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Introduzione
Negli ultimi anni l’analisi e la gestione dei processi è divenuta un’attività
imprescindibile per tutte quelle aziende che vogliono rimanere competitive sul mercato.
L’Information Technology (IT) comincia ad assumere un ruolo nuovo, non più semplice
fornitore di soluzioni tecnologiche, ma attore fondamentale per il disegno e l’analisi dei
processi e ciò grazie alla sua visione globale dell’azienda. In virtù di questi
cambiamenti, ho scelto di approfondire nell’elaborato finale la gestione dei processi e in
particolare l’attività di mappatura. Ho avuto la possibilità di applicare sul campo le
nozioni teoriche realizzando, all’interno di un progetto di Business Process
Management, la mappatura dei processi del Gruppo Boehringer Ingelheim Italia.
L’elaborato è suddiviso in due parti:
la prima prettamente teorica in cui vengono descritti il Business Process
Management, insieme ad una metodologia specifica per l’implementazione, il
Business Process Mapping e il tool ARIS utilizzato per la mappatura.
La seconda parte, invece, racconta del progetto di mappatura dei processi,
illustrando le attività svolte e le principali problematiche riscontrate.
L’elaborato si conclude delineando i possibili sviluppi ed approfondimenti che
potrebbero costituire la naturale prosecuzione del lavoro intrapreso.
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PARTE I:
Business Process Management e Business Process
Mapping
1. Il Business Process Management
1.1 Storia del BPM
L’idea che il lavoro possa essere suddiviso per processi non è relativamente recente.
Risale a Frederick Taylor all’inizio del secolo scorso. Il suo metodo prevedeva lo studio
accurato dei singoli movimenti del lavoratore per poter ottimizzare il tempo di lavoro.
Egli focalizzava l’attenzione sulla ricerca della massima efficienza locale di
microprocessi e non sul contributo di tale attività al processo globale che genera valore
per il cliente.
Un’ ondata a supporto della gestione dei processi scaturì dalla combinazione delle teorie
di Taylor con le tecniche per il controllo statistico sviluppate da Shewart, Deming,
Juran. Queste teorie si basavano sulla misurazione e sul controllo delle possibili
variazioni dei processi, mirando a miglioramenti continui e all’empowerment dei
lavoratori al fine di ottimizzare i processi stessi.
Fra le aziende che si contraddistinsero principalmente attraverso la messa in pratica di
queste teorie ricordiamo in particolare la Toyota. Questa sviluppò un proprio modello, il
Toyota Production System (TPS) che combinava il controllo statistico dei processi con
la formazione continua di team di lavoro decentralizzati. Con questo modello la
produzione divenne di tipo pull, il che portò a una forte riduzione degli sprechi e delle
scorte.
Poche aziende riuscirono, però, ad implementare con successo il modello TPS, poiché
esso si basava anche su un fortissimo coinvolgimento e impegno dei lavoratori tipico
della cultura giapponese, ed anche Toyota non riscosse gli stessi risultati negli impianti
fuori del Giappone.
Dal modello Toyota si svilupparono anche le teorie di Lean Organization, in seguito
adottate da molte aziende, che si basavano su una migliore organizzazione e gestione
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del personale, delle relazioni con i clienti, della catena di fornitura, dello sviluppo dei
prodotti e delle attività operative di produzione.
Un ulteriore modello, precursore del BPM, nacque intorno agli inizi del ’90, quando
diverse aziende occidentali, trovandosi di fronte a una recessione economica e
all’emergere di nuovi grossi competitor, adottarono il Business Process Reengineering
(BPR). Questo nuovo modello si basava sul radicale ridisegno dei processi finalizzato a
realizzare straordinari miglioramenti nei parametri critici delle prestazioni come i costi,
la qualità, e i tempi. Il BPR prevedeva l’utilizzo dell’Information Technology come leva
strategica per l’introduzione di nuove modalità di lavoro e non solo come strumento di
supporto per quelle già esistenti.
Il BPR fu, inoltre, il primo modello per la gestione dei processi che si focalizzava non
solo sui processi produttivi, ma anche su quelli relativi ai servizi. Esso non si basava sul
miglioramento continuo o sul controllo statistico, ma prevedeva una completa
riorganizzazione delle attività. Molte aziende in Europa e negli USA intrapresero
progetti di reengineering, ma la maggior parte si rivelarono troppo complessi e con
risultati al di sotto delle aspettative.
