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Nozioni psicobiologiche
Definito come “la malattia del secolo” o “il nuovo male della civiltà”, lo
stress sta diventando uno dei più gravi problemi dei nostri tempi (Ufficio
internazionale del lavoro, 1993). La definizione, che deriva dal latino
“stringere” racchiude in sé tutte quelle preoccupazioni, sofferenze,
privazioni, avversità che una vita difficile può presentare.
Uno dei primi studiosi che si interessò degli effetti del lavoro sulle persone
fu Hans Selye, un fisiologo-endocrinologo, il quale dimostrò che questo
fenomeno trae la sua origine dalla crisi nella quale si trova l‟organismo
quando non riesce a far fronte ai cambiamenti. Egli constatò nella sua
teoria che l‟uomo è in salute quando le sollecitazioni dell‟ambiente sono
proporzionate alle sue capacità di risposta e parla di stress positivo o
eustress quando la reazione neuroendocrina e psichica è armoniosa e
adeguata mentre parla di stress negativo ,distruttivo o distress quando la
sollecitazione eccede le capacità di risposta o quando è troppo povera e
crea noia e monotonia. Sulla base di questi elementi Selye delineò la
cosiddetta Sindrome generale di adattamento intesa come reazione
fisiologica aspecifica alle richieste di modificazione esercitate
sull‟organismo da una vasta gamma di stimoli.
Fig. 1. Fasi della Sindrome generale di adattamento
Fase 1 : FASE DI ALLARME
Momento di shock iniziale.
La resistenza si abbassa.
Controshock che mobilita i
meccanismi di difesa e
intensifica le reazioni
fisiologiche
Fase 2 : FASE DI RESISTENZA
Consente un adattamento
massimo accompagnato da
un progressivo riequilibrio
delle funzioni
Fase 3 : FASE DI ESAURIMENTO
L‟organismo è costretto a
prolungare uno strato di
risposta elevata
comportando squilibrio
funzionale.
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Punto di partenza di questa sindrome, negli studi di Selye, sono le sue
osservazioni sull‟asse ipotalamo-ipofisi-surrene ossia dei sistemi simpatico-
midollo surrenale e ipofisi-corteccia-surrenale. Il sangue veicola l‟ormone
adrenocorticotropo dall‟ipofisi alla surrenale. D‟altra parte il sistema
nervoso simpatico libera adrenalina nelle terminazioni nervose entro i
tessuti provocando una risposta immediata e breve all‟attacco stressante. Si
verifica di conseguenza un incremento della secrezione surrenale di
adrenalina e noradrenalina che rende durevole questa risposta (H.Selye,
1950). Nel 1992 Sapolsky reinterpretò le fasi descritte da Selye mostrando
che quest‟ultimo si sbagliava, soprattutto nella terza fase del suo modello,
la fase di esaurimento. Infatti l‟eccesso di secrezione ormonale porta ad un
crollo psichico e somatico (stress). Lo stress diventa patogeno quando è
durevole nel tempo. La reazione allo stress cronico si rivela negativa per la
salute.
Fig. 2 Schema della risposta da stress secondo Selye
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Naturalmente, di fianco a nozioni e definizioni di natura biologica esistono
anche riflessioni basate sul singolo individuo visto solo ed esclusivamente
come persona, escludendo le caratteristiche dell‟organismo biologico.
Se ad esempio, consideriamo la definizione di Passchier, enfatizziamo
l‟importanza del modo in cui è vissuta una situazione stressante. Nella sua
definizione sono descritti: uno stressor (ovvero l‟insieme di eventi che
originano lo stress), lo stress (lo stato interiore che si crea), e strain (le
conseguenze).
Classificazione dei fattori di stress
La risposta fisiologica detta “stress”è stata paragonata ad un aereo che si
accinge al decollo. Durante questa fase di “preparazione al decollo”, tutti
gli organi del corpo (cuore, vasi sanguigni, sistema immunitario, polmoni,
apparato digerente, cervello, organi sensoriali) sono coinvolti e vengono
modificati per venire a contatto con il pericolo percepito ( A.I.S. The
American Institute of Stress).
I fattori di stress possono essere classificati come: 1 - Esterni, 2 - Interni,
3- Acuti, 4- Cronici. I fattori di stress esterni dipendono dalle circostanze
fisiche avverse (quali ad esempio il dolore), oppure gli ambienti psicologici
stressanti, come possono essere, ad esempio, le condizioni di lavoro
precarie e sfavorevoli. I fattori di stress interni si dividono a loro volta in
fisici e psicologici. Sono fattori di stress interni fisici le infezioni o le
infiammazioni, mentre sono fattori di stress interni psicologici le
preoccupazioni relative ad eventi nocivi che possono o potrebbero
accadere. I fattori di stress acuti sono di breve durata e rappresentano la
reazione ad una minaccia immediata. Il rumore è considerato un fattore di
stress acuto soprattutto se legato all‟ambiente lavorativo. Di questo gruppo
fanno parte anche l‟isolamento, la fame, il pericolo immediato e addirittura
anche la semplice immaginazione di una minaccia o il ricordo di un evento
pericoloso. Solitamente, quando la minaccia acuta è passata, la risposta
stressante viene disattivata e si regredisce ad una risposta di rilassamento. I
fattori di stress cronici, infine, non sono invece di breve durata e si
caratterizzano nello sforzo di sopprimere la reazione stressogena.
