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Premessa
Scelta dell’ambito e limitazione della ricerca
Inizialmente, l’impostazione di questa tesi intendeva focalizzarsi sulla
comparazione tra i differenti standard della lingua spagnola e piø precisamente
mettere a confronto il doppiaggio in castigliano e il doppiaggio in messicano del
film Disney ‘La Sirenita’. Poi, però, questa idea fu abbandonata in quanto per
svilupparla sarebbero state necessarie conoscenze molto approfondite di fonetica e
fonologia, così ci si orientò sulla comparazione di lessico appartenente a diverse
aree geografiche panispaniche, puntando l’attenzione ai cambi semantici relativi
ad alcuni termini e alla formazione di alcuni neologismi semantici in determinati
Paesi.
Come primo campo lessicale da analizzare si scelse quello della musica
ma questa opzione fu presto abbandonata a causa della mancanza di sufficiente
materiale rilevante a riguardo. Successivamente ci si orientò verso il lessico della
vita quotidiana per il quale ci sarebbe stato l’imbarazzo della scelta riguardo alle
fonti documentarie a cui attingere. Proprio per la vastità del campo si decise di
circoscrivere la ricerca a fonti affidabili e che garantissero un buon livello di
imparzialità, senza declassare alcune varietà di spagnolo o enfatizzarne altre.
Inizialmente il campo lessicale considerato riguardava la casa, poi i
trasporti infine si è optato per quello relativo al cibo. La ricerca da effettuare era
potenzialmente interminabile ed occorreva definire campi ben delimitati. Dopo
aver vagliato varie possibilità, si puntò sul campo lessicale della frutta.
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Introduzione
Quando, nel mese di marzo 2010, seppi di essere rientrato nella
graduatoria del progetto europeo Erasmus per il soggiorno di studio di nove mesi
a partire dal mese di settembre dello stesso anno presso la facoltà universitaria di
Filología di A Coruæa (Galizia, Spagna), decisi di focalizzare il mio percorso di
studi sulla lingua spagnola. A tal proposito, appena terminati gli esami della
sessione estiva del secondo anno, cercai, tra i miei docenti, relatore e correlatore,
identificandoli rispettivamente nelle figure della Dott.ssa Corinne Del Re e del
Dott. Simone Ciccolone. In questo modo in quella città spagnola, oltre a praticare
la lingua e sostenere esami, avrei potuto effettuare delle ricerche per la mia tesi.
Solitamente nelle scuole e nelle facoltà universitarie è insegnato il
castigliano, la varietà di spagnolo considerata, a torto o ragione, standard. Con il
passare del tempo è andata crescendo in me la curiosità sulle differenti varietà di
spagnolo parlate nei vari Paesi dell’America Latina. Anche per questo motivo,
l’idea alla base del lavoro che avrei svolto era una comparazione tra spagnolo
castigliano della penisola iberica e le differenti varietà diatopiche dello spagnolo
dei Paesi latinoamericani. Per riallacciarmi con la lingua inglese, avevo pensato
ad un approfondimento sul fenomeno dello Spanglish, idea che dovetti presto
abbandonare per evitare di essere dispersivo e “mettere troppa carne al fuoco”.
Arrivato in Spagna a fine settembre, all’atto della ricompilazione del
learning agreement, decisi di includere tra le varie discipline che avrei seguito
Espaæol Coloquial, che poteva rivelarsi utile nel momento in cui avessi voluto
analizzare le variazioni della lingua in domini informali. Il corso era impartito
dalla Prof.ssa Esperanza Acín Villa, la mia coordinatrice Erasmus che, in diverse
occasioni, mi fornì delle indicazioni per mettere bene a fuoco il tema da trattare.
Forte delle basi di linguistica acquisite studiando per gli esami del Dott. Consani e
della Dott.ssa Perta, non riscontrai eccessive difficoltà nell’analisi dei diversi tratti
riscontrabili all’interno di conversazioni colloquiali. Avendo come correlatore il
Dott. Ciccolone e come relatrice la Dott.ssa Del Re, focalizzare la mia tesi su
questo tema mi sembrò inizialmente l’opzione piø indicata ma successivamente
mi accorsi che mi stavo addentrando in una gabbia di tecnicismi dove non c’era
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spazio per dare il mio ‘tocco’, e ne sarebbe scaturita una tesi, seppur di possibile
interesse, poco incisiva e fredda, asettica, priva di passione, redatta semplicemente
per dovere.
