2
consigli. Allo stesso modo Christa è solidale con Brigitte, che le
scrive della sua opera Franziska Linkerhand.
Nel loro scambio epistolare non manca un riferimento alle
scrittrici Anna Seghers e Annemarie Auer, veri e propri modelli.
L’aspetto più interessante dell’epistolario è la varietà dei temi
trattati, che spesso riguardano le vicende quotidiane delle due
scrittrici: la vita in famiglia, l’esperienza della malattia che in
entrambe ha giocato un ruolo determinante, le relazioni con
l’ambiente culturale, le preoccupazioni, i dubbi, gli stati d’animo
attinenti a fatti privati, al contenuto delle opere.
In particolare vi sono scambi di opinioni personali a riguardo
dell’Associazione degli scrittori, alla quale entrambe
appartengono, l’impressione ricevuta in occasione di un premio
letterario, il timore di non ottenere il successo sperato, le
osservazioni critiche su un’opera da dare alle stampe o già
stampata. Le due scrittrici occupano gran parte dell’epistolario a
confidarsi l’un l’altra i propri sentimenti, le proprie paure di
fronte alle vicissitudini della vita quotidiana, paure e titubanze
anche per le cose più semplici; fanno riferimento ai viaggi di
entrambe.
Pur essendo due scrittrici ormai affermate all’epoca
dell’epistolario, Christa e Brigitte non mancano di riflettere sul
proprio ruolo e sul significato della scrittura nella società di
allora. Da questo emerge anche il senso di umiltà e l’onestà di
due persone che si mettono come davanti a uno specchio a
osservarsi a vicenda, ad auto-analizzarsi e, contemporaneamente,
a confrontarsi per stimolarsi e migliorarsi.
3
Lo stile e il linguaggio di entrambe è semplice e colloquiale,
caratterizzato da allusioni, sospensioni, punteggiatura particolari.
Più che ad uno scambio epistolare si ha l’impressione di assistere
ad una conversazione fra due amiche che hanno in comune una
professione, ma anche una sensibilità particolare che le porta ad
avere un rapporto fraterno. La lunghezza delle lettere è variabile:
generalmente da mezza a due pagine. In entrambe, seppur in
modo diverso, si avverte l’esigenza di un’esposizione dei fatti, di
una riflessione, di uno stato d’animo da chiarire. Come in una
conversazione, si prendono tempo e calma necessari per
spiegarsi, chiarirsi e comprendersi, cosicché talvolta le lettere si
allungano fino a raggiungere anche le sei pagine.
4
IL RAPPORTO FRA LE DUE SCRITTRICI
L’idea di prendere in considerazione l’epistolario fra le due
scrittrici è nata dall’interesse per la personalità di Brigitte, meno
famosa, ma altrettanto notevole. Per questo motivo
nell’elaborazione di questo lavoro alla sua figura e alla sua
attività sono stati dati il maggiore rilievo e spazio.
Christa Wolf e Brigitte Reimann, nate nel periodo che precede
la seconda guerra mondiale, hanno storie familiari e personalità
diverse, ma caratteristiche comuni. Quasi coetanee, dotate di
caparbietà e volontà di affermarsi nel mondo letterario,
consapevolezza del ruolo sociale della scrittura, diventano
famose nella DDR ed esercitano un forte carisma, si stimolano
reciprocamente, si sostengono l’un l’altra e si scrivono molto.
Sebbene la prima lettera porti la data del mese di novembre
1964, in realtà la loro amicizia ha inizio già nel 1960 per durare
fino alla morte di Brigitte, nel 1973.
Il legame fra loro si sviluppa lentamente qualche tempo dopo
il primo incontro. Brigitte aveva definito Christa “[ihre] beste
Feindin”.
1
La particolarità di questo rapporto sta forse proprio nel fatto
che Brigitte e Christa si sono “incontrate”, non solo come due
donne che nella loro diversità si sono accettate e si vogliono
bene, ma anche come due persone che, proprio per questa
diversità, sono curiose una dell’altra.
