidi.
L’olio di semi di Chia è una ricca fonte di ALA, che rappresenta circa il 62% dell'acido
grasso totale nell'olio e nei fitosteroli; una percentuale più elevata rispetto ad altre fonti vegetali con
importante uso commerciale .Secondo le sue proprietà fisico-chimiche, l'olio, composto
principalmente da acidi grassi insaturi, presenta proprietà essiccanti (Velasco Vargas, Tecante,
Valdivia-Lo Pez, &Aburto-Juarez, 2004). Porras-Loaiza et al.(2014) ha descritto alcune proprietà
fisiche e caratteristiche chimiche dei semi di Chia provenienti da quattro diverse regioni del
Messico. Hanno riferito che la distribuzione delle dimensioni delle sementi non è significativamente
influenzata dalla regione, con valori simili di lunghezza del seme (2,03-2,10 mm), larghezza (1,27-
1,32mm), spessore (0,77-0,81 mm) e superficie (4,95-5,42 mm2). Tutti i semihanno un alto
contenuto di proteine (18,5-22,3%), grassi (21,5-32,7%), e fibre (20,1-36,1%). Il rapporto tra acidi
grassi omega-3 e omega-6 trovato nei semi di Chia era 3:1 per le regioni studiate.
1.1.2 Proteine
Il contenuto proteico del seme di Chia può variare tra il 16% e il 23%, a seconda dell’area
geografica di raccolta. Il contenuto di aminoacidi della proteina ottenuta dai semi di Chia è più
completo rispetto alla proteina di altri cereali che sono limitati in termini di due o più amminoacidi.
Olivos-Lugo, Valdivia-Lòpez e Tecante (2010) hanno analizzato il profilo amminoacidico e
chimico e svolto test di digeribilità in vitro. Lo studio ha evidenziato chela frazione proteica
conteneva elevate quantità di acido glutammico (123 g / kg di proteina grezza), arginina (80,6 g / kg
di proteina grezza) e acido aspartico (61,3 g / kg di proteina grezza). Tuttavia, il profilo degli
aminoacidi essenziali ha mostrato carenze rispetto agli standard proposti dall'Organizzazione
mondiale della sanità(FAO / WHO / UNU, 1985) per bambini in età prescolare. Pertanto, la Chia
non è raccomandata come unica fonte di proteine, bensì richiede una integrazione attraverso una
fonte ricca di lisina,essendo quest’ultimo l’amminoacido limitante.
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1.1.3 Fibra
La fibra alimentare è una miscela di composti costituiti da carboidrati vegetali, ovvero
polimeri in forma sia di oligosaccaridi che polisaccaridi, ad esempio cellulose,emicellulose,
sostanze pectiche e gomme che possono essere associate alla ligninae altri componenti non
carboidrati, ad esempio polifenoli, cere, saponine, cutina, fitati e proteine resistenti (Elleuch et al.,
2011).
Secondo Reyes-Caudillo, Tecante e Valdivia-Lo Pez (2008), la Chia messicana ha un alto
contenuto di fibre. I Semi provenienti dagli stati di Jalisco e Sinaloa erano ricchi di fibra alimentare
totale(TDF); 39,94% e 36,97%. I contenuti di fibra alimentare solubile (SDF) e fibra alimentare
insolubile (IDF) per il seme di Jalisco era rispettivamente di 6,84 e 34,9 g/100 g, mentre per il seme
di Sinaloa il contenuto era rispettivamente di 6,16 e 32,87 g/100 g. Secondo questi valori, il
contenuto di TDF, SDF e IDF era simile per entrambi i semi. Il rapporto tra IDF e SDF fornisce
importanti informazioni sugli effetti nutrizionali e fisiologici sui consumatori. Ad esempio,
l'associazione dietetica americana raccomanda assunzioni di fibre tra 25 e 30 g/giorno per gli adulti,
con un rapporto IDF/SDF di 3 a 1 (Borderıas, Sanchez-Alonso, &Perez-Mateos, 2005). Nel caso
degli sciiti di Jalisco e Sinaloa, l'IDF era il predominante. La presenza di SDF nei semi di Chia (ca.
6%) è anche evidente dalla capsula mucillaginosa formata quando i semi sono immersi in acqua. La
fibra alimentare solubile (SDF)è composta principalmente da zuccheri neutri (NSSDF), che indica
la presenza di diversi carboidrati che formano la struttura della mucillagine. La bassa quantità di
acidi uronici (UASDF) suggerisce che non c'è pectina associata alla mucillagine, e che la quantità di
UASDF deriva dai residui di acido uronico presenti nelle catene di polisaccaridi della mucillagine.
Secondo Lin, Daniel e Whistler (1994), la struttura primaria della mucillagine è composta da un
tetra saccaride. Il componente principale di IDF è la Klasonlignina (KL), che rappresenta il 39-41%
di TDF; la KL presumibilmente protegge i grassi insaturi nei semi di Chia con la costruzione di una
struttura forte, resistente e anche dai composti antiossidanti che contiene.
1.1.4 Composti polifenolici
Tra la diversità di composti che possono essere presenti in tutte le varietà di semi di Chia, gli
antiossidanti sono senza dubbio tra quelli più importanti. Il seme e l’olio di Chia contengono un
ricco pool di antiossidanti naturali come tocoferoli, fitosteroli, carotenoidi (Álvarez-Chávez,
Valdivia-López, Aburto-Juárez, &Tecante, 2008; Ixtaina et al., 2011) e composti fenolici, compreso
l’acido clorogenico, acido caffeico, quercetina e kaempeferolo (Capitani et al., 2012; Reyes-
Caudillo et al., 2008), che proteggono contro molte malattie e hanno effetti benefici anche sulla