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1. Introduzione
I microrganismi hanno un ruolo fondamentale nelle trasformazioni alimentari perché sono in
grado, con la loro attività metabolica, di modificare notevolmente le caratteristiche chimico-
fisiche e organolettiche delle materie prime utilizzate. Nei processi industriali di produzione
degli alimenti, i microrganismi possono essere coinvolti direttamente come agenti di
trasformazione nelle fermentazioni, indirettamente come alteranti (che rendono l’alimento
inaccettabile dal punto di vista sensoriale) o patogeni (che possono determinare l’insorgenza di
patologie umane dopo l’ingestione del prodotto).
La microbiologia degli alimenti studia i microrganismi che sono presenti naturalmente, introdotti
intenzionalmente o contaminanti dei prodotti alimentari. Questi microrganismi possono essere
desiderati perché con la loro presenza ed attività biochimica possono trasformare materie prime
in prodotti finiti con una shelf life (o vita commerciale) più estesa nel tempo e con caratteristiche
organolettiche apprezzate dal consumatore finale. Esempi di prodotti di questo genere sono
costituiti da formaggi, salumi, birra e vino (Cocolin e Comi, 2007).
L’abilità dei singoli gruppi di microrganismi di sopravvivere e duplicare in un determinato
ecosistema alimentare in condizioni dinamiche determinerà la microflora dell’alimento, definito
come il consorzio di microrganismi presenti in un determinato ambiente.
Parametri intrinseci (che sono propri dell’alimento in sé) ed estrinseci (identificati nelle
caratteristiche dell’ambiente circostante, influenzanti sia l’alimento stesso sia i microrganismi in
esso contenuti) possono essere manipolati al fine di limitare la crescita e l’attività microbica ed
in questo modo conservare gli alimenti (Cocolin e Comi, 2007).
Tra i parametri intrinseci si possono elencare:
il contenuto di acqua: è definito dall’attività dell’acqua (A
w
), che descrive le molecole di
acqua che sono disponibili per il microrganismo in un ecosistema alimentare. I
microrganismi possiedono esigenze diverse riguardo all’attività dell’acqua, ma in
generale, dato che tutte le reazioni biologiche necessitano di un ambiente acquoso, ci si
aspetta che una riduzione del valore di A
w
abbia un immediato effetto sul metabolismo e
sullo stato fisiologico generale della cellula.
il pH: la maggior parte dei microrganismi d’interesse alimentare cresce a valori di pH
vicini alla neutralità. Negli alimenti, i valori di pH variano da neutro ad acido: l’acidità
può essere inerente alla tipologia di alimento, oppure può essere il risultato di attività
microbica (è il caso dei prodotti fermentati). Con le fermentazioni alimentari, vengono
prodotti acidi organici deboli (pK
a
elevata) che possono diffondere attraverso la
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membrana cellulare, dissociarsi all’interno della cellula e di conseguenza diminuire il pH
intracellulare. Ciò è importante per proteggere gli alimenti da microrganismi alteranti e
patogeni.
i composti naturalmente presenti che possono facilitare o inibire la crescita microbica: ciò
dipende dalla matrice alimentare presa in considerazione.
il potenziale ossidoriduttivo: è in funzione della capacità di crescita dei microrganismi in
presenza di ossigeno. Le differenze tra i microrganismi sono basate sul fatto che
l’ossigeno può generare composti tossici a livello cellulare (intermedi reattivi
dell’ossigeno, detti ROS): esistono gruppi di microrganismi dotati di enzimi
detossificanti (aerobi, anaerobi facoltativi), mentre altri gruppi non li possiedono
(anaerobi stretti).
la presenza di nutrienti: i microrganismi per proliferare hanno bisogno di nutrienti. In
particolare, in ogni alimento che funga da substrato per la crescita microbica, deve essere
sempre presente una fonte di carbonio ed energia (zuccheri, amminoacidi e alcoli), una
fonte di azoto (amminoacidi e nucleotidi), minerali, vitamine e fattori di crescita.
Tra i parametri estrinseci si ritrovano:
la temperatura: è il parametro più importante che permette di suddividere i microrganismi
in diversi gruppi in base alla loro capacità di crescere in specifici intervalli di
temperatura. Il cambiamento della temperatura durante il processo produttivo
(pastorizzazione e sterilizzazione) e durante la conservazione (refrigerazione e
congelamento) è una tecnica molto utilizzata per salvaguardare la qualità degli alimenti.
l’atmosfera circondante l’alimento: tale condizione deve essere controllata in base alle
caratteristiche del microrganismo e dell’alimento stesso, in modo da garantire la migliore
produzione e conservazione. Esistono diversi metodi di confezionamento in atmosfera
modificata impiegati per modificare l’ambiente gassoso, utilizzando l’anidride carbonica
come gas preservante (Jay et al., 2009).