1
“la [sua] migliore nemica”.In: Brigitte Reimann, Ich bedaure nichts, Tagebücher 1955-1963, pag 133.
5
La vita di Brigitte ha come ideale di vita la libertà, come
dimostrano l’irrequietezza, gli amori sempre diversi, quattro
mariti e nessun figlio.
Christa, al contrario, è la donna modello, tradizionale, che
considera la vita familiare come un elemento fondamentale nella
sua esistenza.
Così ogni tanto Brigitte ha nostalgia della dimora dei Wolf:
Mir wäre sehr nach Reden zumute, und nach Büchern, und
überhaupt nach eurem Haus – einer Familie, meine ich,
Eurem Beispiel. Daß so was geht und sogar gutgeht ... sehr
merkwürdig.
2
Christa accetta il comportamento di Brigitte, nonostante che il
suo stile di vita sia bersaglio della critica dal punto di vista
politico:
Ein so lockeres Leben könnte ich mir nicht erlauben, es
würde auch micht zu mir passen, es kommt also gar nicht
auf mich zu, das ist überhaupt nicht mein Verdienst. Ich
verurteile es bei anderen nicht, ich gucke bloß zu.
3
2
“Mi sentirei in vena di parlare e avrei voglia di libri, e soprattutto della vostra casa – di una famiglia, intendo, del
vostro esempio. Che una cosa del genere funzioni e addirittura funzioni bene …. Molto singolare“.Lettera a Christa
Wolf, 13.11.1970. In: Brigitte Reimann/Christa Wolf, Sei gegrüßt und lebe. Eine Freundschaft in Briefen 1964-1973,
Aufbau TaschenbuchmVerlag, Berlin, 2003, pag. 86.
3
“Una vita così disinvolta come la tua non me la potrei permettere, non sarebbe neanche per me, non mi si confà per
niente e questo non è affatto per merito mio. Questa vita non la disapprovo negli altri. Sto semplicemente a guardare”.
Idem, pag. 78.
6
In gran parte delle lettere fa da sfondo lo stato d’animo
personale:
[...] wenn du gar nichts sagst, bist du meistens traurig.
4
Brigitte e Christa dimostrano la profonda conoscenza l’una
dell’altra e il legame emozionale che le unisce.
Das ist nun der dritte oder vierte Brief an Dich, die
anderen habe ich verworfen, die waren zu lustig oder zu
melancholisch oder von der Sorte ‚stille Tapferheit’,
jedenfalls krampfig.
5
Il dialogo è costante e duraturo e il loro rapporto si conserva,
anche quando una delle due ha vissuto momenti talmente
difficili, da vedere sconvolto il proprio atteggiamento nei
confronti della vita e del mondo.
Oltre a dare una tangibile dimostrazione dell’intima amicizia
fra le due scrittrici, lo scambio epistolare offre una chiara visione
del periodo storico e culturale in cui ha luogo.
Christa e Brigitte, come pochi altri scrittori, hanno lasciato un
segno nella letteratura della DDR.
Il racconto di Brigitte Ankunft im Alltag ha dato vita alla
cosiddetta “letteratura d’arrivo” degli anni sessanta. Il racconto
rappresenta la particolare esigenza di annullare ogni divario tra
arte e vita, tra lavoratori e artisti e di favorire in questo modo lo
4
“[…] quando tu non dici niente, per lo più sei triste
“. Idem, pag. 70.
5
“Ebbene è la terza o la quarta lettera che ti scrivo, le altre le ho gettate via. Erano troppo allegre o troppo
malinconiche o del tipo “tacito coraggio”, in ogni caso artificiose”. Idem, pag. 15.
7
sviluppo di una vera e propria cultura socialista: è l’indirizzo
della politica culturale e di formazione alla prima e alla seconda
Conferenza di Bitterfeld nel 1959 e nel 1962, preparato da
funzionari di partito, scrittori e lavoratori. Gli scrittori
rielaborano i temi degli operai socialisti, grazie anche alla
cooperazione in azienda, mentre i lavoratori vengono coinvolti in
circoli letterari. Anche il racconto di Christa Der geteilte Himmel
ha avuto origine in questo contesto.
