5
Introduzione
Vemos esta época de crisis como una oportunidad par a
radicalizar los cambios que permitan
transformar nuestras sociedades, actualmente basada s
en la competencia y el consumo irracional e insoste nible,
que pone las mercancías sobre las personas,
en sociedades fundamentadas en la
armonía del ser humano consigo mismo,
con sus semejantes y con la naturaleza.
Rafael Correa, Presidente Repubblica Ecuador*
La (in)sostenibile leggerezza del turismo
PerchØ il turismo sostenibile? Si tratta di una disciplina densa di contraddizioni: da un
lato viene evocata come la soluzione a tutti i mali, dall’altro è accusata di essere un approc-
cio troppo teorico che finora non ha portato risultati concreti. Come sostiene il geografo
Gerardo Massimi, illustre professore nell’Università d’Annunzio, non esiste un turismo
completamente sostenibile perchØ tutto il turismo consuma delle risorse ambientali e/o an-
tropiche.
«Il turismo […] ha sempre implicato la mercificazione della natura e di altri aspetti am-
bientali dell’area in questione in quanto prodotti che vengono venduti al turista». Allora, […],
nessun turismo può essere considerato sostenibile: «Se con questa espressione si intende
un’attività che consente di lasciare alle future generazioni le stesse risorse che abbiamo eredi-
tato dai nostri antenati, nessun tipo di vacanza potrebbe essere assolta».
1
* «Vediamo questa epoca di crisi come un’opportunità per radicalizzare i cambiamenti che permettano di
trasformare le nostre società, attualmente basate sulla competizione e sul consumo irrazionale e insosteni-
bile, che pone le merci al di sopra delle persone, in società fondate sull’armonia dell’essere umano con se
stesso, con i suoi simili e con la natura.». R. CORREA (22 settembre 2009), Summit Capi di Stato e di
Governo sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite, New York. Online: 17/05/2011,
<http://www.un.org/webcast/pdfs/climatechangesummit/ecuador-spanish.pdf>.
1
M. AIME (2005), L’incontro mancato: Turisti, nativi, immagini, Bollati Boringhieri s.r.l., Torino, p. 22.
PAOLA ACETO – Camminare nel mondo senza lasciare im pronte?
6
Ma questo è vero per ogni attività umana: come riconosciuto dalla Commissione Euro-
pea, tutte le attività dell’uomo inquinano, esistono solo modalità produttive piø o meno in-
quinanti
2
. Anche la stesura di questa tesi ha consumato elettricità, carta, inchiostro e benzi-
na: si tratta di attività da cui non possiamo prescindere e a cui non dovremmo rinunciare ma
che abbiamo il dovere di correggere per arrestare la corsa di un modello di crescita diventa-
to distruttivo. Se è vero, come scrive l’antropologo Duccio Canestrini, che «al di là dei cal-
coli sul prodotto interno lordo, il turismo è sempre stato e sempre sarà un “girotondo di a-
nime”»
3
affidiamoci al turismo sostenibile perchØ capace di parlare alle anime e fare da a-
pripista ad una sostenibilità che sia concreta, priva di retorica, ma non di poesia.
Il titolo del lavoro è costruito sull’idea d’impronta: durante le mie ricerche mi sono im-
battuta molte volte in questa immagine utilizzata come metafora dell’effetto piø o meno vi-
sibile dell’attività umana sull’ambiente. Dalle copertine di alcuni libri ai logo di associazio-
ni internazionali, questa forma riconoscibile a tutti si fa portatrice del senso di pressione e
oppressione della specie umana sul proprio habitat: come in un gioco di specchi oggi ri-
schiamo di essere schiacciati dalla nostra stessa impronta. ¨ in quest’ottica che “camminare
senza lasciare impronte” diventa una metafora per il turismo sostenibile, ossia quella serie
di strategie volte a incidere il meno possibile sulla salute presente e futura dell’ambiente
senza rinunciare al piacere del viaggio: ma è davvero possibile camminare nel mondo senza
lasciare alcuna impronta? Ed è auspicabile?
