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3 UN CONFRONTO CON LA PSICO-NEURO-
ENDOCRINO-IMMUNOLOGIA
3.1 Perché considerare un uso dello Yoga nei casi di
depressione, ansia ed attacchi di panico?
A questa domanda, il terapista Sky, dott. Roberto Sanlorenzo, direttore IHAV Italia e
responsabile del progetto di ricerca Sky presso l‟AOL Fatebenefratelli di Milano
(recentemente da me intervistato) ha risposto: “…lo Yoga è uno degli strumenti più
raffinati di consapevolezza psico-corporea e di lavoro sul respiro, è chiaro che, in base
alle conoscenze di neuroscienze sviluppate negli ultimi 5 anni, non può non essere un
modo importante per intervenire su questo genere di disturbi, perché sono legati
comunque ai bioritmi, all‟asse dello stress, al sistema parasimpatico e dunque anche
all‟uso del respiro
Prima di spiegare come SKY agisce a livello neurofisiologico e psicologico, faccio una
digressione per spiegare come è strutturato e come agisce l‟asse dello dello stress e i
cambiamenti ormonali
3.2 Lo stress
Walter Cannon, tra il 1910 e il 1920, introdusse per primo il concetto di stress, che nella
lingua inglese significa sforzo e che fino ad allora era stato utilizzato in ingegneria per
definire lo sforzo o la tensione cui sono sottoposti i materiali, per indicare una reazione
di allarme prodotta nell‟organismo da uno stimolo esterno.
Lo stress è una reazione emozionale intensa a una serie di stimoli esterni che mettono in
moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura adattiva. Se gli sforzi del soggetto
falliscono perchè lo stress supera le capacità di risposta, l‟individuo è sottoposto a una
vulnerabilità nei confronti della malattia psichica, di quella somatica o di entrambe.
50
Il termine, largamente usato anche nel linguaggio corrente con significati spesso in
contrasto tra loro, è stato introdotto in biologia da W.B.Cannon
54
, ma solo
successivamente ebbe una definizione univoca grazie a H.Seyle, secondo cui “lo stress è
la risposta non specifica dell‟organismo a ogni richiesta effettuata a esso”
55
.
Fig.1 Resistenza allo stress 1
La richiesta comprende una gamma molto ampia di stimoli, detti agenti stressanti, che
vanno dagli stimoli fisici come il caldo e il freddo, agli sforzi muscolari, all‟attività
sessuale, allo shock anafilattico agli stimoli emozionali, mentre la risposta biologica,
che sempre è la stessa, è la conseguenza di una reazione difensiva dell‟organismo che
consiste nell‟attivazione dell‟asse ipotalamo-ipofisi-ACTH-corteccia del surrene, da cui
si liberano in circolo i corticosteroidi.
54
Cannon W.B.,La saggezza del corpo (1932),Bompiani,Milano,1956.
55
Selye H.,Stress senza paura (1971) Rizzoli, Milano (1976).
51
Tale reazione difensiva e adattiva, denominata emergenza o anche sindrome generale di
adattamento, è caratterizzata da una fase di allarme con modificazioni biochimiche
ormonali, da una fase di resistenza in cui l‟organismo si organizza funzionalmente in
senso difensivo e da una fase di esaurimento in cui avviene il crollo delle difese e
l‟incapacità di adattarsi ulteriormente. Secondo Selye lo stress non può e non deve
essere evitato perchè costituisce l‟essenza stessa della vita, perciò non è una condizione
patologica dell‟organismo, anche se in alcune circostanze può produrre patologia, come
quando lo stimolo agisce con grande intensità e per lunghi periodi
56
.