Nei commenti che si scambiano sugli avvenimenti di cultura e
di politica - fra i quali molto spesso vengono messe in
discussione le sedute dell’Associazione degli scrittori – le due
scrittrici si trovano in perfetto accordo.
Questi commenti risultano concisi, ma chiari: vista la temuta
censura epistolare, spesso tra Brigitte e Christa segue uno
scambio d’idee verbale:
Es gäbe zu dem letzten, kulturpolitischen Teil Deines
Briefes einiges zu sagen (aber eben nur zu sagen).
6
La riservatezza è meno osservata nel caso della delusione di
Christa per la censura nei riguardi del suo libro Nachdenken über
Christa T., verso il quale Brigitte mostra un grande interesse,
anche a nome del pubblico dei lettori:
[…] ich wünschte, Du denkst öfter an die Bewundernden
und die Verlässlichen und an die, die Dir zuhören und auf
6
Ci sarebbero da dire alcune cose sull’ultima parte della tua lettera, quella politico-culturale (ma appunto solo da dire).
Idem, pag. 131-132.
8
Dein Buch warten, weil sie auf Antworten (oder sollte ich
besser sagen: auf Fragen?) warten ...
7
Le direttive politico-culturali delimitano gli ambiti nei quali la
stampa e le opere artistiche in genere devono essere composte,
pubblicate e giudicate.
Queste direttive non sono sempre seguite dagli scrittori e
riflettono anche le posizioni di singoli autori, emerse più o meno
palesemente in discussioni animate circa la funzione dell’arte,
della letteratura, della società, della politica e della censura.
La visione della società, com’ è veramente, rappresenta, sia
nell’opera letteraria che nella vita di entrambe le scrittrici, un
punto di partenza per criticare i comportamenti in atto e al
contempo auspicare una società migliore.
Weißt Du noch, wie Du in Moskau entsetzt warst, als
niemand sich bereit fand, in der nassen Bahnofshalle einen
Betrunkenen aus der Pfütze zu ziehen? Und Du das dann
machtest? Und Du enttäuscht warst von den neuen
Menschen, die Du Dir anders vorgestellt hattest?.
8
Brigitte critica la condotta della generazione più giovane di
scrittori,
7
“[…] vorrei che tu pensassi più spesso agli ammiratori e alle persone fidate e a coloro che ti ascoltano e aspettano il
tuo libro, perché attendono delle risposte (o dovrei meglio dire: delle domande) …”. Idem, pag. 30-31.
8
“Ti ricordi ancora come eri indignata a Mosca, quando nell’atrio bagnato della stazione non c’era nessuno disposto a
tirare fuori da una pozza un ubriaco? E poi lo facesti tu –col tuo Eskapadse -? Ed eri così delusa dell’ “Uomo Nuovo”,
che ti eri immaginata diverso?.” Idem, pag 27-28.
9
[...] die sich die Überheblichkeit leisten, lieber keine als
kleine Schritte zu tun und nichts zu veröffentlichen, weil
sie sich nicht korrumpieren lassen.
9
Secondo lei, essi rinunciano alla possibilità di operare in
funzione di un progresso e di un cambiamento sociale attraverso
la scrittura:
Finde ich alles unernst und überhaupt anfechtbar, ich
meine, was die Idee betrifft, diese Geschichten und
Romane, die da angeblich geschrieben werden,
zurückzuhalten für kommende bessere Zeiten (denn
tatsächlich bieten sie den Verlagen nicht mal etwas an,
riskieren nicht mal, rausgeschmissen zu werden).
10
9
“[…] che hanno la presunzione di non fare nessun passo piuttosto che piccoli passi e di non pubblicare niente, “perché
non si fanno corrompere.” Idem, pag. 82.
10
“Trovo tutto questo abbastanza poco serio e soprattutto contestabile; intendo, per quel che concerne l’idea di
conservare per tempi migliori a venire queste storie e romanzi, che a quanto pare loro scrivono (perché di fatto non li
offrono nemmeno alle case editrici, nemmeno rischiano di essere rifiutati).”Idem, pag. 76.