Il concetto di sostenibilità nasce in ambito economico e solo dopo diventa l’aggettivo
piø frequentemente affiancato a uno dei settori trainanti nel mondo moderno. Dallo svilup-
po sostenibile al turismo sostenibile il passo è breve: innanzitutto il turismo è uno dei setto-
ri che maggiormente promuovono lo sviluppo essendo la quintessenza dello scambio inter-
culturale. Inoltre, lo sviluppo sostenibile poggia su tre pilastri: economico, ambientale e so-
ciale e il turismo è nella posizione ottimale per indirizzarsi proficuamente a tutti e tre
4
. In-
fatti, secondo la United Nations World Tourism Organization (in seguito UNWTO, sigla i-
taliana OMT, Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite), esso è in cima
2
A. MONTANARI (2009), Ecoturismo: Principi, metodi e pratiche, Pearsons Paravia Bruno Mondadori
S.p.A., Milano, p. 42.
3
D. CANESTRINI (2001), Andare a quel paese: Vademecum del turista responsabile, Giangiacomo Feltri-
nelli Editore, Milano, p. 11.
4
UNWTO, GOVERN D’ANDORRA, Global Tourism Forum Andorra 2011, Building New Models for
Tourism Growth: Competitiveness & Responsibility, Andorra la Vella, 6-7/03/2011, Summaries of Ses-
sions, p. 4. Online 05/05/2011: <http://gtfandorra.unwto.org/sites/all/files/docpdf/summaries.pdf>.
Introduzione
7
alla catena alimentare delle attività globali ed è un settore unico in quanto: utilizza le risorse
degli altri settori; porta il cliente al prodotto invece che il prodotto al cliente; dipende da va-
ri fattori sociali e ambientali peculiari per ogni destinazione e nicchia; ha differenti segmen-
ti di domanda; si adatta rapidamente ai cambiamenti del mercato
5
.
Ho scelto di dedicarmi a quest’area della disciplina turistica perchØ essa è in costante
evoluzione e quindi molto stimolante; inoltre è strettamente legata ai temi globali di svilup-
po e di ricerca di un nuovo modello economico dopo la crisi mondiale degli ultimi anni, ma
interagisce anche col mondo dell’antropologia e dell’etnografia al quale fornisce un apporto
importante in termini di confronto tra le culture. Per questo ho cercato di muovermi tra tutte
le varie sfaccettature che fanno del turismo un’entità prismatica, senza voler dare la priorità
a nessuna in quanto tutte concorrono a stabilire il mosaico della disciplina: posso definire il
risultato una tesi ibrida, sempre in equilibrio tra due stili e due visioni del mondo.
Così, sono partita da considerazioni di ordine terminologico, contenute nella seconda
parte di questa introduzione, che fanno luce sulla confusione e sull’abbondanza linguistica
che ruota attorno al turismo sostenibile. Nel primo capitolo mi sono occupata delle origini
del concetto di sostenibilità e della sua applicazione alla materia turistica e delle critiche
mosse al turismo sostenibile volte a portare lo stesso su una nuova strada, meno teorica e
piø efficace. Nel secondo capitolo ho analizzato nel dettaglio gli impatti del turismo: si suo-
le catalogare le dimensioni del turismo sostenibile in ambientale, economica e culturale e,
basandomi su quest’approccio, ho dedicato un paragrafo agli impatti ambientali, economici
e culturali della circolazione turistica e uno agli impatti delle strutture ricettive. Infine ho
dedicato un paragrafo agli aspetti piø propriamente antropologici che riguardano il turista
occidentale come la tribø indigena e uno agli strumenti per la catalogazione e la protezione
di aree fragili e ai criteri per valutare la sostenibilità delle imprese turistiche.
Il terzo capitolo è incentrato sul caso di studio dell’Ecuador, nazione che sta vivendo un
periodo di cambiamenti epocali e che, pur essendo un Paese in via di sviluppo, ha avuto il
coraggio di discostarsi dal modello capitalistico estremo e di puntare a un socialismo impe-
gnato in scelte a volte insolite che privilegiano il fattore umano: il progresso diventa lo
strumento per l’emancipazione dei popoli, non per la loro distruzione. Ovviamente, il mio
5
UNWTO (2005), Tourism’s Potential as a Sustainable Development Strategy, UNWTO, Madrid, p. 81.
Online: 08/04/2011, <https://library.conservation.org/Published%20Documents/2009/TPF%20Book.pdf>.
PAOLA ACETO – Camminare nel mondo senza lasciare im pronte?
