1
Premessa
Il numero degli edifici esistenti progettati e costruiti senza alcun requisito
antisismico supera abbondantemente quello degli edifici progettati con
normative che considerano la presenza dell’azione sismica. Ne segue che
nei prossimi decenni l'attenzione della ricerca nel campo dell'ingegneria
sismica dovrà inevitabilmente spostarsi verso lo studio di soluzioni per
valutare, in modo semplice e accurato, il rischio dell'esistente. Vale la pena
di sottolineare la grande differenza che esiste tra la messa a punto di
metodi e, quindi, normative per la progettazione del nuovo, un settore,
questo, in cui l'ingegneria sismica ha compiuto grandi progressi e ha
raggiunto risultati consolidati a livello internazionale, e lo sviluppo di metodi
per la valutazione dell'esistente.
Mentre nella progettazione del nuovo sono ormai di uso comune
procedimenti per calibrare la resistenza relativa degli elementi strutturali,
capaci di controllare il comportamento globale (gerarchia delle resistenze),
gli edifici esistenti sono spesso viziati da difetti di concezione, sia
dell'organismo strutturale nel suo insieme che degli elementi che lo
compongono. L'individuazione di tali difetti e la quantificazione della
resistenza globale della struttura, costituiscono un processo del tutto
originale e diverso da quello della progettazione del nuovo. Non si tratta
infatti della pura e semplice verifica di compatibilità con le prescrizioni
Irene Mariù Oliveri Premessa
2
normative attuali, verifica che non è praticamente mai soddisfatta, ma di
valutare per via autonoma le prestazioni di cui la struttura è capace
sfruttando le specifiche riserve di cui dispone. Così, per tracciare un
percorso per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio
esistente più significativo, sotto il profilo della sicurezza, dopo l’emanazione
dell’Ordinanza P.C.M. 3274/03
1
, sono state diffuse dalle regioni una serie di
linee guida per la valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici
strategici e rilevanti (D.D.G. n°1372 del 28 dicembre 2005, “Indirizzi
regionali per l’effettuazione delle verifiche tecnche di adeguatezza sismica
di edifici ed infrastrutture strategiche ai fini di protezine civile o rilevanti in
conseguenza di un eventuale collasso e relativo programma temporale
attuativo”).
Lo stato di sviluppo di tali documenti-guida, tuttavia, è da considerarsi
ancora sperimentale, mancando una solida base di riscontro applicativo.
La normativa corrente per le costruzioni in zona sismica (Norme Tecniche
per le Costruzioni approvate con D.M. 14 gennaio 2008 e relativa Circolare
2 febbraio 2009, n. 617, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti)
introduce ulteriori impegni per i proprietari, pubblici o privati, di edifici
esistenti la cui funzionalità, durante gli eventi sismici, assume rilievo
fondamentale per le finalità di Protezione Civile (es. ospedali, municipi,
caserme, ecc.) e/o di edifici che possono assumere rilevanza in relazione
alle conseguenze di un eventuale collasso (es. scuole, teatri, musei,
biblioteche, chiese, ecc.).
Per tali edifici, è fatto obbligo di procedere alla valutazione della sicurezza
sismica. Ogni edificio è un caso a sé: le norme forniscono gli elementi per
la valutazione dei singoli edifici ed i risultati, generalmente, non sono
estendibili a edifici diversi pur appartenenti alla stessa tipologia.
Per far fronte a ciò il governo, in fase di programmazione degli interventi
sulle strutture colpite dal sisma dell’Abruzzo del 6 aprile 2009, ha emanato
delle linee guida
2
(ancora in bozza) con lo scopo di fornire un supporto alla
progettazione.
Le disposizioni emanate fissano come obiettivo, per il patrimonio esistente
danneggiato dal sisma dell’Abruzzo, il ripristino dell’agibilità sismica
1
Cfr. in particolare l’Allegato 2, “Norme tecniche per il progetto, la valutazione e
l’adeguamento sismico degli edifici”
2
Cfr. “Linee guida per la riparazione e il rafforzamento di elementi strutturali,
tamponature e partizioni” – Dipartimento protezione civile (versione agosto 2009)
Borgo Schirò: Valutazione della sicurezza di un edificio in muratura esistente
3
dell’immobile, attraverso il recupero delle condizioni di sicurezza precedenti
all’evento sismico, e della sua abitabilità, attraverso la riparazione degli
impianti e delle finiture danneggiate. Il ripristino dell’agibilità sismica deve
essere conseguito primariamente attraverso interventi per l’eliminazione
delle condizioni di pericolo, la riparazione e/o il reintegro degli elementi non
strutturali e strutturali.