Ritroviamo questa situazione soprattutto negli ambienti lavorativi
altamente faticosi o nei problemi di rapporti a lunga durata.
Possiamo ancora distinguere un tipo di stress intermittente e un tipo
“cronico” propriamente detto. Uno stress di tipo intermittente si verifica ad
intervalli temporali più o meno costanti di durata limitata. Il secondo tipo
coinvolge l‟intero organismo in modo continuo per un lungo periodo di
tempo (A.I.S. The American Institute of Stress).
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Un’altra definizione
Lo stress è anche stato definito come “ uno squilibrio sostanziale percepito
tra la richiesta e la capacità di risposta, in condizioni in cui la mancata
soddisfazione della richiesta ha importanti conseguenze”.
Così definito lo stress diviene un oggetto che minaccia la nostra vita e dal
quale, dunque, bisogna difendersi e, seguendo le orme del fisiologo Hans
Selye, consideriamo la risposta da stress come una risposta multifattoriale
caratterizzata non soltanto dall‟attivazione dell‟asse ipotalamo-ipofisi-
corticosurrene ma da cambiamenti che interessano diversi sistemi
dell‟organismo. In sintesi possiamo così riassumere i meccanismi biologici
cui assistiamo in una situazione di stress:
- Il ritmo respiratorio accelera
- Il ritmo cardiaco aumenta
- I ritmi cerebrali diventano più rapidi
- I muscoli ricevono un maggior apporto di ossigeno e di zucchero
- Le difese immunitarie diventano più attive
- Squilibrio omeostatico fisiologico e psicologico
Sulla base degli studi sull‟omeostasi e sulla sindrome generale
d‟adattamento e sullo stress, possiamo considerare stressante un evento che
produce reazioni a carico dell‟asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Ma è
possibile anche sottoporre i soggetti a situazioni stressanti e prelevare poi
un campione di sangue per valutare la presenza di corticosteroidi in elevata
quantità. E‟ necessario infine confrontare questi dati con soggetti che non
sono stati sottoposti ad alcuna situazione stressante (H. Selye, 1950)
Fig. 3 Modello schematico dei
meccanismi di feedback
che regolano la
produzione
del fattore di liberazione
della corticotropina.
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Psiche e biologia
Le caratteristiche dell‟individuo, dell‟evento stressante e dell‟ambiente
possono trasformarsi in ostacoli alla costituzione di un equilibrio in
situazioni di stress. E‟ infatti constatato che una crisi dell‟organismo
sta‟alla base di importanti eventi patologici. Esiste una scala, elaborata da
Holmes e Rahe, che misura il rischio patologico di circa 300 eventi. I
punteggi di rischio vanno da 100 a 0.
Ordine Eventi Life Change Units
1 Morte del coniuge 100
2 Divorzio 73
3 Separazione dal coniuge 63
4 Prigionia 63
5 Morte di un parente stretto 63
6 Incidente o malattia 53
7 Matrimonio 50
8 Licenziamento 47
9 Riconciliazione matrimoniale 45
10 Pensionamento 45
11 Cambiamento delle condizione di salute di un famigliare 44
12 Gravidanza 40
13 Problemi sessuali 39
14 Arrivo in famiglia di un nuovo membro 39
15 Cambiamenti negli affari 38
16 Cambiamento dello stato economico 38
17 Morte di un amico intimo 37
18 Cambiamento dell‟attività lavorativa 36
19 Variazione dei contrasti con il coniuge 35
20 Prestito di valore elevato 31
21 Pagamento inaspettato di un debito 30
22 Cambio di responsabilità sul lavoro 29
23 Allontanamento da casa di un figlio 29
24 Difficoltà con la famiglia del coniuge 29
25 Eccezionale riuscita personale 28
26 Moglie che inizia o lascia un lavoro fuori casa 26
27 Inizio o fine di un ciclo scolastico 26
28 Grande cambiamento di ambiente 25
29 Cambiamento delle abitudini personali 24
30 Difficoltà con il proprio datore di lavoro 23
31 Cambiamento di orari o condizioni di lavoro 20
32 Cambio di domicilio 20
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33 Cambio di edificio scolastico 20
34 Cambio di lavoro o della durata del tempo libero 19
35 Cambiamento nelle attività parrocchiali 19
36 Cambiamento nelle attività sociali 18
37 Comprare qualcosa a credito 17
38 Cambiamento nella durata del sonno 16
39 Cambiamento numero partecipanti riunioni di famiglia 15
40 Cambiamento notevole delle abitudini alimentari 15
41 Vacanze 13
42 Natale 12
43 Piccole violazioni della legge 11
Tabella 1. La “Social Readjustment Rating Scale. Sono rappresentati solo
alcuni dei “life events”.