Altro modello recente che provocò grandi entusiasmi fu la metodologia Sei-Sigma
sviluppato dalla Motorola negli anni ’80 e diffusa negli anni ’90 dalla General Electric.
Con il Sei-Sigma si ritornò al controllo statistico dei processi, infatti, il metodo si
basava sul raggiungimento di un controllo di processo tale da avere meno di 3 parti
difettose per milione.
Con la metodologia Sei-Sigma si tornò all’analisi su piccoli processi di lavorazione,
puntando a miglioramenti incrementali e non radicali.
Il BPM cerca di mettere insieme e di amalgamare tutti i precedenti modelli, ispirandosi
ai punti di forza e tenendo presenti le cause che hanno portato a taluni insuccessi. Il
BPM non si basa esclusivamente sul controllo statistico dei processi o sulle
sperimentazioni bottom-up, ma considera soprattutto le basi per il miglioramento dei
processi e per la gestione del cambiamento. Non considera l’IT come unico fattore
necessario alla gestione dei processi, ma non lo ignora come il TPS e il Sei-Sigma. Esso
considera tutti i maggiori veicoli attraverso i quali l’organizzazione comprende, tiene
sotto controllo e modifica i propri processi.
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Inoltre, a differenza del BPR, il BPM pone grande importanza sulle persone,
considerandole la chiave per implementare i miglioramenti dei processi e tenendo
presente la necessità di dover gestire la resistenza al cambiamento.
1.2 Cosa è il Business Process Management
Il Business Process Management può essere definito come l’insieme delle attività
necessarie per il disegno, il monitoraggio, l’implementazione e l’integrazione dei
processi aziendali in accordo con i bisogni del business.
Il Business Process Management è uno strumento per gestire ed incrementare il
business, per salvaguardare e comprendere il patrimonio di conoscenza dell’impresa,
per valutare l’impatto di ogni azione nei riguardi del business dell’azienda e per
intraprendere rapidamente cambiamenti.
Gli obiettivi fondamentali del BPM consistono nell’individuare e porre in gestione tutti
i processi presenti, renderli governabili, offrire un’opportunità per individuare ed
applicare nuove soluzioni a realtà esistenti e consolidate, salvaguardando l’esperienza
aziendale. Tuttavia il termine BPM è spesso mal interpretato e abusato, infatti, alcuni lo
intendono come una soluzione tecnologica per il miglioramento dei processi e altri lo
utilizzano per le stesse finalità del BPR.
Deve esser chiaro fin da subito che il BPM è un programma che deve essere
continuamente perseguito e che esso è più di un software, più di un reengineering dei
processi, più di una modellazione dei processi. Il BPM stesso rappresenta un processo
costituito dalla fase strategica, di definizione dei processi, di implementazione e di
controllo. Per il BPM è necessaria una chiara visione globale e trasversale
dell’organizzazione.
Il BPM può esser visto come un processo a più facce: l’ottimizzazione dei processi può
essere considerata come la più classica forma di BPM. Il cambiamento di
un’organizzazione, da una struttura funzionale a una struttura per processi, è
direttamente collegato con il BPM. Inoltre, vi è tutta una serie di strumenti di gestione
che fanno parte del BPM o che possono essere meglio utilizzati attraverso il BPM.
Questi includono la gestione della qualità la quale, dall’introduzione delle norme ISO
9000:2000, è orientata ai processi e richiede un sistema di gestione integrato e piani di
formazione e addestramento del personale. Lo stesso dicasi per la gestione del rischio e
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per la riduzione dei costi, se li si vuole perseguire, senza avere impatti negativi su altri
fattori di successo come tempo, qualità e soddisfazione del cliente, è necessario adottare
una soluzione di BPM. La standardizzazione dei processi e dei sistemi IT in azienda è,
inoltre, uno degli obiettivi a lungo termine del BPM.