Idee alternative non mi mancavano. Le differenze tra spagnolo castigliano
e spagnolo latino-americano destavano la mia curiosità. Trattarle però a livello
teorico rischiava di rivelarsi poco creativo ed assolutamente non originale, oltre
che dispersivo visto che i tratti da comparare sarebbero stati molteplici. Dovevo
restringere il campo d’indagine e, allo stesso tempo, trovare un’applicazione
pratica ai concetti che avrei analizzato. Nel frattempo iniziai a seguire presso la
facoltà di Comunicación Audiovisual il corso annuale di Lengua Espaæola, tenuto
dai docenti Ana María Veleiro PØrez e FØlix Córdoba Rodríguez. Nella prima
lezione la Prof.ssa Ana Veleiro presentò il programma del corso: correzione
idiomatica e, come attività di fine corso, stesura e presentazione orale di una
tesina. Notai che poteva fare al caso mio, la tesina che avrei realizzato ai fini del
corso avrebbe costituito l’abbozzo della mia tesi e sarebbe stata supervisionata da
lei e dal professor Córdoba.
Scartata la ricerca sullo spagnolo colloquiale (di cui sostenni comunque
l’esame ottenendo un voto di tutto rispetto) in quanto non mi avrebbe lasciato
margini di personalizzazione intrappolandomi in una gabbia di tecnicismi, valutai
altre possibilità. Spremetti le mie meningi alla ricerca di un tema attinente sul
quale fossi pronto ad investire tutte le mie energie. Pensai al doppiaggio ed iniziai
a documentarmi a riguardo sul web, notando come diverse pellicole avessero due
doppiaggi a sØ stanti, uno in spagnolo castigliano ed un altro in spagnolo
messicano. Questo tema è anche piuttosto dibattuto in quanto nel corso dei
decenni c’è stata un’accesa disputa sulla qualità dei rispettivi doppiaggi, sulla
fedeltà alle voci originali e via dicendo. La Prof.ssa Veleiro mi disse che
l’argomento le sembrava interessante e che, a suo avviso, i Classici Disney
potevano costituire una ottima base di comparazione. Aggiunse che erano
necessarie conoscenze avanzate di fonetica e fonologia per poter gestire in
maniera sufficientemente esaustiva e scientifica la trattazione di quel tema.
Quando le dissi che effettivamente queste nozioni mi mancavano, lei mi rispose
che, in tal caso, sarebbe stato meglio confrontarmi con un tema maggiormente alla
mia portata, specie considerando che non ero un madrelingua e che quindi un
lavoro di quel genere si sarebbe rivelato fin troppo oneroso. Mi vidi costretto,
così, ad accantonare anche questo progetto.
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Mi fu consigliato di lavorare sul lessico e, come carta vincente per rendere
la mia tesi attuale, mi fu segnalata la recente uscita del Dizionario degli
americanismi a cura della Real Academia, molto interessante ed innovativo. Dopo
aver scelto un campo lessicale, mi sarei occupato della comparazione tra i
significati rintracciati nel DRAE
1
e quelli presenti sul Dizionario degli
americanismi
2
, disponibile per la consultazione all’interno della biblioteca della
facoltà di Filología. Scelsi inizialmente il campo lessicale della musica ma non mi
ci volle molto ad accorgermi che la base di dati su cui stavo lavorando non dava
molti frutti, c’erano ben pochi riscontri di reale interesse. Avevo una decisione da
prendere: quale campo lessicale scegliere? Mi rivolsi alla mia coordinatrice
Erasmus per ottenere indicazioni sulla mia ricerca. Quest’ultima mi suggerì di
dedicarmi al lessico della quotidianità, del cibo, dei mezzi di trasporto e così via.
Mi fece conoscere anche due ottimi strumenti per trovare esemplificazioni
sull’uso di diverse accezioni dello stesso termine ed anche per cercare di risalire
all’origine di queste ultime: il corpus CREA
3
ed il corpus CORDE
4
. Inserendo nel
motore di ricerca il termine desiderato insieme a diversi parametri diastratici e
diamesici, era possibile ottenere esempi tratti da opere sull’asse sincronico (vale a
dire a partire dagli anni ’60 fino ai giorni nostri) con il CREA e sull’asse
diacronico con il CORDE.
Consultando un corso online di spagnolo rivolto a stranieri, trascrissi un
elenco di parole sul cibo e sulla casa. La mia lista di termini si fece abbastanza
voluminosa ed impiegai molto tempo per cercarli sul DRAE e sul dizionario degli
americanismi. Risultati di interesse c’erano ma la mia ricerca era ancora troppo
poco specifica, dovevo limitare ulteriormente il campo d’indagine. In occasione
delle vacanze natalizie, tornai in ‘patria’. Andai al ricevimento della mia relatrice
che mostrò vivo interesse per il tema che avevo scelto e mi suggerì di ricercare,
nella biblioteca della facoltà ospitante, libri inerenti la formulazione e
strutturazione di glossari e repertori, la ricerca terminologica, focalizzandomi in
particolar modo sulle opere edite in Spagna. Mi chiese, inoltre, di redigere un
1
http://www.rae.es Real Academia Espaæola: Diccionario de la lengua espaæola VigØsima
segunda edición.
