I
INTRODUZIONE
Il cambiamento climatico è un fenomeno in corso, riconosciuto concordemente
dalla totalità della comunità scientifica internazionale: le attività umane, dall’inizio
della rivoluzione industriale, hanno generato l’emissione di un ammontare enorme
di gas serra nell’atmosfera, provocando significative mutazioni in tutto
l’ecosistema.
Il genere umano, vero responsabile del cambiamento in atto, è tenuto a dar risposta:
i governi e le giurisdizioni, attingendo da nozioni microeconomiche e dai principi
sui quali si sono fondati gli Accordi internazionali sul clima, hanno identificato
diverse tipologie di azioni atte a ridurre le emissioni generate.
Questo elaborato esaminerà le politiche di mitigazione e, in particolare, quegli
strumenti di mercato adoperati dalle giurisdizioni per raggiungere gli obiettivi di
riduzione delle emissioni. Verranno analizzate le tasse sulle emissioni, ossia i price
instruments che consentono alle giurisdizioni di determinare “top-down” un prezzo
per l’inquinamento atmosferico prodotto dagli emettitori, e i meccanismi di Cap
and Trade, ossia quantity instruments che consentono alle Autorità di definire ex
ante l’ammontare di emissioni che si genereranno all’interno del territorio nel
quale esse sono sovrane: tali strumenti, una volta implementati dalle giurisdizioni,
hanno tuttavia mostrato numerose criticità, tutte riconducibili al tema del carbon
pricing.
L’efficacia ambientale degli strumenti di mitigazione dipende difatti in modo
preponderante dal pricing delle emissioni: un emettitore troverà convenienza nel
ridurre le proprie emissioni fino a quando i costi di abbattimento saranno minori
rispetto al prezzo delle emissioni. Tuttavia non è ancora stato raggiunto, in quasi
nessuna delle iniziative implementate, un carbon price idoneo a garantire il
raggiungimento di un’efficacia ambientale e di un efficienza economica ottimale .
II
Per risolvere le problematiche emerse a seguito della loro attuazione, i meccanismi
di mitigazione si sono evoluti, divenendo sistemi “ibridi”: verrà quindi analizzata
la modernizzazione degli strumenti di carbon pricing, che ha dato origine a
meccanismi innovativi capaci di assicurare efficacia ambientale e idonei ad
incentivare le entità a ridurre l’ammontare delle emissioni prodotte.
L’elaborato è composto da quattro capitoli:
Nel Capitolo Primo l’analisi verterà sul cambiamento climatico: verranno
esaminati dati ed evidenze empiriche, identificando i driver delle mutazioni
climatiche ed analizzando i trend energetici futuri.
Nel Capitolo Secondo l’analisi si concentrerà dapprima sui principi sui quali si
sono fondati Accordi internazionali sul clima, per poi esaminare l’UNFCCC e lo
strumento attuativo della Convenzione, ossia il Protocollo di Kyoto. Particolare
attenzione sarà riservata all’Accordo di Parigi, definito dagli esperti come “game
changer” nella lotta ai cambiamenti climatici. Verrà inoltre compiuto un focus
sulle “Conference of Parties” più recenti e sugli sviluppi che si auspicano per il
futuro in materia di politiche climatiche.
Il Capitolo terzo analizza dettagliatamente l’argomento oggetto dell’elaborato: gli
strumenti economici di mitigazione verranno analizzati teoricamente e particolare
attenzione sarà riservata agli strumenti “ibridi”. Si esaminerà inoltre il tema del
“linking” tra sistemi, ossia una modalità di cooperazione internazionale che si può
instaurare tra Paesi nei quali è implementato un sistema di carbon pricing.
Nel Capitolo quarto l’analisi verrà conclusa affrontando il tema del carbon pricing
mediante lo studio empirico delle iniziative di maggiore rilevanza implementate
dai diversi Paesi. Verrà compiuto un raffronto tra le diverse iniziative e verrà infine
analizzata l’evoluzione di obiettivi, caratteristiche ed impatti che tali strumenti
hanno generato nel corso della loro applicazione.