Oggi, gli sviluppi medico-biologici ci permettono di cogliere alcuni effetti
psicofisiologici di questa crisi. Ad esempio, il comportamento alimentare,
che è un comportamento fondamentale alla sopravvivenza, può essere
alterato, anche in maniera drammatica dagli eventi stressanti, al punto di
portare all‟insorgenza di una grave patologia alimentare: l‟anoressia
nervosa. Quest‟ultima si configura come un rifiuto di mantenere il peso
corporeo al di sopra del peso minimo normale. Essa si manifesta nell‟arco
di età di passaggio dall‟infanzia all‟età adulta e principalmente si verifica
nelle donne, a partire dalla prima mestruazione.
Un altro disturbo spesso definito psicosomatico è rappresentato dalle
allergie, ovvero alterazioni della risposta immunitaria. Queste vengono
definite psicosomatiche quando non vi è nessuna condizione medica
generale diagnosticabile a cui possano essere attribuiti i sintomi fisici.
Anche in questo caso è accentuata la prevalenza del disturbo nelle donne.
Nel corso degli ultimi anni, l‟esigenza di relazionare in maniera equa lo
stress con le emozioni, la patologia e le disfunzioni del sistema
immunitario, ha dato vita ad una nuova disciplina: la
psiconeuroimmunologia, la quale si concentra sul ruolo del sistema nervoso
nella regolazione dei fenomeni immunitari. In ogni caso, la storia
individuale dell‟organismo possiede un ruolo determinante nello sviluppo
delle funzioni del sistema immunitario.
La medicina psicosomatica definisce alcuni profili di personalità
psicosomatiche che soffrono di malattie somatiche e sottolinea la
descrizione di come i conflitti repressi portino in ultimo luogo a
manifestazioni organiche ( Cabib e Puglisi A., 1995).
Uno studioso di questo approccio, Flanders Dunbar descrive alcune delle
suddette personalità:
- un personalità diabetica
- una personalità ipertensiva
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- una personalità coronaria
- una personalità reumatica
Secondo questo autore la malattia può avere sia un‟origine psicogena sia
un‟origine esogena. Relativamente ad un altro autore seguace
dell‟approccio psicosomatico classico, Franz Alexander, i processi
psicologici devono essere studiati con metodi psicologici. La scuola di
Alexander formulò un modello per cui esistono tre fattori che, insieme,
determinano la malattia:
- la vulnerabilità dell‟organo
- la struttura psicologica conflittuale
- i meccanismi di difesa
Allo stesso modo esistono tre tappe nella storia di ogni malattia:
- la tappa di pre-apparizione
- l‟inizio vero e proprio
- il periodo successivo alla sua apparizione
Fig. 4 Localizzazione delle ghiandole endocrine
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Fig. 5
Alcune
funzioni delle
ghiandole
endocrine
Fig. 6 Esempi di
risposte
profonde
agli stati
emozionali
rielaborati da
Alexander
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Strategie e farmacologia dello stress
Esistono diverse strategie per far fronte allo stress e tutte condividono lo
stesso punto di partenza. Occorre, infatti, individuare il sito della causa
stressogena e quindi capire se si tratta di fattori di stress esterni o interni.
Nel primo caso, una strategia adeguata consiste nell‟operare sulla realtà
esterna per eliminare la causa. Questa strategia agisce sulla capacità
dell‟individuo di controllare le proprie emozioni nella realtà. Il risultato di
questa strategia dovrebbe condurci alla conclusione che, riducendo la
rilevanza emotiva di un determinato evento, si può limitare la discrepanza
che l‟evento stesso ha prodotto.
Riferendoci, invece, allo stress di tipo cronico, è stato dimostrato che un
adeguato insieme di rinforzi positivi e negativi può condurre al controllo di
molte funzioni degli organi interni attraverso un metodo di
condizionamento chiamato biofeedback (Cabib e Puglisi, 1995).
Tabella 2. Alcune funzioni organiche controllate con la tecnica del
biofeedback.
- Attività elettrodermale
- Attività elettrica cerebrale
- Frequenza cardiaca
- Pressione arteriosa
- Vasomotilità
- Motilità gastrica
- pH gastrico
- Motilità intestinale
- Broncodilatazione
Questo metodo, non solo è stato utilizzato per il controllo di alcune
funzioni dell‟organismo, ma anche in alcune tecniche di rilassamento.
Queste ultime si basano sulla concezione della persona come bisognosa di
creare un rapporto armonico con la natura e si realizzano attraverso diversi
metodi ( il training autogeno, l‟ipnosi e la meditazione trascendentale).
Spesso però queste strategie non sono sufficienti per far fronte agli eventi
stressanti. Di conseguenza scarseggiano nell‟individuo le difese nei
confronti di questi eventi e l‟individuo si trova costretto ad immettere nel
proprio organismo specifiche sostanze chimiche addette all‟aiuto e alla
correzione dell‟opera dei sistemi biochimici modulatori della risposta da
stress.
Inoltre, in un mondo che, oggi, si presenta come un ambiente psicosociale
che richiede costantemente un alto livello di attivazione, esistono persone
in cui questa attivazione non è sufficiente. Ciò si verifica sia per cause
endogene che riguardano le condizioni dell‟organismo sia per cause