l’anarchico più espulso d’Europa, vedremo come egli si dedicò all’attività militante ed
organizzativa, non potendo intervenire direttamente in campo italiano, come pure le sue
celebri aperture ideologiche, che abbatterono la storica intransigenza anarchica.
Nel quarto, ed ultimo, capitolo vedremo Berneri approdare in terra spagnola allo
scoppio della Guerra Civile. Qui si analizzeranno le sue posizioni nei riguardi della
situazione contingente e le sue aspettative nei riguardi della Rivoluzione Sociale,
nonché le circostanze del suo assassinio.
Per la stesura di questa tesi di laurea sono state utilizzate diverse fonti
bibliografiche di e su Camillo Berneri, ma anche fonti storiche riguardanti le situazioni
generali del tempo, per riuscire ad offrire anche una visione del contesto a cui si farà
riferimento. Molto importante è stato anche il Convegno di studi storici svoltosi ad
Arezzo il 5 maggio 2007 dal titolo Camillo Berneri, un libertario in Europa fra
totalitarismi e democrazia, che mi ha permesso di raccogliere numerose informazioni
sul carattere di Berneri, che spesso risulta difficoltoso dalla sola lettura di documenti.
Infine, estremamente utile è stata la consultazione dell’Archivio famiglia Berneri
– Aurelio Chessa di Reggio Emilia, nonché la disponibilità della curatrice, Fiamma
Chessa; l’archivio, nato a Genova nel 1962 e successivamente trasferito a Pistoia prima
di trovare la sua collocazione attuale, infatti raccoglie numerosi volumi, documenti e
manoscritti, ma anche fondi fotografici e audiovisivi su Camillo Berneri e il movimento
anarchico e operaio in genere.
2
IL GIOVANE SOCIALISTA
L’infanzia
Non sono molte le notizie sull’infanzia e la prima adolescenza di Camillo Berneri.
Nasce a Lodi il 20 maggio 1897 e fin da subito la sua vita sarà travagliata: subito
dopo essere nato, infatti, rischia di morire per denutrizione, in seguito alle mancate cure
da parte della sua balia e successivamente si ammala di tifo, per cui la madre è costretta
a trasferirsi con lui in provincia di Vercelli, ma invece di rimettersi Camillo si ammala
nuovamente, questa volta di enterite. La malattia lo perseguiterà per tutta la sua
giovinezza fino al suo arrivo a Reggio Emilia.
Per comprendere il suo carattere particolare, i suoi interessi e la sua ideologia è
necessario soffermarsi sul tessuto familiare che lo circonda, in particolare sulla figura
della madre.
Con il padre Stefano, segretario comunale a Corteno (Val Camonica), Camillo
non riuscirà mai ad avere un rapporto continuo, essendo costretto a seguire sua madre
negli spostamenti lavorativi; i soli periodi che passavano insieme erano quelli delle
vacanze estive.
Fondamentale per l’educazione di Camillo invece sarà la madre Adalgisa Fochi,
maestra elementare nativa di Parma, e in particolare la sua tradizione familiare. La
madre infatti era cresciuta in una famiglia dalle tradizioni mazziniane (il nonno era un
fervente mazziniano fin dalle prime cospirazioni carbonare) e garibaldine (il padre fu
volontario garibaldino). Adalgisa era a sua volta di ideologia progressista e queste idee
le trasmise al figlio durante tutta la sua adolescenza, facendolo crescere secondo idee di
emancipazione e giustizia, grazie alle quali Camillo maturerà fin da ragazzo una
profonda avversione per la crudeltà e l’ingiustizia.
La sua giovinezza è quindi segnata, come già riferito in precedenza, dal continuo
spostarsi da un luogo all’altro insieme alla madre maestra: da Lodi a Milano, poi ci fu
un periodo di relativa stabilità intorno al 1904, nel quale si trasferirono a Palermo e
dove nacque la sorella di Camillo, Maria Luisa; ma dopo questo periodo transitorio
continuò il peregrinare, stavolta in Romagna, dove Adalgisa trovò cattedra nelle scuole
di Cesena prima, poi Forlì e infine Reggio Emilia.
3
Questi soggiorni in Romagna furono molto importanti per la crescita ideologica di
Camillo, in quanto si trovò per la prima volta a contatto con “la terra del Risorgimento
popolare, repubblicano e garibaldino. Con la madre visiterà i luoghi sacri del
mazzinianesimo e del garibaldinismo, partecipando a cerimonie commemorative”
1
.
Reggio Emilia rappresenta lo spartiacque della vita di Camillo Berneri: questo
infatti è il primo, e forse unico periodo di stabilità nella sua vita. Qui cominciano i suoi
primi contatti, la sua vita politica attiva e sempre qui ci sarà la sua evoluzione
ideologica che lo farà passare dal socialismo all’anarchismo.
La madre Adalgisa Fochi e la città di Reggio Emilia sono dunque le due entità
fondamentali per lo sviluppo politico ed ideologico di Camillo Berneri: la prima per
averlo avvicinato alla comprensione dei problemi sociali; la seconda per averlo avviato
al socialismo e per avergli fatto maturare, contemporaneamente, quello spirito critico
che lo porterà ad abbandonare ben presto il campo socialista per aderire a quello
anarchico.
Reggio Emilia
Reggio Emilia è la città socialista per eccellenza, nella regione più rossa d’Italia.