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CAPITOLO PRIMO: INTRODUZIONE AI
CAMBIAMENTI CLIMATICI
INTRODUZIONE AL CAPITOLO PRIMO
In questo Capitolo verrà esaminato il fenomeno dei cambiamenti climatici in
corso. L’analisi si focalizzerà dapprima sull’approfondimento critico dei principali
contributi provenienti dalla comunità scientifica che, nel corso degli anni, hanno
studiato le cause ritenute le principali determinanti degli eventi climatici estremi
registrati con sempre maggior frequenza e che vengono identificati con il termine
Cambiamento Climatico. In particolare, lo studio si concentrerà
nell’identificazione del binomio causa/effetto così da selezionare i principali driver
che influiscono sull’aumento della temperatura e del conseguente acuirsi del
Climate Change. L’attenzione verrà successivamente focalizzata sui trend
climatici futuri e sull’identificazione degli effetti naturali ed economici che hanno
determinato il cambiamento climatico in corso: a riguardo verranno esaminati gli
effetti climatici della crescita economica e demografica dei diversi Paesi. L’analisi
si focalizzerà successivamente sulle risposte che la comunità scientifica e le
giurisdizioni hanno fornito al tema: a tal fine verrà analizzata la creazione
dell’UNFCCC, dell’IPCC e del WMO. Infine, particolare attenzione sarà riservata
ai trend energetici futuri: essi modificheranno significativamente il settore
energetico, diminuiranno energicamente le emissioni prodotte e genereranno
importanti effetti geopolitici.
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1. 1. IL FENOMENO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Il cambiamento climatico è un fenomeno in corso, riconosciuto concordemente da
parte della quasi totalità degli esperti del settore. Il clima terrestre sta
repentinamente cambiando: numerose prove empiriche confermano che la
temperatura media globale è aumentata significativamente negli ultimi 150 anni e,
contestualmente, si è osservato un forte incremento dell’intensità e della frequenza
degli eventi estremi. Tali modificazioni hanno danneggiato ed interferito sui
sistemi naturali, minerali, vegetali, animali e forti ripercussioni si sono registrate
sulle economie di tutti i Paesi.
Numerosi climatologi e approfondite ricerche compiute dalle più importanti
agenzie internazionali che si occupano di clima sono unanimemente concordi
nell’affermare che le emissioni di gas serra sono accresciute esponenzialmente
dall’inizio della rivoluzione industriale: dal 1750 si è registrato un continuo
aumento annuo delle emissioni prodotte e, nel decennio che intercorre tra il 2002
e il 2012, è stato toccato il picco di crescita delle stesse.
Le emissioni prodotte, generate in larghissima parte dall’utilizzo di combustibili
fossili e dalle attività antropogeniche, hanno significativamente modificato
l’equilibrio atmosferico naturale determinando un aumento della concentrazione
dei gas serra nell’aria, che si è aggravato nell’ultimo secolo: i dati dimostrano
come, negli ultimi 100 anni, si sia verificato un incremento della densità delle
particelle di diossido di carbonio nell’atmosfera per un ammontare pari a 280 ppm,
in modo da determinare nel 2018 una concentrazione media di 409 ppm.
La quasi totalità degli studiosi ed esperti sono concordi nell’attribuire all’aumento
della concentrazione di gas serra
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nell’atmosfera il fattore scatenante delle
modificazioni in corso: l’aumento della “densità” dell’anidride carbonica, del
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Nota: I gas serra individuati dal Protocollo di Kyoto sono i seguenti: CO 2 (anidride carbonica), il CH 4 (metano),
l’N 2O (protossido di azoto), HFC (idrofluorocarburi) PFC (perfluorocarburi), SF 6 (esafluoruro di zolfo),
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metano e degli altri gas è cresciuta incredibilmente negli ultimi 200 anni e sta
attualmente eccedendo la concentrazione massima registrata nel Pianeta
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che risale
ad addirittura 800.000 anni fa, identificabile mediante l’analisi dei ghiacciai dei
Poli.
Come evidenziato dal Grafico 1, l’attuale concentrazione di gas serra è senza
precedenti nella storia umana e, nello stesso periodo nel quale si è registrato
l’aumento di densità si è anche verificato un aumento direttamente proporzionale
delle temperature (Grafico 2) determinato, con alta confidenza, dall’effetto serra.
Grafico 1: Concentrazione media globale di Gas Serra nell’atmosfera
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Nota: non si considerano le concentrazioni 4-5 milioni di anni fa dove la CO 2 era di 400 ppm e di 50 milioni di anni
fa caratterizzati da 1000 ppm e da temperature più alte di 10 gradi, con oceani 60 metri più alti)
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Grafico 1, Concentrazione media globale di GHG nell’atmosfera: modificazioni relative alla concentrazione media
globale di gas serra tra il 1750 e il 2015. In verde anidride carbonica, in rosso il protossido di azoto e in giallo il metano.
Fonte: World Resource Institute, 2014, IPCC AR 5 Synthesis Report
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Grafico 2: Temperatura Media Globale tra il 1850 e il 2015
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L’effetto serra è un fenomeno naturale che ha consentito lo sviluppo
dell’ecosistema terrestre, in quanto, in assenza dello stesso, le temperature medie
del Pianeta si sarebbero assestate a circa – 18° gradi centigradi, non consentendo
lo sviluppo di alcuna forma di organismo vivente.
