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… E CCOCI I N A LTA LA NGA…
1 M A DO VE S IA MO FI NITI , CHE
P OS TO ¨ Q UEST O ?
1.1 ASPETTA ASPETTA CHE ADESSO TI SPIEGO…
L'autostrada che da Torino porta a Savona costeggia l'Alta Langa: pochi minuti d'auto
percorsi distrattamente senza quasi accorgersi di come muti il paesaggio rispetto alla
pianura precedente. Ma fino a poco tempo fa quella terra rappresentava un posto di
frontiera, snodo delle “vie del sale” che dalla costa portavano alle grandi città della
pianura. Anche l’Alta Langa è stata dunque un luogo dove si intrecciavano percorsi e
storie, essenzialmente commerciali per il trasporto di prodotti alimentari e di conseguenza
anche per la circolazione delle informazioni.
In evidenza nell’immagine l’Alta Langa
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Cos’è l’Alta Langa? Una terra antica e magica, impregnata di un fascino che soltanto chi
c’è nato può cogliere. Forse un buco nero tra Piemonte e Liguria. L’ombelico del mondo:
Bisanzio ritrovata, dove sognare di poesia e anche d’imperi impossibili, dove disquisire sul
sesso degli angeli e dormire sonni tranquilli come in nessun’altro posto. Il luogo dove
percepire il “genius loci” nel vento Marino impregnato del sapore del rosmarino, nella
limpida acqua di una sorgente, nella brezza che penetra nelle narici, nelle zolle dei campi
arati. Protetti dagli antichi dèi liguri, dai nomi obliati di Baleno, Epona, Bego, Somano…
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Probabilmente la Langa piø alta, per chi non vi è nato, equivale a una landa barbara cento
chilometri a Est di Samarcanda o a un angolo amorfo nella remota Patagonia: l’ultimo
posto, forse, dove desiderare di vivere. Chi ha vissuto la Langa sulla collina della Rosa, al
Prato dei Valli, alla pieve di Gottasecca percepisce invece l’armonia del mondo nel vento,
mentre amoreggia con le fronde dei pioppi. Lassø lo sguardo si perde nei rami dei frassini
che sembrano spezzettare il cielo azzurro: arte sublime che sa d’immenso e parla di Dio
magnifico creatore. ¨ il mondo descritto da Augusto Monti, Cesare Pavese e Beppe
Fenoglio, avi di una coscienza langhetta destinata a sciogliendosi come ultima neve
d’aprile. Chi si è fermato sull’Alta Langa, senza attraversarla simile ad uccello migratore,
sa che i suoi frutti sono impregnati d'intensi sapori: qui si raccolgono i tartufi migliori, i
funghi piø deliziosi; qui vengono prodotte le robiole piø saporite.
L’Alta Langa, prima di tutto, è terra di poeti! Come potrebbe essere diversamente? Sulle
sue colline, simile a enormi cavalloni immobili nel tempo, onde gigantesche di un oceano
cristallizzato nei giorni della Genesi, il Marino porta i profumi della Riviera per sposarli con
quelli che giungono dai monti. Forse, se uno straniero vi capitasse per sventura, potrebbe
sembrare un luogo di pazzi, giacchØ sotto la volta di quello scantinato si annida l’ultima
generazione di genuini langhetti: gentaglia simpatica dal cuore generoso e dalla parlata
eccentrica che mischia ligure e piemontese. Langhetti, razza in estinzione come il loro
sport nazionale: ºr balòn che alcuno chiamano “elastico” e altri “a pugni”; biscazzieri senza
prospettive di rivincita, con l’azzardo nel sangue, razza ingentilita da un’intrinseca ironia,
forse promossa dal buon vino Dolcetto.
Presto non echeggerà piø l’allegra parlata, ‘r me patuâ! E con il patuâ andrà perduto il
bene piø prezioso: l’identità nascosta di una piccola patria e di un piccolo popolo che trae
origine dai Liguri Salui; dagli ultimi bizantini in lento ripiegamento di fronte ai truci
Longobardi; dai cavalieri che sostennero Aleramo contro i Saraceni invasori e stupratori: i
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Da: Aime Marco, Alta langa, L’arciere, 1999
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barbari peggiori poichØ forieri di un’insanabile cesura con il passato; dagli indomiti
sfrosadori, implacabilmente ostili agli arroganti duchi sabaudi.
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Napoleone qui fu soltanto una meteora: il sogno incompiuto di un nuovo impero europeo.
Una tempesta che nessuna cappella consacrata a San Grato sarebbe riuscita a fermare;
ma fu soltanto una buriana estiva! Ora, sul solco del terzo millennio, per la terza volta l’Alta
Langa torna a presentarsi come “desertis locis”, senza guerre, pestilenze, invasioni
violenti.
