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Il mondo delle public utilities locali ha a mio avviso bisogno di nuove
competenze manageriali perché possa mantenere la capacità di
competere senza distruggere risorse (e quindi valore), anzi
confermando il ruolo di agente fondamentale nel miglioramento della
qualità della vita.
Crediamo tanto che il patrimonio del nostro Paese vada difeso dalla
concorrenza straniera, ma a mio parere dovrebbe essere prima messo
nelle condizioni di competere a parità di opportunità e di sostegno del
contesto nazionale con gli altri operatori europei, nella convinzione
che una vera liberalizzazione del settore potrebbe sortire probabili
benefici per il sistema Europa.
Per questi e molti altri motivi ho scelto come oggetto della mia
tesi il business marketing e il caso specifico della A.G.E. srl, di cui
espongo la strategia aziendale e l’organizzazione, in sostanza il
percorso di crescita intrapreso in questi ultimi anni, che nonostante la
giovane età l’ha portata ad uscire dai propri confini regionali per
proiettarsi a livello nazionale e oltre.
Una caratteristica fondamentale la distingue da molti altri competitors:
il fatto di avere progettato e costruito più di sette impianti diversi e
quindi di operare su altrettanti settori di mercato. Trattare in questa
sede di tutti gli ambiti di applicazione dell’A.G.E. sarebbe divenuto un
lavoro troppo denso e rivolto ai cosiddetti “addetti ai lavori”, oppure
d’altro canto sarebbe stato semplicistico agli occhi dei professionisti
che vi lavorano.
Da qui la mia scelta di approfondire e studiare una delle grandissime
possibilità che la A.G.E. srl mette a disposizione delle aziende di
pubblica utilità, ovvero la produzione energia da fonti alternative in
particolare dalla “biomassa” e dei processi di utilizzo della biomasse,
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nonché dei trattamenti da loro utilizzati per migliorare il potere
calorifero ed il rendimento della produzione energetica attraverso un
per trattamento di pellettizzazione o bricchettatura che ne permette
un’attuazione più veloce ed economica, analizzandone il relativo
mercato. Questo tema viene da me affrontato non solo dal punto di
vista delle decisioni di marketing, ma anche dal punto di vista tecnico
e di impatto economico.
La tesi sarà quindi così strutturata.
Nella I parte esporrò alcuni temi fondamentali di marketing
industriale, evidenziando i fattori principali che lo costituiscono, e
approfondendone alcuni contenuti.
Nella II parte presento A.G.E. srl: i suoi mercati di sbocco, la
sua composizione, l’evoluzione subita negli anni, e la volontà di
seguire un percorso volto all’innovazione e alla protezione
ambientale. L’impresa ha come motto l’acronimo ”ZIP”, che
sintetizza un progetto di ben più grande importanza, come arma di
differenziazione e strumento per il raggiungimento e il mantenimento
del vantaggio competitivo. Dal progetto strategico ZIP (Zero Impact
Platform) procedo ad estrapolare una delle tecniche che la
compongono, ovvero la produzione di energia dalla biomassa,
dapprima introducendone il concetto e poi studiandone gli aspetti
peculiari, soffermandomi su alcuni metodi di pretrattamento della
stessa, come l’essiccazione e la bricchettatura.
Nella III ed ultima parte espongo come in base ai principi di
business marketing precedentemente trattati (v.Cap.1), la A.G.E. srl
gestisce il proprio cliente industriale, riportando alcuni studi effettuati
dall’azienda su come si struttura il mercato di riferimento, ovvero dei
rifiuti, entrando poi nel dettaglio con il mercato della biomassa e del
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bricchetto. Tutto ciò senza trascurare un obiettivo parallelo di A.G.E.
srl, ovvero l’incremento dell’e-business aziendale come fonte di
crescita d’impresa.
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Capitolo I
Il business marketing
Ricercando il significato storico di marketing industriale (Business to
Business), bisogna andare poco indietro nel tempo visto che è una
disciplina recente sviluppo rispetto al consolidato marketing
“Business to Consumer”. L’attualità del tema è giustificata dallo
spostamento di priorità dalla produzione al mercato, cosicché il
marketing diventa sempre più elemento della strategia: la conoscenza
dei mercati, della loro evoluzione e del modo di affrontarli è oramai il
punto di ingresso nella pianificazione d’impresa.
Il marketing business to business presenta tanti aspetti interessanti, fra
cui per esempio, la molteplicità dei fattori che influenzano il processo
d’acquisto, i comportamenti a esso legati e i problemi che
dall’acquisto possono scaturire; la natura derivata della domanda; la
concentrazione delle vendite, la struttura e la distribuzione del potere
di mercato.
Dopo aver approfondito questi fattori, procedo a descrivere le
relazioni che intercorrono tra azienda acquirente e azienda venditrice,
la loro diversità e come, sviluppando forti, costruttive e
multidimensionali relazioni con i clienti, l’impresa venditrice possa
avvalersi di uno degli elementi critici di successo volta a rinforzare la
propria posizione competitiva. Inoltre faccio riferimento ad una nuova
pratica quale il supply-chain management volto ad ottimizzare il
processo di progettazione e di sviluppo.
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I primi studi di marketing industriale risalgono agli anni ’30 e
’40 negli Stati Uniti, quando la grande depressione conseguente alla
crisi del ’29 determinò un forte sbilanciamento tra domanda e offerta,
soprattutto nei settori dei beni industriali. I pionieri del marketing
industriale si occuparono dell’esame delle variabili distributive e
promozionali per poter accrescere i volumi di vendita dei prodotti.