Anche gli interventi di rafforzamento locale, coerenti con le disposizioni del
paragrafo 8.4.3 delle Norme tecniche di cui al D.M. 14.01.08 e del par.
C.8.4.3 della relativa circolare applicativa n. 617 del 2 febbraio 2009,
recante “Istruzioni per l'applicazione delle nuove norme tecniche per le
costruzioni”, sono consentiti.
La limitata disponibilità di risorse ha portato il Governo ad accettare al
massimo interventi di rafforzamento locale, per gli edifici classificati come
A, B o C, finalizzati ad eliminare le principali carenze strutturali degli edifici,
che danno luogo ai danni e ai meccanismi di collasso che più
frequentemente si manifestano per effetto dei terremoti e dunque a
conseguire un maggiore livello di sicurezza della costruzione, nel rispetto di
quanto specificato nel citato articolo 8.4.3 delle norme tecniche.
Tutto ciò per concludere: “Pertanto non è richiesta l’analisi sismica
dell’intera costruzione ma solo la valutazione dell’incremento di sicurezza,
in termini di resistenza e/o di duttilità, della parte strutturale su cui si
interviene.”
In realtà solo con l’esame, esteso anche al comportamento globale del
singolo edificio, si ha contezza del margine di sicurezza assicurato dalla
configurazione originaria della struttura esaminata. Prescindere da tale
valutazione non consente di conseguire quella consapevolezza relativa al
livello di rischio connesso in presenza di un evento sismico.
In realtà le NTC 2008 prescrivono, per gli edifici esistenti, che: “Nella
definizione dei modelli strutturali, si dovrà, inoltre, tenere conto che:
- la geometria e i dettagli costruttivi sono definiti e la loro conoscenza
dipende solo dalla documentazione disponibile e dal livello di
approfondimento delle indagini conoscitive;
- la conoscenza delle proprietà meccaniche dei materiali non risente
delle incertezze legate alla produzione e posa in opera ma solo
della omogeneità dei materiali stessi all’interno della costruzione,
Irene Mariù Oliveri Premessa
4
del livello di approfondimento delle indagini conoscitive e
dell’affidabilità delle stesse;
- i carichi permanenti sono definiti e la loro conoscenza dipende dal
livello di approfondimento delle indagini conoscitive.
Si dovrà prevedere l’impiego di metodi di analisi e di verifica
dipendenti dalla completezza e dall’affidabilità dell’informazione
disponibile e l’uso, nelle verifiche di sicurezza, di adeguati “fattori di
confidenza”, che modificano i parametri di capacità in funzione del
livello di conoscenza relativo a geometria, dettagli costruttivi e
materiali.”
L’affidabilità delle verifiche è dunque connessa alla valutazione di tali fattori
di confidenza.
3
In presenza di interventi di riparazione con miglioramento
sismico o rafforzamento locale è richiesta la valutazione del livello di
adeguatezza dell’edificio ante e post operam da effettuarsi, oggi, nel
rispetto delle Norme Tecniche per le Costruzioni emanate con D.M.
14.1.2008 (NTC2008), in particolare al capitolo 8, che riguarda le
costruzioni esistenti, e della relativa circolare applicativa.
La circolare stabilisce che “Il Progettista dovrà esplicitare, in un’apposita
relazione, i livelli di sicurezza già presenti e quelli raggiunti con l’intervento,
nonché le eventuali conseguenti limitazioni da imporre nell’uso della
costruzione.”
Così anche nel caso fosse possibile, per la futura destinazione d’uso
dell’edificio, utilizzare interventi di miglioramento, come previsti dalle
NTC2008, la circolare indica che “La valutazione della sicurezza per un
intervento di miglioramento è obbligatoria, come specificato nel §8.3 delle
NTC, ed è finalizzata a determinare l’entità massima delle azioni,
considerate nelle combinazioni di progetto previste, cui la struttura può
resistere con il grado di sicurezza richiesto.
