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Il Supply Chain Management, è un tema di estrema attualità per tutte le aziende che
percepiscono l‘importanza di creare rapporti di collaborazione con i propri fornitori e
clienti. Gestire in maniera efficiente la Supply Chain, è diventato un metodo per
incrementare la competitività riducendo l‘incertezza ed aumentando il servizio fornito
al cliente.
Argomento di questa tesi è l‘Effetto Bullwhip, un effetto che causa distorsione della
domanda all‘interno della catena logistica. Un effetto che si amplifica da valle a
monte della Supply Chain.
Lo scopo di questa tesi è l‘analisi bibliografica di 33 testi scientifici (scritti tra il 1961
ed il 2009) e la creazione di un ranking utilizzando l‘Interdependecies Model.
Un secondo obiettivo è la creazione di un questionario da sottoporre in futuro alle
aziende, sul tema della distorsione della domanda tra l‘azienda stessa e gli altri attori
della catena logistica di cui fa parte.
Scopo di entrambe queste attività è lo studio del Bullwhip Effect e la costruzione di
uno strumento utile a comprendere come esso è percepito e gestito all‘interno delle
aziende.
La tesi, al fine di essere chiara ed esauriente nel descrivere l‘analisi effettuata e i suoi
risultati, è articolata in capitoli.
Nel primo capitolo viene definito il concetto di Bullwhip, se ne spiegano le cause, gli
effetti e le diverse metodologie per ridurne le conseguenze.
Nel secondo capitolo, invece, viene spiegato come quantificare il fenomeno in una
rete a due stadi.
Il terzo capitolo riguarda lo studio della bibliografia, eseguito in due fasi:
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ξ la prima consiste essenzialmente nella lettura dei testi e nell‘inserimento in
una tabella di titolo, autore e breve riassunto del contenuto;
ξ la seconda, più approfondita, analizza i testi classificandoli per numero
degli livelli della supply chain presi in esame, politiche di magazzino
utilizzate, cause di Bullwhip Effect considerate (tra quelle evidenziate nel
primo capitolo) ed infine presenza di riferimenti al Beer Game.
Nel quarto capitolo, dopo aver brevemente presentato le principali tecniche di
costruzione di un questionario, si presenta il questionario da sottoporre alle aziende
che risulta composto da undici domande. Tale questionario potrà essere di grande
utilità in futuro per conoscere la percezione del fenomeno e delle sue cause all‘interno
del contesto aziendale, ma soprattutto, per capire quanto le aziende stesse si
impegnino a controllarlo e ridurlo cercando soluzioni interne ai confini aziendali o
basate sulla collaborazione con gli altri partner della Supply Chain in cui operano.
Il quinto capitolo spiega due possibili metodi per la valutazione bibliografica:
l‘Interdependencies Model (famoso perché su di esso si basa il ranking di Google) ed
il metodo AHP (Analytic Hierarchy Process). Verranno anche spiegati i motivi per il
quale è stato scelto di utilizzare l‘Interdependecies Model come strumento per la
creazione del nostro ranking bibliografico.
L‘applicazione dell‘Interdependencies Model, con i relativi risultati e commenti,
saranno invece argomento del sesto capitolo dove questo metodo verrà confrontato
con un semplice Ranking basato sul conteggio delle citazioni tra ogni testo.
La conclusione infine espone i commenti e le valutazioni che si possono evincere
dalla classificazione effettuata.
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1 L’EFFETTO BULLWHIP
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1.1 L’EFFETTO BULLWHIP
Uno degli aspetti che ha attratto maggiormente l‘attenzione negli ambienti
accademici ed industriali nell‘ambito del Supply Chain Management è
sicuramente l‘effetto ―Bullwhip‖ definito (Lee, 1997) come:
―Il fenomeno che avviene nella supply chain, quando gli ordini inviati
dal fornitore hanno una maggiore variabilità rispetto a quelli ricevuti
dal cliente, causando una distorsione della domanda. Questa distorsione
si propaga, amplificandosi muovendosi da valle a monte nella catena
logistica.‖
Negli anni cinquanta l‘economista Forrester condusse una serie di ricerche
che rivelarono che le variazioni della domanda vengono amplificate da un
sito ad un altro andando dai siti a valle a quelli a monte della catena, cioè dal
cliente al produttore delle materie prime.
Dopo varie simulazioni, Forrester identificò la causa principale di questa
amplificazione della variazione nella distorsione dell‘informazione che
avviene nel momento in cui l‘informazione viene trasportata da un sito ad un
altro. Il termine ―effetto Bullwhip‖ venne coniato dai manager della Procter
and Gamble, la compagnia produttrice dei pannolini Pampers. I manager,
infatti, osservarono che mentre la domanda dei clienti finali del prodotto era
abbastanza costante nel tempo, gli ordini dei pannolini richiesti dai venditori
al dettaglio ai loro grossisti subivano consistenti fluttuazioni nel tempo.