Esso è un meccanismo naturale di regolazione dell’equilibrio termico del Pianeta:
grazie all’esistenza di alcuni gas che compongono l’atmosfera e a seguito della
composizione molecolare degli stessi viene determinata naturalmente la
temperatura del Pianeta.
Il funzionamento dell’effetto serra è il seguente: il Sole irradia costantemente le
zone illuminate della Terra con radiazioni incidenti di 342 W per metro quadro:
una parte di esse è riflessa dalle nubi e dall’atmosfera stessa, disperdendosi nello
spazio, mentre la restante porzione (pari a circa 198 W per metro quadro) arriva
sino superficie terrestre, la quale ne assorbe la quasi totalità e ne riflette il 15 %.
La parte assorbita dalla Terra è convertita in calore e ciò comporta un’emissione
di radiazioni infrarosse dirette verso l’atmosfera: una parte di esse viene dispersa
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Grafico 2: Temperatura media globale: Modificazioni della temperatura media globale osservati tra il 1850 e il 2015
Fonte: World Resource Institute, 2014, IPCC AR 5 Synthesis Report
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nello spazio, una parte invece viene assorbita e intrappolata dalle molecole dei gas
serra, generando quindi un aumento della temperatura.
Le proprietà chimiche di tali gas fa sì che essi non interagiscano con le radiazioni
solari a corta lunghezza d’onda in entrata, ma solo con le radiazioni infrarosse a
lunga onda in uscita.
È possibile affermare che una concentrazione di gas serra maggiore, come quelle
osservabile negli ultimi 200 anni (Grafico 1: Concentrazione media globale di Gas
Serra nell’atmosfera), determini un incremento delle temperature: l’equilibrio
naturale tra radiazioni in entrata e in uscita viene modificato dall’aumento di quelle
trattenute dai gas serra, provocando un riscaldamento significativo.
L’effetto serra in estrema sintesi rappresenta quindi la capacità dell’atmosfera di
trattenere più o meno calore: a seguito della diversa composizione dell’atmosfera,
modificatasi in conseguenza dell’incremento delle emissioni di CO2 e degli altri
gas, si è determinato un aumento dell’effetto serra, vista la maggiore capacità
dell’atmosfera di trattenere calore: tutto ciò ha provocato un incremento delle
temperature (Grafico 2: Temperatura Media Globale tra il 1850 e il 2015) e un
aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi, che ha portato al
fenomeno che oggi identifichiamo con il nome di cambiamento climatico.
È necessario quindi, per fermare l’aumento continuo delle temperature, intervenire
sulle emissioni dei gas serra: solo diminuendo la concentrazione degli stessi si
potrà ristabilire l’equilibrio naturale.
1.1.2 GLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO
L’aumento della concentrazione di GHG
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ed il conseguente riscaldamento globale,
ha provocato numerosi effetti al Pianeta alterando l’atmosfera, la criosfera e gli
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Nota: GHG si riferisce all’acronimo di Greenhouse gases, il termine in lingue inglese per definire i Gas serra.
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oceani. Il cambiamento climatico in corso, ha inoltre mutato significativamente gli
eventi naturali che l’uomo ha conosciuto nella sua storia come il ciclo
idrogeologico ed ha generato un numero sempre maggiore di eventi estremi.
Il principale cambiamento osservabile è relativo all’atmosfera: la concentrazione
sempre maggiore ha portato ad un incremento costante delle temperature dal 19
secolo, con il picco toccato negli ultimi 30 anni: si pensi che il periodo che
intercorre tra il 1982 ed il 2012 è stato con molta probabilità il periodo più caldo
degli ultimi 800 anni e l’attuale livello di temperatura globale medio è di 0.85° C
superiore rispetto a quello registrato nel diciannovesimo secolo.
Nelle aree vicino ai poli e lontane dagli oceani, si sono modificate
significativamente le temperature registrate nelle stagioni, con inverni molto più
caldi (differenza di temperatura tra estate ed inverno era nel 1992 di 24.8 gradi,
nel 2012 tale differenza è diminuita sino a toccare i 18.9), ed un netto incremento
dell’excursus climatico tra giorno e notte (da 1.2 gradi del 1992 ai 5.2 del 2012).
Figura 1: Cambiamenti osservati nella temperatura superficiale terreste tra
il 1901 ed il 2012
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Figura 1, Cambiamenti osservati nella temperatura superficiale: In tale mappa si può osservare il cambiamento delle
temperature registrate tra il 1901 ed il 2012: è possibile notare il preoccupante aumento delle temperature in tutto il
pianeta