Nel caso di intervento di miglioramento sismico, la valutazione della
sicurezza riguarderà, necessariamente, la struttura nel suo insieme, oltre
che i possibili meccanismi locali.”
3
Nell’Ordinanza 3274 gli analoghi fattori erano definiti “coefficienti parziali di sicurezza”
Cfr. (Tab.11.6) dell’allegato 2.
Borgo Schirò: Valutazione della sicurezza di un edificio in muratura esistente
5
Il lavoro svolto nella presente tesi consiste preliminarmente in un esame
critico del quadro normativo e tecnico relativamente alle strutture in
muratura. Nello specifico la procedura adottata per l’indagine, analisi e
verifica fa riferimento al punto 8.5 delle NTC 2008, ed al corrispondente
C.8.5. della Circolare 2 febbraio 2009, n°617 recante le “Procedure per la
valutazione della sicurezza e la redazione dei progetti” relative alle
costruzioni esistenti.
L’edificio esaminato, originariamente destinato ad attività scolastiche e
residenza, gravemente danneggiato dal sisma del Belice del ’68, oggi si
trova in stato di abbandono. Esso è incluso nel progetto di riqualificazione,
denominato la “Via dei borghi”, proposto dall’Ente di Sviluppo Agricolo
Siciliano. Si tratta di un itinerario turistico, lungo oltre 150 km, all’interno
dell’agro siciliano, che comprende sei borghi posti lungo un asse che va
dalla provincia di Palermo a quella di Catania: Schirò, Portella della Croce,
Vicaretto, Petilia, Baccarato, Lupo. All’interno di ogni borgo sono previste
strutture ricettive, stazioni di sosta, il ricovero di animali, l’assistenza, i locali
di esposizione e di vendita, le attività didattiche e promozionali legate al
mondo rurale.
Per tali edifici, le NTC 2008 definiscono i casi in cui è obbligatorio eseguire
la valutazione di sicurezza
4
.
Tali situazioni sono riconducibili, sostanzialmente, ad una insufficienza
statica sopraggiunta:
- per eventi traumatici (sisma, incendio, neve, urti, cedimenti di
fondazione, etc…);
- per degrado dei materiali e degli elementi strutturali;
- per incremento dei carichi;
- per errori gravi di costruzione o di progettazione.
In ogni caso laddove si realizzino interventi strutturali sulla costruzione,
ovvero il cambio di destinazione d’uso con variazione significativa dei
carichi e/o della classe d’uso della costruzione va sempre eseguita la
valutazione di sicurezza.
4
Cfr. § 8.3 del D.M. 14.1.2008 e con riferimento alla precedente Circolare 5 dicembre 2003
n°48
Irene Mariù Oliveri Premessa
6
La procedura per la valutazione della sicurezza ante operam, dell’edificio
oggetto di studio, secondo le NTC 2008 e la circolare n°617, è stata
articolata nelle seguenti fasi:
Analisi storico-critica
Rilievo
Caratterizzazione meccanica e fisica dei materiali
Definizione del livello di conoscenza e del fattore di confidenza
Valutazione dell’azione sismica
Individuazione dei metodi di analisi globale, locale e criteri di verifica
Le analisi e le verifiche di sicurezza sono state svolte:
Esplorando i criteri per la definizione del rilievo e dei dettagli
costruttivi (cap.1), nonchè valutando l’attendibilità dei parametri
meccanici dei materiali costituenti l’organismo edilizio (cap.2)
Parametrizzando gli effetti dei livelli di conoscenza sulla risposta
sismica della struttura (cap.3 e 4).
7
Capitolo 1
ANALISI STORICO-CRITICA DEL BORGO E RILIEVO
DELL’EDIFICIO SCUOLA
Premessa
La valutazione della sicurezza del patrimonio immobiliare esistente, dal
rischio sismico in Italia, ha assunto per il legislatore, negli ultimi anni, un
ruolo di rilevante importanza, ai fini della prevenzione e della sicurezza. Ad
una serie di interventi normativi, dall’Ordinanza del Presidente del Consiglio
dei Ministri n. 3274/2003 al D.M. 14-1-2008, ha fatto seguito l’emanazione
di varie linee guida regionali che, con riferimento a tali norme tecniche per
le costruzioni e per il raggiungimento degli scopi predetti, illustrano gli
approcci più innovativi al problema del rischio sismico, in particolar modo
per gli edifici tutelati. In tali studi vengono affrontate le tematiche più
ricorrenti, dalla definizione delle azioni, alla conoscenza dell'oggetto, alla
valutazione del rischio, sino alla proposizione di metodologie di intervento.