8
scopo non è esaltare la politica di questo Paese: molte sfide qui sono aperte e non sempre le
dichiarazioni d’intenti si traducono in azioni totalmente limpide. Ma sono anche le contrad-
dizioni che ci affascinano in un popolo ed è innanzitutto con curiosità che ho condotto que-
sta ricerca. Mi sono concentrata sulle strategie di attuazione dei progetti politici, sul sostrato
culturale e sul dialogo tra i documenti ecuadoriani e gli obiettivi della UNWTO perchØ il
turismo sostenibile è principalmente uno stile di management, un approccio diverso alla ge-
stione del territorio e delle risorse. In questo senso, l’Ecuador è un laboratorio di osserva-
zione privilegiato poichØ è evidente la volontà di imprimere una svolta audace al
management turistico. Si tratta di un Paese problematico che ha saputo recepire l’idea pro-
mossa dalla UNWTO per cui il turismo è un fattore dello sviluppo sostenibile. Il turismo,
infatti, spesso è promotore di un progresso economico nei territori coinvolti, ma non sem-
pre questo è gestito in maniera tale che le risorse sfruttate non siano distrutte. Questo si pre-
figge di evitare l’attuale governo: l’obiettivo è invertire la rotta di un modello di sviluppo
dannoso prima che sia troppo tardi. In questo capitolo ho esposto alcuni tratti fondamentali
del Paese – la geografia, la storia e l’economia e la popolazione – con una sezione dedicata
alle statistiche turistiche del Ministero del Turismo ecuadoriano e alla descrizione del mar-
chio del Paese. Nella seconda parte mi sono occupata di alcuni documenti ufficiali dello
Stato ecuadoriano, dalla Costituzione del 2008 ai piani strategici del Ministero del Turismo.
L’ultima parte è incentrata sugli operatori turistici e sull’esame di alcuni segmenti peculiari
dell’offerta turistica ecuadoriana: il turismo naturalistico, quello comunitario e il turismo
culturale a Quito.
Lessico e nuvole: definizioni e terminologia
Il modo in cui ci esprimiamo rispecchia e tradisce la nostra visione del mondo:
Un tormentone che dura da un secolo e mezzo è quello della differenza tra il turista e il viag-
giatore. […] La differenza sembra molto, fin troppo, facile […]. L’eroe del viaggio di stampo
Introduzione
9
romantico è tallonato da un’ombra: il turista, che ne scimmiotta le gesta, senza nobiltà e senza
cultura. In pratica, il turista sarebbe un viaggiatore senza qualità.
6
La parola viaggiatore evoca l’immagine di un signore di mezza età, in abiti di fine Ot-
tocento, romantico e inquieto, che, seduto nel suo vagone di un treno che fischia attraverso
la campagna placida, alza gli occhi sul corpo segnato dal tempo e dal lavoro della donna
straniera che gli siede di fronte. D’un tratto, chiude la sua copia di Così parlo Zarathustra e
annota una poesia sul suo Moleskine, ispirata dall’incontro con il diverso. La parola turista
che immagine evoca? Ad esempio una coppia di tedeschi dalla pelle chiarissima in escur-
sione nella città di Bangkok: equipaggiati con un pratico marsupio, calzano comodi sandali
anatomici, freschi bermuda e un cappello panama confezionato in Cina; sfogliano la guida
Lonely Planet sul Paese e un piccolo frasario di thailandese che utilizzano con scarsi risul-
tati. Hanno alle orecchie un mp3 che suona musica tradizionale scaricata illegalmente su
internet dal figlio: quest’ultimo li chiama al cellulare per rassicurarli che il week end ad
Amsterdam, tappa dell’Interrail, procede a gonfie vele. In fin dei conti, non c’è nessuna dif-
ferenza tra i due termini a livello semantico, ma solo una patina di convenzione riconduci-
bile alla dimensione sociale e storica del fenomeno: un retaggio dell’antica visione aristo-
cratica, ormai superata, che vede nella conquista della vacanza, da parte della classe una
volta chiamata operaia, una banalizzazione della stessa. Questo spostamento semantico tra
viaggiatore e turista, però, non rispecchia altro se non un profondo cambiamento nella so-
cietà. Non spariamo sul turista
7
allora, uomo simbolo del nostro tempo, ma sondiamo il ter-
reno in cui si muove: un terreno, un movimento, un atteggiamento nei confronti del mondo
certamente perfettibili.
Per me, il turista è un ladro: ruba pezzi di
vita altrui, pezzi di culture piø o meno lontane,
pezzi di cammini condotti su strade non quoti-
diane. Cerca di dischiudere i segreti dei pensieri
di popoli lontani. Il turista è un amante
dell’effimero e uno che insegue il permanente,
6
D. CANESTRINI (2001), Andare a quel paese: Vademecum del turista responsabile, Giangiacomo Fel-
trinelli Editore, Milano, p. 18.