2
Asociación de Academias de la Lengua Espaæola, Diccionario de americanismos, ed. Santillana,
Madrid, 2010.
3
http://www.rae.es Real Academia Espaæola: Banco de datos (CREA) Corpus de referencia del
espaæol actual.
4
http://www.rae.es Real Academia Espaæola: Banco de datos (CORDE) [en línea]. Corpus
diacrónico del espaæol.
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vademecum nel quale avrei raccontato con dovizia di particolari il flusso di idee
che mi aveva portato a scegliere l’argomento da trattare e le metodologie di
ricerca applicate per la redazione della tesi.
Passavano i mesi, ad un certo punto sentii di trovarmi in un punto morto.
Avevo raccolto una mole enorme di dati attraverso un lavoro meccanico di copia-
incolla e non sapevo bene cosa farmene o, meglio, come analizzare il materiale
trovato ed organizzare la trattazione del tema in forma discorsiva. Il professor
FØlix Córdoba, esperto di lessicografia, accorse in mio aiuto. Mi chiese di sfoltire
l’elenco dei vocaboli da prendere in considerazione per la mia analisi
spiegandomi che già il lavoro che intendevo svolgere era praticamente infinito, se
avessi mantenuto tutti i termini in lista, ne sarebbe venuta fuori una trattazione
dispersiva e superficiale, senza un nodo centrale. Fu così che il campo lessicale
target diventò quello della frutta. Mi ero creato una tabella comparativa delle varie
fonti analizzate e non feci altro che integrarla con dati raccolti dal servizio online
tuBabel e dalla documentazione, sempre reperibile in linea, di Varilex
5
.
Per l’apparato teorico fu sempre lui ad indirizzarmi, consigliandomi dei
libri di lessicografia, lessicologia e semantica lessicale reperibili presso la
biblioteca di facoltà che mi avrebbero fornito le conoscenze teoriche basilari e gli
strumenti per saper distinguere, riconoscere ed analizzare i vari processi alla base
della creazione di neologismi semantici. Cercai anche del materiale ulteriore su
Internet, trovandone in quantità soprattutto in lingua spagnola ed inglese, meno in
italiano.
Nel corso delle vacanze pasquali, durante le quali decisi di trattenermi a La
Coruæa, scrissi la tesina finale per Lengua Espaæola dal titolo “LØxico de frutas y
relativos cambios semÆnticos en geolectos de países latinoamericanos” e, diverse
settimane dopo, arrivò il momento della presentazione orale del mio lavoro, che
realizzai col supporto di alcune slide di Powerpoint da me create. Ci tengo a
sottolineare come mi siano state di enorme utilità le lezioni teoriche su come
strutturare una presentazione orale audiovisiva avvincente e completa, capace di
catturare l’attenzione dell’ascoltatore, gestendo bene il tempo a disposizione,
evitando intercalari o movimenti che lasciassero intuire ansia ed insicurezza. Per
la redazione della tesina che scrissi (non l’unica, visto che nel sistema
5
http://lingua2.cc.sophia.ac.jp/varilex/phpatlas/Diccionario_Panhispanico_VARILEX.pdf
Diccionario PanhispÆnico de VARILEX
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universitario spagnolo per ogni disciplina sono previsti uno o piø lavori
individuali o di gruppo da consegnare) mi tornarono utili alcuni concetti appresi
durante il mio primo di anno di università presso la D’Annunzio nel corso di
‘Produzione testi scritti’ tenuto dal Professor Ciccolone.
Tornato in Italia dopo l’esperienza Erasmus, arrivò il momento di fare il
punto della situazione con la mia relatrice ed il mio correlatore. Mi dissero che la
documentazione trovata era molto soddisfacente e che ci sarebbe stato ben poco
da aggiungerci, restava la parte piø ostica e ‘noiosa’ cioè la resa in forma
discorsiva della scelta del tema, dei concetti appresi, delle tecniche di analisi
utilizzate e così via. Iniziò il countdown, avrei trascorso l’intera estate
dedicandomi alla tesi ed alle integrazioni di alcuni esami mancanti (pochi per la
verità) che non avevo potuto sostenere in Spagna e, nel mese di novembre,
finalmente mi sarei laureato.