1.1 La bioprotezione
Le tossinfezioni alimentari rappresentano un crescente problema per la salute pubblica a livello
internazionale. Sono conosciute attualmente oltre 250 malattie trasmesse attraverso gli alimenti,
causate da diversi agenti patogeni, come batteri, muffe, virus e parassiti. La conservazione
biologica degli alimenti attraverso l'impiego di colture starter e colture di batteri produttori di
batteriocine in combinazione con altre tecnologie di conservazione, può rappresentare per le
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industrie alimentari un modo efficace per poter fronteggiare le nuove tendenze alimentari
espresse dai consumatori e allo stesso tempo garantire la dovuta qualità e sicurezza dei prodotti
commercializzati. Naturalmente il successo di questi sistemi di produzione e conservazione è
strettamente associato ai continui sviluppi delle conoscenze che emergono dalla ricerca applicata
ad ogni specifico sistema alimentare.
Nell'ultimo decennio si è definito un nuovo approccio alla stabilizzazione degli alimenti,
chiamato bioprotezione (o bioconservazione), che si basa sull'antagonismo dimostrato da alcuni
microrganismi nei confronti di altri; in particolare i batteri lattici rappresentano un gruppo di
microrganismi che può svolgere un ruolo protettivo contrastando lo sviluppo di microrganismi
patogeni (Cocolin et al., 2010). I batteri lattici, infatti, sono spesso utilizzati come colture
starter, in quanto, oltre a determinare (insieme ad altre famiglie di batteri) il flavour del
prodotto, hanno un importante effetto protettivo, che si riflette anche in un prolungamento della
shelf life. La fermentazione dei carboidrati presenti nella materia prima determina un
abbassamento del pH in seguito alla produzione di acido lattico che disturba l'omeostasi del
microrganismo patogeno e quindi la sua sopravvivenza. La richiesta da parte dei consumatori di
alimenti sempre più sani e “naturali”, spinge i produttori ad abbandonare, dove possibile, gli
agenti chimici. Come conseguenza l’interesse per agenti microbici “naturali” sta crescendo di
anno in anno. I microrganismi, per loro stessa natura, sono in grado di attivare una serie di
sistemi difensivi estremamente varia. Tra questi sistemi rientrano i classici antibiotici, svariati
agenti litici, diversi prodotti del metabolismo batterico, varie tipologie di esotossine, e le
batteriocine. Nell’ambito della conservazione e della qualità alimentare, lo studio sulle
batteriocine prodotte dai batteri lattici assume un ruolo fondamentale (Cocolin et al., 2010).
Queste sostanze sono in prevalenza di tipo proteico, biologicamente attive sintetizzate a livello
ribosomiale ed eventualmente modificate post-traduzionalmente, in grado di esercitare attività
battericida nei confronti di altre specie batteriche, ma non sul microrganismo produttore. Le
batteriocine sono, infatti, capaci di inibire la crescita di microrganismi, in alcuni casi anche
patogeni. Numerosi studi hanno descritto che queste molecole non sono attive contro
microrganismi eucarioti, come lieviti o muffe (Batish et al., 1996; Daliè et al., 2009).
Con il termine batteriocine, coniato nel 1953 da Jacob e collaboratori, vengono indicate quelle
molecole proteiche di produzione batterica generate indifferentemente da Gram-positivi e da
Gram-negativi e dotate di attività inibitoria nei confronti di ceppi batterici diversi dal ceppo
produttore (Figura 1.1). Le batteriocine prodotte dai batteri Gram negativi sono generalmente
proteine ad elevato peso molecolare che presentano un caratteristico dominio, specifico per
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l’adesione, la traslocazione o l’attività di killing della batteriocina stessa, mentre le batteriocine
prodotte dai batteri Gram positivi sono generalmente peptidi cationici, di piccole dimensioni e
termostabili, inizialmente sintetizzati come pre-peptidi e che, in seguito a fenomeni di scissione,
si trasformano nelle molecole biologicamente attive. I geni che codificano per le batteriocine
prodotte dai batteri Gram negativi risultano localizzati a livello plasmidico, mentre i geni che
codificano per le batteriocine prodotte dai Gram positivi possono essere presenti sia a livello
plasmidico che cromosomico, ed inoltre si localizzano specificamente in strutture multigene
operone-simili; il corredo genetico deputato alla produzione delle batteriocine ad opera dei Gram
positivi risulta anche estremamente più ampio rispetto a quello dei Gram negativi. Le
batteriocine prodotte dai batteri Gram negativi si differenziano rispetto a quelle elaborate da
microrganismi Gram positivi in quanto le prime agiscono mediante formazione di canali ionici a
livello di membrana citoplasmatica e mostrano, una volta penetrate nella cellula sensibile/target,
una spiccata attività nucleasica, mentre le seconde sono “membrana-attive”, ossia operano
direttamente a livello di membrana. Lo spettro d’inibizione delle batteriocine prodotte dai Gram
negativi è strettamente correlato alla specie produttrice, mentre le batteriocine prodotte dai Gram
positivi si dimostrano attive non solo verso altri batteri Gram positivi ma, occasionalmente,
anche verso microrganismi Gram negativi (Raffi e Ossiprandi, 2006).
Figura 1.1: i batteri lattici possono produrre diversi composti antimicrobici, ma le batteriocine sono
spesso i più potenti inibitori di batteri patogeni. Un produttore di batteriocine (in alto) può essere
identificato dalle zone di inibizione prodotta in una capsula petri contenente cellule di batteri
sensibili ad esse (Deegan et al., 2006)