7
Non sparate sul turista è il titolo di un libro di Duccio Canestrini.
I am restless.
I am athirst of far-away
things.
Sono irrequieto.
Sono assetato di cose lontane.
Rabindranath Tagore
PAOLA ACETO – Camminare nel mondo senza lasciare im pronte?
10
segretamente alla ricerca di un posto migliore in cui vivere o votato al tentativo di concilia-
re il quotidiano con l’avventura. Una persona che cerca i dettagli di vite vere diverse dalla
propria, ma che ne gode solo a morsi e per alcuni attimi, buttandosi subito in una nuova av-
ventura. ¨ un cercatore d’oro, di cose preziose, ma raccoglie pepite e pietruzze costruendo-
ne un puzzle variegato e irripetibile. Succede spesso, nell’osservare scene di vite diverse
dalla propria, di attraversare delle fasi: la meraviglia, la curiosità e infine, a volte,
l’amarezza. L’amarezza di non poter comprendere appieno, l’amarezza di rimanere sempre
e comunque uno spettatore. Che ne sia cosciente o no, un turista è tutto questo. Che viaggi
per distrarsi, per prendere il sole in riva all’oceano o per farsi predire il futuro da un santone
scovato in un villaggio sperduto, egli è tutto questo. ¨ l’emblema di una società curiosa,
frettolosa e bisognosa di comprendersi. O forse solo desiderosa di distogliere la mente.
Dunque, che differenza c’è tra turista e viaggiatore? E che differenza c’è tra il turismo
sostenibile, l’ecoturismo, il turismo naturalistico, e le altre decine di definizioni che affolla-
no dichiarazioni, guide e dØpliant? «Invasione lessicale» la chiama Armando Montanari
quando prefigura una crisi dei concetti stessi di turismo sostenibile ed ecoturismo
8
.
Molte critiche si sono levate contro la scarsa eleganza culturale del turismo di massa:
con la democratizzazione della vacanza, tutto il fascino dell’esplorazione dell’esotico si ap-
piattisce. Ma è da un problema di altro ordine, quello dei danni ambientali provocati dal tu-
rismo che nasce l’idea di riformarlo dalle sue fondamenta. Il concetto di sostenibilità è par-
torito dal Rapporto Brundtland conosciuto come Our Common Future e stilato in occasione
della Conferenza Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite tenutasi a To-
kio nel 1987: «Lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente sen-
za compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni»
9
.
L’idea fu subito accolta dal settore turistico, ormai da tempo assediato da critiche sul fronte
economico e ambientale. Sul sito web ufficiale dell’UNEP (United Nations Environment
Programme, Programma Ambiente dell’ONU) troviamo la definizione di turismo sostenibi-
le data dalla UNWTO nel 2004:
8
A. MONTANARI (2009), Ecoturismo: Principi, metodi e pratiche, Pearsons Paravia Bruno Mondadori
S.p.A., Milano, p. 13.
9
«Sustainable development is development that meets the needs of the present without compromising the
ability of the future generations to meet their own needs». UNITED NATIONS GENERAL ASSEMBLY
(1987), Our Common Future. Report of the World Commission on Environment and Development, Tokyo,
p. 54. Online: 1/04/2011, <http://worldinbalance.net/pdf/1987-brundtland.pdf>.
Introduzione
11
Le linee guida e le pratiche di gestione per lo sviluppo del turismo sostenibile sono appli-
cabili a tutte le forme di turismo in tutti i tipi di destinazione, incluso il turismo di massa e i va-
ri segmenti turistici di nicchia. I principi della sostenibilità si riferiscono agli aspetti ambientali,
economici e socio-culturali dello sviluppo del turismo e un equilibrio adeguato deve essere
stabilito tra queste tre dimensioni per garantire la sostenibilità sul lungo periodo.
Il turismo sostenibile, quindi, dovrebbe:
- Fare un uso ottimale delle risorse ambientali [...] e aiutare a conservare il patrimonio
ambientale e la biodiversità;
- Rispettare l’autenticità socio-culturale delle comunità ospitanti;
- Assicurare operazioni economiche fattibili e di lungo termine, portando benefici socio-
economici a tutte le categorie coinvolte […] e contribuire alla riduzione della povertà;
- […] mantenere un alto livello di soddisfazione dei turisti e assicurare un’esperienza signifi-
cativa agli stessi, accrescendo la loro consapevolezza sulle questioni legate alla sostenibili-
tà.