E altre domande incombono. Quali saranno i futuri langhetti? Chi tornerà ad apprezzare
questa frontiera tra Piemonte e Liguria, l’essenza dell’Alta langa, l’angolo delle fate. Chi
vorrà godersi l’afa pigra dell’estate all’ombra dei platani, con gli occhi colmi dell’oro di
messi mature, per poi perdersi in fantasie notturne di aedi eolici e araldi micenei sotto le
stelle cadenti di San Lorenzo. In autunno la dolcezza dei colori, delle albe e dei tramonti
sprigionanti malinconie insondabili: il profumo del mosto nei tini, tra nebbie vellutate
accarezzanti le colline. Infine i ricami della galaverna, il silenzio che ovatta il mondo nella
magia della neve e brandire al vasto mare della vita, insondabile, sotto il cielo spazzato
dalla tramontana, esaltante la Via Lattea immensa e incommensurabile: traccia tangibile
della presenza di Dio. Come diceva la canzone? Prima stella a destra e poi sempre dritto,
fino al mattino! ( Guido Araldo).
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Da: www.altalanga.cn.it
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Da: Araldo Guido, Lungacanna, Il Punto, Torino 1996
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1.2 LA LANGA NON SOLO COME PARCO NATURALISTICO MA
ANCHE COME PARCO LETTERARIO…
L’Alta Langa rivive ancora oggi negli scritti, nelle descrizioni, nelle poesie di grandi autori -
BEPPE FENOGLIO, CESARE PAVESE, AUGUSTO MONTI, DAVIDE LAJOLO,
GIOVANNI ARPINO - che qui hanno vissuto e che di queste terre sono rimasti stregati.
Così, tra le righe delle loro pagine ecco che ritroviamo descrizioni dell’Alta Langa, dei suoi
profumi, dei vapori, delle emozione e sensazioni che si vivono sulle colline, nei prati, tra le
viuzze.
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“Una ragnatela di serali vapori avvolgeva, vagolando, le sue case spente, ora
impigliandosi al campanile ora sfumante nel cielo inscurentesi. La collina alla base era
immensa, larga e mammellosa, digradante in potenti sbalzi al fondovalle già notturno nelle
macchie e negli anfratti.”
Beppe Fenoglio
da "Il partigiano Johnny"
“Il paese figurava come un bastimento in bilico sull’ondata maggiore di quel mare
solidificato d’incanto. La nebbia scalava l’enorme collina, rapidamente uncinò l’abitato e lo
fasciò tutto. Solo piø la cuspide del campanile affiorava, vi si era impigliata, dopo molto
vagolare, una ragnatela di vapori nerastri.”
Beppe Fenoglio
da "Primavera di Bellezza"
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Da: www.ilparcoletterario.it
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“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non
essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche
quando non ci sei resta ad aspettarti.”
Cesare Pavese
da "La luna e i falò"
“Tra le due valli non c’erano che i monti di Roccaverano, due tappe a piedi, eppure ad un
altro mondo, la gente soprattutto e i tipi.”
Augusto Monti
da “i Sanssossi”
“Ottocento? o Sei? o Quattrocento? Non faceva mica questa gran differenza lassø:
stagnava la vita fra quei monti, come l’acqua nei tonfani. – Eppure Ponti è un centro! – non
si stancava di ridir Papà a chi gli svalutava il suo Comune. E una volta medico Gallareto,
che era di Mombaldone ma qualche volta le diceva buone, gli aveva risposto: - E’ un
centro, sì: è il perno: tutto gli gira d’attorno e solo esso, difatto, sta fermo.”
Augusto Monti
da “i Sanssossi”
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“Vinchio è il mio nido, ci sono nato nel tempo del grano biondo. Quando ritorno qui sono
felice, mi libero di tutto. Questa mia terra è come una donna che mi piace tanto, che sento
mia e che nessuno può portarmi via.”
Davide Lajolo
“D’inverno il mio è il paese del fango, come in primavera è il paese dei peschi e dei ciliegi
in fiore, d’estate è il paese delle lucertole e delle lepri, d’autunno il paese dell’uva, delle
vendemmie nere della barbera.”
Davide Lajolo
“Vinchio è stato il mio nido. Le radici mio padre e mia madre devono avermele piantate
ben profonde in questa terra collinosa se non è passato giorno nel corso della mia vita in
cui la mente non sia ritornata al pesco sul bricco di S. Michele, ai prati delle Settefiglie, ai
boschi della Sarmassa, ai filari conchigliosi di Montedelmare.(…)
Radici profonde, ancestrali, maliarde, persino morbose.(…) Come se potessi respirare
libero solo tra quella polvere, in quell’aria di piante amiche, nella linea diritta seguendo i
filari delle vigne, esattamente come soltanto in questi posti potessi spaziare con la fantasia
da un colle all’altro, e alzarmi in volo. Non è piø stato così in nessun altro luogo del
mondo: non nel cielo di Parigi nØ in quello di Atene, non a Pechino nØ a Samarcanda, non
a Marrakesch nØ a Beirut, mai piø.”