Trasferitosi qui insieme alla madre nel mese di settembre 1912, presto si iscrive alla
Federazione Giovanile Socialista e in questo ambito partecipa al dibattito polemico che
vede contrapposti da una parte Angelo Tasca
2
e dall’altra Amadeo Bordiga
3
. Camillo
sarà vicino al primo, abbracciando la tesi culturista, che sosteneva la funzione educativa
del partito, dando grande valore all’educazione culturale delle masse, anche se con
posizioni diversificate sul tema dei giovani, per i quali “rivendicherà […] una
1
Francisco Madrid Santos, Camillo Berneri un anarchico italiano (1897-1937), Rivoluzione e
Controrivoluzione in Europa (1917-1937), Pistoia, ed. Archivio Famiglia Berneri, 1985, pag. 44.
2
Nemmeno diciottenne, Angelo Tasca fondò a Torino il locale fascio giovanile socialista, che verrà
ribattezzato Circolo educativo socialista in seguito alle particolari posizioni da lui sostenute. A proposito
del bidattito con Bordiga, Tasca scrive sull’Avanguardia del 22 dicembre 1912: “Il Bordiga vuole
“accendere”, noi vogliamo “evangelizzare”; operava insomma in lui la tendenza al socialismo come
predicazione, come apostolato”. (Franco Livorsi, Tasca Angelo, in Il movimento operaio italiano,
Dizionario biografico 1857-1943, vol. V, Andreucci Franco e Tommaso Detti, Roma, Editori Riuniti,
1978, pag. 15).
3
Amadeo Bordiga assunse già da giovanissimo una posizione di rilievo nella sinistra socialista e, più
tardi, nella formazione del PCI di cui fu, fino al 1923, il principale dirigente. Nell’ambito del dibattito
interno alla FGS, Bordiga assumeva una posizione pratica, di lotta e di contrasto sociale.
4
partecipazione attiva alla vita del partito, non limitata alle semplici attività di
formazione e propaganda”
4
.
Molto importante per Berneri fu il contatto con due forti personalità dell’universo
socialista reggiano: Camillo Prampolini da una parte e Torquato Gobbi dall’altra. Del
primo egli subisce l’influenza e l’iniziazione a una sorta di socialismo educazionista e
di umanesimo che aveva molto seguito in quella zona
5
. Il secondo rappresenta invece il
primo contatto con l’anarchismo pratico; fra il giovane Berneri e Gobbi, che di mestiere
era rilegatore e che era stato fra l’altro, in quegli stessi anni, membro del Comitato
d’Azione Internazionale Anarchico, si instaurò una profonda amicizia che andò ben
oltre la sola circostanza politica
6
.
Nel corso di tutta la sua militanza nella Fgs, Berneri ricopre ben presto incarichi
importanti, a conferma sia del suo inserimento totale nel tessuto sociale reggiano, sia
dell’attenzione e dell’ammirazione sempre crescente che i compagni avevano verso di
lui. Nel febbraio 1915 entra a far parte del Comitato esecutivo della Fgs e, nel maggio
successivo, si tiene proprio a Reggio Emilia in Congresso della Federazione. Tale
Congresso si svolse in modo semi-clandestino ed ebbe come tema principale la
posizione dei giovani socialisti nei confronti della guerra; il dibattito, a tratti
drammatico, conferma in ogni caso la loro posizione antimilitarista e
l’internazionalismo socialista contro le deviazioni guerrafondaie. Camillo Berneri venne
tra l’altro confermato come membro del Comitato Centrale della Federazione nel
successivo congresso provinciale, nel settembre dello stesso anno.
La crisi ideologica, comunque, è già pienamente maturata in lui, tanto che alla
fine dell’anno lascerà la Fgs dopo tre anni di militanza. Tre anni che furono di intesa
produzione letteraria e propaganda socialista: scrisse su numerosi periodici socialisti ed
ebbe una parte importante nella fondazione di circoli nei paesi vicini. Il primo scritto di
Berneri risale al 1° febbraio 1914 e fu pubblicato su L’Avanguardia, che era il
settimanale delle Fgs, con il titolo “Le menzogne del vecchio testamento”. A questo
4
Giovambattista Carrozza, Berneri Camillo, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, vol. I,
diretto da Maurizio Antonioli, Pisa, ed. Biblioteca Franco Serantini, 2003, pag. 142.
5
Camillo Trampolini, molto influente nella città tanto da essere quasi sempre presente nella
amministrazioni provinciali e comunali, era sostenitore di un socialismo dai tratti morbidi, che
manifestava in ogni dibattito, mantenendo sempre riserve di principio a proposito delle tesi rivoluzionarie.
6
Intellettuale autodidatta, Torquato Gobbi abbracciò fin da giovane il movimento anarchico, propagando
le sue idee in tutti i luoghi nei quali andò alla ricerca di lavoro. Partecipò anche a vari Congressi anarchici
in Italia e fu eletto membro del direttivo dell’ Unione Anarchica Italiana e presidente del gruppo
anarchico di Reggio Emilia.
5
primo pezzo, di chiara propaganda anticlericale, seguirono poi scritti di varia natura:
dall’antimlitarismo e anticolonialismo a scritti di più definita propaganda socialista.
Sempre a Reggio Emilia ci fu la sua prima esperienza con le forze di polizia,
nell’ambito degli scontri del 25 febbraio 1915 dei neutralisti, dei quali faceva parte, con
gli interventisti, che stavano tenendo un comizio nel centro della città.
6