Inoltre, variazioni ancora maggiori vennero sperimentate dagli ordini che i
grossisti inviavano alla P&G.
L‘effetto Bullwhip può essere quindi definito come l‘amplificazione della
variabilità della domanda da valle verso monte della supply chain.
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Questa definizione è illustrata nel grafico di figura 1:
FIGURA 1.1: amplificazione della variabilità della domanda da valle verso monte della SC
L‘effetto ―Bullwhip‖ è uno dei maggiori problemi per molti fabbricanti,
distributori all‘ingrosso, e al dettaglio, poiché l‘aumento della variabilità
negli ordini produce i seguenti effetti:
1) richiede un aumento della giacenza media da mantenere nel
proprio magazzino in modo da garantire un livello di servizio
che soddisfi i clienti;
2) porta ad un aumento dei costi dovuti all‘immagazzinamento del
maggior numero di unità presenti nei magazzini;
3) può essere causa di un inefficiente uso delle risorse, sia da un
punto di vista economico, sia da un punto di vista logistico.
Per meglio comprendere l‘impatto dell‘ effetto ―Bullwhip‖ su un‘intera
Supply Chain, si consideri il caso di un semplice sistema composto da due
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siti: un rivenditore al dettaglio ed un fabbricante. Il rivenditore, osserva
l‘andamento della domanda dei propri clienti e , sulla base delle previsioni di
domanda, effettua gli ordini al fabbricante. Generalmente, il rivenditore
utilizza i dati storici di domanda e, attraverso le principali tecniche
estrapolative delle serie storiche, effettua le proprie previsioni. Si consideri
ora il fabbricante. Questo, osserva la domanda del rivenditore, ed in base a
questa invierà gli ordini a chi gli fornisce le materie prime. Per determinare
la quantità da ordinare, il fabbricante deve prevedere la domanda del
rivenditore. In molte Supply Chain, il fabbricante, non ha accesso diretto alla
domanda a cui viene sottoposto il rivenditore, quindi, deve necessariamente
usare gli ordini inviatigli dal rivenditore per migliorare le sue previsioni. Se
gli ordini inviati dal rivenditore al fabbricante sono molto più variabili
rispetto alla domanda a cui viene sottoposto il rivenditore, allora, i problemi
relativi alla variabilità del livello di beni presenti nel magazzino del
fabbricante, saranno maggiori rispetto ai problemi che sperimenterà il
rivenditore.
1.2 IDENTIFICAZIONE DELLE CAUSE DELL ’EFFETTO BULLWHIP
E‘ chiaro che l‘effetto ―Bullwhip‖ può portare a significa tivi aumenti dei
costi nonchè dei beni presenti in magazzino in tutti i nodi della Supply
Chain. Al fine di ridurre questo fenomeno, bisogna prima capire le sue cause.
In particolare, sono state identificate 5 cause principali (Chen, 2000), che
sono:
ξ previsione della domanda;
ξ tempi di ciclo ordine;
ξ ordini a lotti;
ξ scarsità dei rifornimenti;
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ξ variazione dei prezzi.
1.2.1 PREVISIONE DELLA DOMANDA
Si consideri nuovamente l‘esempio di una Supply Chain composta da due siti,
che usano una qualche forma di previsione della domanda per determinare la
quantità di materie prime, o beni, da ordinare.
Una politica per stabilire il livello di unità in magazzino all‘istante t, è data,
ad esempio, dall‘equazione:
LL
t t tyz Π ς
Dove yt è il livello di unità a magazzino, L
t Π è una stima della domanda
media, L
t ς è la varianza dell‘errore sulla previsione e z è un parametro
scelto per stabilire il livello di servizio che si vuole soddisfare.
Al fine di determinare il livello delle unità da immagazzinare, ogni nodo
deve prevedere sia la media della domanda, sia la varianza della stessa.
Questa previsione può essere fatta mediante diverse tecniche di calcolo,
come ad esempio, la media mobile o lo smorzamento esponenziale, che sono
quelle in genere maggiormente utilizzate poiché si basano su serie storiche.
Secondo la tecnica della media mobile, la previsione della domanda è fatta in
base alla media su dei valori ritardati di p istanti, rispetto al momento in cui
la si calcola. La previsione attraverso lo smorzamento dell‘esponenziale, è
invece basata sul calcolo della media della domanda pesata in base ad una
funzione esponenziale, da cui il nome. Entrambe le tecniche, poiché
suppongono la domanda incerta, possono essere causa di una distorsione
dell‘informazione, che si propaga lungo l‘intera catena di fornitura.
Queste tecniche vengono, inoltre, usate non in modo batch, ma in modo
ricorsivo, e quindi ad ogni istante viene stabilito un nuovo livello di unità da
immagazzinare.