Nonostante i numerosi studi sussistono ancora svariati problemi aperti nel
campo dei metodi di valutazione e di verifica dell'esistente, delle tecniche di
Irene Mariù Oliveri Capitolo 1 - Analisi storico-critica del borgo e rilievo dell’edificio scuola
8
intervento, della disponibilità di normative e codici di pratica adeguati. Il
recente D.M. 14.1.2008, recante le nuove norme tecniche sulle costruzioni,
contiene nuove indicazioni per la verifica degli edifici esistenti in muratura,
che costituiscono il trasferimento sul piano applicativo dei più recenti
risultati della ricerca.
L'intrinseca vulnerabilità all'azione sismica che caratterizza gli edifici in
muratura rappresenta un ulteriore stimolo alla ricerca per tali tipologie. Non
vi è alcun dubbio che la struttura in muratura tradizionale è stata concepita
per reggere solo i carichi verticali. La disposizione stessa dei conci, per
filari orizzontali, è da attribuire alla volontà del costruttore di disporre gli
elementi di maggior debolezza (i giunti di malta) ortogonali alla curva delle
pressioni indotta dalle azioni di pura compressione (pesi propri o portati). In
occasione di un sisma, l'azione orizzontale genera degli stati di tensione
tangenziale e di trazione che superano la debole resistenza del materiale
determinando lesioni per scorrimento o distacco degli elementi.
1
Il presente lavoro sulla scorta del percorso tracciato dal D.M. 14.1.2008 con
la relativa Circolare 2 febbraio 2009 n°617, descrive nel dettaglio la
procedura relativa alla valutazione della sicurezza sismica applicata ad un
edificio esistente, una scuola, all’interno di Borgo Schirò, ricadente nel
territorio di Monreale.
Lo studio proposto, finalizzato alla conoscenza dello stato di fatto ed
all’esecuzione delle verifiche richieste dalla nuova normativa, percorre, per
la struttura esaminata e con le inevitabili semplificazioni, l'intero iter
conoscitivo e valutativo, indicato nelle disposizioni del nuovo decreto, per la
valutazione del rischio sismico di un edificio in muratura e si pone come
obiettivo prioritario l'illustrazione, secondo una metodologia scientifica, delle
procedure di rilievo, controllo e verifica del manufatto prescelto, che
fornisce utili indicazioni su possibili tecniche di intervento tese al
miglioramento del comportamento strutturale sotto azione sismica.
L’obiettivo di questo capitolo è quello di descrivere i primi due punti che
riguardano la procedura per la sicurezza dell’edificio, secondo le NTC 2008
(rif.par.8.5), approfonditi nella circolare 2 febbraio 2009 n°617
(rif.par.C.8.5), nello specifico:
1
Studio per la vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, strategici e di culto nei Comuni
colpiti dal sisma del 31 ottobre 2002 Decreto del Commissario delegato n.29 del 6.8.03
Linee guida per gli interventi di riparazione del danno e miglioramento sismico per gli
edifici di culto e monumentali (REGIONE MOLISE)
Borgo Schirò: Valutazione della sicurezza di un edificio in muratura esistente
9
a) Analisi storico-critica
b) Rilievo
Sulla base della documentazione esistente sui Borghi rurali, mediante
l’ausilio dei tecnici dell’ESA (Ente Sviluppo Agricolo Siciliano), e sulla base
di un lavoro già svolto da altri studenti su Borgo Schirò, durante il corso di
recupero e conservazione degli edifici, presso la Facoltà di Ingegneria, si è
cercato di ricostruire la storia progettuale e costruttiva del Borgo.
Naturalmente, non sono disponibili i documenti del progetto strutturale
originario. La costruzione del borgo fu concessa dal Ministero Agricoltura e
Foreste ed eseguita dall’Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano
(E.C.L.S. poi divenuto E.S.A.), in epoca anteriore all’istituzione della
regione siciliana a statuto speciale. Le notizie storiche
2
descrivono il borgo
nel suo complesso e fanno riferimento, per la pietra adoperata per la
costruzione ad una pietra chiamata pietra “longa”, proveniente da una
collina vicina.