Ricerche successive hanno permesso di rendere più flessibile la concezione di Selye,
come nell„ ipotesi di J.W.Mason
57
, secondo il quale alla base della risposta biologica ci
sarebbe, oltre alle strutture anatomo-funzionali responsabili dell‟attivazione funzionale
a livello fisiologico, l‟apparato psichico a cui ricondurre le reazioni endocrine di varia
natura, in molti casi personalizzate e specifiche. L‟importanza delle emozioni nelle
reazioni di stress ha originato il concetto di stress psicologico che differisce da quello
fisiologico in quanto la risposta dipende dalla valutazione cognitiva del significato dello
stimolo.
Esistono definizioni di stress in base all‟intensità dello stimolo, alla qualità della
risposta fisiologica e al costo richiesto dall‟individuo dalla sua modalità specifica di
affrontare i problemi e rispondere all‟ambiente. Oltre agli stress psicofisiologici
determinati da un eccesso di stimolazione, sono descritti anche gli stress psicosociali la
cui dinamica prevede :
1) una situazione esterna caratterizzata da difficoltà interpersonali, sociali o individuali
quali solitudine, abbandono, fallimento lavorativo, eccessive richieste di rendimento e
simili;
2) una risposta interna che trova le sue espressioni nell‟ansia, nella colpa, nell‟ira o nella
depressione;
3) un comportamento esterno, suscitato da quella risposta ora adeguata e realistica, ora
inadeguata, con liberazione di impulsi incontrollati di natura psichica o funzionale
56
ibidem
57
Mason J.W.,A re-evaluation of the concept of “non specifity” in stress theory, Journal of Psychiatric
Research,1971, VIII.
52
psicosomatica. Lo stress, infatti, è riconosciuto da tutti come elemento predisponente le
sindromi psicosomatiche.
Fig.2 Asse Ipotalamo-ipofisi-surrenale 1
3.3 Il diencefalo e il sistema limbico: stress, emozioni,
memoria, ragione
Diencefalo, etimologicamente, significa attraverso l‟encefalo, collega la parte profonda
con le aree corticali; secondo la classificazione tradizionale, comprende il talamo e
l‟ipotalamo. I talami, due grosse formazioni ovoidali bilaterali composte da una
cinquantina di nuclei, funzionano da ricetrasmittenti obbligate, nel senso che tutto ciò
che passa dalle cortecce al corpo (ad esempio i comandi per il movimento) e tutto ciò
che dal corpo va alle cortecce (stimoli sensoriali, di dolore, di piacere ) passa per i
talami.
L‟ipotalamo è composto da una serie di nuclei di neuroni, di diversa taglia e foggia che
integrano una quantità sbalorditiva di funzioni vitali, a dispetto delle loro dimensioni ( è
lo 0.3% del peso del cervello). I nuclei ipotalamici sono parte decisiva di circuiti che
gestiscono e influenzano sistemi vitali come: la fame, il sonno e la veglia, i liquidi e
l‟equilibrio elettrolitico, il comportamento sessuale, i sistemi endocrini, il sistema
immunitario, le emozioni. La centralità dell‟ipotalamo si vede dai collegamenti che ha
53
in entrata e uscita. Praticamente non c‟è area nervosa che conta che non abbia
collegamenti con l‟ipotalamo. Tutti i sensi, ad eccezione forse del sistema uditivo,
comunicano in diretta con l‟ipotalamo, il quale riceve connessioni dalle aree corticali e
sottocorticali che inviano informazioni di tipo interno. Ma all‟ipotalamo arrivano anche
le informazioni che giungono dal sistema immunitario sia tramite la circolazione
sanguigna, sia tramite i grandi nervi cranici, il vago in particolare
58
.
L‟ipotalamo influenza potentemente il comportamento, poichè le sue fibre proiettano
alle aree corticali, soprattutto alle prefrontali, dove si prendono le decisioni, ai nuclei del
neurovegetativo collocati nel tronco dell‟encefalo, che comandano la messa in allerta
dell‟intero organismo, all‟ipofisi, che rappresenta la ghiandola master nella produzione
ormonale. I nuclei ipotalamici, inoltre intrattengono relazioni speciali con aree cruciali
come l‟amigdala, centro emozionale per eccellenza e l‟ippocampo, centrale di
produzione della memoria.