Senza il BPM, diventa difficile prendere decisioni su quali processi tenere in casa e
quali dare in outsourcing, poiché per poter valutare bene le scelte possibili, è necessario
un elevato livello di trasparenza su processi, informazioni e unità organizzative,
raggiungibile tramite il BPM.
Il controllo dei costi di un processo è un altro aspetto importante del BPM.
Un sistema di indicatori di performance è indispensabile per controllare le prestazioni e
per supportare il miglioramento continuo. Il controllo dei processi è un tema che sta
acquisendo un’importanza crescente come dimostra il successo negli ultimi anni della
Balanced Scorecard (BSC). I key performance indicator (KPI) e la BSC, che attraverso
la definizione di indicatori su più livelli traduce la strategia aziendale in termini
operativi, sottolineano uno dei più importanti aspetti del BPM: lo sviluppo di
un’organizzazione conforme alla strategia.
Figura 1: Visione del BPM a 3 livelli
Business Strategy
Implications on organization,
technology and people
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1.3 I Processi e le organizzazioni
Innanzitutto, prima di poter focalizzarsi sul BPM, è necessario chiarire il concetto di
processo. Una definizione di processo prelevata dalla norme ISO 9000:2000 è :
“insieme di attività correlate o interagenti che trasformano elementi in entrata in
elementi in uscita”.
Requisito fondamentale, per cui un’azienda possa intraprendere un progetto di BPM, è
che questa sia organizzata per processi.
Il problema principale che si ha con la classica struttura funzionale è che essa mira, in
particolar modo, al raggiungimento di obiettivi di efficienza funzionale, perdendo di
vista l’ottimizzazione del risultato globale. Si hanno scarse interrelazioni fra le varie
funzioni e al crescere della struttura il coordinamento diviene sempre più difficile e
complesso. Il modello gerarchico funzionale è poco flessibile ed è adeguato soltanto se i
mercati sono stabili e poco turbolenti.
Passando a una struttura per processi, ci si focalizza su un insieme di attività trasversali,
interfunzionali, con un obiettivo comune: la soddisfazione del cliente finale, in quanto
solo ciò che è visibile e percepito dal cliente, apporta valore aggiunto. La gestione per
processi pone l’accento sull’efficienza del processo e sulla sua flessibilità, permettendo
l’adattamento rapido e a basso costo ai mutamenti ambientali. A livello organizzativo, la
tradizionale struttura gerarchico-funzionale, basata sulla mansione, lascia spazio ad
un’organizzazione per risultati, dove l’aggregazione per competenze prevale
sull’appartenenza funzionale. Emerge la necessità di una nuova figura organizzativa: il
responsabile di processo ("process owner"), cioè colui che opera trasversalmente
rispetto alle funzioni tradizionali e presiede alle attività di miglioramento delle
prestazioni del processo.
Inoltre, valorizzando l’approccio per processi, all’interno delle aziende si assiste alla
nascita di centri di competenza ed alla costituzione di task force group, entrambi gruppi
di esperti interfunzionali a cui viene assegnato il compito di affrontare problemi urgenti
e di reagire in modo rapido a cambiamenti di mercato.
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1.4 Ragioni per implementare un progetto di BPM
L’efficacia e l’efficienza dei processi interni ed esterni gioca un ruolo fondamentale nel
determinare il successo di una compagnia. I principali obiettivi del BPM sono
l’incremento della soddisfazione del cliente e il miglioramento della produttività e della
competitività. Il BPM ha l’obiettivo di incrementare il valore dell’azienda, ma questo
può essere ottenuto solo se ci si concentra sui processi, identificando le attività che
creano valore e tenendo sempre presente il punto di vista del cliente.
Il permanente controllo e miglioramento dei processi è la base per il continuo
incremento delle performance.
Come già detto, l’obiettivo fondamentale di un’azienda è la creazione del valore. I
processi coinvolti nella fornitura di beni e/o servizi, detti core processes, portano
direttamente alla creazione del valore, mentre i processi che servono a gestire e a
supportare le attività che creano valore sono i processi di supporto.