1.1. Analisi Storico-Critica
1.1.1 Evoluzione storica del Borgo G. Schirò
Il borgo Giacomo Schirò si trova sulla strada tra Camporeale, San Cipirello
e Corleone, in territorio del Comune di Monreale, in provincia di Palermo, in
una tipica zona del latifondo siciliano tra San Giuseppe Jato, Roccamena e
Corleone, caratterizzata dalla presenza di case coloniche e da produzioni
ortofrutticole e vinicole. Definito, dagli ideatori, "città nuova di bonifica", è
tra gli otto borghi
3
costruiti nel primo anno di "assalto al latifondo" promosso
dal regime fascista per il ripopolamento delle campagne dell'isola. L'idea
era quella di realizzare in tutta l'Isola i "borghi rurali": gruppi di unità
abitative che rappresentassero delle micro-città perfettamente
2
M.Accascina, “La mostra del latifondo e dell’istruz.agraria”, in giornale di Sicilia,
feb.1940;C.E.Gadda, “I nuovi borghi della Sicilia Rurale”, in Nuova Antologia, LXXVI,
gen-feb 1941; M.Stampacchia, “Sull’Assalto al latifondo siciliano nel 1939-1943”, in
rivista di storia contemporanea, fascicolo 4, anno VII, ottobre 1978
3
Con uno stanziamento di 1.000.000.000. di lire di allora a dimostrazione che gli investimenti per lo
sforzo bellico, pur importantissimi, non erano considerati meno importanti di quelli a sfondo sociale,
furono realizzati otto Borghi (consacrati nel nome alla memoria di un caduto delle guerre o della
Rivoluzione fascista) in otto province dell'isola: Borgo Fazio (Trapani), Borgo Gattuso
(Caltanissetta), Borgo Cascino (Enna), Borgo Rizza (Siracusa), Borgo S.Giuliano (Messina), Borgo
Lupo (Catania), Borgo Schirò (Palermo), Borgo Bonsignore (Agrigento). (Cfr. “I danni del fascismo”
– Alessandro Mezzano)
Irene Mariù Oliveri Capitolo 1 - Analisi storico-critica del borgo e rilievo dell’edificio scuola
10
autosufficienti. Il borgo fu progettato dall'Arch. Manetti-Cusa, secondo le
direttive fornite dall'Istituto Vittorio Emanuele III, e fu realizzato dall'Ente di
Colonizzazione del Latifondo Siciliano che diede enorme risalto a tutte le
manifestazioni riguardanti l'avvio dei lavori (fatti iniziare in tutta la Sicilia
simultaneamente il 20 ottobre 1939) che veniva «particolarmente curato
sotto l'aspetto coreografico e spettacolare». Significativa, in tal senso, fu la
cerimonia
4
di inaugurazione dei lavori per la realizzazione di Borgo Schirò.
La luce elettrica è stata fornita a partire dal dicembre 1966. Per la
realizzazione del borgo si adoperò pietra locale chiamata pietra "longa",
proveniente da una collina vicina e tecniche costruttive tradizionali.
Il Borgo è costituito da sei corpi di fabbrica raccolti attorno ad una piazza,
attraversata dalla Strada Provinciale che collega Camporeale con Corleone
e S. Cipirello.
Figura 1. 1 – Aerofoto Borgo schirò
Gli edifici erano destinati originariamente a Chiesa con canonica, Scuola,
delegazione podestarile, Ufficio postale con Caserma, ambulatorio medico,
trattoria con rivendita, botteghe degli artigiani e case. Una delle quinte della
piazza è occupata da una fontana. I prospetti sono caratterizzati da varie
tipologie di aperture (finestre tonde, orizzontali, ampie vetrate), di cui
alcune sono incorniciate da mattoni e da arcate e portici che collegano i
4
Ma si trattò di «pura teatralità »; come si evince dal rapporto dell'Ispettore Generale di Pubblica
Sicurezza Gueli al Capo della Polizia, in data 7 novembre 1939, infatti «l'indomani, nello stesso fondo
è cessata ogni attività, sono scomparsi uomini, animali e macchine e sono stati perfino abbattuti i
cartelli indicatori dei vari lotti, restituendo tutto allo stato primitivo».