10
PerchØ è stato necessario regolamentare la disciplina e trovare un nuovo modo di opera-
re nel settore? In Sustainable Tourism Development: a Guide for Local Planners, la UN-
WTO sottolinea che l’ambiente ospita le risorse naturali e culturali che attirano il turista,
ossia ne costituisce l’attrattività e un deterioramento di questo è una rovina per l’industria,
deterioramento che può essere provocato da una gestione dissennata del turismo stesso.
Vediamo nel dettaglio i postulati basilari del turismo sostenibile
11
:
- l’attrattività turistica dipende dall’esistenza di risorse naturali e culturali;
- queste risorse sono messe in pericolo dall’arrivo di un gran numero di turisti;
10
«Sustainable tourism development guidelines and management practices are applicable to all forms of tour-
ism in all types of destinations, including mass tourism and the various niche tourism segments. Sustainability
principles refer to the environmental, economic, and socio-cultural aspects of tourism development, and a
suitable balance must be established between these three dimensions to guarantee its long-term sustainability.
Thus, sustainable tourism should: Make optimal use of environmental resources […] and helping to conserve
natural heritage and biodiversity; Respect the socio-cultural authenticity of host communities; Ensure viable,
long-term economic operations, providing socio-economic benefits to all stakeholders; and contributing to
poverty alleviation. […] maintain a high level of tourist satisfaction and ensure a meaningful experience to the
tourists, raising their awareness about sustainability issues.». Fonte: sito ufficiale dell’UNEP, online:
05/05/2011, <http://www.unep.fr/scp/tourism/sustain/>.
11
R. KNAFOU, “Approche critique de la notion de ‘tourisme durable’. Le cas del espaces marginaux et
‘extremes’”, in M. C. ZERBI, a cura di (1998), Turismo sostenibile in ambienti fragili: Problemi e pro-
spettive degli spazi rurali, delle alte terre e delle aree estreme, Quaderni di Acme 32, Cisalpino Istituto
Editoriale Universitario, Milano, p. 44.
PAOLA ACETO – Camminare nel mondo senza lasciare im pronte?
12
- l’attrattività turistica di un luogo è una risorsa non rinnovabile: ad un certo punto
della frequentazione turistica, le risorse sono modificate irrimediabilmente mettendo
in crisi la frequentazione stessa, quindi il turismo contiene la sua stessa morte
12
;
- criteri di gestione fondamentali diventano dunque le teorie del ciclo di vita dei luo-
ghi turistici e della capacità di carico: secondo la relazione Brundtland, «le attività
turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in
un’area turistica per un tempo illimitato.»
13
.
Che dire invece dell’ecoturismo? Il primo ad usare il termine è stato l’architetto messi-
cano HØctor Ceballos-LascurÆin, coordinatore del Programma di Ecoturismo della IUCN
(International Union for Conservation of Nature, dal 1996 World Conservation Union). In
uno dei documenti prodotti nel 2002 nell’ambito dell’Anno Internazionale dell’Ecoturismo
(IYE, International Year of Ecotourism, v. p. 21)
14
è riportata la definizione ufficiale
dell’International Ecotourism Society (TIES) secondo la quale l’ecoturismo consiste nel
«viaggio responsabile effettuato in aree naturali che concorre a conservare l’ambiente e ad
aiutare il benessere delle popolazioni locali»
15
. L’ecoturismo, quindi, è un sottogruppo del
turismo sostenibile e una versione sostenibile del turismo naturalistico che può essere defi-
nito come «qualsiasi viaggio fatto allo scopo di godere di animali, piante selvatiche e aree
naturali non antropizzate»
16
: rispetto a quest’ultimo l’ecoturismo si differenzia per essere a
basso impatto ambientale, poichØ minimizza l’uso di fonti di energia non rinnovabili, per
l’impegno nella conservazione della biodiversità e per il contributo diretto al reddito delle
12
«Nella sua semplicità teorica il ciclo di trasformazione è perverso: tutti perseguono la diversità perchØ
rara, bella, stimolante, ma nel far ciò modificano l’oggetto dei loro desideri […], così questo viene snatu-
rato e perde di valore. Per preservarlo occorre, allora, sottrarlo alla fruizione indiscriminata, ma in tal mo-
do se ne accresce il valore di attrazione.». C. CICI, P. SCHMIDT DI FRIEDBERG, “Turismo sostenibile:
dalla teoria alla pratica”, in M. BIANCHI (1998), L’arte del viaggio: ragioni e poesia di un turismo soste-
nibile, Mc Editrice sas, Milano, p. 88.