Nei casi pratici, vi è spesso una mancanza di collegamento fra il livello strategico e il
livello operativo di un’organizzazione. Mentre a livello strategico una società pensa in
termini di processi basandosi sui prodotti e sui mercati, l’organizzazione sottostante si
concentra sulla estrema efficienza dei processi soltanto all’interno dei propri
dipartimenti funzionali. Con il BPM si cerca di colmare questo gap collegando i
segmenti di business e i correlati fattori di successo con i processi e con gli obiettivi
necessari per la creazione del valore. La visione dei vari dipartimenti funzionali
concentra la propria attenzione sulla struttura dell’organizzazione, più che sui processi
di business. I processi, sia core che di supporto, devono essere visti sempre con l’ottica
del cliente e la società deve cercare di strutturarsi realmente per processi.
Vi sono, dunque, innumerevoli motivi per cui un’azienda debba intraprenda un progetto
di BPM. Ovviamente, vanno effettuate delle valutazioni specifiche in base alle
determinate peculiarità di ogni società. Di seguito sono elencate una serie di ragioni
suddivise per differenti prospettive.
1.4.1 Prospettiva Organizzativa
Dal punto di vista organizzativo le cause principali per prendere in considerazione un
progetto di BPM sono:
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Fusioni e Acquisizioni poiché portano a una crescita di complessità e
necessitano una razionalizzazione dei processi.
Riorganizzazioni che implicano consistenti cambi di ruoli o di responsabilità.
Cambiamento di strategia, in modo da mantenere coerente l’allineamento fra
visione strategica e processi.
Adeguamento a leggi o a nuove normative, per esempio diverse organizzazioni
hanno intrapreso progetti di BPM a seguito dell’introduzione della Sarbanes
Oxley Act.
Acquisizione di una maggiore flessibilità in modo da consentire
all’organizzazione di adattarsi ai continui mutamenti del mercato e di rimanere
competitiva.
1.4.2 Prospettiva Manageriale
Dal punto di vista manageriale un progetto di BPM andrebbe effettuato in seguito alla
necessità di fornire ai manager maggiore controllo sui propri processi o al bisogno di
creare una cultura di eccellenza. Inoltre, andrebbe considerato anche per contrastare
l’effetto di tagli nel budget.
1.4.3 Prospettiva del Personale
Un alto turnover, dovuto alla natura del lavoro stesso o al grado di pressione e
aspettativa sulle persone senza un adeguato supporto, una bassa soddisfazione e
motivazione del personale, problemi legati alla formazione, potrebbero essere dei buoni
motivi per implementare un progetto di BPM. Inoltre, questo comporterebbe un
aumento dell’empowerment, consentendo di dare potere a persone e gruppi
condividendo le responsabilità in modo che gli stessi abbiano un forte senso di possesso
e di impegno, partecipino e contribuiscano a livelli elevati, siano creativi ed innovativi,
assumano rischi calcolati e siano disponibili ad assumersene le responsabilità.
1.4.5 Prospettiva Clienti / Fornitori
Una bassa soddisfazione dei servizi offerti dovuta a un sovraccarico del personale o
all’inadeguatezza di rispondere alle richieste entro i tempi previsti, un inaspettato
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aumento del numero dei clienti, dei fornitori o dei partner, l’introduzione livelli di
servizio più alti, andrebbero accompagnati da un’azione di BPM.
1.4.6 Prospettiva Prodotti e Servizi
La sempre crescente complessità dei prodotti e dei servizi esistente, o l’introduzione di
nuovi senza delle adeguate contromisure provoca un time to market inadeguato alle
crescenti richieste dei clienti.
1.4.7 Prospettiva Processi
Processi poco chiari e fuori controllo con bassi livelli di qualità, con ruoli e
responsabilità non ben definiti, portano alla perdita degli obiettivi e delle finalità degli
stessi. Di conseguenza questi diveranno inefficienti e statici.
Inoltre, un progetto di BPM andrebbe implementato nel caso di perdita di visione
unitaria e di comprensione globale dei processi, soprattutto da parte di coloro che
svolgono parte del processo stesso.
1.4.8 Prospettiva IT
L’introduzione di nuovi sistemi, la dismissione di vecchi sistemi, l’introduzione di una
nuova architettura IT andrebbero accompagnati da un’azione di BPM. Questa dovrebbe
essere adottata anche quando i costi IT sono fuori controllo o quando l’IT non supporta
adeguatamente i bisogni del Business.