Borgo Schirò: Valutazione della sicurezza di un edificio in muratura esistente
11
vari elementi architettonici fra di loro. I mattoni rivestono anche i pilastri dei
porticati.
Figura 1. 2 – Vista panoramica epoca di costruzione (1941)
Figura 1. 3 - Vista panoramica odierna
Il Terremoto del Belice, di magnitudo 6,4° della scala Richter, che nella
notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia
Irene Mariù Oliveri Capitolo 1 - Analisi storico-critica del borgo e rilievo dell’edificio scuola
12
occidentale, compresa tra la Provincia di Agrigento, quella di Trapani e
quella di Palermo, ha provocato vistosi danni alle strutture e determinato
l'inagibilità di alcuni edifici tra i quali la Delegazione municipale e la scuola,
oggetto di studio nel presente lavoro, che è stata in quell'anno
abbandonata.
Il borgo attualmente non è abitato; tutti gli edifici presentano gravi dissesti
strutturali, avvallamenti dei solai, crolli parziali o totali dei solai di copertura
e delle murature, assenza parziale o totale degli infissi, distacchi di intonaci
e, in alcuni casi, anche spostamenti rilevanti del piano di fondazione. A
causa delle condizioni pericolanti di alcuni edifici la maggior parte degli
accessi sono stati murati. Alcuni edifici sono adibiti a ricovero di animali.
1.1.2 L’edificio Scuola: Descrizione storico-architettonica
L’edificio oggetto di studio è parte integrante di Borgo Schirò ed era sede,
fino al gennaio del 1968, della scuola statale.
Per i gravi danni riportati in conseguenza del sisma, a partire dal 1 ottobre
1968 la scuola, funzionante dal 27 gennaio 1941, è stata soppressa.
Figura 1. 4 - La scuola di Borgo Schirò nel 1941
Lo stabile, isolato e di forma irregolare in pianta, si affaccia verso sud-ovest
sulla piazza del Borgo ed è delimitato, verso sud-est dalla strada
provinciale, verso nord-ovest e nord-est sul latifondo circostante.
Il fabbricato in muratura fu realizzato tra il 1939 ed il 1940 e non risulta aver
subito interventi fino alla data del sisma del ’68 che segnò il suo
abbandono. Il manufatto insiste su una spianata artificiale ricavata in
Borgo Schirò: Valutazione della sicurezza di un edificio in muratura esistente
13
sommità al Cozzo Monnello. Dal punto di vista morfologico
5
, i terreni
circostanti sono caratterizzati da una netta prevalenza di versanti collinari
da poco a mediamente acclivi, con forme mammellonari, dolci ed
arrotondate, mentre affioramenti di rocce lapidee, di natura
prevalentemente calcarea, si riscontrano nella estrema porzione orientale
del territorio; queste conferiscono al paesaggio caratteri più francamente
montuosi, con morfologie acclivi ed accidentate e quote più elevate,
superiori anche ai 1.200 m s.l.m. (Rocca Ramusa, Monte Kumeta) o di
poco inferiori (P.zo Nicolosi).
Figura 1. 5 - La planimetria di Borgo Schirò
Rilievi di entità più modesta, in genere di natura arenaceo-calcarenitica o
quarzarenitica, si riscontrano invece all’interno delle aree collinari, a
costituire alture isolate che emergono rispetto ai circostanti versanti argillosi
(Rocche di Rao, M. Galiello, Pizzo d’Aquila, C.zo Arcivocale).
5
Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico bacino idrografico del fiume belice
(Ag-Pa-Tp) - relazione
Irene Mariù Oliveri Capitolo 1 - Analisi storico-critica del borgo e rilievo dell’edificio scuola
14
Figura 1. 6 - L’inserimento nel Borgo della scuola (1941)
Al piano terra, verso la piazza centrale, è presente un porticato ad archi, da
quest’ultimo è possibile accedere direttamente all’ingresso da dove si
diramano le varie funzioni del primo livello. In particolare sono ricavate al 1°
livello due grandi aule a pianta rettangolare delle dimensioni di 864x505 cm
e 830x570 cm. Tutti i solai di piano hanno una struttura in latero-cemento.
Figura 1. 7 - Pianta del piano terra