Davide Lajolo
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Ҭ un amore viscerale al luogo dell'infanzia, alle piante e all'erba, all'ultimo salnitro delle
vecchie mura, alla polvere delle carrarecce, dove vivaddio non è ancora arrivato l'asfalto e
il fango è fango e la polvere polvere.” Davide Lajolo
“Ho bisogno di quell’aria che soffia leggera sulle colline. Anche di quell’afa che riporta lo
scrocchio gutturale delle galline, del frinire assordante delle cicale invisibili nel loro colore
eguale alla scorza degli olmi dove stanno incollate. Ho bisogno di seguire il volo largo del
merlo quando sale dalla valle di Langa e, la sera, ascoltare la musica incantata
dell’usignolo mentre danza leggero sull’estremità del ramo che lo dondola in altalena tra
cielo e terra.”
Davide Lajolo
“Adesso il paese è rotolato giø dalla collina come una manciata di biglie, e ogni giorno si
allarga e si slunga nella pianura, con ciminiere e osterie col gioco di bocce e orti. E case
hanno fatto dove una volta venivano solo funghi.”
Giovanni Arpino
da "Regina di cuoi"
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1.3 MA GLI ARCHITETTI POSSONO DESCRIVERE LA LANGA NON SOLTANTO
ALLA MANIERA DEI TANTI POETI…
La descrizione dei “poeti” è sintetica ma anche sempre sfuggente e criptica, molto spesso
generica, legata agli aggettivi e alle occasionalità vissute dal solo poetà, incomunicabili se
non con soli sospiri.
Slegandoci quindi dalle sensazioni e dalla poesia, si possono aggiungere alcune
informazioni, per comprendere la Langa anche attraverso altri punti di vista.
Le Langhe sono una regione storica del Piemonte situata a cavallo delle province di
Cuneo e di Asti, confinante con altre regioni storiche del Piemonte, ossia il Monferrato e il
Roero e costituita da un esteso sistema collinare definito dal corso dei fiumi Tanaro,
Belbo, Bormida di Millesimo e Bormida di Spigno.
Essa si può suddividere in:
- Bassa Langa: zona compresa fra il Tanaro a nord e il Belbo a sud, con quote
genericamente inferiori ai 600 m; è la zona dell'Albese, dei vini e del tartufo.
- Alta Langa: è la zona al confine con la Liguria, con quote massime sui 750 m e un picco
di 896 m nel comune di Mombarcaro; qui dominano i boschi.
- Langa Astigiana: zona nel sud della provincia di Asti, con Canelli a nord e il fiume
Bormida di Spigno ad est, con un picco di 851 m nel comune di Serole.
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L’ Alta Langa è una delle comunità montane che
insieme vanno a circondare il Piemonte.
La Comunità Montana Alta Langa, ente locale costituito
con Decreto del Presidente della Giunta Regionale del
Piemonte n. 99 del 14 agosto 2003, è una delle sei
Comunità montane della Provincia di Cuneo.
Ubicata nella parte orientale della provincia, è
composta fin dalla nascita da 21 comuni, per una
superficie complessiva di 218,75 km² e una
popolazione di 8.116 abitanti (secondo il censimento
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Da: Pellegrino Michele, Alta Langa, l’ altra collina / fotografie di Michele Pellegrin ; prefazione
di Nino G. Gualdoni, Cuneo – Cassa di risparimio di Cuneo 1993
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del 2001), per una densità media pari a 37,1 abitanti/km².
I comuni sono: Albaretto della Torre, Arguello, Belvedere Langhe, Benevello, Bonvicino,
Borgomale, Bosia, Bossolasco (capoluogo), Camerana, Cerreto Langhe, Cissone,
Cravanzana, Feisoglio, Lequio Berria, Mombarcaro, Murazzano, Niella Belbo, San
Benedetto Belbo, Serravalle Langhe, Somano, Trezzo Tinella.
La zona è nota in maniera particolare tra gli appassionati di ciclismo e molti altri sport, in
quanto viene considerata un'ottima sede di allenamento, sia per professionisti che per
dilettanti, grazie alla natura e alla composizione del paesaggio, ottima per ogni tipo di
sport.
Qui è il fascino della natura e della storia a prendere il sopravvento. Siamo in Alta Langa
dove le colline sono spesso terrazzate e le strade salgono per curve sinuose offrendo ai
visitatori splendidi panorami.
Siamo sulle antiche strade del sale: i percorsi medioevali che vedevano il passaggio di
spezie preziose e del sale (oro bianco del tempo) dai porti della Liguria alle città comunali