Negli anni ’50 e ’60, furono stilate le principali politiche e le pratiche
d’acquisto delle organizzazioni, l’“industrial buying behaviour”. In
questi anni gli studiosi del settore erano insoddisfatti dell’efficacia dei
contributi fino ad allora apportati e si concentrarono sull’analisi
dell’acquirente industriale, ciò nell’intento di dare indicazioni utili alle
imprese.
Il concetto di relazione di scambio è l’elemento attorno al quale negli
anni ’80 e ’90 trova sviluppo la disciplina dello strategic
management; oggi invece si sottolinea la necessità di sviluppare
capacità di acquisizione, diffusione e uso di una maggiore conoscenza
dei clienti e dei concorrenti.
In conclusione, il riconoscimento dell’autonomia e dell’identità che
ormai presenta la disciplina del business marketing, non si può negare
che presenti ancora molti punti di debolezza, soprattutto per quanto
riguarda il legame tra il business marketing e lo sviluppo della
strategia d’impresa.
Gli studi di marketing si rivolgono quindi anche al campo
specifico dei beni industriali, al fine di analizzare non solo il
comportamento del consumatore finale, ma anche quello
dell’acquirente industriale.
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Con il termine business marketing
1
(o marketing business to business)
si fa riferimento a: “L’insieme delle attività, dei processi di analisi e di
decisione di marketing indirizzati a quei mercati che risultano formati
non dai consumatori finali ma dalle organizzazioni, siano esse imprese
(industriali, commerciali o di servizi), istituzioni, enti pubblici o
privati.” [Fiocca, 1995: cap.1].
Gli elementi distintivi del business marketing sono da ricercarsi nei
fattori di mercato e nei comportamenti dei clienti “industriali”, mentre
scarso valore identificativo è associato alla natura e alle caratteristiche
dei prodotti scambiati.
In effetti, qualsiasi bene può essere considerato “industriale”, poiché
la distinzione non riguarda il tipo di bene ma la natura dell’acquirente:
sono i comportamenti di mercato dei clienti industriali o istituzionali
(imprese industriali, ospedali, scuole, associazioni, distributori,
rivenditori, regioni, comuni e così via) che conferiscono ai mercati
business-to-business caratteristiche di funzionamento particolari.
Questo tipo di cliente risponde a motivazioni e a criteri di valutazione
ed esibisce comportamenti di mercato che divergono da quelli del
consumatore finale – individui o famiglie.
I mercati dove i clienti sono rappresentati da altre aziende e
organizzazioni si distinguono spesso per alcune particolarità strutturali
come l’elevato grado di concentrazione, nonché dalle varie dinamiche
di comportamento di mercato dei clienti [Ford, Hakansson, Snehota,
2002].
1
Termine che ha sostituito altri termini comunemente utilizzati perlomeno fino agli
anni ’90: “Marketing industriale” e “Marketing alle organizzazioni”; v. Fiocca, Snehota, Tunisini,
Business marketing, McGraw-Hill 2003.
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La concentrazione e la continuità delle relazioni di scambio tra
acquirenti e fornitori, le interdipendenze tecnologiche, economiche e
sociali conferiscono forti peculiarità ai processi di mercato nei contesti
industriali. Si tratta, infatti, in molti casi, di processi altamente
individualizzati (fino al limite della gestione del rapporto con il
singolo cliente) e interattivi che prevedono la presenza di un continuo
interscambio di informazioni e di azioni su entrambi i versanti della
relazione tra azienda acquirente e azienda venditrice.
Le caratteristiche dei mercati industriali determinano forti
implicazioni in termini di gestione dei processi di mercato e di
comportamento strategico, gestionale e organizzativo delle imprese
che vi operano. Di contro, alcuni sostengono erroneamente che le
aziende operanti nei mercati industriali sono meno sofisticate nella
gestione di marketing e in ritardo nell’applicazione di alcune tecniche.
L’orientamento al mercato, che vede l’impresa come sistema aperto,
richiede che il cliente giochi un ruolo centrale e ogni azione deve
essere finalizzata al soddisfacimento dei bisogni dello specifico
mercato che si vuole servire (orientamento al cliente), attraverso il
collegamento e il coordinamento di tutte le attività
dell’organizzazione. Il risultato finale è che è diventato ancora più
importante creare una relazione di “intimacy” [Giacomazzi 2002], che
parte dal cliente finale e coinvolge tutto il processo di erogazione del
servizio/prodotto.
Il mercato dei beni industriali ha assunto, per via della dimensione che
lo caratterizza, una rilevanza maggiore rispetto a quello dei
consumatori e allo stesso tempo anche una maggiore complessità.
Queste due variabili (dimensione e complessità) caratterizzano e
rendono peculiare il mercato business to business rispetto al mercato
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business to consumer non solo nel tradizionale contesto economico
(Old Economy), ma soprattutto nell’attuale scenario competitivo
(quello della cosiddetta New Economy o Net Economy), poiché il
mercato business to business, comprendente le transazioni
commerciali on-line tra un’impresa e altre organizzazioni (e-business),
è, infatti, il vero grande business della Rete (v. par. 2.4).
Gli scambi interaziendali in questo contesto infatti si caratterizzano
per un alto contenuto di competenze specifiche e per la presenza di
relazioni fiduciarie durevoli che permettono alle parti di instaurare
rapporti altamente efficaci ed efficienti.
Quattro fattori possono essere considerati peculiari dei mercati
industriali [Fiocca, 1995: cap.1]: la natura derivata della domanda; la
concentrazione delle vendite, la struttura e la distribuzione del potere
di mercato; il processo d’acquisto; le relazioni che intercorrono tra
azienda acquirente e azienda venditrice.