13
F. BENCARDINO, M. PREZIOSO (2007), Geografia del turismo, The McGraw-Hill Companies, S.r.l.,
Milano, p. 85.
14
All’indirizzo <http://www.unep.fr/scp/tourism/events/iye/documents.htm> è possibile reperire la QuØbec
Declaration in inglese, francese, spagnolo e arabo, oltre a una grandissima quantità di documenti prodotti du-
rante l’anno (ultima consultazione 15/05/2011).
15
«Ecotourism is responsible travel to natural areas that conserves the environment and improves the well-
being of local people.». M. EPLER WOOD (2002), Ecotourism: Principles, Practices, and Policies for
Sustainability, SCP Publications, p. 9. Online: 02/04/2011, <http://www.unep.fr/shared/ publications/
other/WEBx0137xPA/part-one.pdf>.
16
A. MONTANARI (2009), Ecoturismo: Principi, metodi e pratiche, Pearsons Paravia Bruno Mondadori
S.p.A., Milano, p. 24.
Introduzione
13
comunità locali, come evidenziato dal direttore dell’UNEP durante l’apertura ufficiale
dell’IYE
17
.
Infine, una delle definizioni fondamentali è quella di turismo responsabile che secondo
l’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR) «riconosce la centralità della comu-
nità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibi-
le e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione
tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori.»
18
.
Notiamo, dunque, che la definizione di turismo sostenibile è applicabile a tutti i tipi di
turismo, anche di massa e urbano e, anche se nata per proteggere principalmente la natura,
oggi fa leva su tre dimensioni: il rispetto dell’ambiente, della cultura locale e della sovranità
economica delle popolazioni. La definizione di turismo responsabile invece è centrata so-
prattutto sugli aspetti culturali ed educativi: «di fatto i principi della sostenibilità oggi com-
prendono quelli della responsabilità»
19
. L’ecoturismo, invece, è un turismo naturalistico ba-
sato sui principi della sostenibilità o, se vogliamo, un turismo sostenibile praticato in aree
naturali: questo produce alcuni equivoci a livello operativo dal momento che spesso il turi-
smo sostenibile viene identificato con l’ecoturismo e quindi applicato solo nelle aree natu-
rali. L’esigenza principale da cui nasce l’idea di sostenibilità è la riduzione
dell’inquinamento ambientale: è importante, dunque, applicare i rimedi suggeriti soprattutto
nelle zone piø altamente inquinate. Non basta, infatti, battersi per la conservazione di luo-
ghi ancora incontaminati, ma è necessario sanare quelli corrotti: l’economia, la cultura, il
turismo, l’inquinamento sono tutte questioni globali e risolvibili solo a livello mondiale.
Non possiamo istituire piccole aree verdi nelle città, andare in vacanza in luoghi esotici e
paradisiaci dove possiamo sentirci in pace con noi stessi e contemporaneamente pensare di
continuare con lo stesso modello economico, industriale e comportamentale a livello mas-
sivo. Bisogna ridurre l’uso delle auto e incrementare l’efficienza dei mezzi pubblici puliti,
bisogna investire con fondi e ricerca sulle fonti di energia rinnovabili, bisogna rendere ob-
bligatoria la raccolta porta a porta dei rifiuti differenziati nelle metropoli, bisogna cambiare
17
Ibid.; A. GALVANI (2004), Ecoturismo, Edizioni Martina s.r.l., Bologna, p. 21.
18
Fonte sito ufficiale AITR: online 15/05/2011,
<http://www.aitr.org/index.php?option=com_content&view=article&id=583&Itemid=398&lang=it>.
19
D. CANESTRINI (2001), Andare a quel paese: Vademecum del turista responsabile, Giangiacomo
Feltrinelli Editore, Milano, p. 67.
PAOLA ACETO – Camminare nel mondo senza lasciare im pronte?
14
la nostra mentalità in ogni gesto quotidiano. «Sustainable tourism begins at home», sostiene
uno scrittore britannico: il turismo sostenibile comincia a casa propria
20
.
20
J. SWARBROOKE (1999), Sustainable Tourism Management, CABI Publishing, Willingford, p. 29.