L‟amigdala è composta da circa tredici nuclei, che possono essere divisi in tre grandi
aree tra loro interconnesse
59
:
L‟area basolaterale riceve input dai sensi e invia proiezioni alle cortecce prefrontali e
all‟ippocampo;
L‟area corticale, talmente vicina alla corteccia sovrastante (olfattiva) da confondersi con
essa.
L‟area centromediale è costituita da nuclei profondi, che ricevono input dal talamo e
dall‟ipotalamo e ne inviano al neurovegetativo.
I collegamenti tra l‟area basolaterale e le cortecce prefrontali e l‟ippocampo,
contribuiscono in modo determinante alla formazione della memoria emotiva e
cognitiva.
L‟area corticale dà un significato emotivo agli odori, mentre l‟area centromediale, che
funge da trait d‟union tra il circuito talamo-ipotalamo e il sistema nervoso vegetativo
scarica le emozioni del corpo.
58
Bottaccioli F. (2005), Psiconeuro Endocrino Immunologia. I fondamenti scientifici delle relazioni
mente.corpo. Le basi razionali della medicina integrata, Edizioni Red, Milano.
59
P.Sah e al. The Amygloid complex:anatomy and psychology, Physiol Rev, 2003;83:803-834.
54
L‟amigdala è collocata in un‟area strategica, essenziale per la memoria emotiva e per la
gestione delle emozioni. Inoltre è uno snodo decisivo nel circuito cerebrale orbito-
frontale, quello che attiviamo quando prendiamo decisioni. Il giudizio e la decisione
quindi sono impastati con le emozioni. Si profila pertanto un circuito psicologico, di cui
ora conosciamo le vie biologiche: le emozioni, che nascono nel cervello attivato da
eventi esterni o interni, si scaricano nel corpo e, al tempo stesso, costituiscono un fattore
fondamentale nel processo decisionale.
L‟impasto di emozioni e ragione è una costante umana, che si nutre di memoria.
L‟ippocampo è la struttura chiave nel complesso processo che porta alla formazione dei
ricordi. Ricerche recenti hanno consentito di stabilire che in questa area del nostro
cervello abbiamo una continua formazione di nuove cellule (neurogenesi) e che con
tutta probabilità queste nuove cellule sono essenziali per la formazione di nuove
memorie. Nei meccanismi di formazione della traccia mnestica c‟è necessità di dialogoo
tra l‟ippocampo e le aree corticali prefrontali , dove la traccia mnestica sarà depositata e
sarà disponibile alla coscienza come ricordo. Senza questo dialogo tra le due strutture,
la corteccia non è in grado di formare la traccia. Ed è per questo che, durante la
vecchiaia o nel corso di stress cronico , quando l‟ippocampo comincia a perdere colpi,
la memorizzazione di nuove cose diventa difficoltosa, mentre rimangono abbastanza
nitidi i ricordi del passato, quando l‟ippocampo aveva lavorato meglio.
E„ interessante il fatto che la connessione ippocampo-aree prefrontali si realizza solo
nella fase di consolidamento della traccia mnestica, che, una volta formata, non ha
quindi più bisogno dell‟ippocampo. Ma davvero intrigante è un altro aspetto,
identificato di recente: la comunicazione che l‟ippocampo invia alle aree corticali è
sotto forma di ritmo. A neuroni corticali distribuiti in aree separate, attivati dagli ormoni
dello stress, adrenalina, noradrenalina e cortisolo, giunge il ritmo teta dell‟ippocampo,
una musica lenta ( 5-10 hertz ), che mette in risonanza tra di loro queste strutture e le
stimola a formare nuove sinapsi di connessione reciproca
60
. E„ un processo delicato nel
quale le nuove tracce vanno a riorganizzare le vecchie, se ben gestito, non si perdono le
60
B.J.Wiltegen e al.New circuits for old memories: the role of neocortex of consolidation,
„Neuron‟,2004;44:101-108.